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Autore: Chamomile    20/04/2011    4 recensioni
Una delle tante stranezze di Al è la statura. Pare che abbia preso da suo padre, perché anche lo zio, da ragazzo, era piccolo e magro.
Il fatto potrà sembrarvi simpatico, o tenero, ma per me è la goccia che fa traboccare il vaso.
Voglio dire, il ragazzo di cui sono innamorata è allo stesso tempo mio cugino, il mio vicino di casa, il mio migliore amico, e più basso di me di quasi quindici centimetri.
[PRIMA CLASSIFICATA al Contest "Quando Taylor Swift incontra Harry Potter" di Solly]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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                                  Proprietà di Rose Weasley                           

                                                                       

 

 

 

- Rose, non starai mica uscendo, vero?
Mi blocco lì dove mi trovo, a metà della rampa di scale, con le scarpe da ginnastica in mano e l’aria colpevole.
- Zitto, Hugo, non farti sentire da papà! - lo supplico, lanciando un’occhiata carica d’ansia verso il salotto, la residenza estiva di nostro padre.
Hugo non fa in tempo a pensare ad un ricatto che la voce di mio padre -per qualche inspiegabile ragione sveglio alle quattro del pomeriggio dell’ultima domenica di Luglio - ci raggiunge.
- Rosie? Non starai mica uscendo, vero?
Sospiro sconfitta, e dopo aver assestato a Hugo una scarpata sul sedere per avermi fatta scoprire anche questa volta - che lo faccia apposta? - mi dirigo a passo lento verso il salotto.
Papà è come sempre stravaccato sul divano, e si sta godendo pigramente l’aria fresca prodotta da uno dei tanti arnesi Babbani che la mamma ha fatto montare in casa nostra.
- Eccola qui la mia figlia prediletta! - sorride allegro mentre entro nella stanza. Batte con la mano sul posto vuoto accanto al suo - Su, siedi col tuo vecchio, Rosie. Raccontami qualcosa, ormai non ti si vede più da queste parti.
- Papà, sono a casa da Giugno - gli faccio notare - ci vediamo sempre.
- No, non è vero. Tu stai sempre in camera tua a fare chissà che cosa.
- I compiti, papà, i compiti delle vacanze che tutti gli studenti fanno in estate.
- Ma dài, sono sicuro che sei l’unica che fa davvero i compiti delle vacanze!
- La mamma li faceva - osservo.
- Tua madre non conta, era una secchiona.
- Guarda che ti ho sentito! - grida la mamma dalla cucina.
Una delle tante doti nascoste di mia madre è quella del super udito. Sul serio, è incredibile. Riesce a captare anche il più impercettibile bisbiglio, il minimo sospiro, anche a chilometri di distanza.
Dice che da ragazza non era così, ma che alcuni sensi le si sono sviluppati dopo la mia nascita e quella di Hugo, come una specie di istinto protettivo naturale.
Ad ogni modo, io continuo a non capire come una possa acquisire delle facoltà del genere con la semplice gravidanza, mentre papà continua a sostenere che se mamma ha sviluppato l’udito in questo modo è solo per tenerlo d’occhio più attentamente.
- Allora che dici? Non vuoi farmi un po’ di compagnia? - chiede papà invitante, e per un attimo mi dispiace per lui.
Poveretto, non merita di avere solo Hugo come bastone della vecchiaia.
Ma d’altra parte non voglio rinunciare ad uscire, anche perché si tratta di un appuntamento.
- In realtà stavo uscendo…- comincio incerta, nascondendo le scarpe da ginnastica dietro la schiena e cercando di assumere un’aria meno colpevole.
Papà mi guarda stupito - Con questo caldo? - dice infatti - Rosie, ci saranno come minimo quaranta gradi lì fuori!
- Sono ventisette, in realtà - preciso.
- Si, beh, sono comunque tanti per uscire. E poi dove vorresti andare a quest’ora?
Sbuffo.
Merlino, è incredibile.
Ecco che comincia l’interrogatorio.
Sono la ragazza più noiosa del mondo della Magia, la qualità della mia vita sociale potrebbe fare a gara con quella di un mammut ibernato, eppure tutte le volte che mi avvicino alla porta di casa mio padre salta su come se si aspettasse di vedermi sparire per sempre in compagnia delle Sorelle Stravagarie.
- Allora? Dove vai?
- Ma dove vuoi che vada? Faccio una passeggiata qui vicino - rispondo stancamente.
- E perché? - continua lui, con una luce di sospetto negli occhi.
- Perché anche se passare le giornate sui libri mi piacerebbe, ogni tanto devo fare una pausa, o vuoi che diventi cieca prima dei vent’anni?
- E con chi vai, si può sapere?
- Con…-
- Ronald!
La mamma è entrata a passo di marcia in salotto, con un grande grembiule verde allacciato alla vita e i capelli più elettrici che mai raccolti in un tentativo di treccia.
Io e papà ci scambiamo un’occhiata spaventata: sta cucinando.
Questo è un cattivo segno, e non solo perché probabilmente moriremo tutti intossicati, ma anche perché la mamma è sempre di umore infiammabile quando cucina.
- Che c’è?
- Vuoi lasciare in pace tua figlia e smetterla con questo atteggiamento medievale? Rose ha sedici anni, e tutto il diritto di uscire quando le pare e con chi le pare.
- Scusa tanto, madre all’avanguardia, se mi preoccupo per mia figlia - ribatte papà piccato.
- E’ ironia questa, Ronald? - anche mamma salta su, pronta ad impelagarsi in un altro dei loro eterni battibecchi.
Zio Harry ha ragione, dopo vent’anni di matrimonio sono rimasti ancora alla fase corteggiamento.
Prima che comincino a fare sul serio approfitto del momento per chiedere - Allora posso andare?
La mamma mi rivolge un sorriso condiscendente - Ma certo, tesoro - poi torna a voltarsi verso papà e i due riprendono a beccarsi allegramente.

                                                                                                                               

La villetta dove abitano i miei zii si trova a circa dieci metri di distanza da casa nostra.
E’ una casa molto semplice che passa inosservata, e nessuno guardandola sospetterebbe che ci vive il famoso Harry Potter, almeno non più di quanto sospetterebbe che mio zio è famoso se non lo conoscesse.
Zio Harry è un tipo simpatico e tranquillo, e sembra godere della sua vita appartata. Lui e zia Ginny sono una buffa coppia, anche se non potranno mai competere con mamma e papà.
Una volta attraversato il giardino che separa le nostre case suono il campanello e aspetto che qualcuno venga ad aprire.
Pochi secondi dopo vengo letteralmente investita da mia cugina Lily, l’ultimogenita dei Potter.
- Rosie! Ciao - esclama allegra - Come mai da queste parti?
La domanda è retorica, naturalmente, visto che durante le vacanze mi ritrovo sempre a casa loro, per un motivo o per un altro.
- Tuo fratello mi ha invitata a fare un giro - rispondo, con un’occhiata in cima alle scale, dove in teoria dovrebbe trovarsi il detto fratello, ma dove in pratica non c’è nessuno.
Sbuffo.
Se c’è una cosa che odio in mio cugino Albus è la capacità di essere sempre e comunque in ritardo.
- Miss Primadonna? - chiede infatti Lily - Non si è visto per quasi tutto il giorno. Vuoi un gelato mentre lo aspetti?
- No, grazie, ho già mangiato.
E poi è meglio mantenersi leggeri, visto che mamma cucina.
- Come vuoi - dice lei con un’alzata di spalle. Poi si rivolge verso casa nostra.
- Hugo è in casa? - chiede.
- Dove vuoi che vada con questo caldo? Si sarà piazzato sotto il condizionatore con mio padre.
- E la zia?
- Sta cucinando.
- Non ti dispiace se vado da loro, vero? Al arriverà presto.
Rido. - Fa’ pure.
Mia cugina si allontana correndo, e un attimo dopo è sparita dietro la siepe.
Una delle curiose caratteristiche che accomunano noi cugini Wesley - Potter è questa: l’insofferenza per la nostra famiglia e l’amore per quella degli altri.
Così io e Hugo siamo sempre qui - io per stare con Al o con la zia Ginny, e lui per giocare a Quidditch con James, che dice essere il suo fratello mancato. Che carino.
Lily invece è sempre a casa nostra con mia madre, che per qualche strano motivo trova irresistibile, o per godersi un po’ di sano ozio con papà e Hugo, quando questo è troppo pigro per darsi allo sport.
D’estate la cosa si fa quasi surreale, un vero scambio di case.
Zia Ginny dice che un giorno o l’altro metterà il tutto su carta e mi adotterà come figlia legittima, sbarazzandosi in cambio dei suoi due maschi.

                                                                                                                                        

Al compare sul pianerottolo dopo un solo quarto d’ora di ritardo.
- Però, chi non muore si rivede - lo saluto, mentre lui mi raggiunge.
- Scusami, stavo finendo di scrivere una lettera - dice Al, e non sembra molto contento.
Non indago sul destinatario. Da un po’ di mesi a questa parte tutte le lettere di Al sono indirizzate alla stessa persona: la magnifica Trix Shaw, alias la sua Terribile Fidanzata Schiavista.
Ma non mi va di pensare a lei, adesso.
Quando siamo in vacanza posso immaginare che non esista, e che Al sia solo mio, come ai vecchi tempi.
- Il solito giro? - chiedo, lanciando un’occhiata al nostro bosco.
Fin da quando eravamo piccoli il boschetto vicino alle nostre case è la meta preferita delle nostre escursioni.
Gli altri trovano che andare in giro in mezzo ai soliti quattro alberi non sia per niente interessante, ma è proprio il fatto che quel posto sia sempre lo stesso che lo rende così speciale.
- Certo - approva Al guardandomi da sotto in su.
Una delle tante stranezze di Al è la statura. Pare che abbia preso da suo padre, perché anche lo zio, da ragazzo, era piccolo e magro.
Però aveva sempre creduto che la cosa dipendesse dall’aver trascorso l’infanzia in un sottoscala, mangiando molto poco e correndo dalla mattina alla sera per sfuggire alle grinfie di Dudley, suo cugino, il cui divertimento preferito consisteva nel picchiarlo.
Invece a quanto pare il motivo non era quello, perché Al vive in una casa normale e mangia a sufficienza - anzi, personalmente trovo che mangi più del necessario, ma finché rimane magro come un chiodo quello che gli altri pensano non conta molto.
Fatto sta che è decisamente piccolo per la sua età, oltre che per i parametri della famiglia.
James, infatti, svetta su tutti noi da quando aveva tredici anni, Hugo ha già superato la mamma da un pezzo, così come Lily, e io, che pure sono bassina in confronto a loro, lo supero comunque di quasi tutta la testa.
Così quando andiamo in giro sembriamo la i con la l.
Il fatto potrà sembrarvi simpatico, o tenero, ma per me è la goccia che fa traboccare il vaso.
Voglio dire, il ragazzo di cui sono innamorata è allo stesso tempo mio cugino, il mio vicino di casa, il mio migliore amico, e più basso di me di quasi quindici centimetri.
E’ ridicolo. E penoso.
- Rose, ci sei? - chiede Al piantandomi in faccia gli occhi verde smeraldo.
Annuisco, e mi do’ mentalmente dell’idiota per essermi incantata a pensare all’adorabile nanitudine di mio cugino in sua presenza.
Non che ci sia il minimo rischio che lui sospetti qualcosa. Al è la persona più intelligente e acuta che abbia mai conosciuto, a parte me ovviamente, ma in certi casi ha proprio le fette di prosciutto sugli occhi.
A volte credo che esaurisca tutte le sue riserve di cervello ad Hogwarts, e che se fosse stato un po’ meno secchione, forse si sarebbe accorto di tante cose.
Cose del tipo che Trix Shaw sta con lui solo perché si chiama Potter, e che in realtà non gliene importa un accidente di lui, anzi, sarebbe stata più che felice di prendersi James, il fratello figo, piuttosto che il piccolo Al con la testa tra le nuvole.
Purtroppo per lei, però, James ha tutte le riserve di cervello sempre pronte all’uso, visto che non ne utilizza neanche la metà per studiare, ed è inoltre particolarmente ferrato in materia di ragazze.
Ragion per cui non ci ha messo più di cinque secondi a capire che quell’oca ci stava provando, e in tempi altrettanto brevi le ha fatto capire chiaramente di non essere interessato alla cosa.
Allora, e solo allora Trix ha deciso di ripiegare su Al, che appariva una preda molto meno ambita e più facile da conquistare.
Inutile dire che aveva maledettamente ragione, e che in meno di una settimana è riuscita ad accalappiarlo.
Al ha ceduto subito alle sue moine, si è lasciato incantare dalle sue movenze da gatta e dalle sue ciglia chilometriche , e si è anche lasciato schiavizzare oltre il limite della decenza.
A Hogwarts sono una delle coppie più in vista: il famoso Potter e l’altrettanto celebre Shaw, figlia del viceministro.
Il giorno in cui sono comparsi per la prima volta insieme in Sala Grande, sembrava fosse successo un evento di portata mondiale, tipo un ritorno di Voldemort o l’elezione della Cooman a Ministro della Magia.
Tutti fissavano il tavolo di Grifondoro, dandosi gomitate a vicenda e bisbigliando concitati.
Per il resto della giornata e per buona parte dei giorni a venire l’argomento “Fidanzamento Potter - Shaw” è stato sulle bocche di tutti, insegnanti compresi.
Non c’era classe, corridoio, angolo della scuola o momento della giornata che sembrasse inadatto per spettegolare sulla novella coppietta.
E io, in quanto membro della famiglia, venivo richiesta ovunque come dispensatrice di oscuri e piccanti segreti sulla fino ad allora sconosciuta vita sentimentale di Al.
Quel giorno ho scoperto due cose. Che se ne avessi avuto l’occasione avrei scagliato una Maledizione Senza Perdono su Trix Shaw, e che in qualche remoto angolo del mio subconscio qualcosa gridava a gran voce che Al era mio.
Non come un giocattolo o un gingillo, ma come un braccio o una gamba.
Mio e solo mio, e incondivisibile.
Proprietà di Rose Weasley, girare al largo, grazie.
Comunque quello era solo l’inizio.
Una volta toltasi il piacere dato dall’essere al centro dell’attenzione, la cara e dolce Trix ha pensato che fosse il momento di dare una sistematina al suo fidanzato.
E come darle torto se la ragazza più bella e desiderata di Hogwarts non sopportava l’idea di stare con un nanerottolo secchione e per giunta quattrocchi?
La prima cosa che ha fatto è stata proprio questa: sbarazzarsi di quegli occhiali.
Poco le è importato del fatto che Al li avesse fin dai quattro anni, e tantomeno se a lui piacevano.
Gli occhiali non erano di moda, fine della storia.
Quando una mattina è spuntato senza quasi non lo riconoscevo, e quando poi l’ho riconosciuto ci è mancato poco che non svenissi dalla sorpresa.
Potrà sembrare esagerato, ma per me quegli occhiali erano davvero il segno distintivo di Al e vederlo senza è stato come trovarsi di fronte ad un perfetto estraneo.
Non c’è ricordo nella mia infanzia, in cui non siano presenti Al e i suoi occhiali. Quegli occhiali leggeri e con la montatura sottile, così inusuali per un bambino e così fuori moda per un ragazzo, per me gli assomigliavano addirittura.
Perché Al è così, anche se non gliel’ho mai detto, inusuale.
L’ho sempre pensato: per quanto riesco ad andare indietro col pensiero, c’è sempre stata la sensazione che Al fosse diverso da tutti gli altri bambini che conoscevo.
Aveva un modo tutto suo di giocare come se fosse una cosa seria, e crescendo di fare cose serie come se stesse giocando.
E’ sempre serio, eppure allo stesso tempo è sempre allegro.
Io sono cresciuta in questo modo, mettendo da una parte i miei amici, la mia famiglia, i miei nemici e i miei insegnanti, e dall’altra Albus Severus Potter.
Albus Severus Potter e i suoi occhi così verdi, che basta vederli un secondo per innamorartene.
Albus Severus Potter e il suo umorismo così pronto e vivace, che lo fa sembrare un eterno bambino.
Al e il suo sorriso sfavillante e allegro, così luminoso e contagioso.
E’ buffo che proprio questo sorriso sia uno dei motivi per cui a volte sento di odiarlo. Non riesco a guardarlo sorridere senza sentire ogni santa volta le orecchie prendere fuoco.
E ogni santa volta devo fare sforzi sovrumani per mantenere un minimo di contegno.
Gli eventi, però, sembrano essersi coalizzati contro di me, visto che da un po’ di tempo a questa parte tutto quello che Al fa si trasforma in un attentato alla mia salute mentale.
E non parlo solo del modo in cui si passa una mano tra i capelli quando è in imbarazzo, o di come arrossisce quando è preso da una discussione.
No, le cose che mi fanno sentire una stretta allo stomaco talmente forte da mozzarmi il fiato, e che mi fanno venire voglia di rapirlo, portarlo in qualche landa sperduta e mangiarlo con un cucchiaino come se fosse fatto di panna e crema pasticcera, sono altre.
E’ il modo in cui imbroncia impercettibilmente le labbra quando legge.
L’espressione concentrata quando scrive.
L’attenzione con la quale ascolta quando qualcuno gli parla, come se stesse prendendo appunti.
Quel modo di ridere come se avesse bisogno di caricare per due secondi prima di esplodere in una delle sue risate forti e contagiose.
E poi, poi c’è…
- Rose? Ci sei?
Mi riscuoto bruscamente dai miei pensieri.
Abbiamo camminato un bel po’, perché noto che siamo al limitare del bosco. Ero così assorta che non mi sono accorta di niente, ma si è fatto tardi, il sole sta tramontando.
Ecco cosa adoro in queste nostre passeggiate: non c’è bisogno di parlare, di mantenere una conversazione inutile. Siamo solo noi due, e non occorre dire niente per capirci.
Tuttavia mi rendo conto che non ero mai stata zitta così a lungo prima d‘ora.
Tento freneticamente di elaborare una buona scusa per un tale comportamento, ma prima che possa cominciare il mio discorso Al mi blocca.
- Se stai cercando di tirare fuori una scusa per essere stata zitta un’ora di seguito, e non aver dato segnali di vita di nessun genere, sappi che te la puoi risparmiare.
- Ah, davvero?
- Davvero - sorride furbo - perché so a cosa stavi pensando.
- Sentiamo. - la mia voce è miracolosamente ferma, anche se sento di avere tutti i nervi tesi.
E’ finita, lo sento. L’ha capito. Ho sottovalutato la sua intelligenza, in fondo stiamo parlando di uno dei primi della scuola.
- Pensavi ad un modo per sopravvivere.
La frase mi prende talmente in contropiede che l’unica cosa che riesco a ribattere è -EH?
- Pensavi a come sopravvivere - ripete Al - al doppio assalto della cucina di mia madre e tua madre quando torneremo a casa.
Ma che cosa sta blaterando?
- Doppio assalto?
Al sospira - Rose. Non sai che giorno è oggi, vero?
- Ehm…
- E’ il trentuno Luglio.
Il compleanno dello zio!
La rivelazione mi coglie di sorpresa, perché d’estate perdo totalmente la cognizione del tempo.
Ecco perché mia madre stava cucinando: lei e zia Ginny vogliono organizzare una specie di banchetto!
Oh no.
Oh no no.
Il panico deve essere comparso sul mio volto, perché Al scoppia a ridere.
- Dai, in qualche modo faremo - dice, dandomi una pacca sulla spalla e cominciando ad incamminarsi verso casa.
Lo raggiungo - Moriremo, Al.
Sarà la nostra ultima cena, l’unica consolazione è che moriremo insieme.
Non esattamente come Giulietta e Romeo, ma non c’è bisogno di andare tanto per il sottile.
- Dimmi che hai un’idea - dico guardandolo supplice.
- Speravo che ce l’avessi tu!
- E perché mai avrei dovuto?
- Scusa, ma allora a che cosa hai pensato nelle ultime due ore?
- …
- Rose?
- Fatti gli affari tuoi.
- Oh, non mi dire che ti sei innamorata?
- Ma fammi il piacere!
- Come si chiama?
- Non stavo pensando a nessuno.
- E allora a che pensavi?
- Da quando sei così ficcanaso?
- Un indizio?
- Al!
Mi fingo esasperata, ma quando vedo il giardino di casa Potter addobbato e sento il Finalmente! di papà non posso fare a meno di sorridere.
Lo spaventoso banchetto sta per cominciare, ma stasera sarà come ai vecchi tempi.
Niente Terribili Fidanzate, solo io e Al.
E il resto della banda, naturalmente.

 

Spazio Autrice

Questa storia si è classificata, con mia somma sorpresa e felicità,   al Contest Quando Taylor Swift incontra Harry Potter, indetto da Solly.

Grazie Giudicia, grazie mille **    

E’ la mia prima storia sulla New Generation, e forse per questo una di quelle su cui ho dovuto spendere più fatica.
Di solito scrivo quello che mi passa per la testa e via, ma farmi un’idea di Rose e Al, e dell’ambientazione da dare non è stato per niente semplice, tanto più che temevo sia di essere scontata che di essere assurda.
Sono finita con lo scrivere di molte delle cose che amo di più: una commedia, le grandi famiglie casiniste, un nanerottolo occhialuto e i battibecchi di Ron e Hermione, per cui direi che mi è andata bene :D
La ff è costruita sulla base della canzone You Belong With Me, che parla appunto di una ragazza innamorata del migliore amico.
Ho ambientato tutto nella campagna inglese (che d’estate deve essere un sogno **) perché mi sembra di ricordare che zia Jo aveva rivelato che i Potter avrebbero vissuto in un cottage.
O magari me lo sono sognato (?)
Il nome della Fidanzata Schiavista è preso da un personaggio odioso di un libro intitolato An Old Fashioned Girl, e si adattava perfettamente a lei.
Non ho altro da aggiungere, spero tanto che la ff vi sia piaciuta e che vorrete dirmi cosa ne pensate ^^
Mi dispiace solo di non aver dato più spazio a Hugo Weasley, che nella mia mente è un ragazzino incredibilmente simpatico xD
Riporto di seguito il giudizio di Solly, e mi inchino di nuovo al suo cospetto <3

Grammatica: 9,2/10
Grammatica pressoché perfetta. Gli errori sono veramente sciocchezze:
-una volta hai messo uno spazio sia prima della virgola che dopo (considerato errore di battitura)
-“Poco le è importato del fatto che Al li avesse fin dai quattro anni, e tantomeno se a lui piacevano”: sarebbe “che a lui piacessero”, essendo una coordinata alla subordinata. Richiede quindi il congiuntivo, e il “che” perché... bhe, ammetto, perché a me suona meglio. E in virtù della preferenza, ho tolto punti solo per il congiuntivo.
L'ultimo punto non sapevo nemmeno se mettertelo qui o nella forma, ma in fin dei conti è un errore di pura tempistica verbale e non c'entra nulla con le subordinate e blablabla.
Stile (e forma): 9,4/10
Un botta e risposta serrato unito a digressioni più che piacevoli sulle vicissitudini dei personaggi ti hanno fatto adorare, sappilo. Uno di quei fast-style che tanto, puramente soggettivamente, adoro.
La sintattica è semplice, con molte coordinate e molti punti, e l'insieme è immediato e scorrevole.
Davvero, ho amato la fluidità con cui scivola questa storia.
Caratterizzazione: 14/15
Ogni personaggio, anche quello nominato di striscio con tanto di riga esplicativa e didascalica (molto spesso ironica e davvero tanto ben accetta) annessa, sembra vivo e reale.
Vogliamo poi parlare di Rose? La sua caratterizzazione è pressoché perfetta. Una ragazza normale, come quelle che sono tanto difficili da trovare, spontanea e adorabile.
Ho amato anche Hermione in veste di mamma liberale/disastro in cucina, così come Ronald e i suoi loschi fare da padre protettivo di mezz'età. Mi hai strappato più di un sorriso.
E la fidanzata di Al era perfetta. Una mean girl fatta e finita, che non compare ma la cui nomina assieme a un fedele reportage dei fatti salienti mi ha fatto gradire davvero tanto.
Paradossalmente, è Al quello ad essermi un po' caduto. No, non sono impazzita, è solo che il vederlo filtrato dagli occhi e dai sentimenti di Rose lo edulcolora un po', lo rende meno vivo. Fatto normale e legittimo, oserei dire, che anzi mette ancora più in risalto la caratterizzazione di Rosie. Indi, ti ho tolto mezzo punto quasi per capriccio. L'altro mezzo punto, è perché non ho mai davvero considerato di dare il massimo a nessuno, quindi sentiti molto fiera di te.
Originalità: 4,3/5
Al e Rose sono indubbiamente una coppia originale, il che già aiuta.
Poi, a riprova di quanto dicevo che non me importava nulla della trama in se, l'abilità narrativa con cui è stata trattato questo episodio di una trama potenzialmente sviluppabile molto di più mi ha veramente molto colpita.
Gradimento della giudiciaH: 5/5
Mi è piaciuta tanto. Ma proprio tanto.
Sarà per lo stile fresco e leggero, sarà per l'amorevole combinazione di fattori quali il paring, le camminate silenziose o il finale tanto aperto da poter essere considerato squarciato.
Il cambio di residenza estivo, Al che è praticamente un nano, Rosie. Rosie. E' adorabile. Sei partita con questa intenzione, o è diventata così carina tutta da sola? *-*
Il mio animo che ama le commedie scanzonate, le famiglie allargate, il cliché del migliore amico e le ragazze fresche e normali è stato ampiamente nutrito, insomma.
Attinenza al pacchetto: 10/10
Suddivisa in: canzone (5/5) e obblighi (5/5)
Perfetta l'atmosfera, perfetta l'attinenza, perfetta la direzione. Insomma, una fusione totale con la canzone. Almeno a mio modesto parere, e io mi ci drogherei con “You Belong With Me”.
Quindi, cinque punti meritatissimi, con relativa nota di merito per non esserti fatta soffocare dalla canzone nonostante l'aderenza spiccata e l'essere riuscita a rendere il tutto senza nemmeno citarla direttamente.
Sugli obblighi ci siamo, ovviamente. Fidanzamento riuscito, migliori amici random pervenuti. Nulla da dire nemmeno qui, quindi.
Totale: 51,9/55
  
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