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Autore: crimsontriforce    14/04/2011    0 recensioni
Il loro uccellino del deserto corre sempre più lontano. Sarebbe più semplice poterlo tenere stretto nel nido, più felice per tutti loro. Tre esistenze parallele e tranquille, infine. Ma non è quello il punto della vita e non è quello il punto della loro storia.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atrus, Catherine, Yeesha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '4. Dalle rovine della città profonda'
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Rimuginavo da un po' qualcosa sull'adolescenza di Yeesha e su Atrus e Catherine in quel periodo. Se riuscissi a rendere davvero almeno un minimo di “Yeesha inafferrabile come sempre, 'sto miscuglio indistricabile di forza e vulnerabilità che alla fine porta a un retrogusto, un sentore di follia” come ha commentato Andrea, sarei una scribacchina felice.
Nonostante la somiglianza col titolo appena  sotto questo nell'account, le due storie ovviamente non c'entrano un cappio, "Ere" s'intende in un senso completamente diverso e non sono state scritte in fila o avrei evitato la ripetizione. Ho dovuto pubblicare l'altra in ritardo perché era un regalo di compleanno!





Disclaimer: Gli avvenimenti narrati sono frutto di fantasia. Non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle persone descritte né offenderle in alcun modo. Se possibile, anzi, il tutto è da intendersi come tributo di affettuosa stima.











Ha aperto la porta delle Ere





“Non è più con noi, Atrus.”
“Dorme ancora nella sua cameretta.”
“Ma non è già più con noi. Segui il suo sguardo. Senti quanto di lei ha ancora radici qui a Tomahna e quanto fugge altrove. Il tempo è passato.”
“Come faremo, amore mio?”
“Non lo so. Non lo so, mio caro, non lo so.”



Era passato il tempo dei giochi lungo i corridoi e le scale di casa, con corse a perdifiato dalla camera alla serra per poi sporgersi ad annusare l'aria umida salire dalle cascate con le nocche bianche avvinghiate al corrimano e la treccia dei capelli sfatta in balia del vento. Era stato un buon tempo, ma era passato. Yeesha si addentrava nei corridoi invisibili della mente, lontani da tutti i mondi e ancora ricoperti da una coltre buia. Ogni volta che si guardava alle spalle, l'azzurro e le terre delle sue montagne erano più lontani, fino a confondersi in un punto di luce. Non voleva farlo scomparire del tutto, ma doveva proseguire.
Si strinse al vecchio cuscino con le stelle verdi, raggomitolata nell'angolo fra il letto e la parete, e fu scossa dai brividi dell'incertezza che la dilaniava.





“Sopra a ogni altra cosa, l'abbiamo amata.”
“Mi chiedo cos'altro avremo sbagliato.”



Non voleva andare. Non poteva voler andare: parte di lei era in loro, erano le sue radici, il suo specchio, le luci che convergevano in lei ma non si rifrangevano ancora in un raggio compatto. Aveva bisogno della loro stabilità. Aveva bisogno di perdersi nel loro abbraccio.

Doveva andare: profezie profonde e un destino pesante tiravano fili alle sue spalle a ogni ora del giorno. Aveva letto i libri con sua madre; di notte era tornata da sola con una lampada davanti agli scaffali che li contenevano, li aveva ritrovati e aveva appoggiato le mani sulle pagine come aspettandosi di venir portata all'interno del significato delle parole scritte.

Era giusto che andasse. A qualunque costo – e la sua solitudine sarebbe stata un prezzo pesante da pagare, e quella dei suoi genitori avrebbe gravato sulla sua coscienza come un crimine. Era giusto che andasse, per incontrare se stessa, perché il suo futuro la incontrasse.
Di tutte le parole che descrivono le Ere, non ne trovò una che parlasse dell'intensità con cui stava amando le ultime sere prima di lasciare alle spalle il suo rifugio.





“Tornerà?”
“Tornerà, un giorno.”
“Alla sua età avevo già ceduto al richiamo di D'ni. Ma ci sono voluti così tanti anni, così tante porte chiuse alle spalle prima di completare il cerchio in questa casa. Se anche per lei...”
“Alla sua età non ero, né pensavo che sarei mai stata. Tutto resta aperto e fluido.”
“Allora tornerà.”
“Un giorno.”



Alla loro età, Yeesha non era ancora nulla.
Pianse quando mise il primo piede sui pioli di legno della Fenditura e sentì che non c'era Atrus a tenderle la mano in fondo alla scala.

Pianse voltandosi a salutare il deserto. La roccia lavica assorbì tutte le sue lacrime.

Varcò la soglia dei tunnel in solenne silenzio.
Tre fantasmi la accompagnavano, ricordi sotterranei risvegliati dall'eco dei suoi passi: la maggiore apriva la strada e la guidava, reggendo alta una lanterna a olio, lungo il cammino che aveva intrapreso centoventi anni addietro. I suoi lineamenti erano consunti e svanivano sotto la curva dei capelli castani, dietro allo scialle ricamato con i colori della terra, nel fruscio dell'ampia gonna.
Il mediano si attaccava alla sua veste, petulante come un ragazzino molto viziato e molto solo, la chiamava e la strattonava, pesando sulle sue gambe già stanche per il viaggio. Siamo uguali, le diceva, solo noi due, seguimi, conosco un'altra via.
Il più piccolo seguiva corrucciato e incerto, già piegato da troppi fardelli. Le indicava i muschi fosforescenti che crescevano nelle fenditure delle rocce, il guizzare di un geco, il percorso irregolare di ogni goccia caduta sulla stessa pietra.

Yeesha era tutti loro, era la loro ombra, il loro sangue, era nessuno e nulla, fluida come l'aria costretta dagli spazi della Caverna. Nel buio carico di infinite possibilità, sfiorando con il palmo della mano la superficie del lago, Yeesha era...

























...ç_ç
è estremamente sconnessa e me ne scuso. A mia parziale discolpa, è Yeesha: se le costruisci attorno una coerenza tematica vai out of character, tipo. Note:

@ titolo: in casa sua non mancavano certo collegamenti per altre Ere, ma D'ni è tutt'altra cosa e si può dire che Yeesha scopra l'Arte solo da quando è nella Città. Ma non solo: se ricordate le sue prime parole nel messaggio olografico, parla di una città “keeper of the power, keeper of the Ages” e a me è stato insegnato che “keeper” ha una valenza lievemente negativa, di prigionia. Yeesha che scende in D'ni è il primo passo verso un'idea di Arte completamente nuova, liberata sotto un certo punto di vista. Inoltre, è un po' che se non allittera il titolo non son contenta XD
@ conoscenza di alcune profezie: “Father and Mother tried to prepare me - tried to tell me who they thought I was.”
@ tre fantasmi: tutte le generazioni della sua famiglia se la sono fatta a piedi dalla Cleft a D'ni, e tutti l'hanno fatto nel periodo dell'adolescenza, quasi fosse un rito di passaggio. Anna a 18, Gehn fra i 14 e i 18 non è ben chiaro, Atrus a 14. Yeesha ne ha 16. Anna guida perché è stata la prima e “I am from her”, dice Yeesha nel suo diario. Gehn è imbronciato perché lo è e la tenta perché “It eats at my heart. I hate him, because I have his same desires”. Atrus osserva il Tutto con amore e indica alcune cose citate nella mappa di Aitrus. Il diario di EoA è una miniera di informazioni interessanti, ma dice ancora troppo poco, dannazione! Voglio saperne di piùùùùùù >_<

   
 
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