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Autore: DadaOttantotto    16/04/2011    3 recensioni
Un incontro tra Sarah ed Eric, durante il quale i due affrontano la questione dell'imminente"partenza" del ragazzo e, di conseguenza, del distacco da Sarah.
[Quinta classificata al contest "Un segreto in soffitta" indetto da DarkRose86]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Alone
Quinta Classificata


Eric non è tornato per me. Non può più essere mio amico, perchè... io sono viva.

- Sarah -

Se ne stava lì, immobile, la foto stretta al petto. Con l'assoluta certezza di non essere pazza.
Il suo amico poliziotto... quel Albrecht. Anche lui lo aveva visto. E gli aveva parlato. Quindi non poteva essersi sbagliata, Eric era tornato.
Ma lui era morto, di questo ne era consapevole. Mentre lei era viva. Due cose piuttosto inconciliabili.
Un grosso uccello nero si posò sul davanzale della piccola finestrella della soffitta. Sapeva cosa voleva dire, che cosa sarebbe successo. E infatti, dopo qualche secondo, qualcun altro fece la sua comparsa.
- Sarah.
Era strano come, anche una parola semplice come il suo nome, assumesse una tale importanza se uscita dalla sua bocca.
- Perchè sei qui?
La ragazzina si strinse nelle spalle.
- E' solo un posto. - rispose.
- Solo un posto? - ripetè Eric.
- Sì. E' solo un posto. Quando piove o non ho più voglia di stare in giro, vengo qui.
Lui non replicò, limitandosi a guardarla. Lei non ricambiò lo sguardo, ma si concentrò su tutto quello che aveva intorno. Passò dal letto, sul quale ogni tanto riposava, alla grande specchiera.
Ad Eric non lo voleva dire, ma quella soffitta gli ricordava un po' l'appartamento in cui lui viveva con la sua fidanzata, Shelly, prima che quei criminali li uccidessero. A volte ci tornava, ma non era lo stesso. Non c'era più quel calore, quel senso di famiglia che i due ragazzi le trasmettevano. Ora che ad occupare quella mansarda c'era solo il gatto, il vuoto era fin troppo tangibile.
Il ragazzo si inginocchiò accanto a lei, poi le coprì le mani con una delle sue, costringendola ad allontanarle dal petto e mostrando la foto che teneva nascosta.
Sarah sentì l'improvviso bisogno di giustificarsi. In fondo, quella non era roba sua...
- L'ho trovata sul pavimento quando sono andata a dare da mangiare a Gabriel.
Eric passò delicatamente un dito sull'istantanea, carezzando astrattamente la sua Shelly, mentre Sarah si ritrovava ad osservarlo. Non importava quanto trucco avesse in faccia, pensò la ragazzina, quello era Eric. Il suo amico. La persona che aveva davanti poteva essere anche morta, ma lei non si poteva sbagliare, non con lui.
- La rivedrai? - gli chiese.
Eric annuì.
- Quando tutto sarà finito, il mio animo potrà finalmente trovare la pace.
- Ma te ne andrai. E mi lascerai da sola un'altra volta.
Lui la fissò, come colpito da quella domanda.
- No, Sarah. - rispose - Tu non sarai mai sola. Io sarò sempre con te, e anche Shelly.
- Ma non sarà lo stesso! Io... mi mancate tanto...
No, non doveva piangere. Lei era forte, forte abbastanza da non cedere alla tentazione di lasciar cadere le lacrime. Ma era solo una ragazzina! Una ragazzina che avrebbe tanto voluto tornare al giorno in cui era stata scattata la foto che stringeva tra le mani, quando era felice ed insieme ai suoi amici. Quando Eric e Shelly erano ancora con lei.
Si gettò tra le braccia del suo amico, poggiandogli la testa sulla spalla. Un senso di pace la pervase quando, dopo poco, sentì la sua mano accarezzarle i capelli.
- Adesso devo andare.
Quelle parole, pronunciate con un tono tranquillo ma dolce allo stesso tempo, riaccesero in lei un'angoscia che sperava di non dover più provare; la sensazione di abbandono l'avvolse come una coperta troppo pesante, lasciandole in bocca un sapore amaro.
Si staccò lentamente da Eric, assaporando gli ultimi momenti di calore tra le sue braccia, poi lo sguardo si fissò su un punto indefinito del pavimento.
- Già, devi farlo. - mormorò, scuotendo la testa.
Stese il braccio, con la ferma intenzione di restituirgli la fotografia che aveva "rubato" a casa sua. Sussultò quando l'amico le toccò la mano, spingendola nuovamente verso il petto; si voltò nuovamente a guardarlo, un'espressione sorpresa dipinta sul volto.
- No. - Eric si alzò e raggiunse la piccola finestra - Tienila tu.
Le rivolse un ultimo sguardo, che Sarah considerò carico di dolcezza con una punta di angoscia, prima di allargare le braccia e saltare nel vuoto. Il corvo lo seguì subito dopo.
Era sola. Di nuovo. Senza nessuno che si prendesse cura di lei, nessun amico con cui parlare.
Strinse nuovamente al petto la foto, perdendosi nel passato. Le tornò alla mente una frase che Eric era solito dire, un verso di una sua canzone; e allora sorrise, guardò l'istantanea e li rivide lì, vicino a lei.
"Non può piovere per sempre"
Fino a quando avesse continuato a ricordarli, a ripensare ai bei momenti trascorsi insieme, non l'avrebbero lasciata. Eric e Shelly non l'avevano abbandonata, anche se non poteva abbracciarli o ridere con loro. C'erano e ci sarebbero sempre stati.
Aveva smesso di piovere. E lei non era più sola.

Voilà, l'infestatrice di fandom è tornata. E questa volta sono riuscita a rovinare un bellissimo come "Il Corvo". Che ci volete fare, il lupo perde il pelo ma non il vizio, no?
Comunque, questa schifezzuola ha partecipato al contest " Un segreto in soffitta ", indetto da DarkRose86, classificandosi 5°. Ringrazio DarkRose86, iaia86@ per il giudizio e Shurei per il fantastico banner!
Bon, sperando di non avervi causato malesseri e/o danni permanenti, vi saluto! Un grazie anticipato a chi recensirà o inserirà in una delle tre liste questa storia!
Un baci8
   
 
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