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Autore: Watashiwa    15/04/2011    23 recensioni
[STORIA COMPLETAMENTE REVISIONATA NEL 2016]
Una one-shot che ha come protagonisti Sakura e Sai, che si ritrovano a parlare di un qualcosa da cui ormai si sentono accomunati: un legame da raggiungere, da riconoscere e da proteggere.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Una giovane e ormai fragile kunoichi se ne stava immobile e inerte in quel terreno privo di colore, in quel preciso istante scarno di ogni cosa.
Le lacrime argentee colavano sul suo delicato viso piccolo e rotondo, scendevano da meravigliosi e preziosi smeraldi verdi, piccoli e graziosi.
Non riusciva a rialzarsi in quel momento, era provata da un estenuante allenamento che l'aveva messa a dura prova fisicamente e psicologicamente.
La situazione a cui lei era sottoposta stava diventando sempre più insanabile e preoccupante; sentiva dentro di sé un grosso fardello, uno di quelli grossi che avrebbero potuto soffocarla da un momento all’altro.
Doveva proteggerli, doveva proteggere Naruto e Sasuke.
Il primo era un compagno, un amico, una persona cieca e fedele che per ogni persona del Villaggio sarebbe morta in nome dell’onore e Sasuke, la persona per la quale lei provava dei reali sentimenti fermi e convinti, mai ceduti e mai rinnegati per chiunque altro.
Era sopratutto per lui che si era allenata come una forsennata per quei due anni e mezzo con Tsunade, il Quinto Hokage di Konohagakure.
Era per lui che viveva una vita piena di drammi apparentemente flebili e blandi, priva di speranze.
Lo credeva cambiato per sempre, ma ancora era all'oscuro di qualunque cosa che riguardasse la storia di Itachi e del suo clan, che avrebbe senz’altro fortificato quei sentimenti concreti e passionali.
Però quella sera tutto era così diverso.
Sentiva costantemente la tristezza e ritornava la paura di non farcela, per questa lotta a cui tutti i ninja sono sottoposti.
Era evidentemente scoraggiata e senza motivo alcuno per sentirsi davvero al sicuro.
"Non avresti dovuto” esordì così una figura albina di sua conoscenza che l'aveva appena raggiunta, osservandola con occhi neri apparentemente privi di sentimenti ed interesse.
Sakura riconobbe la voce di Sai, che la aiutò a rialzarsi dove tutta la fatica che le impediva di muoversi serenamente senza alcun problema, la quale sopportava per il bene dei suoi compagni, della loro incolumità e per se stessa, per migliorare sempre più.
 
"Sai, che ci fai qui?” rispose stranita Sakura, guardando il compagno di squadra attentamente.
Sai non rispose di primo acchito. Tirò fuori il pennello e il rotolo con il quale il giovane dava sfogo alla sua arte e si sedette con la Haruno sull'erba.
 Poi cominciò a dipingere qualcosa, rivolgendo a Sakura uno di quei sorrisi a cui lei era abituata a vedere nella faccia poco espressiva del ragazzo.
Lei non capiva.

"Legami.” fu l'unica risposta di Sai.
A Sakura subito brillarono gli occhi di una luce nuova.
Non avrebbe mai pensato che Sai la comprendesse, dopo quel piccolo lasso di tempo che erano diventati compagni.
Non sorrise, ma si soffermò a comunicare con gli occhi, più vivi e lucenti.

"Allora tu, Sai...hai capito”  cercò di dire Sakura, ancora sorpresa.
E mentre lui continuava il suo disegno, tentò timidamente di esprimere un concetto più approfondito:

"Ti ho osservata, questo pomeriggio. Ho potuto notare quanto tu ci dai dentro, nell'allenarti. Non devi sottoporti a tanto. Io ho capito ciò che senti, tu stessa..."  fermandosi un attimo, abbassando lo sguardo “...tu stessa mi hai fatto comprendere la concretezza di un legame. Ma io sono un tuo compagno e...”

"Grazie, Sai" aggiunse sollevata Sakura, interrompendolo con una delicatezza quasi surreale "Grazie."

Sai la osservò bene e rimase in silenzio fino a che non terminò ogni dettaglio del suo disegno, per poi mostrarlo alla compagna.

"Capisco, tu sei spinto a vivere anche grazie a questo: la ricerca del legame durante questa guerra” disse risoluta la rosa, più compresa e confortata dal fatto che in fondo condivideva qualcosa con una persona come Sai
"Ma se tu potresti trovarlo, io probabilmente lo perderò, per il mio bene!"

Sai rimase a principio sgomentato e stranito da quella frase. 
Di primo approccio non capì esattamente ciò che la sua compagna intendesse dire, ma solo osservando attentamente Sakura in un successivo ed unico frangente tutto gli fu più chiaro.
Il sangue colante ed ancora caldo sul braccio, lo scambio di sguardi eloquenti e la risolutezza che ricordava in tutto quel tempo che mai aveva realmente condividere con anima viva: fu allora che Sai comprese ciò che per Sakura significasse la parola amore.
Si doveva realmente lottare, per consolidare per sempre qualsiasi legame.
Per il semplice fatto che essi erano presenti e condizionavano molte scelte e decisioni, era giusto battersi affinché quelli duraturi venissero preservati e quelli nuovi sbocciassero senza ritegno e paura.
Era questo il modo in cui un guerriero diventava tale, in battaglia e in punto di morte, era questo che permetteva di far vivere i ricordi nel corso degli anni e della frenesia del tempo.

"Andiamo Sai, torniamo a casa” disse infine Sakura, consapevole e più determinata nonostante ogni difficoltà che affrontava quotidianamente.

Si era già fatta notte.
Sai la seguì senza spiccicare parola per poi lasciarla quando erano arrivati nei pressi della sua piccola abitazione.
Invece Sakura pensava a lui osservando quel quarto luminoso di luna che brillava distinto nel cielo.
   
 
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