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Autore: SeleneLightwood    20/04/2011    2 recensioni
Continui a infestare i miei sogni.
La tua presenza è costante.
Non so cosa vuoi dirmi.
Ma il fatto che ci sei, forse un po’ mi basta.
Ora ho mal di testa, ma spero di sognarti un’altra notte ancora.
We breathe the air
Do you remember how you used to touch my hair?
You're not aware
Your hands keep still
You just don't know that I am here.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heartless

 

 

 

Non ricordo l’esatto momento in cui iniziai a nascondermi dietro ai miei libri.

Però ricordo che corrispose al momento esatto in cui la realtà iniziò a farmi schifo.

Il mio mondo, piatto e freddo, era tanto razionale da far male al cuore.

Non avevo idea di che sangue mi ribollisse nelle vene, ne di quali conseguenze avrei dovuto subire.

Ma forse non importava.

 

*

 

Nell’esatto istante in cui il suo braccio mi circondò i fianchi, con quella delicatezza così struggente, come se avesse paura che toccandomi avrei potuto morirgli tra le braccia, mi sentii a casa.

Non nego di essermi irrigidita, ma fu solo per lo stupore.

E con naturalezza avvicinai la mano alla sua e la fiorai appena.

Non credo che si rese conto di ciò che stava scatenando in me.

Forse fu solo un gesto di rilesso a quello che aveva detto, forse fu la forza dell’abitudine, perché succedeva spesso, prima.

Forse era il senso di colpa.

Ma non riuscii più a staccarmi dai suoi occhi, e quando mi lasciò andare, semplicemente spostando il braccio, fu un dolore talmente forte da togliermi il fiato.

Ebbi l’impressione, in un pensiero distaccato, di aver avuto tutto il tempo un’espressione sofferente.

Non era stato un abbraccio, non l’aveva fatto con l’amore che lo spingeva prima. Mi aveva appena sfiorata ma, come sempre del resto, aveva avuto lo straordinario potere di bruciarmi l’anima.

Svegliarmi a causa di un suo movimento, dall’altra parte della stanza, era stato doloroso e mi aveva fatto capire quanto ancora lo amassi.

Era incredibile come ci guardassimo nello stesso istante.

Lui, sempre così distratto, sembrava sapere sempre quando lo guardavo.

Non ci facevo apposta.

Semplicemente, succedeva.

Ed ogni volta che mi sento sola, vuota, spaventata, triste, felice, divertita, cerco sempre il suo sguardo azzurro.

Sempre.

Conoscere così bene il suo viso, le sue espressioni, mi fa sentire meno vuota.

Ma so, ora, che quando, stando insieme, lo guardavo distrattamente ma a lungo, spesso riflesso sulla finestra davanti al suo letto, o sullo schermo del portatile dove vedevamo film su film, non è stato tempo sprecato.

Conosco il suo volto a memoria.

Poter ricordare il suo raro ma bellissimo sorriso, quello vero, non sarà mai tempo sprecato.

E quel piccolo gesto, fatto per caso, per timore, forse per ricordare, mi aveva buttato nel baratro, più di quanto potesse mai immaginare.

Posso solo sperare che l’abbia fatto, seppure senza rendersene conto, perché aveva bisogno di sentire la mia stretta, perché cercava di colmare quel vuoto tra le sue braccia.

Ma questa è un illusione.

E io lo so.

Non lo immaginava, allora come adesso, che dopotutto l’avrei amato anche se mi avesse piantato un pugnale nello stomaco.

Mi aveva avvicinato a se, e io avevo smesso di respirare.

Era inutile che cercassi di dimenticarlo.

Lui sarebbe stato sempre li, in fondo alla mia mente, in fondo al cuore.

Un pezzo della mia anima, più di quanto credesse, più di quanto volessi.

Più di quanto fosse possibile.

C’era quel sottile confine da non superare, ma io ero andata oltre correndo, quasi.

Non mi importava delle conseguenze.

Tanto aveva la mia anima stretta in mano, ed era a sua piena disposizione.

Come avrei potuto guardarlo negli occhi e dirgli “Non ti amo.” ?

Non potevo.

Infondo, mentire a se stessi era la sua specialità, non la mia.

 

*

 

Dio, quante cose avrei voluto dirgli.

“Ti odio.”, “Non guardarmi così, ti prego.”, “Perché non hai mai pianto davanti a me?” sono solo alcune tra le tante.

Ma i perché erano sempre più frequenti.

Ero addirittura troppo stanca per continuare a chiedermelo, la maggio parte delle notti.

Ma continua a non essere giusto.

 

*

 

Lo stavo guardando. Osservavo la curva morbida dello zigomo, al buio, sperando che non se ne accorgesse. Non potevo continuare a pensare alla morbidezza del suo corpo, alle sue labbra, ai sui abbracci da togliere il fiato.

A quell’unico “ti amo” sincero.

Mi veniva da piangere, e stringevo i denti per trattenermi.

La puntata di Scrubs non mi interessava.

Nessuno sarebbe stato lì a consolarmi.

Lui non sarebbe stato lì.

Il telefono non squilla più. Mi sento ridicola. Sto tornando indietro. Credevo quasi di essermene fatta una ragione.

Invece, probabilmente, stavo solo fingendo di non sognare i suoi occhi azzurri tutte le notti.

 

*

 

Aveva ragione Bella, alla fine.

Nemmeno lei sapeva se poteva tradire un cuore assente per salvare una vita patetica.

Ma probabilmente, proprio come me, non poteva.

 

*

 

Guardavo le stelle, ma in realtà aspettavo che parlasse.

Percepii che si stava girando, e inclinai la testa di lato per incontrare il suo sguardo.

Gli tremò la voce, mentre diceva che mi amava.

Ora so che quella fu l’unica volta in cui gli credetti davvero.

Però non ricordo se feci in tempo a guardarlo negli occhi.

 

*

 

Rimasi raggomitolata tra le sue braccia a lungo.

Quella panchina forse era troppo piccola, per contenere tutto quell’amore.

Ricordo bene il suo odore.

Ricordo la dolcezza con la quale mi abbracciava, mi accarezzava i capelli.

Oggi mi pento tantissimo di non essermi goduta del tutto quei momenti.

La verità è che mi facevano paura.

Non era mai così.

E quando lo era, mi spaventava, ma lo amavo ancora di più, per quanto possibile.

Ma di lui ho sempre amato tutto. Anche i difetti.

Soprattutto i difetti.

 

*

 

Continui a infestare i miei sogni.

La tua presenza è costante.

Non so cosa vuoi dirmi.

Ma il fatto che ci sei, forse un po’ mi basta.

Ora ho mal di testa, ma spero di sognarti un’altra notte ancora.

 

*

 

Say my name, 
So I will know you're back you're here again 
For a while
Oh let us share 
The memories that only we can share 
Together… 

Tell me about 
The days before I was born 
How we were as children 

You touch my hand 
These colors come alive 
In your heart and in your mind 
I cross the borders of time 
Leaving today behind to be with you again 

We breathe the air 
Do you remember how you used to touch my hair? 
You're not aware 
Your hands keep still 
You just don't know that I am here 

It hurts too much 
I pray now that soon you're released 
To where you belong 
 
You touch my hand 
These colors come alive 
In your heart and in your mind 
I cross the borders of time 
Leaving today behind to be with you again 

Please say my name 
Remember who I am 
You will find me in the world of yesterday 
You drift away again 
Too far from where I am 
When you ask me who I am 

Say my name


 

 

ANGOLO AUTRICE

 

Che dire? Sono sei mesi che non ci sei.

Si sente la tua mancanza qui.

Ma vado avanti, anche se mi chiami indietro.

Ti ricordi il modo in cui accarezzavi i miei capelli?

La tua mano ancora mi sfiora. Solo che tu non sai che sono qui.

Torna, per un po’.

Perché devo lasciarti andare.

 

 

 

 

SeleneLightwood

   
 
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