Il biberon perduto di Miu
“Non c'è!”
“Sicura di aver controllato bene?”
Ecco cosa davvero non sopportava di lui. Quel tono saccente che assumeva sempre e solo con lei, quando la trattava ancora come una ragazzina, sebbene fossero passati da un pezzo i tredici anni.
Quel tono tipico di Kanata, che sembrava dire: 'sono sicuro che io lo troverei/farei/direi meglio di te'.
“Sì, Kanata.”rispose meccanicamente per l'ennesima volta.
Miyu si legò i lunghissimi capelli biondi, distrutta, prendendosi poi il viso tra le mani.
“Cercalo tu, se sei tanto bravo”mugolò, alzandosi in fretta alla nuova crisi di pianto della piccola Miu.
Kanata la bloccò con un braccio. “Ferma, vado a prenderla io”
Kanata ammetteva raramente di sbagliare, di risultare a volte insostenibile. Di solito lo riconosceva in silenzio e si decideva per un gesto dolce.
E Miyu si accontentava di molto poco, in verità.
Come vederlo cullare la loro bambina.
La loro piuma bellissima(*).
Kanata avanzò lentamente, mentre la bimba gorgogliava, cercando affannosamente di afferrare col pugnetto roseo una ciocca di capelli del padre.
Miyu sbuffò, fintamente indispettita.
“Con
me ci mette molto
di più a calmarsi”
Kanata le sorrise, porgendole Miu.
Certo che avrebbe potuto anche resistere di più. E invece no, un sorriso di Kanata così vero e sentito riusciva sempre a metterla KO.
Miyu le baciò la testolina che presentava folti ciuffi di capelli castani(**).
Era davvero distrutta dalla mancanza di sonno e dall'iperattività della bambina, che minava la pigrizia della madre e l'autocontrollo del padre.
“Accidenti”si
lamentò Kanata. “Come abbiamo fatto a scegliere quegli ideogrammi
per il suo nome? Comincia a pesare un po' e, di questo passo
somiglierà sempre di più a...”
“Non ci provare, sai”lo
interruppe Miyu. “Non mi ricordare quanto sono ingrassata!”
Kanata alzò gli occhi al cielo, mentre la moglie si pizzicava i fianchi.
“Dovrò trovarmi un nuovo hobby, allora. Sono finiti i tempi in cui potevo definire il tuo fisico infantile” sbuffò, vagamente divertito.
Miyu lo guardò di sottecchi, cullando Miu.
“La
cosa ti dispiace tanto?”
Kanata le carezzò una guancia.
“No,
contando che ci sono sempre le tue doti culinarie su cui possiamo
discutere, o-”
Miyu sistemò la piccola di casa Saionji nella
culla, ora che s'era finalmente addormentata.
“Se
passassimo metà del tempo che impieghiamo a litigare a viaggiare, o
a guardare in santa pace un film...O anche solo a
dormire...”sbadigliò Miyu, palesemente esausta.
“Io avevo in
mente opzioni più divertenti” ridacchiò Kanata, sfiorandole una
guancia e facendola un po' arrossire.
Miyu scosse la testa. “Intanto, cerchiamo questo biberon!”
“Tu
proprio non ti ricordi dove l'hai poggiato l'ultima volta?”
“Kanata,
per la centesima volta, no!”
“È che...Con la tua memoria...”sbuffò lui, spostando i cuscini dal futon e cercando nei luoghi più impensati.
“Adesso basta! Sai che ti dico? Lo cerchi da solo!”
Miyu si sciolse il nodo dietro il grembiule, infuriata.
La signora Saionji infilò velocemente il primo paio di scarpe, incurante di quanto fosse scarmigliata e disordinata in quel momento.
“Miyu...”
Kanata fece per fermarla, ma lei cominciò a strepitare.
“Non
mi toccare! Fatti vivo quando lo trovi, assieme a un po' di rispetto
per me!”
“Ma si può sapere dove-”
Fu bloccato da un
vagito ormai noto.
Miyu si morse un labbro, lottando tra l'istinto materno e la dignità frammista a voglia di rivalsa nei confronti di Kanata.
“Tanto si calma solo con te”fece spallucce, afferrando una giacca. “Penso di andare da Christine, o da Aya. O da Nanami, non lo so.”
Kanata la guardò andarsene, impotente.
Sospirò, stropicciandosi gli occhi e recandosi da sua figlia.
“Non vedo Miyu, dov'è?”
Hosho stava assumendo tutta una serie di espressioni ridicole pur di far divertire la nipotina.
“Papà,
hai una certa età.”
“Che c'è di male? Almeno qualcuno ride ,
in questa casa. Che muso lungo che hai, Kanata...Hai litigato con
Miyu?”
Kanata annuì con un verso.
“Certo
che voi due non vi rendete la vita facile! Dai, Miyu sarà nella
vostra camera a piangere, e adesso farete pace. Ah, i
giovani!”
“Papà”sillabò Kanata, alterato, rifiutando
persino la zucca. “Miyu non è proprio in casa, non vedo come
potremmo far pace adesso.”
“Kanata!”
Hosho
assunse un'espressione insolitamente seria. “Cos'hai combinato per
farla andare via di casa?”
Kanata lavò la propria ciotola,
accarezzando poi i capelli della bambina.
“Abbiamo
litigato.”
“Sì, questo l'avevo capito. Lei dov'è?”
“Non
ne ho idea.”
“Kanata, come puoi non avere idea di dove sia tua
moglie?”
“È sparita gridando come un'ossessa. Spero non sia caduta sulle scale per la foga”replicò, prendendo in braccio Miu e dandole dei colpettini sulla schiena.
Hosho scosse la testa.
“E
vai da lei, allora. E scusati.”
“Non
ho fatto niente.”
“Miyu non è una stupida, è solo molto
sensibile.”
“Senti, papà, non devo rendere conto a te di come
va la mia vita matrimoniale. Ma non c'è nessun pellegrinaggio dove
puoi andare?”
Hosho spalancò gli occhi.
“E
non vuoi il tuo vecchio padre?!”
“Ecco perché tu e Miyu
andate così d'accordo, avete la stessa propensione al
melodramma.”sospirò seccamente.
“Chiama
le sue amiche. Ora.”
Hosho gli indicò il telefono fisso, con
uno sguardo che Kanata gli aveva visto solo quando da ragazzino
combinava qualcosa di non propriamente buono e doveva sorbirsi ore e
ore di ramanzine. Il che era accaduto pochissime volte, viste le
numerose assenze del padre.
“Non
la chiamerò finché non troverò quel biberon.”
“Avete
litigato per un biberon?”
“Il
biberon. Non hai idea di
cosa significhi tentare di nutrire Miu senza quel maledettissimo
biberon con gli orsacchiotti gialli!”
“Avete
visto ovunque? Vi darei una mano, ma ho perso un po' di decimi con
l'età...”
“Tranne che nella zona votiva del tempio, ma perché
dovrebbe stare lì?”
Hosho alzò le spalle.
“Magari l'hai poggiato lì e non te ne ricordi-”
Un'altra crisi di pianto di Miu non fece terminare la frase ad Hosho.
“Oggi sei più irrequieta del previsto”mormorò Kanata, dondolando dolcemente la bimba.
Ma Miu non accennava a calmarsi, e Kanata si risolse a fare una passeggiata per il tempio nella calura estiva.
Miu avrebbe compiuto un anno di lì a poco. Già un anno.(***)
Kanata non era tipo da lasciarsi andare alla malinconia, o ai ricordi sdolcinati. Per quello già c'era Miyu, eppure, in quel frangente, pensò che, a partire dal 4 agosto dello scorso anno, era stato l'anno più straordinario della sua vita, quasi a pari merito con quello in cui aveva conosciuto Miyu e Lou.
Anche se era costato vestiti sporchi di vomito, cambi frequenti di pannolini e non poche notti insonni.
E, a giudicare dall'andazzo di quella sera, anche quella si sarebbe aggiunta alla lista di quelle notti in bianco. Ma stavolta da solo.
Era come se Miu sentisse la mancanza di sua madre. In questo, era così simile a Lou, e a tutti i bambini del mondo.
Lui e Miyu erano stati così felici quand'era nata Miu. Era nata prima del previsto, ed era così piccola che non avevano potuto non chiamarla “incantevole piuma”, anche a costo di un'assonanza non indifferente col nome della madre.
Ma Miu le somigliava così tanto.
Kanata si specchiò negli occhi chiari della bimba(**), rivedendo se stesso negli occhi di Miyu.
“Lo
so, anche a me manca tanto la mamma. Ma non posso tornare da lei se
non trovo il tuo biberon.”
Kanata sfregò il proprio naso contro
quello di Miu, facendola ridere e provocandogli un tuffo al cuore.
E loro che pensavano che Lou sarebbe stato insostituibile.
Certo, pensavano ancora a lui costantemente, ma Miu era la loro personale testimonianza sulla terra, un bellissimo insieme di quel che erano lui e Miyu.
“Sei proprio bella come tua madre”mormorò, tutto il risentimento sparito. “Spero solo non diventerai altrettanto testarda. Anche se già dimostri di avere un bel caratterino! Ma non puoi bere da un altro biberon?”
Miu gonfiò le guance, evidentemente era un no.
Kanata era oramai arrivato all'altare del tempio; decise di entrarci e fare un ultimo tentativo alla ricerca disperata del biberon.
Nel buio completo della stanza, Miu si spaventò a morte, cominciando a piangere a pieni polmoni.
“Ssst” la rassicurò Kanata, accendendo una candela.
Avrebbero dovuto montarci un impianto elettrico, prima o poi.
Un fruscio lo distrasse.
“Chi
c'è? Papà, sei tu?”
Kanata si voltò.
Quei capelli biondi li avrebbe riconosciuti ovunque. Kanata sentì una sensazione familiare riempirgli il cuore, sollevato com'era di vederla.
“Miyu,
nella prossima vita promettimi che cercherai di diventare un agente
segreto. Faresti carriera.”
Miyu avanzò, nella penombra della
luce giallastra, con qualcosa in mano.
Kanata capì all'istante.
“Perché
è bruciato?”
“A quanto pare, tuo padre l'ha confuso per un
cero votivo. Non mi chiedere come. Sono entrata qui per cercare,
visto che era l'unica zona in cui non avevamo cercato, e l'ho acceso
per sbaglio.”
Kanata sorrise.
“Io
lo ammazzo.”
Miyu prese in braccio Miu.
Kanata la invitò ad uscire di lì e rientrare in casa.
“Pensavo fossi chissà dove, ero già pronto a chiamare ovunque...”sospirò Kanata, chiudendo la porta della stanza di Miu e sistemandosi fuori, a guardare il cielo, vicino a Miyu.
“Non
sono una madre così snaturata”replicò piccata Miyu. “Sono stata
un po' dai miei genitori, poi sono tornata qui, pensando che non
avevamo cercato nell'area sacra del tempio.”
Si prese il viso
tra le mani, ridendo. “Anche se l'ho trovato, adesso è
inutilizzabile perché l'ho parzialmente bruciato. Mi chiedo come
abbia fatto Hosho a scambiarlo per una candela.”
“Solo tu
potevi accendere un biberon. E mio padre non ci vede più; appena
domani si sveglia, gliela farò pagare.”
Miyu fece spallucce.
“Non
importa.”
“Come no? Ci ha fatto litigare!”
“Come se non
litigassimo quotidianamente.”sorrise Miyu.
Kanata l'avvolse silenziosamente tra le sue braccia, baciandole i capelli.
“Prima, stavo pensando che...”
S'interruppe, non trovando le parole per dirle quanto realmente tenesse a lei e l'amasse.
“Ti
ho sentito, tranquillo, non sforzarti troppo.”
Miyu gli prese
una mano, stringendosi ancora di più a lui.
“No, no, ci ho ripensato, sforzati. Ripetimi che ti manco e che sono bellissima.”
Kanata sorrise e le prese il viso, attirandola a sé per un bacio.
“Sembra
quasi che Miu si calmi solo quando siamo calmi anche noi.”
Miyu
sentì ancora Kanata sorriderle sulle labbra.
“Ecco spiegato il motivo per cui piange sempre”sorrise lei a sua volta.
“Tu pensa che non ho nemmeno mangiato la zucca”ribatté serio Kanata, alzandosi e prendendola per mano.
“Uff, non mi prendi più in braccio!”si lamentò lei, mettendo il broncio.
“Pesi.
Ma hai capito cosa ti ho detto?”
Miyu sorrise, seguendolo nella
loro stanza.
“Sì, e sono felice che tu mi ami più della zucca.”
Kanata sospirò.
“Mai
detto.”
Miyu sorrise, baciandolo ancora.
“Ti amo tanto anch'io.”
“Quest'eccessiva dolcezza non sarà deleteria?”la riprese Kanata, sfiorandole la pelle.
“La tregua dura fino a domattina.”
“O almeno finché Miu non ricomincia a piangere e litighiamo per chi si deve alzare.” rispose Kanata, baciandola ancora e ancora.
(*)Gli ideogrammi più famosi per comporre il nome Miu sono quelli di 'piuma' e 'bello'.
(**)In un vecchio disegno della Kawamura, trovato per caso in un forum, Miu aveva i capelli castani del padre e degli occhi chiari color miele, tendenti al verde. Mi rifiuto di descriverla con i capelli rosa e gli occhi azzurri xD La genetica, per i mangaka, sembra un optional bello e buono (Vedasi Chibiusa da Usagi e Mamoru!)
(***) Miu nasce il 4 agosto, e, se ci pensate bene, (Mi sono fatta tutti i conti!) cade proprio nel 'compleanno di mezzo tra Miyu e Kanata-magari dedicherò un'altra fiction alla nascita della bimba in questo giorno così speciale :)
Scusate il ritardo di due mesi! :( Tra università e problemi vari, non sono riuscita ad aggiornare...Ma, tranquilli, non vi ho abbandonati ;) Spero vi piaccia questo capitolo, descrivere Kanata papà mi mette sempre una dolcezza indescrivibile addosso *_*
Grazie
a chi commenta e legge questo esperimento :D Alla prossima! Non ho
ancora deciso esattamente di cosa tratterò nel prossimo capitolo, ho
un ventaglio di opzioni :)
HikariKanna
PS:Nel frattempo, buona Pasqua :)