Un altro minuto.Un'altra ora.Un altro giorno,forse.

Non avrebbe resistito e già lo sapeva. L'amarezza che sentiva in fondo alla gola,minacciava di prendere il sopravvento e lasciarlo immobile,incapace di prendere una decisione.

Aveva comprato l'anello,aveva comprato i cioccolatini e i fiori...era tutto posato sul tavolo,in attesa che la polvere si posasse a sottolineare la desolazione di quella stanza.

Non si sarebbe definito triste,la tristezza è frutto della rielaborazione.

Si sentiva solo.Solo e debole.

Come era accaduto?

Il sole lo aveva svegliato,accecandolo;si era alzato a sedere,le coperte erano cadute e si era ritrovato nudo per metà,la pelle irritata dal freddo che mostrava il suo disappunto.

E poi?

Poi si era voltato per svegliare Hayato e registrare il suo solito grugnito.Non c'era però.

Le sue intenzioni erano piuttosto chiare: chiedergli di sposarlo il giorno del loro anniversario;un po' sdolcinato forse e poco adatto ad una coppia come era la loro.

Non c'era.

Desolante come concetto.

Non si era accorto di essersi alzato nè di essere vicino alla porta,così quanto seguì fu piuttosto caotico.

Qualcuno camminava verso la camera da letto e Yamamoto registrò incosciamente quei movimenti,ma era troppo occupato da alcune domande, che nella sua testa non assumevano una forma vera e propria,ma erano più sensazioni devastanti che lo riempivano per intero.

"Yamamoto?Idiota sei sveglio?"

Appena sentita la voce soave della sua dannazione,si voltò e,vedendolo, scattò verso di lui,spiccando un balzo,somigliando ad una rana in volo.

Troppo amore,troppo slancio.

Rovinarono a terra entrambi,caffè e biscotti si mescolarono sul pavimento con il latte,il riso e le zuppe; le omelette si adagiarono con un comico "splat" contro la prima sedia che si intromise nel loro cammino,accompagnate dagli sciroppi di amarena e cioccolato.

Mentre Yamamoto stritolava in un abbraccio morboso il povero malcapitato,Hayato restava immobile,sorpreso e attonito;ben presto recuperò l'uso della parola e anche quello di braccia e piedi.

"Che cazzo ti salta in mente?! eh!??!!"

"Pensavo te ne fossi andato..." -a testa bassa,mormorò l'altro,incapace di incontrare gli occhi furenti di Hayato.

"Cosa vuol dire?!?! E dove me ne ero andato!?! Ero solo in cucina!!!" - la voce di un tono troppo alto,diventando acuta fino a ferire le orecchie del suo stesso padrone.

"A proposito,che facevi in cucina?"

Gokudera arrossì violentemente,facendo un passo indietro incosciamente.

"T-ti preparavo la colazione!" -nasconde il viso tra le mani,questa volta lui vittima dell'imbarazzo e avvilito.

"Mi preparavi la colazione?"

"Sì e ora devo rifare tutto! A pulire ci pensi tu però! Per puni--"

Un bacio corposo interruppe lo sproloquio.

"Vuoi sposarmi?"-sussurrò l'idiota all'orecchio incredulo dell'altro.

"Co-cosa?"

"Avevo preparato i fiori,le margherite che adori tanto;ci sono i cioccolatini al liquore anche,ma temo dovrai guastarteli dopo.Allora,vuoi sposarmi?"

L'enormità del gesto non gli era del tutto chiara probabilmente,così come non avrebbe mai nè saputo nè capito quanta gioia si fosse insinuata nel cuore del suo compagno,che invece capiva la tenerezza e la dolcezza con cui era stato preparato l'avvenimento.

La sua risposta fu un bacio.

E almeno 3 ore buone di sesso.

Del sesso travolgente,fatto di baci e carezze,piacere procurato con la bocca e penetrazioni susseguite da movimenti lenti e fluidi. Si godevano ogni momento,ogni gemito,ogni urlo di piacere.

Del resto bisognava solo festeggiare.

Fu solo nel pomeriggio inoltrato che si alzarono da quel letto,culla delle loro passioni,e fu solo per poter portare a letto del cibo e poi dormire un lungo riposo.

Alla fine,l'anello fu calzato solo il giorno dopo,i fiori appassirono un po' e quei cioccolatini furono ricoperti seriamente da un sottile strato di polvere.