Anime & Manga > 07 Ghost
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Autore: Dolce Fine90    18/04/2011    1 recensioni
Miriam Celestis, una ragazza apparentemente semplice e innocua ma che invece è una guerriera, viene iscritta dal padre in un'accademia dove si fa uso dell'energie Zaiphon. Nessuno sa cosa si cela in questo luogo, nemmeno lei, ma l'amicizia, la forza, i sogni e anche l'amore non mancheranno. Vuoi scoprire come andrà a finire? Allora unisciti a Miriam nella scoperta di questo nuovo misterioso potere di cui, forse, lei stessa ne potrebbe entrare in possesso...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Verrà un giorno in cui, anche tu troverai la felicità che da sempre cercavi … non dimenticare … non ti scordare … che anche tu sarai felice

Belka, ora 12:00
- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah accidenti ma dove cavolo è finitooooooooo????????-
Bene, una giornata come molte direte voi, una ragazza che se ne stà nella propria stanza a cercare un nastro…
- Il mio nastro che uso per i capelli…quello bordeaux…ma dove l’ho messo?
Perché ora non lo trovo? Proprio ora…-
Improvvisamente, un cellulare di colore rosa e bianco, uno di quelli moderni usati dai guerrieri Belka, sul tavolo suona
- Ah accidenti…-
La ragazza si avvicinò al tavolo e prese il telefonino rispondendo
- Pronto? Ah..ciao papà! Sìsì, stò per venire, ma ho avuto un piccolo contrattempo he he..-
Intanto un’occhiatina dei suoi dolci occhi marrone chiaro passò sulla scrivania dove vi erano gioielli, pettini, spazzole e cianfrusalie varie sparse in giro in totale disordine
- Adesso scendo papà….come? Ci sono già tutti! Oh noooooo corro corro!!!!-
Ed ecco che richiuse e buttò il cellulare sul letto con totale noncuranza mentre imperterrita riprese a cercare quel maledetto nastro…

Cosa scegli quando hai davanti solo due opportunità? La felicità e la sicurezza … nessuno … nessuno lo può sapere …

Era pomeriggio, Miriam, una ragazza dolce di 19 anni, propensa per i 20 stava scendendo le scale di quella fortezza che oramai era divenuta casa sua. Era una ragazza dolce, con un carattere mite ma ciò dava a vedere già dal suo bell’aspetto. Altezza nella media, snella, lunghi capelli di un colore blu violetto o meglio definito indaco, con le due sciocche laterali al viso legate all’indietro dal suo adorato nastro do ogni giorno, di colore bordeaux e meravigliosi occhi nocciola che rispecchiavano la sua innata purezza. Insomma, una ragazza docile e carina o più comunemente detta una ragazzina “semplice e dolce” come molte infondo. Scendeva quelle scale saltellando allegra mentre di tanto in tanto si intravedeva sul suo orecchio sinistro un orecchino, di un colore scarlatto e ddi forma sferica, non molto grande. Un orecchino comune direte voi, comune sì a occhi estranei, ma per Miriam significava molto …
Non mancò molto perché raggiunse presto l’esterno dell’edificio dove, all’entrata, più precisamente davanti ad un portone gigantesco in ferro nero vi era un gruppetto di persone. Miriam sorrise appena lo vide.
- Eccomi qui, scusate tanto in ritardo!-
Un rossore leggero apparve sul suo volto non appena tutti presenti si voltarono all’unisono verso di lei , guardandola
- Sei in ritardo-
- Mi dispiace…-
Miriam abassò lo sguardo mentre ad avvicinarle si vi fu un uomo, di una trentina d’anni, biondo e dallo sguardo serio e pacato. Le sorrise
- Non fa nulla tesoro, sei perdonata, ma ricordati che il pullman stà per arrivare, ti senti pronta?-
La giovane alzò lo sguardo mentre le sue labbra si incurvarono in un leggero sorriso
- Sì papà!-
Era evidente che Miriam stava per partire, sì ma dove? In un luogo di cui lei stessa aveva poche e vaghe informazioni: Accademia dei Litih, una tra le poche accademie che fa uso dello Zaiphon ovvero un’un abilità che si serviva di parole scritte nell’aria per concentrare l’energia vitale. Poteva essere utilizzata anche attraverso Armi ovvero bascule, termine tratto dal latino che vuol dire “bastoni“. Già Miriam aveva imparato tutta l’antifona a memoria, ma cosa sarebbe mai stato in verità questo Zaiphon nemmeno le più dettagliate descrizioni nelle enciclopedie lo spiegavano alla perfezione o almeno, nessuno delle presenti descrizione non colmava la curiosità della giovane apprendista.
- Miriam, qui hai tutte le tue cose. Ti ho fatto preparare la valigia e tutto l’occorrente. Mi raccomando, fai attenzione e ricordati il nostro motto, sarà sempre con te!-
La ragazza che le aveva appena rivolto la parola era una giovane donna dalla stessa età di Miriam nonché la sua migliore amica. Bionda e dal viso dolce.
- Grazie Matsuri e hai ragione, farò ciò che tu stessa mi hai insegnato cioè “rendere possibile ciò che è impossibile”. I Belka saranno sempre nel mio cuore e nel mio cuore pulsa l’energia di tutti voi. Non vi deluderò!-
Tutti i presenti sorrisero nel vederla tanto determinata. Così giovane, con così poca esperienza e già si dovette ritrovare ad affrontare da sola una battaglia per migliorare. Le guerre ormai erano all’ordine del giorno e gli allenatori come lo era anche Matsuri ormai non avevano più tempo a loro disposizione per allenare le nuove reclute. Miriam era giunta in quel luogo solo pochi mesi fa, aveva imparato a grandi linee come si combatte nel corpo a corpo e aveva ricevuto in dono il Device Intelligente, un arma a dispositivo tecnologico che da un semplice orecchino rosso che portava all’orecchio, faceva mutare una vera e propria spada. La spada in questione aveva diverse modalità e funzionava a messaggio vocale. Insomma, un vero e proprio marchingenio come arma, ben lontana dalla vecchia e ormai superata spada da soldato che tutti usavano. Il sistema di combattimento Belka era tutto a dispositivi intelligenti e molto avanti di tecnologia.
Dopo pochi minuti tra risata e ultime chiacchiere ecco che il pullman arrivò frondosi proprio davanti ai cancelli della fortezza. Un uomo, con cappello e baffi abbastanza ridicoli scese dal veicolo guardando nella loro direzione. A Miriam scappò una leggera risata nel vederlo.
- Città Fortezza Belka? Ci sono passeggeri qui?-
- Sì io!- disse la giovane alzando la mano per farsi notare e avvicinandosi per poi fermarsi e voltarsi per l’ultima volta verso il gruppo dietro di lei
- A presto amici, tornerò prima che possiate immaginarlo! Salutatemi tanto chi sapete voi e … -
Ma la giovane non finì la frase che una ragazza, dai capelli nero corvino legati in una coda alta e dagli occhi del medesimo colore, correva come pazza, urlando e avvicinandosi a Miriam abbracciandola -stritolandola.
- Siiiiiiiiist! Non mi dimenticare ti prego!! Mi mancherai moltissimo, come avrei voluto venire assieme a te!!-
- T-Tiara…- ok Miriam stava letteralmente soffocando dai su, non piangere, ci rivedremo presto te lo prometto!-
Miriam sorrise staccandosi da lei, dalla ragazza che considerava come una sorella ed e che era una sua grande amica, dandole un bacio sulla guancia. Dopodiché si avvicinò al suo orecchio sussurrando parole come…
- Sai già chi devi salutarmi vero? Conto su di te sorella mia e tranquilla che mi mancherai anche tu he he -
Si allontanò da lei effettuandole l’ennesimo sorriso forzato, infondo nemmeno Miriam voleva lasciarli tutti loro ma cosa ci poteva fare? Era stato l’unico modo per diventare forte a sufficienza da rendersi utile in guerra e poi, lo Zaiphon le interessava davvero moltissimo.
Miriam salì così sul pullman seguita dallo sgangherato autista che l’avrebbe accompagnata per tutto il viaggio mentre si sedette su uno dei comodi sedili affianco al finestrino guardando fuori come tutti la salutavano. Con la mano rispose al saluto. Il motore dell’autobus si accese e il veicolo partì mentre Miriam oscillava la mano per ultimi istanti prima che i suoi amici e suo padre sparirono dalla sua visuale. La giovane si mise così comoda poggiando la testa sullo schienale del sedile. Il viaggio sarebbe durato all’incirca cinque o sei ore dai calcoli che aveva fatto, quindi aveva a disposizione tutto il tempo per riposare e cercare di immaginare cosa avrebbe visto in quel posto totalmente nuovo per lei. Si immaginava nuovi studenti, nuove conoscenze, nuove avventure e chissà, anche nuove difficoltà che l’avrebbero messa a dura prova. Ma Miriam non si sarebbe scoraggiata, aveva una cosa alternativa in cui crede oltre al motto dei Belka di rendere possibile ciò che era impossibile e cioè la sua indole, l’indole del coraggio, l’indole di chi crede in se stesso e nelle capacità del prossimo. Ognuno di noi ha una indole che lo contraddistingue, Miriam aveva questa, l’indole di credere nel proprio operato. Lei quindi ci credeva e ci sperava, sperava e credeva in un futuro roseo, forte ma anche sereno. E questa prova per lei, sarebbe stata la decisiva.

  
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