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Autore: samek    14/04/2011    9 recensioni
Dean e Castiel nel deserto, ed un discorso sul sesso.
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Un rapace passò sul cielo arrossato dal tramonto, spezzando il silenzio con il suo grido

Fandom: Supernatural.

Pairing: Castiel/Dean.

Rating: R.

Beta: Koorime.

Genere: Comico, Erotico, Romantico.

Warning: Sesso simulato, Slash.

Words: 1166 (fiumidiparole).

Summary: Dean e Castiel nel deserto, ed un discorso sul sesso.

Note: Dopo la fantastica scena (♥) della JIB Con, in cui Misha e Jensen hanno interpretato una scena di “Harry ti presento Sally” (When Harry Met Sally” in originale; da qui il titolo della shot) scrivere una fic del genere era doveroso XD

Per l’ottava – e ultima, sigh – settimana della COW-T di fiumidiparole e maridichallenge, Team Maghi – Missione 4: Tramonto.

 

DISCLAIMER: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla ù_ù

 

 

When Dean Met Castiel

 

Ho sempre amato il deserto.

Ci si siede su una duna di sabbia.

Non si vede nulla. Non si sente nulla.

E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio. ¹

 

Un rapace attraversò il cielo arrossato dal tramonto, spezzando il silenzio con il suo stridio. Dean si accomodò meglio sul cofano dell’Impala, gustandosi la sua birra ghiacciata, ed osservò l’avvoltoio planare su uno degli spuntoni di roccia scarlatta dello Utah. Era uno spettacolo che valeva davvero la pena di essere visto.

Non che lui fosse il tipo che si fermava spesso ad osservare il tramonto, eh! Ma la macchina aveva bisogno di far freddare il motore e lui era esausto dopo aver guidato per quasi dodici ore, quindi una bella pausa se la meritavano entrambi. Aveva lasciato che la carrozzeria diventasse abbastanza tiepida da essere sopportabile sotto la sua pelle già accaldata, prima di armarsi di bauletto-frigo e piazzarsi sul muso della sua bambina.

La libertà che aveva guadagnato da quando lui e suo fratello si erano separati era strana, ma tutta da godere. A volte vedeva qualcosa di curioso, si voltava verso il sedile del passeggero per farlo notare a Sammy e lo trovava vuoto. Allora soffocare il silenzio con la musica – magari cantando a squarciagola – si faceva un’esigenza, ma per il resto stava bene, stava davvero bene. Era responsabile solo per sé stesso e per nessun altro, come non gli era mai capitato fino ad ora. Quella situazione meritava di essere goduta a pieno.

Quasi si versò la birra addosso quando una voce familiare comparve dal nulla e lo salutò proprio accanto al suo orecchio: «Ciao, Dean».

«Cazzo!» sbottò cercando di non sussultare troppo. «Cristo, Cas, fatti una vita!»

L’angelo inclinò il capo nella sua solita posa perplessa. «Io ho già una vita» replicò atono.

«Sì, be’… io la tua non la chiamerei esattamente “vita”» borbottò il ragazzo.

«Che intendi dire?» ribatté l’angelo, se possibile ancora più confuso, anche se lo smarrimento era tutto nei suoi occhi e non ve n’era traccia nella voce monocorde.

«Amico, ti sei mai guardato allo specchio?» ironizzò Dean. «Tanto per cominciare, smettila di stare lì impalato come se ti avessero infilato una scopa su per il culo, e vieni qui» lo incitò, dando un colpetto sullo spazio vuoto del cofano, accanto a sé. «Prendi una di queste» si chinò a recuperare un’altra birra dal bauletto-frigo e gliela schiaffò in mano, non appena Castiel si fu accomodato dove gli aveva indicato. «E… diamine, non hai caldo con quell’affare sempre addosso?» concluse puntando l’immancabile trench beige.

«No» rispose semplicemente l’angelo, ma poi seguì il suo consiglio e se lo tolse, liberandosi anche della giacca, dopo un momento d’esitazione, e arrotolandosi le maniche della camicia sugli avambracci come aveva fatto Dean.

«Così va meglio» approvò quest’ultimo.

«E ora?» domandò Castiel.

«Ora stenditi e goditi il panorama» sbuffò il cacciatore.

Una folata di vento caldo alzo un po’ di polvere rossa ed in lontananza un coyote lanciò il suo latrato lamentoso.

Dopo qualche minuto di pace completa, Dean sospirò soddisfatto: «Questo è godersi la vita: guidare per ore senza meta, bere una birra fresca al tramonto, fare una bella scopata... Quella magari più tardi».

«Questo per te è avere una bella vita? Vivere come un ramingo, ubriacarti e fornicare?» lo interrogò Castiel.

Il ragazzo per poco non si strozzò sull’ultima parola; decisamente era meglio non avere attorno quel fottuto angelo spiumato quando volevi bere in santa pace. «Fornicare?» ripeté tossicchiando. «Diamine, sei proprio un verginello. Se lo provassi almeno una volta, capiresti che è uno dei più grandi piaceri della vita».

«Il sesso è solo un metodo di riproduzione, gli angeli non ne hanno alcun bisogno. E nemmeno gli umani… non con la frequenza con cui lo pratichi tu, almeno. Soprattutto considerato che la maggior parte dei tuoi amplessi sono inutili» replicò l’amico. «Per una donna non è nemmeno tanto facile raggiungere l’orgasmo».

«Questo perché incontrano pessimi amanti» sbuffò Dean. «Se io avessi fatto centro ad ogni “fornicazione”, ora ci sarebbero un po’ troppi Winchester al mondo, non so se mi spiego» aggiunse ammiccante.

«In realtà, tutte le donne hanno finto almeno una volta» gli rivelò l’angelo.

«Non con me» ghignò il ragazzo e si accigliò quando Castiel gli rivolse un’occhiata che sapeva tanto di biasimo; lo faceva sempre sentire un idiota.

«Tutte le donne affermano di aver finto almeno una volta e tutti gli uomini asseriscono che a loro non e mai capitato» osservò, lasciando che fosse lui a fare i conti.

Il cacciatore grugnì seccato. «Che vuoi saperne tu? Non sai nemmeno di cosa parli».

«Perfino io potrei ingannarti» dichiarò l’angelo.

«Ah sì?»

«Sì» asserì e, dopo uno sguardo di sfida del ragazzo, posò la birra con calma e si mise più comodo.

Senza preavviso, lasciò crollare la testa indietro, emettendo un mugolio che parve risalire dalle profondità del suo petto stesso, seguito da un ansito bollente. Puntellò i palmi dietro di sé e scosse il capo, serrando le palpebre, mentre un sottile strato di sudore cominciava ad imperlargli la fronte, il labbro superiore ed il collo esposto, quasi che il sole avesse iniziato a scaldarlo solo in quel momento.

«Sì…» gemette flebilmente, con voce roca e poi più sonoramente. «Sì, così…» mormorò in tono strozzato, e Dean lo osservò inarcarsi sotto i propri occhi allibiti.

«Oddio… oddio… non ti fermare!» continuò Castiel e il semplice fatto che stesse nominando il nome di suo Padre in vano era già sconcertante di per sé. Poi iniziò a muovere i fianchi, come se stesse spingendo qualcosa o come se stesse andando incontro a delle spinte; i muscoli forti delle cosce che si tendevano nei pantaloni ed il sedere contratto che si alzava ed abbassava ritmicamente dal cofano.

«Ah, ancora… di più! Sì… sì, sì, sì!» tutto il suo corpo s’irrigidì e tremò, mentre le sue labbra carnose si aprivano in un ultimo grido muto. Infine ricadde morbido sul cofano, esausto, emettendo un ultimo suono arrendevole e soddisfatto.

Il cacciatore deglutì pesantemente e rimase ancora qualche minuto immobile a guardarlo, con il respiro affannato e gli occhi grandi come piattini da caffè. Nel mentre l’angelo riaprì i propri e si rimise dritto, come se nulla fosse, recuperando la sua bottiglia di birra e rivolgendogli uno sguardo placido. E lui ce l’aveva duro – porca puttana! – ce l’aveva duro come il marmo.

Accavallò le gambe, cercando di trovare una posizione comoda in cui il suo affare – traditore! – non si notasse troppo. «Questo è stato… è stato…» come guardare dal vivo un porno di ottima qualità, concluse tra sé, ma non aveva la forza di dirlo.

«È stato quello che fingono molte donne» terminò per lui Castiel.

«Sì, be’…» biascicò Dean, prima di lasciare andare la bottiglia «con te non rischio quel pericolo» considerò, afferrandolo per la cravatta, prima di premere le labbra sulle sue.

«Che stai… che stai facendo?» ansimò l’amico sorpreso, poi la lingua del ragazzo s’intrufolò nella sua bocca, zittendolo efficacemente.

«Ti dimostro che fornicare non è solo un “metodo di riproduzione”». Che diavolo, nemmeno lui aveva un’opinione così bassa del sesso! «E sono certo che mi accorgerò benissimo se tu verrai o no» ghignò, premendo un ginocchio sul cavallo dei suoi pantaloni.

Gli ultimi raggi del sole morente riverberarono negli occhi blu di Castiel rendendoli quasi viola, quando Dean lo fece stendere di nuovo sul cofano.

 

FINE.

 

¹. Il Piccolo Principe di Antoine Saint-Exupery.

   
 
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