Sono Molly Weasley.
Sono una donna.
Sono una madre.
Sono una moglie.
Sono una strega.
Sono una sopravvissuta.
 
Sono Molly Weasley. Ho combattuto due guerre contro Lord Voldermort. A volte vorrei essere morta durante la prima. Ho vinto due guerre contro Lord Voldemort, ho perso più di quanto ho guadagnato. Voldermort è morto da quattro mesi. Io non ho ancora smesso di piangere.
Piango per quello che ho visto.
Piango per quelli che ho perso.
Piango mio figlio Fred.
Piango per tutta la mia famiglia distrutta da questa guerra.
Piango per la paura che risucceda.
Piango per tutte le madri che hanno perso un figlio.
Piango per tutti i figli che hanno perso la loro madre.
Piango perché ormai ho paura di non saper fare altro.
 
Ho imparato a piangere silenziosamente, senza farmi vedere da nessuno. Piango quando gli altri non mi vedono.
 
Sono Molly Weasley.
Sono distrutta.
 
 
Credevo davvero che non se ne fossero accorti. L’ho creduto fino a quando non mi hanno messa davanti alla verità. I Weasley non sono tipi da accorgersi di queste cose, ma Harry e Hermione sì. Avevano paura. Paura di me. Paura che mi sarei arrabbiata. Mi sono sentita una schifo. Non ero in grado di nascondermi e mettevo paura a due ragazzini che ne avevano già passate tante. Hermione voleva mandarmi da uno psicologo, non me l’ha detto, ma lo avevo capito. Harry ha deciso di invitare da noi Andromeda Tonks. È stata l’idea migliore. Mi sono sentita ancora peggio, all’inizio. Lei aveva perso molto più di me. Suo marito, sua figlia, suo genero e tutta la sua famiglia. Eppure aveva la forza di crescere suo nipote, di andare avanti per lui. Io di ragioni per andare avanti ne avevo molte di più. Ne ho molte di più. Si chiamano Arthur, Bill, Charlie, Percy, George, Ron, Ginny, Harry, Hermione e… Fred. È per tutti loro che devo andare avanti. E per andare avanti non c’è modo migliore, che lasciarsi le cose brutte alle spalle e godersi tutte le cose più belle.
 
 
Sono Molly Weasley.
Sono una donna.
Sono una madre.
Sono una moglie.
Sono una strega.
Sono una sopravvissuta.
Sono distrutta.
Sono pronta a rinascere e a godermi quello per cui ho combattuto.