Catch a fallin’ star hat ~
“Suuuubaaaaaruuuuu!”
Hokuto Sumeragi, spalancando la porta, entrò di scatto nella stanza,
saltellando su un solo piede; tal piede, quella sera, aveva l’onore d’essere
rivestito da un’elegante scarpetta rossa, eccentricamente abbinata ad un non
poco vistoso costume da ippopotamo, dalle cui zampette pendeva un’enorme,
colorata busta, colma fino all’orlo dei frutti dello shopping giornaliero.
“Hokuto-chan, ciao… Scusa se non mi sono fatto sentire, è colpa mia, è solo che
sono tornato cinque minuti fa, perché il lavoro è durato molto più del previsto,
e…”.
“No, no, no, no, no! Non hai tempo di scusarti, adesso” lo interruppe la
ragazza, squadrandolo dall’alto in basso, con occhio critico, ed aggiungendo
subito dopo, con un sorriso innocentemente inquietante: “Ohohohohoh, sì, sono
sicura che ti starà benissimo!”.
“Ehr… Che cosa, esattamente, dovrebbe--“ le domandò Subaru, aspettando, con una
certa preoccupazione, che la sorella riemergesse dai meandri del vestiario
acquistato, nei quali si era appena tuffata, con l’aria indaffarata di chi è
alle prese con un compito essenziale.
Ma non dovette attendere molto.
“Questo!” esclamò infatti lei, dopo
qualche secondo, esibendo un cappello nero – nero come l’abisso delle più perse anime di Tokyo -, attraversato
da una sola striscia rosso fuoco – sgargiante
e lucente, potente quanto la forza che costringe ogni spirito del Giappone a
vagare ancora in quella devastata Babilonia -, e, decisamente, fin troppo sobrio per gli standard di
Hokuto.
“Fidati della tua consulente di moda, ti dona”, affermò la ragazza, piazzando il
copricapo in testa a Subaru; “perciò,
non osare non metterlo!” lo ammonì.
“Be’, se a te fa piacere…”
“Ma non è per quello! Non vedi come si intona ai tuoi guanti? Sei-chan non
potrà che trovarti irresistibile!”
“Ma… Ma… HOKUTO!”
E pian piano, le loro voci sfumarono e divennero una melodia distante, ed, infine, si spensero; ma, attorno a loro, le luci di Tokyo brillarono ancora a lungo – anche quando,
nel silenzio della stanza, rimasero solo due adolescenti addormentati, un
cappello nuovo e la consapevolezza che, sebbene
Hokuto avesse una strana concezione del suo rapporto con Seishiro, e sebbene Subaru non capisse nulla né di moda
né d’amore, né l’uno né l’altra avrebbero mai rinunciato alla sottile,
quotidiana gioia di quella presenza costante.
Per nessun motivo.
N.d.A:
In realtà, credo che il celeberrimo cappello di Subaru gli sia stato comprato
da Hokuto – perché solo lei può averglielo comprato – prima degli eventi
narrati in TYOB, quindi prima della (ri)comparsa di Seishiro nella vita di
Subaru, ma l’accenno ci stava troppo bene, e quindi passatemela.
E, maledizione, fandom! Hokuto merita più amore di quanto non gliene sia
offerto in queste lande! <3