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Autore: Abraxas    16/04/2011    6 recensioni
Poi potrebbe anche cascare il mondo, e lui comunque sarebbe felice.
Se solo ne avesse la possibilità… sarebbe perfetto.

[Missing moment di Misprinting]
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Quileute
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Misprinting'
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“…il Naufragios di Cabeza de Vaca è il primo testo che descrive un contatto con le popolazioni indigene americane da parte di un gruppo di europei che si trovano in una situazione di inferiorità, e… e posso anche cominciare ad insultarti, perché tanto non mi stai ascoltando, vero?”

“Hm?”

Certo che non lo sta ascoltando. David è troppo occupato a stiracchiarsi pigramente sulla sedia, il libro di testo abbandonato sul tavolo – aperto sulla pagina sbagliata, oltretutto – ed un’espressione trasognata di completo disinteresse stampata sulla faccia.

Nate sospira. Non che gli dispiaccia studiare con lui, anzi… però in certi momenti vorrebbe tanto tirargli il dizionario in faccia, ecco.

“Immagino che tu non abbia sentito mezza parola”, borbotta sconsolato.

“Nah, mezza sì… mi sono perso dopo Colombo, comunque. Lasciatelo dire, tu pensi troppo a studiare… a chi vuoi che possa interessare questa roba?”

Gli sorride, un sorriso che riesce a fregarlo sempre e comunque.

“M-ma… io…”

Per non parlare della sua maglietta attillata. E’ cresciuto di botto, in meno di un mese, ed il risultato è… lasciamo perdere. Terribilmente dannoso per la sua sanità mentale, mettiamola così.

Deglutisce a vuoto.

“…facciamo merenda?”, chiede, tanto per cavarsi d’impiccio. Considerato l’appetito di David…

“E’ un’ottima idea. Ok!”

Prima ancora che possa alzarsi in piedi, David è già sulle scale. Con un altro profondo sospiro si decide a seguirlo.

Non basta essere l’unico omosessuale di tutta la riserva, no, deve anche essere innamorato del suo migliore amico. Ogni tanto si chiede cosa abbia fatto di male nella sua vita… poi però si ricorda che, dopotutto, gli sarebbe anche potuta andare peggio.

Trovarlo con le mani appoggiate allo stipite della porta della cucina mentre è perso in questo tipo di pensieri non è esattamente il massimo. Soprattutto se in quella posizione la già citata maglietta troppo corta lascia scoperti…

Non ci pensare. Non. Ci. Pensare.

Fosse facile, accidenti! Oggi sembra che ce la stia mettendo tutta per tirarlo scemo.

“Ti spiace farmi passare?”, mormora con un filo di voce, pregando che il calore che sente sul suo viso non sia sintomo di rossore istantaneo. Tiene gli occhi bassi, in modo da non incrociare quelli di David.

Lui si sposta senza fare storie, per fortuna. Nel passargli accanto si rende nuovamente conto di quanto sia diventato alto… gli arriva a malapena al mento, e questo non aiuta il suo perenne complesso d’inferiorità, proprio per niente. Come non lo aiuta sentire il suo sguardo fisso sulla schiena mentre cerca a tentoni il barattolo del burro d’arachidi in fondo all’armadietto. Dopo tutto questo tempo dovrebbe essere abituato, no? Fingere e nascondere. E allora perché oggi è più difficile del solito? Sembra quasi che finalmente David si sia accorto di qualcosa, che finalmente lo consideri come ha sempre voluto.

Ma ha paura.

“Cosa c’è che non va, Nate?”

Un sussurro, e lui sobbalza. Non l’ha sentito avvicinarsi fino ad arrivare a qualche centimetro dal suo orecchio. Per qualche strano miracolo riesce a non far volare a terra il barattolo. Peccato non sia così facile anche calmare i nervi.

“N-nulla. Tutto bene, perché?”, si affretta a rispondere, tentando di sembrare calmo.

Pessimo risultato.

“Sei… strano, oggi. Sì, strano.”

Gli sorride ancora.

“Anche tutta questa attenzione per me è strana”, protesta debolmente senza che David mostri la minima intenzione di spostarsi. E’ bloccato tra il tavolo ed il suo migliore amico, e ciò non va per niente bene…sentire il suo respiro caldo così vicino è abbastanza per ridurgli il cervello in poltiglia.

Non che gli dispiaccia essere in quella posizione, eh. Però…

Però i maschi normali non si comporterebbero così.

Non desidererebbero essere abbracciati, in questi momenti. Anzi, si offenderebbero e spintonerebbero via l’altro.

Come si possa spintonare un tizio grosso il doppio, poi, è un’interessantissima domanda filosofica.

David non risponde, continua a sorridere. Poi solleva una mano e gli accarezza lentamente una guancia.

Tutto qui.

La cosa lo spiazza, tutte le sue certezze vanno in frantumi. Non sa se deve essere più felice o terrorizzato, non osa parlare per paura di spezzare quell’attimo, non osa nemmeno continuare a tenere gli occhi aperti. Sente il suo cuore battere all’impazzata ed il respiro perdere ogni parvenza di regolarità. Sente David farsi sempre più vicino, lo sente sfiorargli il naso con le labbra.

Non riesce più a fingere, come ha fatto finora.

Lo abbraccia forte, di slancio, affondando il viso nella sua maglietta mentre comincia a singhiozzare senza ritegno.

“Hey”, lo sente mormorare con dolcezza. Le sue mani si muovono delicatamente sulla sua schiena, lo cullano con il loro movimento ritmico. “Hey. Tranquillo. Va tutto bene.”

Certo che va tutto bene. E’ tutto così… perfetto.

Forse anche troppo.

* * *

 
Appoggia il libro sulla scrivania, sospirando davvero, stavolta. Immaginare che tutto possa andare così bene è troppo anche per uno come lui.

Un mese, due giorni, e… qualche ora, ecco. L’ultima volta che ha parlato con David è stato un mese, due giorni e qualche ora fa. La settimana prima, in spiaggia, non ha nemmeno risposto al suo saluto. E’ scappato via da lui e Susan appena li ha visti, dopo aver chiesto loro di uscire. Si sta comportando in modo parecchio strano.

Studiare senza di lui non è la stessa cosa. Adesso David  preferisce uscire con la banda di quel Sam Uley, sta fuori casa tutto il tempo… sembra essersi dimenticato di lui. Persino Susan, sempre così metodica e razionale, è preoccupata. E’ così facile lasciarsi alle spalle un’amicizia lunga praticamente tutta la vita? Un’amicizia che, nel suo caso, è molto di più.

Lui no, non è preoccupato. E’ solo deluso. David ha smesso di considerarlo, tutto d’un tratto puf! Nate non esiste più.

Però lui continua a sognare.

Oh, sì, sa benissimo che David non comparirà per chiedere di spiegargli il Naufragios per il test di venerdì. Sa benissimo che, anche se comparisse, sicuramente non si metterebbe a stuzzicarlo tutto il tempo, e men che meno lo abbraccerebbe in cucina, in una casa che per l’occasione diventa magicamente vuota. Lo sa… ma vuole continuare a sognare. Sognare non costa nulla, no? Non si perde nulla, e se succedesse davvero qualcosa sarebbe la persona più felice dell’universo.

Avrebbe solo da guadagnarci.

Cosa non darebbe per… per un bacio? Un bacio vero, ricambiato. Un bacio che ha troppa paura persino per immaginare.

Poi potrebbe anche cascare il mondo, e lui comunque sarebbe felice.

Se solo ne avesse la possibilità… sarebbe perfetto.





***
N.d.A.: Ho ceduto anch'io alla moda della storia raccontata dall'altro personaggio. A mia discolpa posso dire che non mi sembrava per niente gentile il modo in cui ho trattato Nate in Misprinting, e... e basta. Questo, chiaro e tondo, è ciò che prova per David. La cosa mi fa sentire di essermi comportato ancora più da stronzo nei suoi confronti.

Poveri i miei personaggi.

Storia betata da Kagome_86, (autrice anche del bannerino) a cui è dedicata.
Dedicata anche a Chiaki89. Non ti montare troppo la testa, ragazza xD
   
 
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