“ Sarah Hamilton!” osservai la ragazza avviarsi a passi incerti e sedersi titubante sul vecchio sgabello. Il professor Paciock le calò sul capo il cappello logoro. Aveva appena sfiorato la sua chioma biondo scuro che gridò: “Grifondoro!”. Sarah si alzò in fretta, restitui il cappello al professor Paciock e si diresse verso il tavolo situato all’estrema sinistra che esplose in un applauso fragoroso, stava già per prendere posto quando si fermò, si voltò e mi rivolse un largo sorriso. Intanto il professor Paciock continuava con l’appello anche se io non prestai grande attenzione allo smistamento finchè non fu fatto il mio nome: “ Albus Severus Potter!”. Sentendomi chiamare mi feci avanti e mi incamminai barcollando allo sgabello e indossai il Cappello Parlante: “ Uhm… un altro Potter. Un cervello niente male, coraggio da vendere. Non commetterò due volte lo stesso sbaglio”. “Serpeverde!”. Mi sentii gelare il sangue nelle vene ed emisi un debole gemito. Ancora troppo sconvolto per dire qualcosa andai dall’altra parte della sala lontano da lei. Mi sedetti accanto a un ragazzino biondo platino di cui non riuscivo a ricordare il nome. Rivolsi un’occhiata fugace alla tavolata dalla parte opposta. La vidi sorridermi triste ed abbassare lo sguardo. E compresi in quell’istante che l’avevo persa non appena l’avevo trovata.