Heartless
Non ricordo l’esatto momento in cui iniziai a
nascondermi dietro ai miei libri.
Però ricordo che corrispose al momento esatto in cui la
realtà iniziò a farmi schifo.
Il mio mondo, piatto e freddo, era tanto razionale da
far male al cuore.
Non avevo idea di che sangue mi ribollisse nelle vene,
ne di quali conseguenze avrei dovuto subire.
Ma forse non importava.
*
Nell’esatto istante in cui il suo braccio mi circondò i
fianchi, con quella delicatezza così struggente, come se avesse paura che
toccandomi avrei potuto morirgli tra le braccia, mi sentii a casa.
Non nego di essermi irrigidita, ma fu solo per lo
stupore.
E con naturalezza avvicinai la mano alla sua e la
fiorai appena.
Non credo che si rese conto di ciò che stava scatenando
in me.
Forse fu solo un gesto di rilesso a quello che aveva
detto, forse fu la forza dell’abitudine, perché succedeva spesso, prima.
Forse era il senso di colpa.
Ma non riuscii più a staccarmi dai suoi occhi, e quando
mi lasciò andare, semplicemente spostando il braccio, fu un dolore talmente
forte da togliermi il fiato.
Ebbi l’impressione, in un pensiero distaccato, di aver
avuto tutto il tempo un’espressione sofferente.
Non era stato un abbraccio, non l’aveva fatto con l’amore
che lo spingeva prima. Mi aveva appena sfiorata ma, come sempre del resto,
aveva avuto lo straordinario potere di bruciarmi l’anima.
Svegliarmi a causa di un
suo movimento, dall’altra parte della stanza, era stato doloroso e mi aveva
fatto capire quanto ancora lo amassi.
Era incredibile come ci
guardassimo nello stesso istante.
Lui, sempre così
distratto, sembrava sapere sempre quando lo guardavo.
Non ci facevo apposta.
Semplicemente, succedeva.
Ed ogni volta che mi sento
sola, vuota, spaventata, triste, felice, divertita, cerco sempre il suo sguardo
azzurro.
Sempre.
Conoscere così bene il suo
viso, le sue espressioni, mi fa sentire meno vuota.
Ma so, ora, che quando,
stando insieme, lo guardavo distrattamente ma a lungo, spesso riflesso sulla
finestra davanti al suo letto, o sullo schermo del portatile dove vedevamo film
su film, non è stato tempo sprecato.
Conosco il suo volto a
memoria.
Poter ricordare il suo
raro ma bellissimo sorriso, quello vero, non sarà mai tempo sprecato.
E quel piccolo gesto,
fatto per caso, per timore, forse per ricordare, mi aveva buttato nel baratro,
più di quanto potesse mai immaginare.
Posso solo sperare che l’abbia
fatto, seppure senza rendersene conto, perché aveva bisogno di sentire la mia
stretta, perché cercava di colmare quel vuoto tra le sue braccia.
Ma questa è un illusione.
E io lo so.
Non lo immaginava, allora
come adesso, che dopotutto l’avrei amato anche se mi avesse piantato un pugnale
nello stomaco.
Mi aveva avvicinato a se,
e io avevo smesso di respirare.
Era inutile che cercassi
di dimenticarlo.
Lui sarebbe stato sempre
li, in fondo alla mia mente, in fondo al cuore.
Un pezzo della mia anima,
più di quanto credesse, più di quanto volessi.
Più di quanto fosse
possibile.
C’era quel sottile confine
da non superare, ma io ero andata oltre correndo, quasi.
Non mi importava delle
conseguenze.
Tanto aveva la mia anima
stretta in mano, ed era a sua piena disposizione.
Come avrei potuto
guardarlo negli occhi e dirgli “Non ti amo.” ?
Non potevo.
Infondo, mentire a se
stessi era la sua specialità, non la mia.
*
Dio, quante cose avrei voluto dirgli.
“Ti odio.”, “Non guardarmi così, ti prego.”, “Perché non
hai mai pianto davanti a me?” sono solo alcune tra le tante.
Ma i perché erano sempre più frequenti.
Ero addirittura troppo stanca per continuare a
chiedermelo, la maggio parte delle notti.
Ma continua a non essere giusto.
*
Lo stavo guardando. Osservavo la curva morbida dello
zigomo, al buio, sperando che non se ne accorgesse. Non potevo continuare a
pensare alla morbidezza del suo corpo, alle sue labbra, ai sui abbracci da
togliere il fiato.
A quell’unico “ti amo” sincero.
Mi veniva da piangere, e stringevo i denti per
trattenermi.
La puntata di Scrubs non mi
interessava.
Nessuno sarebbe stato lì a consolarmi.
Lui non sarebbe stato lì.
Il telefono non squilla più. Mi sento ridicola. Sto
tornando indietro. Credevo quasi di essermene fatta una ragione.
Invece, probabilmente, stavo solo fingendo di non
sognare i suoi occhi azzurri tutte le notti.
*
Aveva ragione Bella, alla fine.
Nemmeno lei sapeva se poteva tradire un cuore assente
per salvare una vita patetica.
Ma probabilmente, proprio come me, non poteva.
*
Guardavo le stelle, ma in realtà aspettavo che
parlasse.
Percepii che si stava girando, e inclinai la testa di lato
per incontrare il suo sguardo.
Gli tremò la voce, mentre diceva che mi amava.
Ora so che quella fu l’unica volta in cui gli credetti
davvero.
Però non ricordo se feci in tempo a guardarlo negli
occhi.
*
Rimasi raggomitolata tra le sue braccia a lungo.
Quella panchina forse era troppo piccola, per contenere
tutto quell’amore.
Ricordo bene il suo odore.
Ricordo la dolcezza con la quale mi abbracciava, mi
accarezzava i capelli.
Oggi mi pento tantissimo di non essermi goduta del
tutto quei momenti.
La verità è che mi facevano paura.
Non era mai così.
E quando lo era, mi spaventava, ma lo amavo ancora di
più, per quanto possibile.
Ma di lui ho sempre amato tutto. Anche i difetti.
Soprattutto i
difetti.
*
Continui a infestare i miei sogni.
La tua presenza è costante.
Non so cosa vuoi dirmi.
Ma il fatto che ci sei, forse un po’ mi basta.
Ora ho mal di testa, ma spero di sognarti un’altra notte ancora.
*
Say my name,
So I will know you're back you're here again
For a while…
Oh let us share
The memories that only we can share
Together…
Tell me about
The days before I was born
How we were as children
You touch my hand
These colors come alive
In your heart and in your mind
I cross the borders of time
Leaving today behind to be with you again
We breathe the air
Do you remember how you used to touch my hair?
You're not aware
Your hands keep still
You just don't know that I am here
It hurts too much
I pray now that soon you're released
To where you belong
You touch my hand
These colors come alive
In your heart and in your mind
I cross the borders of time
Leaving today behind to be with you again
Please say my name
Remember who I am
You will find me in the world of yesterday
You drift away again
Too far from where I am
When you ask me who I am
Say my name
ANGOLO AUTRICE
Che dire? Sono sei mesi che non ci sei.
Si sente la tua mancanza qui.
Ma vado avanti, anche se mi chiami indietro.
Ti ricordi il modo in cui accarezzavi i miei capelli?
La tua mano ancora mi sfiora. Solo che tu non sai che
sono qui.
Torna, per un po’.
Perché devo lasciarti andare.
SeleneLightwood