Fanfic su artisti musicali > Nickelback
Ricorda la storia  |      
Autore: Giulz95    15/04/2011    1 recensioni
-Mai più, fratello. Non voglio sentirne parlare mai più.-
Altra Fic sui Nickelback. Stavolta una songfic su Never Again ;)
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Lo senti anche tu?- Chad aggrottò le sopracciglia guardando Ryan Peake. Un tonfo era venuto dal soffitto della suite dell'hotel, e sia il cantante che il chitarrista rivolsero lo sguardo verso di esso.                    -Cosa è stato?-
Paul era ubriaco. Di nuovo. E di nuovo stava succedendo la stessa cosa che succedeva ogni sera: avevano iniziato litigando, poi lui l'aveva spinta e lei ora era a terra. La spalla le faceva male, ma urlare non sarebbe servito a nulla. Nulla poteva fermare le sue mani forti spingerla contro il muro per poi prenderla di nuovo con violenza, contro la sua volontà. Erano anni che questa storia andava avanti, anni che lei avrebbe dovuto ribellarsi, ma non ne aveva mai avuto il coraggio. Niente poteva cambiare le cose. Nessuno poteva salvarla, nessuno. Tranne lui. 
-Mi scusi, ha da accendere?- Chad sorrise alla giovane donna dai capelli rossi che si trovava con lui sulla terrazza dell'hotel. Entrambi erano usciti per fumare, e come ogni giorno lei rimaneva in disparte, con lo sguardo nascosto da un grosso paio di occhiali neri.  -Sì, certo- un sorriso lieve ma sincero le aprì la bocca mentre estraeve un accendino d'acciaio -Ecco qui...- Il cantante si avvicinò alla piccola fiamma e accese la sua sigaretta, che iniziò a bruciare. -Grazie- Sorrise di nuovo, poi approfittò della situazione -Anche lei in questo hotel?- 
-A quanto pare...-
-Non ha sentito i rumori di ieri sera?-
Lei si irrigidì per un attimo e deglutì, poi lo guardò e sorrise.
-Non ho sentito nulla... Uno come lei non dovrebbe preoccuparsi del rumore no?-
-Lei... Mi conosce?-
-E chi non conosce Chad Kroeger?- Sorrise guardandolo da dietro gli occhiali -Apprezzo molto i suoi testi-
-Bè... Grazie- Sul viso del cantante si aprì un sorriso da bambino -Però la prego, diamoci del tu. Tutta questa formalità mi sta uccidendo-
La ragazza rise timidamente -D'accordo... Mi chiamo Monique- disse tendendo la mano al cantante.
-Chad- Sorrise lui -Non è un po' buio per gli occhiali da sole?-
Monique schiuse la bocca, ma non emise nessun suono, perché proprio in quell'istante un uomo si avvicinò a loro chiamandola.
-Monique!-
Lei girò la testa di scatto e irrigidì le spalle.
-Ciao tesoro- l'uomo le si avvicinò e la baciò sulla fronte. Poi si rivolse a Chad e lo squadrò -E lei è?-
-Nessuno di importante, stavamo solo facendo due chiacchiere.- Monique si intromise nella discussione, appoggiando la mano sulla spalla dell'uomo. 
-Chad Kroeger, alloggio nella 215.- Fissò l'uomo negli occhi con determinazione. -Lei invece? Qual'è il suo nome?-
-Cosa dovrebbe interessare ad uno come lei?-
-Io le ho detto il mio.-
Si squadrarono per un attimo, poi Monique tirò l'uomo per un braccio -Per favore- disse sottovoce. 
-Paul Wolestone- disse con un sorriso finto -E questa è mia moglie, Monique. Siamo nella 315.-
-Proprio sopra la mia...-
-Che strana coincidenza- Sorrise di nuovo lui -Andiamo Monique, Kevin sta per uscire da scuola.-
Si allontanarono, e il cantante iniziò a capire. Chad aveva la vista lunga su quelle cose, sapeva come un uomo guardava la propria donna quando qualcosa non andava, ed era lo stesso sguardo che aveva visto negli occhi di Paul, lo stesso che aveva visto negli occhi di suo padre. Si ricordava degli occhiali da sole che sua madre teneva su durante il lavoro per nascondere i segni delle percosse, conosceva quel tipo di dolore che provoca uno schiaffo dato dalla mano forte di un padre. E sapeva che per nulla al mondo la cosa sarebbe dovuta accadere a qualcun'altro.
-Gli hai detto qualcosa?!- Paul le urlava dal sedile di fianco, mentre guidava.
-Non gli ho detto nulla, Paul! Gli ho solo prestato l'accendino!-
Semaforo rosso. Quel colore fece venire i brividi a Monique: finché suo marito guidava ed era concentrato sulla guida poteva stare tranquilla ma quando la macchina si fermò, il sangue le si gelò nelle vene. Paul le appoggiò una mano sulla coscia e iniziò a stringere -Se scopro che gli hai detto...- Monique strinse gli occhi e i denti e abbassò la testa. Quando il semaforo tornò verde l'uomo fu obbligato a ripartire e lei ringraziò il conducente della macchina che aveva suonato il clacson. Giunsero davanti alla scuola mentre i bambini uscivano in gruppo. Kevin, il piccolo ragazzino dai capelli rossi come quelli di sua madre, uscì per ultimo. Era sempre l'ultimo, non era mai mano nella mano con un compagno come i suoi amici. Non rideva mai. Salì in macchina.
-Ciao mamma.-
-Ciao tesoro.- Sorrise lei. Poi il bambino incontrò lo sguardo impaziente di Paul nello specchietto retrovisore
-Ciao Paul.-
-Ciao.-
Guidarono in silenzio fino all'hotel, e una volta scesi dalla macchina, Paul prese lo zaino del bambino e si incamminò verso la hall, mentre Monique prendeva per mano Kevin. 
-Come è andata oggi a scuola?-
-Bene.-
-Bene come al solito, o bene veramente?-
-Bene come al solito.-
-Kevin...- La madre portò un braccio attorno alle spalle del bambino.
-Mamma, perché hai di nuovo gli occhiali da sole?-
Lei lo fissò negli occhi, lo prese per mano e stringendola accellerò il passo verso l'albergo.
 
-Ti dico che dobbiamo chiamare la polizia, Ryan!- Chad camminava nervosamente per la suite -Quell'uomo...-
-E tu cosa ne sai?-
-Stava per piovere oggi e lei aveva su gli occhiali! Aveva su gli occhiali anche ieri sera, quando era buio pesto, e credo di aver visto un livido sul suo polso ieri pomeriggio!-
-Non possiamo chiamare la polizia perché tu "credi" di aver visto un livido, Chad!- Alzò la voce il chitarrista -Abbiamo bisogno di prove!-
-Quella donna ha un bambino, Ryan. E se quello stronzo picchiasse anche lui?-
Il cantante fissò Ryan Peake negli occhi, e il chitarrista capì subito ciò che egli stava pensando. Gli aveva raccontato del padre, delle cinghiate sulla schiena e dei suoi duri schiaffi in pieno viso. Si sentì male per ciò che stava per dire.
-Mi dispiace per tuo padre, Chad. Ma non puoi farti coinvolgere!-
-Non c'entra mio padre, Ryan. C'entra che quell'uomo è da fermare, subito!-
-Fai come credi.- Il chitarrista fece in tempo a proninciare queste parole, prima che l'urlo di un bambino entrò nelle orecchie di entrambi. Chad schizzò fuori dalla stanza e salì le scale di corsa, convinto di sapere da dove provenisse quel pianto. Non appena arrivò al piano di sopra, un bambino dai capelli rossi gli corse incontro. Dietro di lui, Monique lo chiamava urlando -Kevin! Torna qui, subito!- Il ragazzino si girò e la guardò con occhi di fuoco. -Te lo avevo detto, mamma! Ti avevo detto che lo avrebbe fatto di nuovo: è cattivo!- Non si accorse del cantante che era in piedi proprio dietro di lui. Chad ne approfittò per guardare la donna negli occhi, liberi dagli occhiali, e come sospettava, intorno all'occhio verde smeraldo si estendeva un livido violastro. Lei alzò lo sguardo e incontrò quello azzurro di lui, che la guardò duramente. 
-Vai in camera, Kevin-
-Io non ci torno là! Non ci torno in stanza con quello lì!-
-Vai in camera, cazzo!-
Il bambino la fissò negli occhi e poi la sorpassò con una spallata.
-Io...-
-Non c'è bisogno che tu parli. Ho capito tutto, Monique, tranquilla.- disse con tono duro il cantante -So perfettamente come vanno queste cose. Ora scendo e chiamo la polizia.-
-No!- Quasi urlò lei -Non farlo.- Un singhiozzo le si fermò in gola.     -Torna nella tua stanza, fai finta di non aver visto niente-
-Cosa?! Per permettergli di farvi di nuovo del male?- Il cantante inziò ad alterarsi -Non ci penso neanche-
-Vai via, perfavore.- Una lacrima le scese sulla guancia, e la raccolse subito col palmo della mano. Poi girò le spalle e si diresse verso la sua stanza ma lui la afferrò per un braccio e la obbligò a girarsi. 
-Devi reagire. Se non vuoi che io chiami la polizia, devi reagire! Non permettergli di farti di nuovo del male! Giuro che se lo vedo lo prendo a calci, ma tu devi impedirgli di fare del male a tuo figlio, perché finirai col perderlo! Capisco come ci si sente a venire presi a botte dal proprio padre: per Kevin è una cosa insopportabile! Dagli ancora qualche anno, e poi se ne andrà di casa, e tu lo perderai per sempre! .- Le disse fissandola negli occhi, duro e aggrottando le sopracciglia -Hai capito?- Lei sbattè le palpebre e annuì leggermente. Poi tornò in camera. Il giorno dopo, Chad ripartì. Non si videro mai più.
Stessa storia, solo una notte diversa. Di nuovo Paul che la lancia sul letto, di nuovo il dolore lancinante, sia fisico che mentale. Ma questa volta qualcosa cambia: un occhio indiscreto, l'occhio innocente di un bambino guarda la scena attraverso la serratura della porta. Resiste all'impulso di entrare e fermare quell'animale che sta facendo male alla sua mamma, fino a quando non la sente piangere. 
-Ora basta!- Urla. Spalanca la porta e si lancia addossò a Paul. Questo, senza fatica, lo spinge all'indietro con una gomitata, facendolo cadere a terra con un tonfo sonoro. Le urla di Monique non servono a fermarlo: si avvicina minaccioso la bambino e lo prende per i polsi alzandolo.
-Piccolo figlio di puttana....- Dice quasi in un sussurro. Alza la mano, caricando uno schiaffo, ma il proiettile è più veloce di lui: Monique, con la pistola tirata velocemente fuori dal cassetto fra le mani, sta in ginocchio sul letto. Trema, poi si alza e abbraccia il figlio fortissimo, davanti al cadavere di quel mostro.
 
Chad, Ryan, Daniel e Mike erano seduti al loro pub preferito, quando la voce del giornalista catturò l'attenzione del cantante:
-è stata arrestata proprio stamattina l'assassina del celebre avvocato Paul Wolestone. La donna, moglie della vittima, ha confessato di aver sparato all'uomo per difendere il figlio di dieci anni, che stava per essere picchiato da Wolestone. Secondo gli inquirenti, l'avvocato era solito a fare violenza sulla moglie e sul figlio adottato, spesso in stato di ebrezza. La donna è accusata di omicidio.-
-Accidenti, che storia!- Disse Mike.
-Mai più, fratello. Non voglio sentirne parlare mai più.-
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Nickelback / Vai alla pagina dell'autore: Giulz95