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Autore: michiyo1age    14/04/2011    9 recensioni
"Quel giorno tornava Temari a Konoha, proprio per suo volere. Aveva rotto le palle a Tsunade per riavere la kunoichi come supervisore degli esami dei Chunin. Infatti non aveva per niente voglia i fare tutto da solo, nemmeno ciò che riguardava il proprio villaggio. Lavoravano bene in simbiosi: lei pensava a tutto e lui invece doveva solo fare quello che gli veniva detto senza fare neanche molta fatica.
Per di più lei era la sua ragazza da quasi un anno ormai e si erano visti così poche volte che sembrava strano dire che “erano insieme” visto che i momenti erano rari, brevi e sempre zeppi di disturbatori cronici come i famosi eroi del villaggio. "
Partecipante al Black Day
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Amore, cicci e coniglietti

Quel giorno tornava Temari a Konoha, proprio per suo volere. Aveva rotto le palle a Tsunade per riavere la kunoichi come supervisore degli esami dei Chunin. Infatti non aveva per niente voglia i fare tutto da solo, nemmeno ciò che riguardava il proprio villaggio. Lavoravano bene in simbiosi: lei pensava a tutto e lui invece doveva solo fare quello che gli veniva detto senza fare neanche molta fatica.

Per di più lei era la sua ragazza da quasi un anno ormai e si erano visti così poche volte che sembrava strano dire che “erano insieme” visto che i momenti erano rari, brevi e sempre zeppi di disturbatori cronici come i famosi eroi del villaggio.

La stava attendendo al portale dondolando sui talloni con le mani in tasca, abulico. In lontananza si cominciò ad intravedere una sagoma trai grandi rami degli alberi. Dopo un breve lasso di tempo la macchia nera posò i piedi sulla terra battuta della strada.

Mancava poco e Temari iniziò a correre, pochi passi la separavano dal fidanzato, quando decise di balzargli addosso, le braccia avvinghiate al collo e le gambe intorno alla vita del povero Shikamaru.

-Amoreee-

Amore che era stato preso alla sprovvista e per poco non faceva cadere tutti e due sul selciato di Konoha.

-Secc...-

-Shika-chan da quanto tempo!- La ragazza gli diede un bacio a fior di labbra. -Mi sei mancato tesoro!-

Così dicendo gli si avvicinò nuovamente alle labbra dello shinobi che eliminò la distanza che li separava. Stava per diventare qualcosa di più serio e profondo quando la bionda si ritirò contrariata: -Lo sai che non mi piace quando usi la lingua-

Scese e si sistemò i capelli: c'erano appiccicati un fiore e una molletta rosa. Aguzzò la vista e notò per che l'occasione, la sua ragazza si era truccata leggermente con colori chiari.

-Allora, amore, che si fa oggi?- chiese raggiante.

Lui le offrì la mano come al solito, quando iniziarono a percorrere la strada principale del villaggio. Temari l'ignorò completamente e invece si attaccò al braccio appoggiandosi sulla spalla.

-Ti ho fatto lasciare la giornata libera da Tsunade-sama, quindi questo pomeriggio possiamo fare quello che vuoi-

-Che cucciolo che sei amore- e dicendo questo gli strinse con dolcezza la guancia tra pollice e indice e li diede un altro bacetto.

-Avevo proprio intenzione di andarmi a compare un vestito nuovo. Che ne dici se andiamo anche da Ino? È lei che conosce i negozi migliori. Forse riesco anche ad andare dall'estetista: ho le unghie che fanno schifo. Amore, hai notato il mio nuovo smalto?-

Aveva ragione: mentre gesticolava come una pazza, riusciva ad intravedere degli aloni blu.

-Hmm-

-Ma cavolo non noti mai niente tu! Non mi vedi mica tutti i giorni insomma!- protestò alzando il tono della voce.

Shikamaru non aveva neanche la forza di rispondere in maniera sincera e fu per questo che borbottò qualche parola accomodante solo per placare la belva.

L'argomento cambiò repentinamente:

-Come stai?-

-Bene-

-E Yoshino e Shikaku?-

-Anche-

-E Choji?-

-Anche-

-E Ino?-

-Anche-

-Dopo andiamo da Ino vero? Perchè ne ho proprio bisogno-

Shikamaru virò bruscamente, immettendosi sulla prima strana sulla destra, girò a sinistra ancora a destra alla fine arrivò davanti alla fioreria Yamanaka.

-Perchè conosci la strada a memoria per la casa di Ino?- Temari si era infervorata e puntava le mani sui fianchi con fare minaccioso.

-La so da quando sono bambino e non seccare, sai che siamo amici-

Lei non sembrò tanto felice della risposta che aveva ottenuto, tanto è che lo lasciò fuori dalla porta come un cane proibendogli di entrare nel negozio. Lo fece aspettare un bel po' fuori da quella maledetta porta che continuava a fare entrare ed uscire persone che non erano Temari. Ad un certo punto fece per sedersi, ma sbucò fuori la testa della sua ragazza che gli intimava di non accomodarsi in quanto tra breve avrebbe finito.

Il concetto di “breve” per le donne è estremamente relativo, perchè lui non riusciva proprio a farlo entrare in misure reali di tempo.

Quando la sua ragazza e Ino uscirono avrebbe potuto avere anche cent'anni da quando aveva aspettato.

-Andiamo cicci, che le compere ci aspettano- disse la bionda di Suna eccitata, mentre quella di Konoha rideva sguaiatamente per il dolce sopranome.

-Saluta amore che andiamo- neanche avesse avuto sei anni.

-Si, ciao cicci- disse Ino facendo un ghigno.

Il piccolo gesto con la mano che aveva fatto alla compagna di squadra non era passato inosservato, infatti fu l'argomento del processo che durò dagli Yamanaka fino al negozio di vestiti.

Una volta dentro fu investito da una potente zaffata di profumo femminile che gli fece lacrimare gli occhi.

C'erano due commesse affaccendatissime che cercavano di accontentare ogni cliente o più clienti allo stesso tempo, percorrendo il piccolo negozio più volte in un secondo come impazzite. Temari non volle sovraccaricarle ancora di più e cheta cheta si mosse trai capi in esposizione osservandoli attentamente: -E' meglio quello blu o quello nero?- chiese ad un tratto.

Se una fosse stato blu, lo poteva solamente sapere chi l'aveva creato perchè lui proprio non riusciva a distinguerli. E poi che importava? Intanto quella era la sua gamma di colori non è che cambiasse molto, una volta ne avrebbe preso uno una volta un altro no?

Tirò ad indovinare. Aveva il 50% di possibilità di sbagliare:

-Blu-

-Ma il blu non mi dice niente! Ho tutte le cose blu, non lo vedi? Il nero si che quello mi serve, non ho praticamente nulla di nero!-

Avrebbe tanto voluto vedere la sua reazione se avesse detto l'altro colore. Sarebbe stata identica. Ne era certo. Una volta scelto il colore era il turno del camerino: a Shikamaru venne lasciato il rotolo con il ventaglio, zaino, i guanti e il coprifronte mentre se lei si avviava pacifica verso delle piccole tendine tenute insieme da anellini color oro.

Probabilmente il camerino l'aveva mangiata perché non si sentiva un solo rumore. Uscì con una cosa così risicata e aderente che tutto in Temari a partire dalle tette, per finire sui fianchi chiedeva di essere liberato da quella stupida gabbia di stoffa.

-Temari, forse devi prendere quello più grande- questo commento detto a bassa voce con molto noncuranza fece scatenare l'inferno negli occhi della bionda che solo per non fare una scenata non si mise ad urlare.

-Vuoi dire che sono grassa? E che questo starebbe meglio a Ino? Dimmelo se ne hai il coraggio!-

Non non lo aveva.

Si girò dall'altra parte e si mise ad attenderla alla porta del negozio, appoggiato allo stipite.

Tanto casino ed era uscita senza neanche aver comprato nulla. Per rifarsi attraversò la strada e si ritrovò in un altro postaccio dove l'odore penetrante era sparito per far spazio ad un caldo soffocante. Sembrava di essere a Suna.

Provò mezzo negozio, si soffermò sui guanti: i due paia che aveva non le sembrano abbastanza, ma non uscì neanche con la più piccola borsa. E già cominciava ad imbrunire.

Distrutto, stanco e seccato propose di andare a mangiare nel ristorante più vicino, ma naturalmente a lei non andava bene: come era possibile, insomma, dopo tanto tempo che non si vedevano di portarla in un posto qualsiasi.

Si optò quindi per una topaia costosa e seccante con candele e stupide cameriere ammiccanti che lo facevano infuriare più e più volte. -Dai amore apri la bocca, fai “a”-

Le bacchette reggevano un pezzo di polpo alla griglia in mezzo a due visi: uno euforico, l'altro decisamente meno. Erano pure dalla stessa parte del tavolo.

Aprì la bocca per dire la sua imprecazione di rito quando lei gli ficcò il polpo in gola, facendolo quasi soffocare. Bevve brevi sorsate per far andare giù quel maledetto coso viscido mentre lei affranta e dolente lo ricopriva di teneri bacetti accarezzandolo.

-Scusa amore, è tutto finito. Scusami-

continuò con questa solfa per tutta la cena tranne nei rari momenti in cui si fermava e rimaneva imbambolata a fissarlo. Pagata la cena, il dolce e anche la mancia all'unico cameriere uomo di tutto il ristorante uscirono all'aria aperta sotto il cielo stellato di Konoha.

La meta di Shikamaru era l'appartamento affittato della ragazza di cui aveva già preso le chiavi e dove aveva già sistemato la sua roba per tutta la durata del suo soggiorno. Però le lo trascinava davanti ai negozi per sbirciare attraverso le finestre o per commentare i suoi acquisti della giornata, che essendo stati nulli erano un inutile blabla continuo.

Arrivarono alla terra promessa: la porta dell'appartamento che si presentava dolce ai loro occhi stanchi. Il ragazzo ormai con il sol pensiero del letto quieto o no(aggiunse malizioso) si fiondò in bagno: la seccatura non lo aveva lasciato libero per un secondo. Temari placidamente si era diretta verso la camera.

Se la giornata non era stata un gran che, almeno la notte si presentava interessante: lui, Temari, un letto e molte ore di progettata insonnia.

Quando arrivò in camera, lasciati giubbotto e maglietta in bagno, si trovò davanti una Temari in un gigantesco pigiama rosa con simpatici coniglietti che saltavano intorno allegri. L parte superiore, la più orrida a causa di grandi cuori rosa, era tenuta chiusa da enormi bottoni bianchi e tutto l'insieme nascondeva qualsiasi parvenza delle forme della sua donna.

Stava per aprir bocca quando la ragazza si girò verso il letto e con voce impastata strofinandosi gli occhi disse: -Sono stanca, dormiamo subito-

-Ferma girati un secondo- il tono di Shikamaru questa volta era forte e deciso, poteva mettere persino paura.

Lei fece come le era stato detto.

-Basta, sono stufo. Finiamola qui-

La bocca di Temari si allargò in un gigantesco ghigno euforico: -Mi dirai un'altra volta che dovrei essere più femminile o ti è bastato questo?-

Lui si avvicinò repentinamente e con la gola arsa dal desiderio usci un verso simile ad un ringhio, supplicò: -Ti prego, resta così come sei-

Le catturò bocca, lingua e spirito avvinghiandosi con tutta la sua forza. Lei gli prese il viso fra le mani baciandolo con tutta se stessa.

Shikamaru cominciò a slacciare quel pigiama odioso, ma poi visto quanto ci stava mettendo decise di tirare i due lembi distruggendo tutto, facendo schizzare i bottoni a velocità supersonica.

La buttò sul letto e con una risata folle Temari ricominciò ad essere se stessa.

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Buon Black Day a tutte!

Ecco il mio piccolo contributo per l'evento indetto da The Black Parade (comincerete ad essere ormai stufi/e di tutte queste idee...XD)


Non ho molta da dire se non ringraziare delle mie compagne di classe che mi hanno fatto passare un pomeriggio d'inferno a fare quello che loro chiamano shopping e io chiamo martirio, il che mi è servito per descrivere al meglio questa Temari pro-compere ;)

   
 
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