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Autore: Gra Gra 96    13/04/2011    5 recensioni
Questa storia ha partecipato al contest "Il mio migliore nemico/la mia migliore nemica", indetto da Maeve e da Mizar19 e si è classificata sesta.
Il dolore di una madre per la perdita del figlio.
L'odio profondo verso coloro che ne hanno provocato la morte.
Mai mischiare questi elementi.
Si potrebbe ottenere qualcosa di esplosivo.
Una persona mite e buona potrebbe trasformarsi in un'assassina.
Questo è quello che succede a Molly, durante la battaglia di Hogwarts.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Fred Weasley, Molly Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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TI UCCIDERO'

Sono Molly Weasley, madre di sette splendidi ragazzi.
Da oggi sei. 
I loro nomi sono Charlie, Bill, Percy, George, Ron, Ginny. E Fred.
Ma lui non c’è più.
Se n’è andato.
E’ passato ad un’altra vita.
Insomma, è morto.
E’ successo durante la battaglia di Hogwarts.
La battaglia durante la quale Lord Voldemort è stato sconfitto.
Ma sono stati “sconfitti” anche molti innocenti, tra cui il mio Fred.
Un’esplosione ha provocato la sua morte, una dannata esplosione provocata dai Mangiamorte.
Questo ha distrutto la vita di un ragazzo con tanti progetti per il futuro e ha anche distrutto la vita dei suoi familiari.
Non ho parole per descrivere il mio dolore. 
Il dolore di una madre che perde suo figlio.
Avrei voluto morire io al suo posto.
E oltre al mio dolore non è da meno quello dei miei figli, in particolare di George, che sente d’aver perso un'importante parte di sé.
Ed è vero: ha perso per sempre una parte di sé, perché lui e Fred, insieme, erano una cosa sola.
Sempre uniti, sempre d’accordo su tutto.
Ho scoperto che Fred è morto durante la momentanea tregua concessaci da Lord Voldemort.
Il mio Fred giaceva a terra, morto, ma sempre con un grande sorriso stampato sul volto.
Il sorriso che lo aveva accompagnato per tutta la vita e che – ne sono certa – lo accompagnerà per sempre.
Dopo averlo guardato e aver pianto e urlato come una pazza dal dolore, con l’aiuto di Arthur, ho disposto il suo corpo al centro della Sala Grande insieme a quelli degli altri “caduti”.
L’ho accarezzato per l’ultima volta e gli ho sussurrato : - Sarai sempre nei miei pensieri, Fred.
Dopo di che, mentre mi allontanavo da lui, ho sentito una grande emozione nascere dentro di me: odio.
Odio profondo contro chi l’aveva ucciso.
Contro di loro.
I Mangiamorte.  
In quell’istante ho giurato a me stessa che avrei vendicato il mio Fred: li avrei uccisi.
Avrei messo fine alla loro vita come loro avevano messo fine a quella di mio figlio.
E non m’importava se quello significasse “abbassarmi al loro livello”.
Ormai avevo la consapevolezza che non sarei più stata in pace con me stessa se non avessi tenuto fede alla mia promessa.
Poi la battaglia è ricominciata e nella confusione non si capiva più niente.
Maledizioni che volavano, persone che morivano.
Io ero così impegnata a combattere da non accorgermi che mia figlia Ginny aveva preso parte alla battaglia, cosa che le avevo severamente proibito. Quando ebbi un attimo di tregua, l’andai a cercare, scansando Maledizioni volanti.
E la vidi che combatteva insieme a Luna ed Hermione contro Bellatrix  Lestrange, la più grande seguace di Voldemort.
In quel momento capii.
Dovevo uccidere lei in nome di tutti gli altri Mangiamorte.
Mentre mi avvicinavo, l’arpia lanciò una Maledizione mortale contro Ginny, che la scansò per un pelo.
A quel punto non ci vidi più dalla rabbia.
Spinsi via le tre ragazze ed iniziai a duellare contro la Mangiamorte.
Eravamo tutte e due brave e per un po’ nessuna delel due sopraffece l’altra.
Poi lei fece l’errore di nominare il mio Fred, dicendomi che anche gli altri miei figli avrebbero fatto la sua fine.
Accecata dalla rabbia e dal dolore, le lanciai un’Avada Kedavra che la colpì in pieno, facendola accasciare al suolo.
La guardai.
Era morta.
Fred, però, non era tornato.
Era stato solo un impulsivo gesto di vendetta.
L’odio, nato qualche minuto prima verso di lei, ora non esisteva più.
Provavo solo pena per quella donna che aveva vissuto una vita così buia, triste, priva di ogni gioia e affetto. 
Com’era strano che avessi cambiato idea così in fretta.
Eppure questa è una cosa che fa parte del mio carattere.
Sono impulsiva, ma poi rifletto sempre su ciò che ho fatto e, se necessario, me ne pento.
Mi avvicinai al suo corpo inerte.
- Addio Bellatrix – le sussurrai.
Una lacrima cadde su di lei.
Poi ripresi a combattere, per non morire.
Per porre fine a questa guerra, affinché non ci fossero altre vittime innocenti.
Ma soprattutto per la vita dei miei figli.
  
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