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Autore: Lady Moonlight    20/04/2011    5 recensioni
Parigi 1819
Eloise Dupont è una ragazza semplice e di umili origini che trova lavoro all'Opera National di Parigi. Rimane incantata da quel mondo fatto di luci e colori, ma ancora di più dall'affascinante Fabian Manfield, il primo ballerino del teatro. Giovane ed attraente, la fama di Fabian con le donne è risaputa da tutte le ragazze parigine. Antoinette, amica di Eloise, ha ricevuto l'onore di essere la compagna di Fabian nella prossima opera teatrale ma la ragazza non sembra soddisfatta del ruolo ricevuto.
Sognava di essere Antoinette, o una qualsiasi delle altre ballerine, ed immaginava di essere lei quella sul palco, di essere lei quella amata dal pubblico.
Ma quando il sogno svaniva e lei si ritrovava di fronte allo specchio Eloise cedeva alla disperazione e nascondeva le lacrime che premevano per uscire.
Eloise sapeva di non essere bella. Non aveva lo sguardo accattivante di Antoinette, non possedeva la sua fulgida chioma dorata, e non aveva nemmeno la sua candida pelle argentata. Eloise aveva due profondi occhi grigi, corti capelli castani e la pelle resa scura dal sole.
Genere: Malinconico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

 

Eloise Dupont era nata in un sobborgo di Parigi. Uno di quei quartieri dove la gente a stento riusciva a sopravvivere e le case non erano altro che baraccopoli poste una affianco all'altra. La sua abitazione era una delle più vecchie, appartenuta alla famiglia fin dal nonno di suo padre.
Era un ambiente piccolo, composto da tre stanze al pian terreno ed altre due al piano superiore. Eloise aveva la stanza all'ultimo piano e la condivideva con la sua sorellina più piccola, nata dal secondo matrimonio di suo padre. Sua nonna stava nella camera adiacente, anche se in principio vi doveva stare Armand, suo fratello maggiore.
Armand era partito l'inverno precedente, il 10 dicembre 1818 per tentare la fortuna nella grande città, ma nessuno aveva più avuto sue notizie. Suo padre, Bernard, aveva perso tre dita alla mano destra qualche mese prima e da quel momento Eloise aveva dovuto cercarsi un lavoro per aiutare la famiglia nelle spese quotidiane.
Era piuttosto brava nelle pulizie e aveva trovato ben presto lavoro al “Opera National” di Parigi. Non riceveva un grosso compenso, ma quel minimo le permetteva di dare alla sua famiglia un pasto caldo.
La prima volta che la ragazza aveva visto quell'immensa costruzione né era rimasta incantata e per giorni, dopo l'orario di lavoro, aveva passato il suo tempo ad osservarla.
Abituata alla povertà del suo quartiere non era riuscita a credere che potesse esistere un mondo fatto di tanta bellezza e maestosità.
Tuttavia fu quando Eloise entrò nell'enorme teatro, luccicante di perle e stoffe pregiate, che per la prima volta il suo cuore smise di battere.
"Eloise?" la chiamò la voce di una ballerina, Antoinette, riscuotendola dai suoi pensieri.
Antoinette era splendida. Indossava un abito celeste ricamato con pizzi, i capelli biondi erano raccolti in una lunga treccia e le labbra erano piegate all'insù in uno strano sorriso. Eloise scosse la testa ed osservò Antoinette che le indicava qualcosa.
Annuì e salutò l'amica con la mano prima di mettersi al lavoro. La ragazza ricordava come Antoinette fosse sempre stata gentile con lei, fin da quando era entrata per la prima volta nel teatro.
Una volta Eloise s'era fermata oltre il suo orario lavorativo ed aveva osservato la ballerina allenarsi per l'imminente opera teatrale. Più volte s'era ritrovata a sospirare ed a spalancare gli occhi per la sua esibizione. Aveva imparato ad amare la danza, quanto amava se stessa.
Eloise riempì il secchio di legno con dell'acqua, afferrò uno straccio e cominciò a strofinare il delicato pavimento di legno del palcoscenico. Le mani le diventarono ben presto rossastre per il continuo strofinare, ma lei non vi badò. Strinse i denti e lasciò che il suo corpo facesse il resto.
Ormai le era diventato un gesto normale chinarsi, alzarsi ed abbassarsi nuovamente sul pavimento.
Tuttavia, malgrado il lavoro fosse duro e la paga misera Eloise continuava a recarsi ogni mattina, prima dell'alba al teatro. Percorreva le deserte vie di Parigi in un religioso silenzio, entrava per una breve visita alla cattedrale di Notre Dame e poi si recava all'Opera National. Era sempre stata una persona di Chiesa, fin da quando sua madre l'aveva lasciata all'età di undici anni. Credeva nei santi, nel papa, negli angeli e soprattutto nell'esistenza dei demoni.
Eloise si voltò, ignorando le occhiate sprezzante e le risate divertite delle ballerine, e i suoi occhi scorsero in lontananza la figura di Fabian, la stella del teatro, il primo ballerino. Eloise sospirò, sapendo che l'attrazione che provava per lui sarebbe rimasta per sempre celata nel suo cuore. La ragazza era consapevole di non possedere né un bel aspetto e nemmeno una qualche qualità che avrebbe permesso di farla notare ai suoi occhi.
Sconfitta da quella verità, Eloise Dupont, tornò ad occuparsi del suo lavoro.


Sistemare gli abiti dei ballerini e degli attori era uno dei compiti che rientrava nelle sue mansioni. Quello era l'unico momento in cui le era permesso vedere quei vestiti e l'unico istante in cui Eloise si concedeva il lusso di sognare.
Sognava di essere Antoinette, o una qualsiasi delle altre ballerine, ed immaginava di essere lei quella sul palco, di essere lei quella amata dal pubblico.
Ma quando il sogno svaniva e lei si ritrovava di fronte allo specchio Eloise cedeva alla disperazione e nascondeva le lacrime che premevano per uscire.
Eloise sapeva di non essere bella. Non aveva lo sguardo accattivante di Antoinette, non possedeva la sua fulgida chioma dorata, e non aveva nemmeno la sua candida pelle argentata.
Eloise aveva due profondi occhi grigi, corti capelli castani e la pelle resa scura dal sole. I suoi vestiti erano vecchi e rammendati in più punti, le scarpe consumate e le mani piene di cicatrici. L'unica cosa che la ragazza amava di sé era il sorriso sincero con cui ringraziava la gente.
La mano sfiorò la superficie dell'abito e tremò per l'emozione quando avvertì la morbidezza della stoffa. Eloise non resistette alla tentazione ed abbassò il volto per assaporarne anche il profumo.
"Scusa." disse qualcuno alle sue spalle, sfiorandogliele delicatamente con le mani.
Eloise sobbalzò e fece immediatamente qualche passò all'indietro. Abbassò il volto verso il pavimento e rimase china in avanti.
"V-Vi prego di perdonarmi, signore." mormorò spaventata all'idea di poter perdere il posto per il gesto appena compiuto. "Non accadrà più, la prego non mi mandi via." implorò senza nemmeno osservare il volto del suo interlocutore.
Una risata calda e cristallina interruppe le sue parole, spaventandola ulteriormente.
L'uomo le porse una mano ed Eloise l'afferrò, rimettendosi in posizione retta.
Fu allora, quando il suo sguardo incontrò gli occhi smeraldo del ragazzo, che Eloise comprese finalmente chi aveva di fronte.
Fabian Manfield le rivolse un dolce sorriso e le fece cenno di allontanarsi dall'abito.
Eloise balbettò alcune scuse e s'allontanò, imbarazzata per come era stata trovata dal ragazzo.
"Penso d'averti già visto da queste parti. Lavori qui da qualche settimana, dico bene?" chiese il ballerino infilandosi il costume di scena.
"S-Sì." balbettò Eloise incerta. La ragazza non riusciva a credere di stare parlando proprio al ragazzo che ogni giorno amava osservare di nascosto.
"Come ti chiami?" Fabian si voltò verso di lei e Eloise trattenne il respiro.
"Eloise Dupont." rispose facendo qualche passò indietro.
"È stato un piacere conoscerti Eloise. Stai tranquilla, non dirò a nessuno cosa stavi facendo." concluse strizzandole l'occhio. "Mi dispiacerebbe non poter più incontrare una ragazza tanto carina!" esclamò.
Eloise balbettò qualche frase imbarazzata, poi con lo sguardo continuò a seguire Fabian finché uscì dal camerino.


Eloise aveva ben compreso le sofferenze fisiche che doveva sopportare una ballerina nel suo lavoro. Così aveva preso l'abitudine di preparare un secchio d'acqua calda per Antoinette dopo che questa aveva finito gli esercizi.
Anche quel giorno aveva portato il recipiente nel piccolo spazio riservato all'amica e l'aveva attesa per diversi minuti.
"Eloise!" sentì gridare la ragazza alle sue spalle. Antoinette la stava salutando con la mano e la ragazza ricambiò il gesto con un sorriso.
La ballerina le andò incontro, si sedette su una sedia ed immerse i piedi nell'acqua. Il volto si distese in un'espressione soddisfatta e Antoinette si godette per alcuni istanti quel momento di tranquillità.
"Eloise, proprio non capisco perché non ti abbiano assunto prima!" esclamò. "Sei un angelo." mormorò riaprendo gli occhi.
Eloise si strinse nelle spalle e guardò il resto delle ballerine prepararsi per tornare alle loro abitazioni. Vedendo che però Antoinette non si alzava le chiese se avesse ancora degli esercizi da svolgere.
"Oggi sono state decise le parti per l'opera." fece una pausa. "Io sarò la compagna di Fabian e lui ha insistito affinché questa sera andassi a cena con lui." spiegò sbuffando.
"Non sei felice?" domandò Eloise inclinando la testa di lato.
Antoinette scosse la testa. "Qualche tempo fa ho avuto quella che possiamo definire una breve avventura con lui. Diciamo che non è finita nei migliori dei modi." confessò, massaggiandosi i muscoli delle gambe.
Eloise si sentì invadere da un pizzico di invidia. Non riusciva a capire il motivo per cui Antoinette fosse tanto delusa. A differenza sua poteva parlare con chiunque ed avere relazioni con ogni uomo del pianeta, mentre lei era costretta a nascondersi dalla sua stessa ombra. Una ragazza povera non poteva permettersi certe frequentazioni, men che meno se il ragazzo che le piaceva era la stella nascente dell'Opera National di Parigi.
"Mi dispiace Antoinette."disse, ma le parole risultarono false pure a lei. "Credo che allora tornerò a casa." concluse, mostrandole un'espressione esausta.
"Certo, certo..." commentò Antoinette. "Ci vediamo domani!" le gridò quando Eloise era a un passo dalla porta.


Quando riuscì finalmente a ritrovare il suo vecchio mantello, che utilizzava per ripararsi dal vento, Eloise non s'era resa conto che si fosse fatto tanto tardi. Quando lasciò il teatro, infatti, davanti a lei si ritrovò le figure di Fabian e Antoinette che tenendosi per mano e scherzando si stavano dirigendo verso una lucida carrozza nera.
Mordendosi la lingua e tirando il cappuccio sul viso per non farsi riconoscere si chiese se ad Antoinette non importasse veramente nulla di Fabian come le aveva rivelato. Dando le spalle ai due s'incamminò lungo le vie parigine.
L'autunno era alle porte e la gente rimaneva sempre più spesso in casa la sera. Il sole stava lentamente tramontando ed Eloise decise d'affrettarsi. Girare a Parigi di notte non era mai un'esperienza piacevole e lei l'aveva potuto sperimentare di persona.
Solo una settimana prima alcuni banditi avevano cercato di derubarla, ma sfortunatamente per loro Eloise non aveva con sé nulla di valore. In seguito era intervenuto un ufficiale dell'esercito e la questione si era risolta velocemente.
Tuttavia, Eloise aveva compreso che la fortuna spesso non girava dalla sua parte o da quella della sua famiglia e per questo motivo la ragazza allungò il passo.
Sussurri e suoni sinistri le invaserò la mente, facendola desiderare di essere già nella propria casa.
Versi d'uccelli e l'abbaiare dei cani la rincorsero lungo tutto il tragitto ed Eloise si ritrovò a pensare ad Armand, il suo adorato fratello maggiore che era scomparso senza lasciare tracce.
Con il cuore che batteva a mille, raggiunse la casa e si lasciò cadere sul suo scomodo letto di paglia. Delle lacrime scivolarono sul suo volto, ma Eloise non riuscì a comprendere se il motivo fosse la paura provata o i sentimenti contrastanti che l'avevano animata alla vista di Fabian e Antoinette insieme.
S'addormentò con addosso il sapore di Fabian e sognò il ballerino che danzava al suo fianco e non a quello di Antoinette.
Il desiderio d'averlo al suo fianco un giorno l'avrebbe distrutta, pensò la ragazza.

 

 


Eccomi con questa nuova storia di stampo storico-sentimentale. Non penso che ci sia molto da dire, quindi ringrazio fin da ora le persone che avranno il coraggio di seguirmi in questa impresa! XD Se vi fa piacere ditemi cosa ne pensate :)

 

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