«Schuester!»
Come non riconoscere quel richiamo marziale? Come non fermarsi, paralizzati, in mezzo al corridoio gremito di studenti che, come lui, avevano sentito quella voce imperiosa e mascolina? L'unica differenza che c'era tra lui e loro era che loro potevano continuare ad ignorarla e che lui sarebbe stato inseguito fino all'ufficio del preside, dove sarebbe stato accusato di qualcosa di assurdo.
Così si voltò e si armò di tutto la pazienza di cui era capace.
«Salve, Sue.» disse, quando lei fu abbastanza vicina e poté guardarlo, come al solito, dall'alto in basso, piantandosi le mani sui fianchi.
«Sentivo l'odore del tuo dopobarba dal fondo del corridoio.» gli disse, piena di disprezzo.
«Che cosa posso fare per te, Sue?» replicò lui, con pazienza.
Lei rimase un altro secondo in silenzio, a fissarlo. «Sappi che ho comprato una sciabola.» dichiarò, quindi. «E ti assicuro che è molto affilata. Potrebbe tagliare persino un cinghiale con un sol colpo.»
Will sbatté le palpebre, cercando un significato in quelle parole, ma tacque per sapere dove voleva andare definitivamente a parare.
«Ti consiglio di stare molto attento, Schuester.» continuò, infatti, facendosi avanti di un passo. «O il bel nido per passerotti che ti ritrovi per capelli potrebbe volarti via dalla testa. Ti avverto: ho comprato quella sciabola senza fodero, il che significa che ho tutta l'intenzione di usarla.»
Will impallidì: Sue era talmente fuori di testa che, con tutta probabilità, stava parlando sul serio. E quasi sicuramente lei si era resa conto di tutto questo e aveva scorto i suoi pensieri con facilità perché gli rivolse un sorrisetto compiaciuto. «Stammi bene, Will.»
E, detto questo, si dileguò tra gli studenti.