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Autore: Mirin    23/04/2011    0 recensioni
Il fatto era che raccontarlo a lui sarebbe stato troppo problematico e vergognoso da sopportare. Era gia abbastanza sentir cantilenare Sakura in modo sdolcinato ogni volta che le sfiorava il fianco mentre si affaccendavano fra le corsie ospedaliere, se si fosse aggiunto Nara con i suoi toni apatici e rochi avrebbe ucciso uno dei due. Probabilmente Shikamaru. Sicuramente Shikamaru .
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Note pre lettura: E' probabile che i PG di questa FF risultino OOC. Se qualcuno li considerasse tali, mi dispiace ma secondo me sarebbero così in una vita reale. Qualora ci fossero parole giapponesi non comprensibili, non preoccupatevi, a fine storia ho intenzione di mettere un vocabolario.

La stanzetta luminosa dell’ospedale era occupata da un ferito e da un infermiere che lo osservava, apprensiva.
Apprensiva sì, perché nonostante le continue rassicurazione delle colleghe, l’infermiere continuava a scrutare ansiosa il corpo dello shinobi, che giaceva nel letto, torturandosi in silenzio una ciocca di capelli.
L’unica cosa che spezzava il mutismo di quella situazione era il bip dell’elettrocardiografo, e il paramedico era particolarmente rinfrancata da quel ronzio fastidioso.
La caporeparto l’aveva richiamata qualche minuto prima e con poca enfasi: sapeva che la sua sottoposta avrebbe avuto la testa fra le nuvole e quindi non avrebbe svolto bene il suo lavoro. Non la biasimava: se si fosse trattato di lei si sarebbe fatta prendere dallo sconforto come faceva l’altra.
All’improvviso, si sentì distintamente nella camera un mugugno assonnato: che il paziente si stesse risvegliando? L’infermiere lo sperava proprio.
Ci furono dei movimenti sotto le lenzuola, segno che l’allettato stesse riprendendo la sensibilità alle gambe.
Uno sbadiglio sonoro e un borbottio (L’infermiere era quasi certo si fosse trattato di un << Mendokusee >>) riempirono la stanza.
Si avvicino con cautela al letto morbido, cercando di sbirciare fra le coperte per capire se il malato fosse sveglio o no.
<< Anzi mi correggo. Mendokusee, Ino. >>
Le gote della giovane si chiazzarono di quello che sembrava succo di pompelmo concentrato e votò di scatto il viso stringendo le dita in pugno, impedendosi di picchiare quello sfrontato.
<< Suicidati, Shikamaru.>> gli disse affettuosamente, scoccandogli un’occhiata obliqua di fuoco, che lo fece saltare a sedere.
Rimasero in silenzio per un po’, prima che il Nara si azzardasse a chiedere << Sei stata tu? >> indicando la medicazione intricata che aveva sull’addome.
<< Io e Big head, per la precisione.>> lo corresse, con un sorriso furbo e leggermente imbarazzato che fece scattare la curiosità quasi inesistente del rampollo.
Altri minuti di silenzio che furono rotti di nuovo da lui, esasperato:
<< Spiegati.>>
<< Ma nemmeno per scherzo! >>
<< Io sono malato >> sbottò scherzoso (Ma non troppo) << e tu osi rifiutarmi questa spiegazione? >>
<< Esattamente >> rispose quella, abbandonando le buone maniere e incenerendolo con un occhiata che Shikamaru ricambiò in pieno.
Il fatto era che raccontarlo a lui sarebbe stato troppo problematico e vergognoso da sopportare. Era gia abbastanza sentir cantilenare Sakura in modo sdolcinato ogni volta che le sfiorava il fianco mentre si affaccendavano fra le corsie ospedaliere, se si fosse aggiunto Nara con i suoi toni apatici e rochi avrebbe ucciso uno dei due. Probabilmente Shikamaru. Sicuramente Shikamaru .
Immersa fra i suoi pensieri, non aveva notato di essersi avvicinata al letto del paziente e con un ghigno da far impallidire quello di Kiba Shikamaru l’agguantò per la vita e la buttò sul letto.
<< Dimmelo.>> ordinò, fissandola torvo.
<<…>>
<< Era un ordine, non una richiesta >> sottolineò lui.
<< Se magari la smettessi con le tue… ehm, molestie sessuali potrei anche decidere di raccontartelo, Nara-kun >>
Come da copione, Shikamaru arrossì leggermente e l’aiutò a rialzarsi mentre lei prese una sedia e la mise di fronte a lui sedendosi sopra essa con una grazia invidiabile.
<< Ci tengo a puntualizzare che te lo racconto perché tu mi stavi molestando e potrei anche decidere di citarti in un tribunale per questo >> iniziò, facendo inarcare le sopracciglia all’altro, scettico.
<< Allora…>>

Ino sospira per l’ennesima volta, subendosi un’occhiata
particolarmente malevola da parte di
quella.
Erano entrambe di fronte alla sala operatoria in cui c’era
Nara, la stessa in cui venne operato Choji anni prima.
<< Senti, Yamanaka. Non sarò la sua migliore amica
ma so che  se Shikamaru fosse qui, ti avrebbe detto di smetterla
già da un pezzo.>> sbottò esasperata.
<> le rispose a denti stretti,
infuriata.
E con questo Temari comprese di non sapere proprio
nulla
sui rapporti umani.



<< Perché sospiravi? >> chiese Shikamaru, confuso.
Ino lo guardò con tanto d’occhi, prima di sospirare (Ancora una volta), sconsolata. Era troppo volersi sentir dire << Oh, Ino-chan, sei stata così tenera e dolce a preoccuparti per me. Arigatou gozaimasu*.>>
<< Bè, bastava chiederlo >> disse, sogghignando pericolosamente e in quel preciso istante l’infermiere capì che l’aveva pronunciata ad alta voce quella maledetta frase.
Rossa come il suo migliore amico non l’aveva mai vista borbottò << E poi … >>

<< Per adesso è fuori pericolo.>> annunciò una volta fuori Tsunade.
<< Ma temo che dovremmo agire con un altro intervento a breve >>
<< Quanto breve, esattamente? >> domando Ino, ansiosa.
<< Fra una settimana>> dichiarò,  guardando la kunoichi di Konoha.
<< Bè, Godaime-sama io concluderei qui la mia permanenza
a Konoha. Quando Shikamaru starà meglio compilerà
le scart- emh, gli atti burocratici >> annunciò l’altra bionda.
Tsunade parve accorgersi solo allora della sua presenza.
<< C-certo, Temari-san. Spedirò una copia al Kazekage quando
Shikamaru avrà finito di completarli. Porta i miei saluti a Gaara e a Kankuro >>
Lei e la jounin si scambiarono un’occhiata furtiva e Ino
giurò che Temari, prima di andarsene, avesse ammiccato verso di lei.

   
 
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