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Autore: Selenite    19/04/2011    12 recensioni
Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Dedica internazionale questa volta, abbiate pazienza ^^

***

Dedicated to runawaywithyou, who draw Mahel into the field of Moon Flower.
Thanks for the kindness, availability, and sweetness you prove to me make this beautiful piece.
It's one of the most beautiful things I have ever seen.
Thanks <3


***


CAPITOLO 26
La Principessa dell'Acqua


Era una forza mistica spaventosa, capace di far tremare la terra fino a loro.
Una spaventosa sensazione si fece largo nel cuore del guerriero, che non aveva mai senti prima di allora un disagio tale da costringerlo a ripensare se ciò che stesse facendo era giusto o meno.
Sapeva benissimo perchè sentisse dentro di sé tutta quella insicurezza: era per via di Mahel. Per lui non aveva paura...ma lei...

Piccola. Fragile. Umana.
Lui al contrario...non era più umano. L'umanità gli era stata strappata anni prima, dalla persona che più amava e più odiava in tutto il mondo.
Il segreto che tentava di nascondere a Mahel, che lo aveva portato ad odiarla, ormai era così vicino che poteva averne paura.
Quando aveva visto per la prima volta la trasformazione di Alvexia, così diversa dalle Lilith tradizionali che proclamavano solo l'amore in loro stesse, si era rivisto come mai in nessuna persona prima di allora. Poi aveva fatto i conti con il cuore di Mahel e aveva avuto paura.
Proprio come in quel momento.
Non sapeva cosa doveva fare. Doveva proteggerla? Doveva fare uno sforzo di coraggio e portarla lì dentro, qualsiasi cosa si trovasse?
Mentre pensava a tutto questo, le sue braccia presero a tremare. Guerriero o meno, anche lui in quel momento aveva paura...

Trema” pensò tra sé e sé Mahel, guardando gli occhi di Lagharta di sottecchi “Deve essere qualcosa di grosso. Lui non ha mai paura...”
Era così frustrante.
Tra le sue braccia, il cuore che batteva a mille per il terrore di essere in quella situazione. Poteva succedere di tutto e lei non avrebbe avuto le capacità per fare nulla.
Eppure quella stretta insicura era la cosa più bella al mondo. Avrebbe voluto rimanere tra quelle braccia per sempre, anche se il mondo avesse dovuto finire.
Sapeva esattamente cos'era ciò che provava, ma sapeva che dargli un nome sarebbe andato oltre la promessa che Lagharta le aveva chiesto di fare. E non poteva.
Per quanto sia stupido, egoista e cattivo...su questo mondo non c'è nessuno di più caro, per me...” sorrise dei suoi pensieri e lo strinse a sua volta, forte, sentendo i battiti del cuore del guerriero aumentare a quella stretta “Questa volta sarò io a farti coraggio”
Si staccò di poco dal guerriero, affinchè i suoi occhi screziati di argento incontrassero quelli del ragazzo davanti a sé -Tremi per l'eccitazione o per la paura?- chiese con sguardo malizioso, quasi provocatorio -Perchè sennò Saluss la prendo io e combatto al posto tuo, basta che me lo fai sapere...-

Sapeva che stava evitando di rispondere.
E sapeva anche che voleva strappargli un unico, sincero sorriso.

-Tranquilla principessina, non sono ancora caduto così in basso da farmi proteggere da te- insistette particolarmente sull'ultima parola, aggrottando le sopracciglia -Tu, piuttosto, sicura di voler entrare in quella che pare la tana del lupo?- aggiunse, aprendo le labbra in uno stupendo sorriso.
Mahel si sentì sollevata e insinuò una risata -Basta che mi dici se vuoi che mi mangi o meno- rispose sarcastica.
Lagharta fece cenno di pensarci un po' -Per oggi no- sbuffò infine.

Il Tempio di Pietra non era maestoso come si era immaginata. Più che altro una cavità rocciosa, una grotta. Ma non un Tempio.
Non aveva entrate particolarmente imponenti, né decorazioni né qualsivoglia elemento che facesse presagire ad un passaggio fondamentale di Gaia.
Quello era il passato, il presente ed il futuro di tutto quel mondo sconosciuto, di quel posto magico e misterioso. Eppure era neanche più che un buco, impreziosito da due pietre ai lati, uno zaffiro rosa ed un'ametista, ed una splendente acquamarina alla sommità.
Mahel toccò le due pietre ai lati dell'entrata, delicatamente, lasciando che le dita sottili seguissero i loro lineamenti morbidi e lisci.
-Sono state lavorate da un'orafo incredibilmente abile...- sussurrò Mahel, stupendosi della superficie priva di imperfezioni -È incredibile!-
Lagharta si voltò verso Mahel, inclinando di lato la testa -Orafo?-
Mahel resituì lo sguardo confuso, aggrottando le sopracciglia -Ehm...e chi avrebbe lavorato le pietre in questo modo così perfetto?-
Lagharta fece spallucce -Un mago, ovviamente-
Ovviamente.
Mahel sospirò e guardò in lungo ed in largo quella grotta rocciosa che si stagliava davanti a lei, che sembrava non finire mai. Sia in larghezza che in lunghezza, nonostante da lontano non sembrasse niente di che, era più grande di qualsiasi altra cosa avesse mai visto. Anche le pietre erano così piccole che da lontano erano impossibile vederle.
-Come mai il Tempio ha un aspetto così anonimo?- domandò poi curiosa la ragazza, vedendo Lagharta immobile davanti l'entrata del Tempio, lo sguardo perso a quel passato che non le voleva raccontare -C'è qualche motivo particolare?-
Lagharta si voltò verso Mahel, lo sguardo perso a contemplare pensieri diversi -Perchè questo non è un Tempio come tutti gli altri- rispose secco, lasciando la risposta in sospeso.

A quanto pare, su Gaia tutto ciò che aveva a che fare con lei era diverso da tutto il resto...

-E che cosa avrebbe di diverso?- incalzò di nuovo Mahel, cercando di non incrociare lo sguardo di Lagharta -Puoi dirmelo?-
Lagharta ridacchiò a quella domanda, scuotendo la testa come a voler allontanare i pensieri da sé -Non è un segreto. Semplicemente la persona a cui è affidato il Tempio è un uomo, perciò non gli è riconosciuto lo stesso valore delle sacerdotesse-
Mahel rimase basita a quell'affermazione, soppesando bene cosa volessero in realtà dire -In che senso, dal momento che è un uomo, non gli è riconosciuto lo stesso valore delle sacerdotesse?!-
Di nuovo, Lagharta rise.

Sapeva che solo Mahel avrebbe reagito a quella maniera, se lo immaginava.
Lui e suo fratello, che avevano preso possesso delle armi magiche Saluss ed Exitio, non erano stati al tempo e neanche adesso portati per voce bene quanto Mahel, portatrice dell'arma sacra Vie.
Ma era per la loro natura di uomini.
Chiunque avesse sentito parlare del padrone del Tempio avrebbe mostrato una smorfia poco convinta, conscia che il potere magico di un uomo non avrebbe mai equivalso quello di una donna. Ma Mahel no, lei era diversa. O forse lo era il suo mondo.
Sorrise come se ormai davanti ai suoi occhi ci fosse la risposta a tutte le domande del mondo...anche a quelle che non avrebbe avuto facilmente il coraggio di pronunciare...

-Mahel, ti sei mai chiesta come mai tutte le figure più importanti di Gaia sono...donne?-
Mahel scosse la testa, confusa. Che cosa c'entrava?
-Pensaci bene. La Dea di Gaia è Vie. Essa ha condiviso il suo potere magico con le due figlie, Exitio e Saluss. Il Tempio di Vie è diretto da Sacerdotesse bellissime e dai poteri magici incredibilmente forti. E anche le Semidee Elementali...sono tutte donne...-
Mahel cominciava a capire -Quindi perchè questo Tempio è stato affidato ad un uomo...?-
Lagharta annuì e proseguì -Perchè è uno degli stregoni più potenti al mondo. I suoi poteri potrebbero tener testa tranquillamente a Colonna, la prima Sacerdotessa del Tempio di Vie...- esitò un attimo, ricordando chi altro aveva un potere magico altrettanto forte.
Mahel si morse il labbro -Quindi...deve essere una persona straordinaria...-
Lagharta fece spallucce -Non lo so. Non ho mai incontrato direttamente il padrone del Tempio. Non sono riuscito a vederlo neanche quando sono venuto a estrasse Saluss, in realtà. Vedi...anche se il suo potere è così forte da avergli fatto guadagnare il posto di guardiano, al padrone del Tempio non è permesso mostrarsi in...pubblico- guardò Mahel negli occhi, vedendoli attraversare da moltissimi sentimenti diversi.
Rabbia. Tristezza. Compassione. Furia.
-Che razza di regole malate avete in questo mondo?!- sbottò quindi la ragazza, agitando le mani per aria come se l'avesse improvvisamente posseduta un demone -Le donne vengono portate come dee personificate e gli uomini sono considerati dei nullafacenti?! Svegliatevi! Esiste l'emancipazione- urlò piena di rabbia, piena di colpa nei confronti di quella persona che guardava un Tempio così enorme senza potersi neanche mostrare alla luce del sole -Nel mio mondo una volta era il contrario, ma con gli anni abbiamo imparato a farci rispettare, almeno in parte. Datevi una svegliata e dimostrate il vostro valore!-
Lagharta rise di nuovo, divertito dalla sua reazione. Si, decisamente quella era una reazione tipica di Mahel -Non credo che si ribellerà, né che rivendichi qualcosa...-
-Ma perchè?!- chiese ancora più furiosa Mahel, la voce salita di un'ottava rispetto a quella usata di solito -Perchè non dovrebbe?!-
Lagharta le si avvicinò, prendendole le mani e continuando a sorridere -Essere scelti da Vie in persona è un onore a cui nessuno rinuncerebbe mai. Anche quando scelse me per liberare Saluss, ho accolto responsabilità e doveri di questo onore. Non me ne pento assolutamente...- sui suoi occhi passò l'ombra di un dolore passato, inesauribile e indimenticabile, e Mahel non se lo lasciò sfuggire -Beh, comunque entriamo...-
Lasciandole le mani e facendo un passo verso l'entrata del Tempio, Lagharta venne fermato dalle parole di Mahel, gentili e delicate rispetto alle sue urla di poco prima -Lagharta...quali sono queste responsabilità e doveri di cui parli...?-
Il guerriero si voltò verso di lei. E si limitò a sorridere.

-Facciamo un patto-
-Uh?-
-Prometti di rispondere a quella domanda lasciata in sospeso e...-
-E...?-
-Ed io risponderò alla tua-
Silenzio.
-Allora?-
-Mi dirai finalmente tutto ciò di cui non sono a conoscenza?-
-Tutto-
-Allora ci sto-

C'era l'ombra di un'esitazione, nella sua risposta. Ma aveva promesso, quindi lasciò correre immaginando che ci sarebbero state molte cose di cui parlare.
Il corridoio iniziale del Tempio era stretto e spoglio, come le pareti di una caverna. Piccole lanterne di luce illuminavano il pavimento, liscio rispetto a ciò che si aspettava.
La roccia, ora che ci faceva caso, era fuori da ogni immaginazione. Come ogni altra cosa, lì su Gaia.
Era argentata.
All'inizio le sembrò un'illusione dovuta alla luce che si rifletteva sulle pareti ma, avvicinandosi con le mani, la pietra riluceva al contatto con le sue dita.
Quando provava a chiedere spiegazioni a Lagharta lui scrollava le spalle e le rispondeva “Magia” come se fosse una cosa ovvia.
Iniziò a stufarsi di chiedere. Semplicemente era tutto intriso di “magia”, proprio come aveva detto Lagharta. Anche se le sembrò un chiarimento misero.
Per lei era tutto così strano e così nuovo!
La pietra riluceva solo al contatto con il calore umano, ora che ci faceva caso, come volersi proteggere da qualcosa. Le deboli lanterne si accendevano al loro passaggio, non si poteva vedere molto lontano a parte qualche paio di lanterne.
Era tutto così inusuale. E spaventoso, in un certo senso. Ma bello.
Quando i loro passi iniziarono a risuonare anche lontano, si aprì davanti a loro un enorme stanza circolare. Le luci delle lanterne si accesero per tutto il perimetro della stanza, puntando la debole luce su un oggetto meraviglioso.
-Che...che cos'è?- chiese meravigliata Mahel, avvicinandosi.
-Non ne ho idea- rispose confuso Lagharta, guardandosi attorno -Non ricordavo ci fosse una stanza simile, qua. Qualcosa non mi torna...-
Mahel fece l'ennesimo passo, toccando con la punta delle dita lo splendido oggetto davanti ai suoi occhi -È...è bellissima...-

Una statua. Ma non lo era.
La bellezza e la perfezione di quel corpo femmineo poteva assomigliare, secondo Mahel, solo ad una statua. Non poteva esistere al mondo niente di così bello.
Non poteva essere reale.
Eppure vi era acqua, o qualsiasi liquido fosse, all'interno dell'enorme cristallo davanti ai suoi occhi. Ed i capelli di quella figura vi fluttuavano delicatamente.
Morbidi riccioli celesti coprivano gran parte del suo corpo, altre ciocche danzavano attorno alle sue braccia, aggrovigliandosi come in un dipinto ai polsi o alla vita.
Un piccolo lembo di stoffa avvolgeva i seni e i fianchi, avvolgendola quel che bastava per non cadere nel volgare.
Gli occhi chiusi, sottili linee aggraziate su quella pelle pallida, sicuramente morbidissima e liscia, senza alcuna imperfezione che ne rovinasse l'effetto completo.
Di nuovo, tutto ciò che venne in mente a Mahel fu la parola “bellissima”.
-Secondo te è...vera?- domandò Mahel sfiorando il cristallo freddo -Sembra quasi addormentata...-
Lagharta non rispose, guardandosi attorno all'erta -Non mi piace...-
-Perchè?- domandò Mahel guardando verso di lui -Cosa c'è in lei di sbagliato? È perfetta! Ha tutto ciò che vorrebbe una donna...beh, ciò che vorrei io, almeno-
Ma guardando lo sguardo tirato di Lagharta, si accorse che non era la bellezza a cui si riferiva il guerriero...

-Eletto di Saluss, si rilassi. Non c'è alcun pericolo qua- esordì all'improvviso una voce lontana, che riecheggiò nella stanza spoglia in cui si trovavano.
-Chi va là...?- chiamò forte Lagharta, estraendo Saluss e picchiettando sulla lama -Saluss, ho bisogno di te-
Saluss saettò velocemente fuori dalla spada, guardando Lagharta negli occhi e capendo immediatamente -Nessun problema- di nuovo tornò nella spada e la sua essenza brillò forte, come a presagire una battaglia imminente.
-Vi prego di mettere giù la spada, eletto di Saluss-
-Se mi dici chi sei e ti fai vedere possiamo riparlarne...-
Uno sbuffo echeggiò, rimbalzando sulle pareti, un rumore di passi decisi arrivò sino a loro.
La prima a vederlo fu Mahel, che rimane senza parole. Poi la sua figura arrivò sino a Lagharta, che rimase ancora più stupito di Mahel.

Un coniglio.
Si, sebbene sembrasse strano, quello era proprio il volto di un coniglio.
Umanizzato, senza dubbio, ma le lunghe orecchie, il pelo liscio e sicuramente morbidissimo, gli occhi di quel colore ambrato così splendido ma assolutamente inumano.
Si, quello era senza dubbio un uomo-coniglio.
Indossava una tunica grigia, le maniche ampie da cui non spuntavano neanche le mani. Camminava lentamente, i suoi passi si sentivano a malapena, ma non aveva incertezze. Non mostrava alcun segno di ostilità, né di paura.
Quado alzò la manica verso Lagharta le mani simili a quelle di un umano, ma coperte di pelo proprio come quelle di un animale, si schiusero in una richiesta -Per favore, eletto di Saluss, adesso potrebbe riporre l'arma...?-
Saluss uscì dalla spada, mentre Lagharta riponeva lo spadone nella fodera sulle spalle. Guardò attentamente l'uomo-coniglio davanti a sé e poi guardò Mahel, a occhi sgranati, ancora perplessa per ciò che stava guardando.
-Mahel...?- chiese la vocina di Saluss, che da tanto tempo sproloquiava tra sé e sé -Va tutto bene?-
Mahel si voltò verso Saluss e annuì, non sapendo come reagire -Un...coniglio?-
Lagharta trattenne a stento le risa, mentre Saluss scuoteva la testa -Non è un coniglio, Mahel. È un Animago, tutto qua-
Tutto qua. Come se fosse facile...
-Ehm...- chiese la ragazza imbarazzata -Animago?-
Prese parola la...persona davanti a sé, inchinandosi elegantemente -Lei deve essere l'eletta di Vie, suppongo- domandò curioso, una certa luce negli occhi color dell'oro.
Mahel annuì, senza proferire parola.
-Io mi chiamo Pixel, ultimo discendente della razza degli Animaghi non-elementali. Sono l'umile servo della divina Vie, oltre che aiutante del signore del Tempio-
Mahel annuì e inclinò il volto a mò di saluto, a sua volta -Piacere. Il mio nome è Mahel...-
L'Animago si rivolse quindi verso il guerriero, in attesa.
-Io sono Lagharta. Ma penso che voi mi conosciate già...-
Pixel annuì -Ho sentito molte voci, su di voi- rispose lui tranquillamente, volgendosi verso il cristallo davanti loro -Vedo che siete rimasti affascinati dalla Principessa dell'Acqua-
Seguì un momento di silenzio, spezzato solo dalla tenera voce di Mahel -Principessa...?-
Pixel sorrise, lo si vedeva dai suoi occhi, la sua voce divenne vellutata e dolce -Questa è Velleda, la Principessa dell'Acqua. Era la promessa sposa del signore del Tempio-
-Era...?- chiese Mahel curiosa, non accorgendosi delle occhiate dubbiose di Saluss e Lagharta accanto a lei -È...?-
Pixel scosse la testa, guardando di sottecchi gli occhi curiosi del guerriero -Purtroppo, tempo fa, un invasore ha varcato le soglie del Tempio con intenzioni ostili. Le protezioni magiche lo hanno bloccato, ma ha creato molti problemi al signore del Tempio. Per sua grande concessione lo ha ridotto semplicemente in schiavitù-
I suoi occhi guardarono quelli di Mahel, aspettandosi una reazione che non arrivò.
-Eri tu, Pixel?- chiese curiosa, senza trasformare lo sguardo.
Pixel annuì, posando gli occhi a terra, umiliato.
Si aspettava parole dure, sia perchè davanti a lui vi era una presenza divina, sia perchè era nella condizione di un uomo ridotto a schiavo. Ma la voce dolce di Mahel lo sconvolse, più di qualsiasi altra cosa al mondo.
-Non mi sembri il tipo, tutto qua-
Dentro di lui un campanello di allarme, confermato non appena sentì le parole del guerriero -Pixel, puoi rispondere solo ad una domanda?-
Pixel annuì, serio -Certamente-
-Questo posto in appena un anno è cambiato moltissimo. Questa sala non c'era e...neanche tu-
Pixel scrollò le spalle, un gesto inusuale considerando il suo linguaggio elegante e le sue movenze ancor più accorate -Io sono sempre stato qua. La Principessa, invece, avete ragione a pensare che sia qua da poco. Direi che è...- la sua voce si interruppe, cacciando dalla sua voce e dai suoi pensieri parole che potessero sembrare lugubri -Beh, direi da quel che dite che sia capitato dopo la vostra ultima visita...-
Lagharta e Pixel si osservarono per un minuto che sembrò eterno.
Mahel sentiva che c'era qualcosa che non andava: un servo? A quel che aveva detto, Pixel era un mago. E, nonostante i suoi poteri magici, era un semplice servo di quel luogo. Troppo strano. E poi vi era quello sguardo dolce rivolto a quella donna nel cristallo...
-E quel terremoto che abbiamo sentito poco fa, che cos'era?- chiese Lagharta, interrompendo i pensieri di Mahel -Ha tremato la terra fino al bosco-
Pixel, di nuovo, sospirò -Un esperimento del mio signore. Sapete...a volte il potere porta a sopravvalutare le proprie capacità...-

Lagharta sapeva bene, cosa volesse dire.
Aveva provato su pelle l'ebbrezza di avere un potere magico che nessun altro aveva, la sensazione di essere in qualche modo superiore a qualcun altro...
E poi il terrore, il dolore, lo strazio di quella condizione. Le responsabilità.
Ed il dovere.

Pixel scosse la testa e indicò una porta a lato della grande stanza -Penso che siate venuti qua per far visita al mio padrone?- domandò con una punta di stranezza nella voce, come di paura.
Lagharta scosse la testa -Vie in persona ci ha detto di venire fino a qua. Penso che Mahel abbia qualcosa da fare...-
Pixel guardò verso Mahel con uno sguardo pieno di rammarico, che la ragazza non riuscì a capire, ma abbassò lo sguardo e proseguì -Allora sarà meglio che chiediate udienza al mio padrone. Probabilmente potrà aiutarvi meglio di quanto possa fare io...-

Lagharta si incamminò verso la porta indicata da Pixel, dubbioso su ciò che li aspettava.
Mahel, a sua volta, seguì il passo fiero e sicuro di Lagharta. Ma quando sentì che i loro passi erano solitari, si voltò indietro a guardare verso Pixel.
E vide.

Pixel guardava Velleda con uno sguardo pieno di sentimento, strazio e tristezza.
E avrebbe detto, anche se era lontana, che i profondi occhi celesti della ragazza gli rendessero lo sguardo.



***

Come avete visto, questa volta dedico il capitolo a runawaywithyou (visitate la sua gallery su DeviantArt: è bravissima e merita un complimento per i sempre splendidi lavori che fa) che si è dimostrata disponibilissima e che ha eseguito la commissione a tempo di record: a malapena un giorno! E' stata talmente gentile da spedirmi anche i WIP (work in progress), cioè gli screenshot del lavoro: un amore. A lei va tutta la mia gratitudine <3
Grazie mille a tutti coloro che hanno commentato lo scorso capitolo (dovrei aver risposto a tutti quanti: se così non fosse, vi prego di segnalarmelo e provvederò a mettermi in pari), a chi legge soltanto e a tutti coloro che hanno fatto di più!
Grazie quindi alle persone che hanno messo Lagharta tra i preferiti, le seguite o quelle da ricordare! Vi adoro!!!
Stavolta non vi tedio troppo, ma vi lascio con la curiosità di sapere tutto sui nostri due ultimi protagonisti (riuscite a capire chi siano? Anche se penso che sia chiaro)...nel prossimo capitolo.
Grazie mille di nuovo a tutti quanti. Ci vediamo!!!
Con affetto e devozione,
Selenite =)
  
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