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Autore: Kat Chan    15/04/2011    8 recensioni
[AGGIORNAMENTO del 05/07/2011 circa lo stato della storia, nel profilo.]
L x Misa. Un momento nel tempo. Un incontro avvenuto per caso. Il fato capovolto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Misa Amane
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Rewrite




Theme 13: Excessive Chain ~ Catena eccessiva

Come promesso, al mattino seguente l’umore di Misa era migliorato considerevolmente. Si svegliò addirittura presto per preparare una colazione speciale per sé e sua sorella. Purtroppo, il risultato finale furono un paio di uova troppo salate e squagliate e qualche fetta di pane tostato bruciacchiato. L’idol compianse il suo fallimento culinario con copiose moine infantili, e Mamori, divertita quanto avvezza al talento della sua sorellina nel non avere neanche un briciolo di talento ai fornelli se non con i dolci, propose di andare a mangiare fuori.

Si ritrovarono al caffè preferito di Misa. Generalmente, l’idol avrebbe fatto ricorso al suo solito camuffamento per essere sicura di poter mangiare in pace. D’altra parte, Ryuuzaki aveva fatto in modo che le guardie del corpo ricomparissero nella sua vita, e a quella che aveva scortato lei e Mamori bastava quasi unicamente la propria presenza per tenere alla larga possibili curiosi. Per quanto lei non fosse molto entusiasta all’idea che i due bodyguard spaventassero i suoi fan (e chi lo sapeva che dicerie avrebbero potuto generarsi su internet per una cosa simile?), doveva ringraziarli, a malincuore, per quel ritaglio di tempo che poteva ora trascorrere indisturbata con sua sorella.

Così credeva, almeno, fino alla pioggia di domande.

“Allora, questo Otani-san,” iniziò Mamori tra un boccone di bagel ripieno di philadelphia e l’altro. “Dov’è che poi l’avresti incontrato, esattamente?”

Lei finse di essere molto interessata al muffin di crusca basso e largo che stava mangiucchiando. “Hm, che importa? Dobbiamo trovarti un appartamento, no?”

“Oh, sì. Lo troveremo. Subito dopo colazione.” aggiunse la sorella, sporgendosi verso di lei. “Ovvero dopo. Così, mentre mangiamo, credo che potremmo parlare anche di altre cose.”

“E se Misa non volesse parlare di quella cosa lì?” chiese la modella, evitando i suoi occhi.

“Allora è probabile che non gradirai molto il resto della colazione,” rispose seccamente lei.

Misa aggrottò la fronte. “Mamori è una sorella molto cattiva.”

“Non sono cattiva. Solo curiosa,” la corresse la donna. “Insomma, sono mesi che alludi a questo tuo fidanzato segreto, ma non mi hai mai dato un nome né niente. Credo di meritare un paio di risposte adesso che sono finalmente incappata nel tuo uomo misterioso.”

“Alla fine non c’è molto da dire.”

“Ma davvero? Com’è che vi site conosciuti?”

Misa masticò strategicamente un pezzo di muffin, deglutendolo molto lentamente. Ovviamente non poteva raccontarle la vera storia di come aveva conosciuto Ryuuzaki, visto che se l’avesse fatto le avrebbe provocato uno scoppio di ira e sarebbe stata bombardata da domande per cui semplicemente non aveva una risposta pronta.

Si chiese per un attimo se la sua guardia del corpo avrebbe tradito la bugia che stava per biascicare, ma poi ragionò che non l’avrebbe fatto. In fondo, o lavorava per L, e aveva dunque abbastanza buon senso da tacere, o molto più probabilmente non aveva alcuna idea di chi fosse il suo vero datore di lavoro, né che aspetto avesse. Comunque fosse, era meglio buttare lì la cosa più sensata che le venisse in mente.

“Durante un servizio.”

Mamori sbatté le ciglia. “Fa il modello?”

Lei quasi si strozzò, e bevve rapidamente un sorso d’acqua per impedirsi di tossire in maniera molto poco femminile. Non bastò quello, però, a trattenere le sue risate incredule. “Oddio, no! No!” esclamò, scuotendo il capo. “Otani-san sta dietro le scene. Molto dietro.”

“Eh? Aaaah,” Mamori annuì, come se avesse appena realizzato qualcosa. “Allora ha un lavoro tranquillo tranquillo nel campo. Un produttore, una cosa così.”

“Una cosa così,” confermò Misa, pensando che, in fin dei conti, Ryuuzaki poteva essere considerato un produttore, a modo suo.

“Beh, posso capire perché non vuoi che nessuno sappia di una relazione con una persona del genere. Sono sicura che molti nell’industria, così come nei media, insinuerebbero che stai con lui solo per farti un nome. Soprattutto considerando il suo aspetto… interessante.”

“L’aspetto di Otani-san non ha niente di male!” contestò lei, sulla difensiva. “Ha solamente uno stile suo, ecco tutto.”

“Misa, ho visto barboni con lo stesso identico ‘stile’.”

La ragazza scrollò le spalle. “Non gli piace farsi notare, questo è quanto.”

“Beh, non è che gli riesca benissimo passare inosservato,” notò Mamori, ridendo. “Più che altro è quasi impossibile non fissarlo. Cioè, va bene che bisogna baciare qualche rospo per trovare un principe, ma sembrerebbe quasi che il tuo Otani-san non si sia mai preso la briga di trasformarsi.”

“Non lo so, a Misa non dispiace.” ribatté lei, con un grande broncio.

L’altra sorrise, con aria saputa. “Perché ci sei abituata. Fidati. È unico, quantomeno.”

Alle spalle di Misa, il volto di Rem era una maschera funesta. Gli ultimi giorni erano stati emotivamente spossanti e frustranti per lei. Non le andavano a genio né L né Kira, ma doveva concedere malvolentieri che Misa teneva a entrambi, per motivi diversi. Solo che i nodi della matassa stavano venendo al pettine in maniera abbastanza sgradevole, ed era più che un po’ curiosa di scoprire la posizione che avrebbe finalmente preso Misa.

Sempre che avesse preso una decisione. Non riusciva mai a predire cosa le frullasse per la testa. Qualsiasi cosa fosse, probabilmente, il suo proposito di uccidere Yagami Light non sarebbe cambiato. Era chiaramente il più pericoloso dei due, dal momento che lui, a differenza di Ryuuzaki, non aveva indubbiamente alcun attaccamento emotivo a Misa, e si sarebbe pertanto sbarazzato di lei non appena fosse giunto il momento più opportuno.

Ciononostante, una preferenza di Misa verso Light avrebbe potuto ritardare la sua inevitabile caduta. Rem non aveva la minima intenzione di lasciare alla sua partner il sospetto che lei avesse qualcosa a che vedere con la morte del ragazzo. Misa sapeva essere molto ingenua su tante cose, ma certe volte era spaventosamente astuta.

“Ma è per questo che è interessante. Perché non conosco nessun altro come lui.”

“Ti piace davvero, eh?”

“Io…” La voce le morì sulle labbra mentre metteva ordine ai suoi pensieri. “Sì. Sì, mi piace.”

Mamori aguzzò gli occhi. “Lo ami?”

Alzò la testa di scatto. “Non è facile da-”

“Oh, dai, Misa,” sospirò la sorella. “Sei la persona più emotiva che conosca. Il pensiero razionale di solito non è il tuo forte. Quindi se sei rimasta tanto tempo con questo tipo strano, anche quando avresti potuto sceglierti uno qualunque dei modelli che ci sono in giro, per me la risposta è abbastanza ovvia, ormai.”

Lei si incupì. “Se è così ovvia, perché chiedermelo?”

La donna scrollò le spalle e sogghignò. “Perché voglio sentirtelo dire. Lo ami, vero?”

Puerilmente, Misa staccò un altro morso al muffin invece di risponderle. Mamori soffocò una risata.

Alla fine, Misa rispose con un mormorio appena udibile. “Lui è… è la persona più preziosa di Misa. E non ho altro da dichiarare.” concluse ad alta voce.

Mamori parve sommariamente soddisfatta. Anche Rem lo era, un po’.



Il primo giorno di caccia all’appartamento si rivelò molto imbarazzante per le sorelle Amane. Immancabilmente, quando le due entravano in un appartamento e aspettavano che glielo facessero visitare, il proprietario o l’inquilino di turno correva nella stanza con una macchina fotografica o con carta e penna, monopolizzando quasi tutto il tempo di Misa. Nemmeno la sua guardia del corpo sembrava sortire l’effetto sperato finché non li afferrava per un braccio e chiedeva loro di farsi indietro. Ripensandoci a posteriori, si resero conto che avrebbero dovuto aspettarselo.

Mamori aveva rifiutato qualunque somma di denaro da parte di sua sorella per un appartamento migliore di quanto potesse permettersi col suo stipendio, sia pure in condominio. Era determinata a camminare con le proprie gambe. Questo voleva dire, però, che nei posti che andavano a visitare non alloggiavano le persone benestanti a cui Misa si era abituata nel suo palazzo. Perciò, invece di amalgamarsi al resto di persone abbienti, lei risaltava come un pugno in un occhio (molto ricco). Certo, lei non negava mai una foto o un autografo – bisognava sempre essere gentili con i fan – ma buona parte del loro tempo andò inevitabilmente perduto.

A fine della giornata, le due convennero che quando avessero ripetuto l’esperienza, Misa avrebbe accompagnato la sorella sotto mentite spoglie o sarebbe rimasta direttamente a casa. Di questo passo non sarebbero mai riuscite a trovare un posto a Mamori prima che tornasse a casa sua.

Misa le aveva offerto di passare di nuovo la notte da lei, ma questa volta Mamori l’aveva convinta che sarebbe stato meglio per tutte e due se avesse dormito alla stanza d’hotel che aveva prenotato.

“Non voglio buttare i soldi, dopotutto.” aveva spiegato.

Con riluttanza, lei aveva ceduto. Ma questo la lasciava sola in casa con i suoi pensieri.

Beh, non esattamente sola.

“Misa, per quanto tempo ancora hai intenzione di trascinare questa storia?” disse Rem.

“Di che parli?” domandò Misa innocentemente, entrando in camera sua e chiudendo la porta, sapendo che le due sentinelle al di fuori del suo appartamento non avrebbero potuto sentirla.

“Di questa cosa con L e Kira. È pericoloso.”

“Non mi sembrava che a Rem dispiacesse così tanto, all’inizio,” ribatté lei, incrociando le braccia e fissandola torvamente.

“Ricordati che inizialmente non volevo nemmeno che conoscessi la vera identità di L perché non volevo che venissi coinvolta in un pasticcio di queste proporzioni. Ma mi è stata forzata la mano.” Sospirò. “E all’epoca, credevo che la faccenda si sarebbe risolta molto più velocemente, e con molte meno complicazioni. Ma su questo ho sbagliato io. Continuo a dimenticare quanto gli esseri umani adorino complicare le cose. Nulla li eccita di più di una vita spericolata.”

“A Misa non piacciono le vite spericolate. È solo che non è semplice.”

“Con te non è mai semplice.”

Misa alzò le mani in aria. “Rem non capirà mai! Lei è un dio della morte e a lei non importa niente di nessuno, perché tanto per lei le persone esistono soltanto per essere uccise per la sua sopravvivenza.”

Rem piegò la testa. “È quasi vero.”

“Quasi?” le fece eco, confusa. “Uccidere qualcuno dona a uno shinigami il tempo che restava da vivere a quella persona, no? Mi pare di ricordare che la regola fosse così.”

“Oh, e la ricordi bene. Ma il punto è che io non userò mai il mio Death Note per uccidere te, Misa.”

La ragazza sbatté le palpebre. “Ma è quello che dovresti fare. Fa parte del contratto.”

“Sì, fa parte del contratto, è vero. Ma questo non vuol dire che sono costretta a farlo. È a mia discrezione, e ho scelto di non applicare quella clausola.”

“Misa non capisce,” disse lei, corrugando le sopracciglia. “Perché non farlo, quando è quello che Rem dovrebbe fare?”

Il dio della morte emise un sospiro profondo. “Perché, Misa, non soltanto gli esseri umani hanno sentimenti. E non sono neanche gli unici capaci di tessere legami.”

Misa sgranò un po’ gli occhi, e Rem si chiese se avesse veramente compreso ciò che intendeva. In verità, non sapeva precisamente come si confessassero i propri sentimenti a qualcuno. Poteva dirsi abbastanza sicura di trovare un po’ troppo contorta la tecnica di Misa, ma forse sarebbe stato meglio se l’avesse imitata.

O forse non avrebbe proprio dovuto dire nulla. Anche se Misa l’avesse capita, non per forza l’avrebbe accettata. Nel giro di qualche secondo, però, le fu chiaro che non c’era bisogno di preoccuparsi di un rifiuto di sorta, perché Misa sfoderò un sorriso a trentadue denti e congiunse le mani. No, non aveva capito assolutamente niente.

“Rem è un’ottima amica. Misa sa di non dimostrarlo sempre, ma spera di essere anche lei un’ottima amica per Rem.”

Trattenendo l’ennesimo sospiro, Rem riprese la parola: “Misa, questo comunque non risolve il problema della tua decisione su quello che bisogna fare.”

“Perché Misa non può semplicemente non fare nulla?” chiese, il sorriso sparito.

“Certo che puoi. Sono certa che prima o poi L o Kira riuscirebbe ad uccidere l’altro senza il tuo aiuto.” La squadrò. “Solo che potrebbe non essere necessariamente quello che tu vorresti veramente vincesse. E potresti non necessariamente sopravvivere fino alla fine.”

Misa si inalberò. “Ryuuzaki-san e Light non ucciderebbero mai Misa! Che cosa orribile da dire!”

“Sicura? Anche se L e perfino Kira decidessero che la tua vita va risparmiata, che mi dici del partner di Kira? Il chiodo fisso di Ryuuk è rendere le cose interessanti. E tu, Misa, finora hai reso le cose interessanti, dal suo punto di vista. Ma se dovessi smettere improvvisamente di interferire col giochetto di L e Kira, per qualche ragione dubito che Ryuuk troverebbe appassionante la tua scelta.”

“E tu credi che lo shinigami di Light ucciderebbe Misa per averlo annoiato?”

“Non solo per quello, ma anche perché probabilmente gli piacerebbe tanto vedere le reazioni dei due uomini con cui ti sei invischiata. Per Ryuuk, sarebbe il minimo che potresti fare per esserti tirata fuori dal gioco.”

“Non è un gioco.”

“Per lui sì. La vita umana è sempre stata un gioco per noi.”

Misa tremò involontariamente.

“Misa, stamattina a colazione hai detto che amavi L, giusto?”

“Non ho mai detto questo,” brontolò.

“Hai detto che è la tua persona più preziosa.” incalzò Rem. “È vero o no?”

Misa si agitò. “Beh-”

“È più prezioso di Kira?”

“Kira è molto prezioso!” strillò. “Kira è il mio eroe.”

“Ma è L per te è più prezioso di Kira? O no?”

Misa sembrò accasciarsi su se stessa. Non le piaceva affatto questa discussione. Non le piaceva l’idea di essere costretta a scegliere, che lo volesse o no. Il suo finale fiabesco non avrebbe potuto realizzarsi, e l’improvvisa concretezza di tutto la schiacciava. Da qualche parte, nel profondo, aveva sempre saputo che sarebbe finita così. Che avrebbe dovuto fare una scelta, e una mossa. Ma aveva continuato a sperare che, a furia di rimandare tutto, forse sarebbe sorta un’alternativa migliore. Ma a quanto pareva non sarebbe successo molto presto.

Eppure… Eppure…

La ragazza superò Rem di corsa, uscì dalla camera da letto, e marciò fino all’entrata dell’appartamento, aprendo la porta senza preavviso. Le due guardie del corpo si voltarono, entrambe un po’ sorprese dal gesto teatrale, ma se ne infischiava.

“Misa vuole parlare col vostro capo.”

“Prego?” disse uno di loro, titubante.

“Il vostro capo,” ripeté lei, insistente. “Voglio. Parlare. Col Vostro. Capo.”

“Ah, ecco, ma noi non-”

“Non mi interessa il come,” lo interruppe, sventolando una mano. “Misa sa che dev’esserci un modo in cui potete contattarlo. Qualcuno che conosce qualcuno che conosce qualcuno… non importa. Ma assicuratevi che sappia che Misa vuole vederlo domani. E se non si fa vivo, Misa si arrabbierà tanto e vi tirerà un altro bidone!” E si sbatté la porta alle spalle prima che potessero rispondere.

Dietro di lei, Rem si accigliò. “Misa, cos’hai in mente?”

Lei inspirò profondamente, e si girò a guardarla. “Misa… non lo sa bene. Ma crede di essere vicina a una decisione.”



NdT: capitolo di transizione! D: Cliffhanger! DD: Kat-chan è ferma a questo capitolo dal 31 dicembre 2009! DDD:
Sì, c’è poco da scherzare. Mancano almeno gli ultimi due capitoli. Temo che potremmo non sapere mai qual è questa maledetta decisione di Misa. Ho mandato un paio di email all’autrice nel corso degli ultimi mesi per chiederle informazioni, ma non ho ricevuto in risposta neanche una parola.
Apparentemente il numero di persone che segue questa storia è pure cresciuto negli ultimi mesi, ma non so proprio cosa dirvi se non un laconico ‘mi dispiace’. Proverò a contattare l’autrice di tanto in tanto, ma credo sia meglio non aspettarsi miracoli.
Dichiaro dunque la traduzione ufficialmente on-hiatus. La revisione non avrà luogo, per il momento.
Spero che finora la storia vi sia comunque piaciuta abbastanza da non considerare la lettura una perdita di tempo. E poi chissà, per quello che ne sappiamo l’autrice potrebbe aggiornare anche oggi stesso xD
Per ripagarvi (un po’) di questa delusione, vi sciorino un po’ di chicche (le ultime davvero):

• Una fan di Rewrite ha iniziato a realizzare una doujinshi sulla storia, che potete trovare su DeviantArt. Sfortunatamente, si è fermata poco prima di concludere il secondo capitolo e non aggiorna da un po’, ma io vi do il link lo stesso perché sono brava :D
• Kat-chan non progettava di inserire Light/Kira nella storia fino al capitolo quattro o giù di lì. Incredibile, vista l’importanza che poi ha assunto nel corso della storia. Ecco le sue parole esatte (che trovate qui):
[…] sono consapevole che inserendo Kira nel mix finirò per trascinare la storia in una scheggia nella timeline originale più che in un universo completamente differente. Soprattutto dal momento che ho aggiunto altri elementi canonici (oltre ai genitori di Misa anche l’aggressione del suo stalker). L’avevo messa sotto “AU” perché in un primo momento non avevo alcuna intenzione di fargli fare anche solo una comparsa. Ma mi sono resa conto che benché non sia una grandissima fan di Light, senza di lui non è Death Note. E poi ora ho un mare di idee per Rewrite.
• Fanfiction.net permette ai propri utenti di indire sondaggi nel proprio profilo. Kat-chan ne ha approfittato (ma si parla di secoli e secoli fa), e chiunque sia registrato al sito può partecipare.
Votate, se potete e vi va, tanto non costa nulla.

Se c’è qualcuno che vuole essere avvisato personalmente e tempestivamente di eventuali aggiornamenti di ogni tipo, basta dirmelo nelle recensioni o tramite messaggio privato.
Grazie a tutti per il vostro tempo e le vostre recensioni, davvero :)
Alla prossima (presto, spero),
youffie.
   
 
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