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Autore: Kurtofsky    13/04/2011    1 recensioni
Blaine si sentiva tanto una ragazzina in quel momento.
Il cuore batteva velocemente – così tanto che sembrava volesse quasi saltare fuori dal suo corpo - e desiderava tantissimo stringere i pugni vicino al mento ed emettere dei versetti adoranti da tanto si sentiva felice.
Ovviamente evitò di rendersi ridicolo in quel modo – era un ragazzo timido e si vergognava da morire all’idea di dare spettacolo in quel modo - ma, sorridendo come un ebete, non poté fare a meno di sfiorarsi il viso, sentendolo ardere per la sola presenza del ragazzo che gli era entrato dentro in pochissimo tempo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Shyness
Fandom: Glee
Personaggi: Blaine Anderson, Jeremiah
Genere: Introspettivo, Romantico, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: OneShot, Missing Moments, Slash
Conteggio Parole: 1004 (FiumiDiParole)
Note: 1. Dedicata al mio orsetto<3 ti amo<3
2. Amo Jeremiah. Sarà apparso per pochissimo ma ha tutta la mia stima per essere sopravvissuto alla mincaccia di Blaine XD Perché sì: When I get you alone per me suonava tanto come una minacciaXD Intanto amo questa coppia ù_ù che ho deciso di chiamare Jerlaine<3
3. About Blaine... per me è e rimane un personaggio "finto sicuro". Bravo a parole ma pessimo nei fatti =.= affetto dal "colpo di fulmine facile" per questo lo caratterizzo in questo modo ù_ù 4. Partecipa al The One Hundred Prompt Challange indetto da BlackIceCrystal. Con prompt 74. Timidezza
5. Niente beta ç_ç


{ Shyness ~



Blaine si sentiva tanto una ragazzina in quel momento.
Il cuore batteva velocemente – così tanto che sembrava volesse quasi saltare fuori dal suo corpo - e desiderava tantissimo stringere i pugni vicino al mento ed emettere dei versetti adoranti da tanto si sentiva felice.
Ovviamente evitò di rendersi ridicolo in quel modo – era un ragazzo timido e si vergognava da morire all’idea di dare spettacolo in quel modo - ma, sorridendo come un ebete, non poté fare a meno di sfiorarsi il viso, sentendolo ardere per la sola presenza del ragazzo che gli era entrato dentro in pochissimo tempo.
Già, era stato proprio un momento quello che li aveva visti come protagonisti ma era come se fossero passati giorni e giorni. I loro occhi si erano incontrati e le loro mani si erano sfiorate solo per qualche istante mentre acquistava una cuffietta.
Blaine ricordava ancora il brivido che l’aveva scosso a quel lieve tocco ed anche il sorriso gentile dell’altro… ricordava perfino quanto si fosse imbarazzato.
Quella situazione poteva riassumersi in una semplice parola: “ Wow…
Era stupito e felice, era tutto così nuovo e bello che addirittura nel pensare a quelle sensazioni così intense la sua timidezza diventava quasi più acuta.
Sapeva benissimo che il suo era quello che comunemente veniva chiamato ‘colpo di fulmine’ ma, in realtà, non gli importava. Quando i suoi occhi si erano posati sull’altro giovane, quando le loro mani si erano sfiorate… tutto il resto era scomparso.
Aveva subito desiderato che momento non finisse mai e quel sentimento – quell’emozione che gli faceva mancare il fiato - lo incoraggiò a fare un passo avanti verso il giovane, invitandolo con non poche difficoltà a prendere un caffè da Starbucks.
Era quasi svenuto quando l’altro aveva accettato e, una volta al locale, aveva fatto di tutto per sembrare meno impacciato… sperava vivamente di esserci riuscito senza sembrare uno stupido.
Si permise di lanciare un’occhiata al ragazzo che stava pagando il conto del loro caffè. Aveva insistito così tanto per essere lui ad offrirlo, che Blaine non si era neanche impegnato nel dirgli di ‘no’.
Lo osservò ammirato ed emozionato, facendo scorrere lo sguardo sul corpo del giovane.
Si sentiva immensamente romantico nel constatare quanto i suoi capelli, lunghi e mossi, fossero simili al color del miele – erano castano chiaro, ma ai suoi occhi brillavano.
Ridacchiò, scendendo con lo sguardo sulla sua schiena e sui fianchi. Non aveva un fisico prestante, era in realtà esile ma a Blaine non importava: per lui era affascinante ed aveva un sedere stupendo – e quei jeans della GAP che gli fasciavano le natiche gli stavano da dio!
Quel giovane si chiamava Jeremiah, aveva ventun’anni, lavorava al negozio GAP e, non meno importante, era gay: proprio come lui.
Nel parlarci aveva scoperto un ragazzo sensibile e gentile, un poco timido ed anche riservato, ma era anche un vero cavaliere per aver insistito nel volergli offrire il caffè.
Lo adorava e, anche se non era un grande esperto, pensava di essere vicino ad innamorarsi di Jeremiah.
Era perfetto!
Già si immaginava quando si sarebbero sposati… avrebbero fatto una cerimonia all’aperto, con tanto di volo di colombe e con i suoi compagni a cantare mentre loro camminavano verso l’altare.
Si sarebbero vestiti entrambi di bianco e la torta nuziale avrebbe avuto minimo tre piani!
Poi le foto e lui che si imbarazzava e si stringeva al braccio di Jeremiah che gli sussurrava di non essere così timido ma di sorridere.
Inoltre, avrebbe anche avuto lo sconto nei negozi GAP e quello non era un elemento da ignorare!
Sorrise ancora, estasiato dal solo pensiero, e si riscosse quando Jeremiah si rivolse a lui con gentilezza.
“ Tutto ok?”, domandò il giovane.
“ Oh… s-sì! Tutto ok!”, rispose arrossendo e distogliendo lo sguardo.
Era bravo a fingere sicurezza e a dare consigli, ma dopo aver immaginato tanto di quel roseo futuro che vedeva per loro due… non riusciva a nascondere la sua naturale timidezza.
Uscirono insieme dalla caffetteria e Jeremiah si infilò prontamente il cappuccio celando allo sguardo adorante dell’altro ragazzo i suoi capelli.
“ Beh… ci vediamo.”, dichiarò il più grande, mettendosi le mani in tasca.
“ Ci… possiamo vedere ancora?”, domandò Blaine subito. La sua voce tremò stupidamente a causa della timidezza, ma non poteva pensare di non vederlo più per chissà quanto tempo!
Voleva un altro appuntamento, anche solo per un caffè!
Jeremiah aprì la bocca per rispondere ma il più giovane lo bloccò, parlando con incerta velocità nel tentativo di battere quell’assurda timidezza.
“ Devo offrirti il caffè!”, esclamò. “ Oggi hai fatto tu e… non posso non ricambiare! Poi… ecco… mi fa piacere parlare con te…”, svelò piano, sperando che anche l’altro provasse i suoi stessi sentimenti.
“ Sì può fare.”, rispose l’altro annuendo, non vedendoci niente di male nel prendersi un altro caffè con quel ragazzino.
Blaine si illuminò e, trattenendosi dal saltellare come una ragazzina, sorrise si mise una cuffietta in testa – l’aveva comprata al negozio GAP di Jeremiah il giorno che si erano conosciuti: era il suo tesoro!
“ Perfetto!”, esultò. “ A-anche domani finisci il turno alle quattro?”, domandò, anche se in realtà sapeva già i suoi turni ma doveva pur sempre fare finta di niente: non voleva passare per stalker.
“ Sì. Come oggi.”, rispose l’altro.
“ B-bene…”, Blaine si torturò le mani ed abbassando timidamente lo sguardo aggiunse un: “ Posso passare in negozio?”
“ Aspettami fuori sulla panchina. Arriverò in orario. Ora però devo andare, sta arrivando l’autobus.”
“ O-oh sì!”, si riscosse il più giovane. “ Ci vediamo domani Jeremiah!”
Oh, il suo nome era così bello… chissà come sarebbe stato bello mormorarlo mentre facevano l’amore, già si immaginava quelle belle labbra sul suo petto a baciarlo e vezzeggiarlo con delicatezza e dolcezza mentre lui, perso in quel piacere, avrebbe stretto le mani in quei bellissimi capelli…
“ A domani, Blaine.”
Trasalì imbarazzato a quel pensiero un po’ spinto accompagnato dal suo nome pronunciato da Jeremiah. Gli piaceva il suono che aveva sulle labbra dell’altro: gli piaceva tantissimo.
Arrossendo timidamente lo salutò ancora con la mano poi, permettendosi finalmente un versetto adorante quando fu solo, prese la strada di casa riprendendo a fantasticare su quello che il futuro gli avrebbe riservato con l’altro ragazzo.





The One Hundred Prompt Project
   
 
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