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Autore: _Alyara    17/04/2011    2 recensioni
Preso dal testo:
"Non posso fare a meno di pensare a quel giorno. Il giorno in cui catturai Calcifer e stipulai il patto maligno con lui, sentii la voce di una ragazza che mi chiamava: mi ero voltato per vederla, ma lei stava già scomparendo, risucchiata in un buco per terra."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Howl | Coppie: Howl/Sophie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 SEI TU?

Non posso fare a meno di pensare a quel giorno.

Il giorno in cui catturai Calcifer e stipulai il patto maligno con lui, sentii la voce di una ragazza che mi chiamava: mi ero voltato per vederla, ma lei stava già scomparendo, risucchiata in un buco per terra.

Aveva capelli corti e color dell'argento, e ricordo bene che vestiva di blu.

Ricordo pure che aveva gli occhi scuri, forse castano scuro.

Mi conosceva, ci conosceva, a me e Calcifer.

Aveva detto di chiamarsi Sophie, di aspettarla nel futuro.

Poi era stata risucchiata dalla terra.

Quasi tutti i ricordi della mia infanzia erano sbiaditi, da quando il mio cuore apparteneva a Calcifer, ma questo era sempre vivido e presente nella mia testa.

Non so il perchè, ma l'assenza di Sophie mi intristiva.

Ho cominciato a cercare in ogni cittadina le più belle ragazze, a corteggiarle fino a che s'innamorassero di me, poi le lasciavo.

Perchè spezzavo il cuore a tante fanciulle?

Non saprei dirlo: forse per tenermi occupato, per cercare una donna che mi avrebbe dato qualche motivo in più di vita oltre alla bellezza...

O forse perchè lei era bella, Sophie.

Ormai la consideravo mia, anche se non la conoscevo e non l'avevo mai vista.

Forse quest'ultima risposta era la migliore, forse cercavo le più belle sperando di trovare lei un giorno.

Ma non la incontrai mai, sembrava solo un frutto della mia fantasia.

E poi, mentre rimuginavo su questi pensieri tristi, sento delle voci sotto di me: una ragazza e due uomini.

Guardo giù dal tetto su cui mi nascondo, incuriosito e annoiato: i maschi erano degli ufficiali e cercavano di invitare a bere una ragazza piuttosto restia a seguirli.

La guardai per bene, come al solito: vestito verde, capello di paglia decorato in modo semplice, lunghi capelli bruni raccolti in una treccia, piuttosto magra.

Non riuscivo a vederle il viso, però, e questo mi istigava a scendere in suo aiuto.

Forse per la noia o perchè odiavo le costrizioni, scesi silenzioso alle spalle della ragazza, mettendole un braccio attorno alle spalle esili.

La sentii subito irrigidirsi, ancora più spaventata.

Sembrava così innocente, proprio una bimba.

Mandai via le guardie con pochi gesti della mano, poi osservai la ragazza in viso: sopracciglia folte e brune, occhi bruni, naso piccolo.

Nonostante non fosse una rarità, a suo modo era molto carina.

Era testarda anche con me, cosa rara in una donna, anche dopo che le avevo sorriso.

Sembrava non sorbire del tutto il mio fascino e questo era proprio strano!

Avevo forse trovato una ragazza difficile da conquistare?

Poco importava, al momento, mentre la tenevo sottobraccio.

Era tesa, lo sentivo, impaurita.

Poi come sempre spuntato i scagnozzi di quella perfida strega e rovinano tutto.

Ovviamente non la posso lasciare lì, così fragile e spaventata.

Sono costretto a portarla con me, o almeno a lasciarla dove voleva davvero andare.

Da Cesari, da sua sorella: credo che da Cesari lavori una nuova, Lettie mi pare, Lettie Hatter.

Forse era sua sorella -entrambe erano molto giovani, questa Lettie.

Bene, se così fosse stato, avrei potuto ritrovarla sapendo il suo cognome.

Ma il nome? Qual'è il suo nome?

Non ho il tempo, ora, per chiederglielo: la Strega è vicina, o almeno i suoi sgherri di gomma lo sono.

Le raccomando di non farsi vedere per un po', per paura che la Strega la trovasse, e lei acconsentisce, più serena.

Sembra, o spero non so dirlo, che con la paura passata sia meno restia al mio fascino.

Non so, ma l'idea di sfruttarla non mi piaceva tanto, sopratutto perchè poteva non essere lei quella che stavo cercando.

Sentivo uno strano senso di protezione nei suoi confronti: era innocente e carina, una bimba deliziosa.

D'altra parte m'incuriosisce, forse posso osservarla un po' senza farmi vedere.

Ma non feci nulla di tutto questo, non la cercai.

E giusto il giorno dopo, mi ritrovo una vecchia con gli occhi identici che dice di chiamarsi Sophie ed è la nuova donna delle pulizie.

Spero solo che non mi chieda lo stipendio, perchè io non l'ho certo invitata né ho richiesto i suoi servigi.

L'unica cosa che mi trattiene dal cacciarla via -è terribilmente ficcanaso- è l'aspetto: occhi scuri come quelli della bimba, una treccia piccola legata con un fiocco simile a quello della bimba, sopracciglia altrettanto folte.

I capelli erano, come di consuetudine tra gli anziani, di colore grigio sbiadito e il viso coperto di rughe profonde.

Era molto vecchia, ma vedevo in lei la forza di una ragazza negli occhi.

Prepotente, il ricordo della mia infanzia mi tornò alla mente: che fosse lei?

No, era impossibile: insomma, guardiamola bene, è una vecchia novantenne!

I capelli, poi, sono meno lucenti di quella ragazza.

Ma il nome combacia, gli occhi sono così simili, il vestito di una tonalità poco più chiara.

Poi noto anche un'altra cosa: è vittima di una maledizione, dal tocco inconfodibile della Strega.

Lei era bravissima a dispensarne, maledetta!

Cosa poteva portare quella perfida a maledire una ragazza?

Le similitudini con la ragazza del giorno prima potevano far pensare che fosse la bimba carina e calma che avevo salvato dai due ufficiali.

Perchè mai, però, doveva venire proprio da me?

Mi pare che non girino voci molto rassicuranti su di me, a Market Chipping.

Qualunque fosse la ragione, non me la sentivo di cacciarla via, anzi volevo che stesse qui.

Forse avrebbe ravvivato l'atmosfera con la ua testardaggine, forse avrei potuto osservarla.

Forse era lei, la mia Sophie.

Sophie Hatter, che sia tu la ragazza della mia infanzia?

  
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