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Autore: sweet_marty    21/04/2011    1 recensioni
Ed ecco che mi ritrovo a scrivere di te.
Perché? Non c’è un perché, mi andava.
Mi andava di scrivere di te, di una persona che non conosco abbastanza, di una persona che ho visto pochissime volte in vita mia, di una persona che non vedo da almeno tre anni, di una persona, anzi di un’innocente bambina che odio con tutta me stessa, ma nel profondo del mio cuore so che ti voglio bene.
Mi andava di scrivere di te sorellina, beh il termine sorellastra non mi piace, quindi sì, sorellina va bene.
E’ da un po’ di tempo che ti penso, ti penso spesso.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My sister . ..



Ed ecco che mi ritrovo a scrivere di te.

Perché? Non c’è un perché, mi andava.

Mi andava di scrivere di te, di una persona che non conosco abbastanza, di una persona che ho visto pochissime volte in vita mia, di una persona che non vedo da almeno tre anni, di una persona, anzi di un’innocente bambina che odio con tutta me stessa, ma nel profondo del mio cuore so che ti voglio bene.
Mi andava di scrivere di te sorellina, beh il termine sorellastra non mi piace, quindi sì, sorellina va bene.

E’ da un po’ di tempo che ti penso, ti penso spesso.
               

A volte vorrei rivederti.

A volte vorrei abbracciarti. Ma un abbraccio di quelli veri, un abbraccio tra sorelle. Non come quello stupido abbraccio che ci siamo dati qualche anno fa per Natale, che abbraccio non era nemmeno. Sai mi ricordo ancora quel giorno come se fosse ieri. Anche tu eri imbarazzata, forse più di me. Immagino che non ti aspettavi di vedermi, come io non immaginavo di vedere te. Ricordo che dopo averti fatto gli auguri sono scappata, non ce la facevo a vederti, a stare nella stessa stanza con te.

A volte vorrei parlarti. Parlarti come fanno due sorelle.

Sai ricordo ancora il primo giorno che ti ho vista. Era un giorno d’estate. Eri fuori con lui e chiamavi il mio nome. Io ero in camera mia e aspettavo la mia amichetta per giocare come ogni giorno. Appena ti vidi scoppiai a piangere e mia madre mi spiegò chi eri. Mia sorella. La figlia di mio padre. Da quel giorno ho odiato sia te che lui. Lui perché ha tradito me e mia madre. Te perché me lo hai portato via.
Quando venivi qui per le vacanze e ci vedevamo per caso, non riuscivamo nemmeno a guardarci negli occhi, quando sentivo parlare di te, o piangevo o scappavo. Meno sentivo il tuo nome, meno ti vedevo e meglio era.

Beh, ero piccola, non capivo molto, non capivo che la colpa di tutto non era tua.
Si, io ero piccola, ma tu più di me. Tu avresti voluto un rapporto con me, io in quel momento no.

Fino all’anno scorso non ho mai parlato con nessuno di te, anche se molti sapevano di te, io non sono riuscita a parlare con nessuno, non sono mai riuscita a raccontarlo a nessuno, non sono mai riuscita a dire agli altri come mi sentivo, come mi pesava la situazione, mi tenevo tutto dentro.
Però l’anno scorso sono riuscita a dirlo a qualcuno, sono riuscita a sfogarmi con lei, con la mia amica, a raccontarle tutto. A raccontarle le mie paure, i miei sentimenti, la mia rabbia, il mio odio, tutto.
Poi, un paio di mesi fa sono riuscita a raccontarlo a un’altra lei, a un’altra mia amica. A lei non ho dovuto dire molto perché già lo sapeva, ma ancora ora non riesco a capire perché non mi ha detto che sapeva di te.

Comunque, è anche grazie a loro che ho capito che non devo avercela con te, non devo odiare te, che la colpa non è tua e che infondo tu sei sempre mia sorella.

Adesso lui è con noi, devo ammettere che sono felice, felice che abbia scelto noi a voi, felice che anch’io adesso ho un padre, cosa che non ho avuto per tutta l’infanzia. Tu l’hai avuto con te, tu hai potuto giocare con lui, piangere tra le sue braccia quando ti facevi male, tu avevi un padre che ti proteggeva. Io no, io ho avuto solo una madre.
Anche se lui cercava di esserci sempre, io non lo volevo, non lo accettavo, non riuscivo a perdonarlo. Lui mi aveva tradito, lui aveva tradito mia madre. Mi faceva schifo.
Sono stata costretta a perdonarlo, ma a poco a poco sono riuscita a volergli nuovamente bene.

So che lui per te ancora ora è presente, anche se lui vive con noi e voi vivete fuori, e a quanto pare abbastanza lontano, so che vi sentite spesso e anche se questo mi fa male, non posso vietarvelo, e sinceramente non so se vorrei, non so se vorrei che tu ti sentissi come mi sono sentita io.

Adesso non so come stai, non so dove abiti, non so se hai un altro fratello o un’altra sorella, non so se hai una figura maschile con te, un uomo che sostituisce nostro padre, non so neanche quanti anni hai precisamente.

A volte vorrei averti qui, credo che se abitassimo nella stessa città, avremmo un rapporto.
Ancora sei piccola, non dico di ritenermi grande io, perché anch’io sono piccola, ma tu lo sei più di me. Vorrei stare con te, vorrei averti come complice, vorrei che mi raccontassi le tue cose, i tuoi segreti, vorrei essere con te quando darai il tuo primo bacio e poi correrai da me a raccontarmi com’è stato.

Spesso mi chiedono com’è essere figlia unica e spesso rispondo che è bello. Ma nessuno sa che mento, nessuno sa quando ci sto male quando mi fanno questa domanda e quando do questa risposta, perché vorrei gridare al mondo che non sono figlia unica, che io una sorella ce l’ho. Ma poi mi trattengo, mi trattengo perché ho paura che se lo direi tutti mi guarderebbero con occhi diversi, so che sono stupida a pensarlo ma ho paura, ho paura di raccontare ad altre persone di te.
Quando mento dicendo che sono felice così, che essere figlia unica è bellissimo, le mie amiche mi dicono che invece, avere una sorella o un fratello è bellissimo. E’ bellissimo avere qualcuno con cui scherzare, con cui essere complice, qualcuno con cui litigare e poi fare pace. E lì anch’io mi rendo conto di volere qualcuno al mio fianco, una sorella, un fratello, te.

Sai, a volte mi viene da pensare a noi da grandi, mi piace immaginare che ci ritroveremo, che finalmente saremo due sorelle, due amiche, due complici.
Ancora ora ho paura di incontrarti, di affrontare questa situazione, di guardarti negli occhi, quegli occhi che possibilmente assomigliano almeno un po’ ai miei.
Vorrei riuscire a scrivere ancora tanto di te. Ma che altro devo dire se infondo io di te non so niente?! Anche se so che questo “mio sfogo” non lo leggerai mai, voglio lo stesso dirti una cosa, tre semplici parole e poi la smetto. TI VOGLIO BENE.

Ah dimenticavo.. MI MANCHI.
   
 
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