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Autore: _Ly_    26/01/2004    27 recensioni
Com'era Hogwarts e la vita prima di Harry Potter? C'è la rossa Lily, James e i Malandrini al completo! Ecco qui la mia verità!
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Piton rivolse un’occhiataccia ai due giovani seduti quasi di fronte a lui, Lily e James avevano la stessa espressione, occhi spalancati e increduli, labbra semiaperte incapaci di emettere alcun suono e un’aria frastornata. Harry, il loro piccolo dolce e simpatico Harry, un giorno avrebbe fatto fuori definitivamente colui che nemmeno Silente era mai riuscito a sconfiggere. Una parte di loro ebbe paura, l’altra, irrimediabilmente si compiacque. Lo avevano sempre saputo che era speciale - ignorando il fatto che anche, per esempio, il piccolo Neville lo era per Franck e Amy e che ogni bambino del mondo lo era per le rispettive mamma e i rispettivi papà.

Lily si voltò cercando una conferma, a qualcosa che nemmeno lei sapeva, in direzione di James che prima ricambiò il suo sguardo sconcertato, poi facendo mente locale sugli ultimi avvenimenti, gli rivolse un’occhiata glaciale che la fece rigirare all’istante, entrambi gli sguardi falsamente risoluti e apparentemente ancora in guerra, ma gl’animi a pezzi per il litigio più furente degli ultimi anni.

 

Erano tutti incapaci di parlare, la notizia aveva spiazzato i presenti lasciandoli come congelati nel fluire lento del tempo. Fu Silente a riprendere la parola “Tutto bene?” domandò ad entrambi.

James aprì momentaneamente la bocca, ma non riuscì a chiedere né a dire nulla delle mille cose che gli stavano velocemente vorticando in testa. Si limitò a sospirare e scrollare le spalle, sistemandosi con un dito gli occhiali sul naso. Lily, dal canto suo, si mangiucchiava nervosamente un labbro, il suo pensiero era volato a Harry, affidato momentaneamente alle cure di una baby sitter –Ghiana, che si occupava spesso di lui, aveva impegni urgenti di lavoro e non era potuta correre da loro.

“Immagino vi stiate chiedendo perché proprio Harry, non è così?” prese parola al loro posto Silente, con un tono di pesantezza e profonda stanchezza nella voce e nello sguardo.

Entrambi annuirono silenziosi, con un gesto del capo, Lily contorcendosi le mani e James passandosi una mano sul volto e sospirando.

Silente fece per dire qualcosa ma fu Severus a prendere la parola al suo posto “Tu –disse indicando con un cenno sprezzante del capo verso Lily- eri la vittima designata che lo avrebbe condotto all’immortalità assoluta, è logico che l’antidoto alla sua immortalità sarebbe venuto proprio da te!”

“Ma… non è successo! Lui non è immortale, no?” protestò lei, speranzosa che se non ci fosse immortalità non sarebbe sussistita nemmeno la possibilità che suo figlio si dovesse un giorno trovare a fronteggiare Voldemort… rischiando chissà cosa…

“In effetti, Lily –intervenne Silente- è lecito pensarla in questo modo… Ma ciò che è successo anni fa ha dato il via ad un processo inarrestabile. Ha preso qualcosa di te, una lacrima è bastata per legarti a lui… La tua vita e la tua capacità di generare rappresenta per lui l’ostacolo più grande, ora.” le spiegò, a conoscenza di ogni dettaglio.

“No! Non può essere! Lui non è immortale io non c’entro più nulla con lui! Quel processo di cui parli, Albus, è stato interrotto!” protestò quasi disperata. Voleva rifiutarsi di credere a tutto quello.

“Si! È così! L’abbiamo fermato, no? Lily è sfuggita alle sue grinfie, prima che potesse afferrare ciò che desiderava! Il processo è stato interrotto… - James dette man forte alle ragioni di Lily, avvinto dagli stessi sentimenti di lei- Non può fare niente! Non farà niente a Lily e Harry!” iniziava a capire cosa c’era di tanto drammatico in tutto quello… Se Lord Voldemort sapeva che il loro Harry un giorno lo avrebbe sconfitto, bèh lui avrebbe eliminato Harry prima che ciò che era stato predetto avesse potuto verificarsi.

“Già… un processo interrotto proprio da te, Potter! La tua presenza ha sconvolto i suoi paini –intervenne la voce sussurrata e strascicata di Piton - e ora l’Oscuro Signore ha sete di vendetta. Anche nei tuoi confronti. Attento Potter, ti ucciderà! Vi ucciderà tutti…” terminò quasi con un ghigno divertito.

“Questo lo vedremo, dannata spia!” Sirius balzò in piedi, rovesciando la propria sedia e fiondandosi al collo di Piton, acchiappandolo con una mano per il bavero del mantello e puntandogli con l’altra la bacchetta al cuore.

“Di nuovo cerchi di uccidermi, Black? Avanti, puoi fare meglio di così, davanti a tutti. L’ultima volta al Platano è stata decisamente più magistrale…” sibilò Piton, provocatorio e cattivo, guardando Sirius con astio. Un astio decisamente condiviso.

“Sirius…” la voce di Silente lo riportò alla realtà senza aggiungere altro.

Sirius inspirò a fondo e lanciò a Piton un’occhiata colma di disgusto, quindi si staccò tornando al proprio posto e risedendosi nervosamente dopo aver raccolto la propria sedia da terra.

Evitò accuratamente di incrociare lo sguardo di MJ, seduta accanto a lui, che sospettava lo avrebbe guardato con biasimo, ma James notò lo stupore sul suo volto quando la ragazza catturò una sua mano stringendola senza commentare quanto appena successo.

Tuttavia in quel momento era troppo preoccupato per l’ipotetico avvenire del suo piccolino per rallegrarsi del fatto che il rapporto dei suoi due amici stesse andando, a quanto pareva, un po’ meglio.

Dunque Lord Voldemort avrebbe dato la caccia a tutti loro? A lui… a Lily e Harry? Che cosa diavolo aveva mai fatto per non potersi meritare un attimo di pace? Per non poter rincasare ogni sera dal lavoro senza altri pensieri che non fossero l’orlo del mantello scucito e il collega rompiscatole e falso? Perché non poteva passeggiare liberamente per Diagon Alley con in braccio suo figlio mostrandogli tutto quello che un giorno lo avrebbe atteso? Perché non poteva litigare con Lily sulla marca dei pannolini da comprare e sul gusto degli omogeneizzati preferiti di Harry o sul colore delle tutine che gli stavano meglio? Perché accidenti non poteva essere come doveva essere per tutti?

Sentì un moto di rabbia bloccargli il respiro e seccargli la gola. Strinse i pugni e chinò il capo… Se solo avesse avuto davanti Voldemort in quello stesso istante un Avada Kedavra scagliato nella sua direzione non sarebbe riuscito a trattenerlo. Aveva sempre pensato che, per quanto spaventosa possa essere una persona e terribili i suoi crimini, non la si sarebbe mai e poi mai dovuta privare della vita. Non ne era più tanto sicuro ora che tutto quanto toccava da vicino il suo piccolo Harry… Sarebbe diventato anche un volgare e brutale assassino pur di proteggerlo, avrebbe tolto la vita fino all’ultima goccia a chiunque avesse minacciato la sua vita.

 

“Albus io… cosa posso fare? Sono diventata abile nel padroneggiare gli incantesimi più arcaici, pericolosi e potenti… Non ce n’è nemmeno uno che possa aiutarmi ora? A che cosa è servito tutto quello che ho imparato? Tutto quello che ho-abbiamo fatto?” la voce nervosa di Lily riscosse James dai suoi cupi pensieri.

Albus sospirò e rivolse a Lily uno sguardo carico di tristezza “Sei forte e potente, Lily, ma nessun incantesimo lo terrà lontano da Harry… La conoscenza di Voldemort della magia arcaica, persino di quella più scura, è superiore a chiunque. Non esiste un incantesimo che lui non possa spezzare.”

Quelle parole grevi giunsero alle orecchie dei due genitori come un verdetto ingiusto gettandoli nell’angoscia.

“Però… L’incanto Fidelius…Forse sarebbe l’unica soluzione…” suggerì subito dopo.

“Nascondersi? Nascondersi sarebbe una soluzione? Per quanto? Una settimana? Un mese? Un anno? Tutta la vita?” rispose istericamente la rossa col respiro affannoso come dopo una lunga corsa.

James la guardò sbalordito, voleva forse giocare al Leone in una situazione del genere? Non la riconosceva più, quasi… “Cosa diamine stai dicendo, Lil? Vuoi giocare a fare la temeraria e porgere su un piatto d’argento il nostro Harry a Voldemort? Ora chi è che gioca a fare l’eroe, eh?” le domandò risentito ripensando alla discussione di poco tempo prima.

Lei gli scoccò un’occhiata di fuoco senza ribattere, piena di frustrazione per la situazione.

Intanto i presenti osservavano la scena increduli, innanzitutto non li avevano mai sentiti rivolgersi parole e sguardi tanto carichi di veleno e poi pareva che le loro posizioni di sempre, lo sfrontato lui e la più saggia lei, si fossero drasticamente invertite. Anche Silente pareva perplesso ma più di tutto preoccupato. Il seme della discordia porta sempre e solo grosse e dolorose perdite e ne accelera le venute, lo sapeva bene.

“Vi prego di riflettere bene su quello che vi ho detto oggi –disse ad un certo punto il vecchio preside alzandosi in piedi e posando le mani lunghe e grinzose sul tavolo di legno, gli occhi che indugiarono soprattutto su James e Lily- Ora mi duole ma devo lasciarvi, la scuola da poco ricominciata mi aspetta… Severus, vieni con me…” con un cenno del capo Silente si smaterializzò e Piton lo seguì a ruota senza degnare di un solo sguardo gli innumerevoli presenti.

“Severus, cosa?” chiese Sirius, la voce incredula strozzata ed un odioso sospetto nella mente. Rivolse il suo sguardo interrogatorio alla Mc Granitt che era ancora in sala.

La professoressa si limitò ad annuire “Proprio così, Sirius, Silente ha deciso che non c’è posto migliore dove Severus possa trovare rifugio di Hogwarts. Credo che gli assegnerà a breve la cattedra di Pozioni da un paio di anni instabile e vacante.”

Sirius emise un sospiro di leggero sollievo “Mamma mia, per un attimo ho creduto che gli avrebbe affidato la cattedra di Difesa che era stata di Arabella!” disse sollevato passandosi una mano tra i capelli.

“Già, chi insegnerà quest’anno al suo posto? Voglio dire, il vecchio Botred che aveva accettato l’incarico l’anno passato lo aveva fatto come favore a Silente, senza molto interesse…” domandò curiosa Amy Paciock.

“Abbiamo trovato proprio questa scorsa estate un giovane disposto ad accettare un incarico a lungo termine. Sembra piuttosto timorato di Dio ma ha dimostrato un’ampia conoscenza di creature oscure e incantesimi e poi Silente si fida di lui, un certo Raptor, un gallese.” spiegò soddisfacendo la curiosità generale, quindi si smaterializzò salutando i presenti per tornare alle proprie lezioni.

Nella stanza calò il silenzio. Lily e James non si erano rivolti un solo sguardo e una sola parola dopo l’ultimo scontro verbale e nessuno sapeva come spezzare quella tensione presente.

“Allora… -fece un po’ in imbarazzo Mundungus – Quella dell’Incanto Fidelius mi pare una buona idea, no?” azzardò pur col timore di sollevare una tempesta, ma incapace di sopportare oltre quel clima gelido.

“Assolutamente!” “Per niente!”, risposero praticamente all’unisono i due che, dopo aver udito la risposta dell’altro, tornarono a guardarsi torvo e a digrignare i denti.

“Sei diventata matta!” berciò lui, scrollando incredulo il capo.

“Tu lo sei sempre stato! Un’altra offesa e torno da mia madre con Harry… senza tarparmi in qualche cantina cadente…” soffiò lei, lo sguardo nero.

Remus guardò con pietà Mundungus che aveva preso a mangiarsi le mani per la disperazione, forse sarebbe stato meglio non dire assolutamente niente.

MJ sospirò e si alzò avvicinandosi ai due “Ragazzi, credo sia meglio per tutti se discutiate voi due soli di questa faccenda… Credo sia il caso che ognuno se ne torni a casa…” suggerì, Sirius assentì col capo alle sue spalle.

Lily la guardò per un attimo come a voler intendere di non aver assolutamente niente da dire a James ma poi annuì e così fece lui.

Uno dopo l’altro, senza una parola o un cenno, si smaterializzarono diretti a casa.

 

Quando Lily comparve nell’accogliente e famigliare salotto di casa si precipitò dal suo piccino che giocava beato con le paperelle, che la giovane babysitter aveva incantato per lui e ora volteggiavano lentamente attorno a lui, emettendo versetti divertenti.

“Ciao micetto della mamma! –gli disse con un sorriso amaro stringendolo più forte del necessario- Grazie mille Kate, puoi andare.” disse alla babysitter porgendole una sacchetta di Falci.

“Non c’è di che! Quando avete bisogno non esitate a chiamarmi. Arrivederci Lily, ciao piccolo Harry!” e la ragazzina se ne andò con una manciata di polvere volante attraverso il camino.

Nel medesimo istante James si materializzò a qualche passo da lei.

“Vieni da papà, micetto!” disse sorridente al piccolo Harry, rubandolo poco delicatamente alle braccia della madre. Harry aumentò le proteste già varate tra le braccia della mamma: in quel momento i suoi unici interessi erano le paperelle.

“Non ci vuole stare con te! Si dimena!” gli fece notare ben poco delicatamente lei incrociando le braccia sul petto con fare saputo.

“Non mi pareva che fosse molto entusiasta nemmeno tra le tue braccia, sai?” rispose decisamente acido lui.

Presero a guardarsi nuovamente in cagnesco ed Harry passò dal gridare “Papele! Papele! Mettimi giuù-uu!” al piangere disperato.

James gli rivolse un faccino preoccupato facendolo saltare un po’ per rallegrarlo “Ehi, micio, che succede?” gli domandò crucciato battendogli amorevolmente sulla schiena.

“Pa-paaaa!” Harry, in lacrime, si aggrappò con una manina al colletto del vestito del padre e prese ad agitare l’altra in direzione della mamma “Maaa-ma!” piagnucolò.

Lily con una falcata gli fu appresso cercando di levarlo dalle braccia del marito e sussurrandogli parole dolci con un falso sorriso. Il risultato fu che Harry prese a piangere e dimenarsi ancora di più e rafforzò la presa ai vestiti del padre acchiappando anche una ciocca di capelli della madre e tirandola a sé.

Il piccolo Harry pareva essere più saggio dei suoi genitori.

Lily sospirò stancamente e rivolse a James il primo sguardo non sprezzante “Tregua?”

“Tregua…”

Tra le braccia del padre e aggrappato alle lunghe chiome della madre che gli carezzava amorevolmente la schiena e la testolina, scompigliandogli ancora di più i capelli già smossi, Harry si quietò e ben presto si addormentò sognando un mondo interamente popolato da simpatiche paperelle di gomma gracchianti.

Quando lo adagiò con cura nel lettino, James indugiò accarezzandogli ripetutamente il volto. Quel bambino era la sua gioia e il suo orgoglio, possibile che Lily fosse disposta a fargli correre simili rischi? Bèh, lui non l’avrebbe mai permesso.

Lei faticò a liberare una ciocca di capelli dalla presa ancora salda di Harry, seppure profondamente assopito. Quando vi riuscì gli baciò la fronte con un sorriso mortificato. Si sorprese a domandarsi cosa avrebbe pensato Harry, quanto l’avrebbe odiata se l’avesse costretto ad una vita di rinunce e segregazione. Dopo tutto non era posto un termine nemmeno ipotetico alla soluzione che era stata loro proposta. E comunque lei lo avrebbe difeso da tutto e da tutti senza bisogno di nascondersi.

 

Quando scese di nuovo in cucina vi trovò James intento a versarsi una tazza abbondante di caffè “Ne vuoi un po’?” le chiese.

Lei scrollò il capo “Meglio di no, sennò finisce che oggi ci scanniamo…” rispose con poco entusiasmo.

Lui bloccò la tazza carica di liquido nero e fumante ad un soffio dalle labbra “Mi sa che hai ragione…” rispose trasfigurandone il contenuto in una bella limonata dolce. Ne porse un sorso anche alla rossa che ne bevve di gusto, stavolta.

Si sedette stancamente su una sedia abbandonandosi presso lo schienale e prese ad osservare Lily, seduta di fronte a lui sul ripiano del mobile da cucina, lo sguardo pensoso puntato a terra.

“Forse è vero che ne dobbiamo parlare…” suggerì titubante.

Lei annuì.

“E poi… scusami per lo schiaffo di oggi…” aggiunse rapido.

Lei alzò il capo, un mezzo sorriso comparve sulle sue labbra pallide “I tuoi ceffoni sono tremendi… Però forse ho esagerato oggi, me ne rendo conto.” ammise dispiaciuta. In realtà non intendeva affatto dire tutte le cattiverie che gli aveva riversato addosso, non ne pensava nemmeno una di tutte quelle cose sputate con astio.

Presto lo seppe anche lui semplicemente leggendolo nei suoi occhi dispiaciuti “Ok, esageriamo tutti ogni tanto… Certo che tu ci sei andata giù pesante, eh!” rincarò.

“James! Come se non mi sentissi già abbastanza una serpe!” rispose lei sull’orlo dell’ennesima crisi di nervi.

Lui ridacchiò un po’ forzatamente “Eddai, Lil! Stavo scherzando…”

Lei scrollò il capo rassegnata ma sollevata, nel suo piccolo.

“Abbiamo sempre avuto pareri contrastanti, eh?” fece all’improvviso lui, in un soffio, ricordando i loro primi anni ad Hogwarts, primi anni che parevano così lontani in quel momento. Lei più rispettosa e pacata e lui borioso ed esibizionista… Un unico, grande e continuo battibecco che però, invece di allontanarli, chissà come li aveva fatti innamorare. Non erano passati più di cinque anni da quel primo dolce bacio sulle labbra, nella calda e vuota sala comune di Grifondoro, eppure ad entrambi pareva di rammentare un periodo lontano, come si ricordano i giorni felici della propria infanzia e della propria spensierata adolescenza. E loro, la spensieratezza e la gaiezza l’avevano dovuta salutare alla svelta e senza troppe smancerie. Ed era dura cercare di mantenere viva la parte infantile e giocosa dentro di sé in quei giorni neri, in cui se avevi ancora un po’ di speranza, ogni singolo atomo nell’aria pesante sembrava volertela rubare per sempre.

“Non sulle cose importanti…” rispose lei abbattuta. Ed in effetti era così, lei più diligente era continuamente occupata a riprendere lui, scavezzacollo per eccellenza. Ed era sempre un continuo ridire e cercare di avere l’ultima parola. Ma non per le cose importanti, non per le cose che valgono… Non erano mai stati in disappunto su una questione di principio, non sul loro bambino, non su una decisone di vitale importanza. Ed ora erano entrambi spiazzati oltre che preoccupati.

Lui fece spallucce accennando un sorriso insicuro e vago “Bèh, saremmo risultati monotoni, altrimenti! Ogni tanto bisognerà pure far qualcosa di differente, gridare, prendersi a schiaffoni, litigarsi Harry, pensare anche solo remotamente al divorzio…”

“JAMES! Tu… Ma…” Lily non riusciva a credere alle proprie orecchie, quell’ultima parola era risuonata come un ceffone, almeno tre volte più potente di quello ricevuto poche ore prima da James. Il che era tutto dire…

Lui ridacchiò scotendo la testa “Lil, rilassati! Stavo ancora scherzando…Ci sono sempre le corna, non preoccuparti!”

Lei gli rivolse un’occhiataccia truce “Stai attento a non parlare troppo, le tue parole potrebbero risuonare come un gentile invito, sai? C’è quel bel commesso in quella libreria di Diagon Alley che mi ha messo gli occhi addosso da qualche mese, ne sono certa…” fece lei sfoggiando una falsa arroganza.

Lui inarcò le sopracciglia “Guarda Lil che ormai sei un pezzo da museo in confronto a certe nuove neodiplomate che si aggirano per Diagon Alley in cerca di lavoro…Ne conosco un paio… Uhm…” le ricordò fingendo di deliziarsi al pensiero di giovani streghette promettenti.

“Tsk, e stanno a guardare te, certo!” rimbeccò lei, malcelando una fitta di sana gelosia.

“Ma certo! –rispose lui compiaciuto- Devo ricordarti che più di una ragazza, ad Hogwarts, avrebbe fatto carte false per passare con me anche solo un pomeriggio? Erano in molte a guardarmi e rivolgermi sorrisi mielosi.” si pavoneggiò.

Lei rise di gusto “Ho sempre pensato che tu abbia, ed abbia avuto, bisogno di un paio di occhiali nuovi, Potter! La tua vista si confonde troppo spesso con le tue insoddisfatte fantasie!”

“Ti piacerebbe essere al centro di queste fantasie, vero Evans?” fece lui malizioso, alzandosi ed incamminandosi verso di lei.

“Puoi scommetterci, Potter! Solo che poi diverrebbero piuttosto dolorose per il tuo ego in cerca di acclamazione dal momento che inizierei a prenderti a schiaffoni!” rispose lei acida riservandogli un fiero sguardo di sfida.

“Ah, si? E poi toglieresti dieci punti a Grifondoro per averti fatto innamorare di me?” continuò lui, diminuendo la distanza tra loro e seguitando a guardarla negli occhi, profondamente divertito.

Lily incrociò le braccia al petto “Oltre che tremendamente cieco sei anche un illuso! Chi è che sarebbe innamorato di te? E più che dieci punti alla mia Casa credo che ti toglierei una sera di libertà con una bella punizione… Sarebbe molto più istruttivo per te, magari facendoti lavare tutti i piatti della cena chiuso nelle cucine…Naturalmente con spugna e detersivo babbani. Sai, Potter, ti donerebbero molto i guanti colorati e il grembiulino rosa!”

“Questo non cambia il fatto che tu sia innamorata di me, non è così?” proseguì lui, senza la minima esitazione e trattenendo un risolino all’idea di lui conciato come una vecchia lavapiatti.

“Questo denota quanta fantasia tu abbia davvero…” ribatté prontamente lei.

La distanza tra i due era diventata pressoché nulla ed entrambi poterono sentire l’altrui respiro solleticare le reciproche labbra, pericolosamente vicino.

“Dillo ora, che non sei pazzamente, inesorabilmente ed inequivocabilmente innamorata di me, Evans…” sussurrò lui, appena prima di sfiorarle le labbra e tornare a guardarla.

Fu un attimo, qualcosa scattò e i due giovani scoppiarono a ridere liberamente dimentichi dei propri problemi e dissapori. Risero da matti, tenendosi le braccia strette sullo stomaco e asciugando le lacrime che sgorgavano dagli occhi, incapaci di fermarsi nemmeno per riprendere fiato. Sembrava davvero di essere tornati ai begli anni di Hogwarts, quando riuscivano ed essere più se stessi e a non farsi schiacciare dalle difficoltà.

Lily si sedette sul pavimento freddo, di fronte a James che nel frattempo era finito carponi, e allungò una mano per prendere una delle sue “Forse avevamo solo bisogno di una risata…”

Lui annuì “Stiamo diventando come gli adulti che non mi sono mai piaciuti, quelli che sono troppo ottusi e prendono tutto nel peggiore dei modi, diventando isterici e inconcludenti…” osservò rammaricato.

“Mi sa… Cosa avremmo fatto in una situazione del genere quattro o cinque anni fa?” domandò lei, intrecciando le sue dita a quelle di James.

Lui sospirò sedendosi a pochi passi da lei e circondandola con le proprie gambe “Mah… probabilmente avremmo infilato un paio di quei fantastici ScoppioFuochi procurati da Sirius nella tasca di dietro dei pantaloni di Voldemort…” decretò alzando le spalle.

Lily non poté fare a meno di scoppiare nuovamente a ridere, facendolo sentire bene.

Lui sorrise “Sì, lo avremmo fatto sul serio, sai? Probabilmente Remus avrebbe cercato di intrattenerlo con qualche argomentazione idiota del tipo ‘perché odi così tanto il mondo’  per cui tutti i cattivi di ogni storia si perdono in chiacchiere invece di agire; Peter avrebbe sorvegliato la situazione cercando di avvisarci nel caso dell’arrivo di qualcuno o cose simili e io e Sirius ci saremmo lanciati sotto il mantello di quel Maledetto, lui avrebbe infilato il fuoco, io avrei acceso la miccia e poi ce la saremmo data a gambe tutti e quattro verso un angolo sicuro da cui poter godere la vista dei fuochi d’artificio più belli del mondo…Naturalmente tu ci avresti rotto le scatole sul fatto che pezzi di Voldemort per tutto il cielo non erano un bello spettacolo e per di più sarebbe stato inquinante e bla-bla-bla…” rise anche lui a quell’idea e Lily lo seguì a ruota, avrebbero fatto così davvero, ne era quasi certa.

“In pratica quello che avremmo fatto…” iniziò lei, stringendo di più la presa attorno alla sua mano.

“…non sarebbe stato né fare gli eroi né fare i conigli… Semplicemente saremmo stati uniti senza angosciarci troppo.” concluse lui per lei, chinando in avanti la fronte e appoggiandola a quella di lei che gli sorrise.

Non erano stati uniti, per niente. Avevano reagito solamente tirando fuori unghie ed aculei senza pensare di prendersi prima per mano…

“Eravamo così tanti, oggi, là da Sirius…” osservò lei.

Lui annuì “Eppure non abbiamo nemmeno pensato di chiedere aiuto. Le cose si risolvono assieme, no? Da soli non si va molto lontano…”

“E abbiamo tanti amici stupendi che si stanno preoccupando per noi e come noi, in questo momento… Forse dovremmo mettere un po’ da parte l’orgoglio e chiedere loro una mano… Un semplice supporto… La loro presenza basterebbe, farebbe già così tanto!”

James annuì e le accarezzò una guancia “Alla fine ce l’abbiamo fatta a trovare una soluzione, eh?”

“Fortunatamente sì, non avrei retto un altro dei tuoi schiaffi. Dobbiamo solo giocare un po’ meno a fare gli adulti testardi e autosufficienti, che poi non sarebbe possibile esserlo veramente, e rimanere noi stessi, fedeli ai nostri principi, eh? Non mi piace litigare in questo modo con te, davvero… Preferisco baciarti… Perché, non dirglielo èh, ma è vero che Potter mi ha fatto terribilmente innamorare di lui…” rispose con un occhiolino, baciandolo lievemente.

Lui ridacchiò “Oh, credo che anche a lui piaccia parecchio la Evans, sai? E per parecchio intendo che è proprio cieco a tutte le ochette sghignazzanti di Diagon Alley… Però se vuoi che non glielo dica, chiudimi la bocca…”

E Lily non se lo fece ripetere due volte…

 

Nemmeno tre giorni dopo casa Potter a Goldrick Hollow era vuota e fredda, tutta la brigata si era trasferita immediatamente presso l’abitazione di Sirius.

La mattina seguente i loro chiarimenti avevano parlato a tutti e avevano chiesto il loro aiuto. Non volevano offrire loro figlio alle grinfie di Voldemort ma nemmeno nascondersi come topi, non per il momento per lo meno. Silente aveva suggerito una ‘scorta’ costante. Non sarebbero mai stati soli. Per quanto perfettamente in grado di cavarsela, essere in molti aiuta. E allora, approvati all’unanimità, erano stati stesi dei ‘turni di scorta’. Naturalmente facendo in modo di non intaccare la loro intimità e il loro spazio vitale. In casa ci sarebbero sempre stati Sirius e Remus, uscendo Amy o Franck, quando liberi dei loro massacranti turni da Auror, sarebbero stati ben felici di fare loro compagnia, lo stesso per Mund, Ghiana, Hagrid e la Mc Granitt, che avrebbero sfruttato varie pause dai loro incarichi ad Hogwarts e tanti, tanti altri. Ma soprattutto, il piccolo Harry non sarebbe mai rimasto solo… I ragazzi del gruppo avrebbero fatto lui da baby-sitter, con sua grande gioia dal momento che aveva imparato ad adorarli tutti quanti.

E i primi giorni a casa Black trascorsero all’insegna del divertimento. Vivere in cinque, sei con il piccolo Harry –o anche di più quando altri ragazzi si fermavano per i pasti, o anche per la notte-, si rivelò parecchio confusionario ma decisamente allegro. A tutti sembrò di tornare ai vecchi tempi della scuola, tutti assieme nei dormitori e nella Sala Comune a chiacchierare, fare baldoria e giocare invece di dormire. La cosa ancora più bella era che non c’erano compiti…

 

Lily si stropicciò gli occhi di malavoglia, il sonno era ancora potente e la voglia di alzarsi dal letto molto poca. Avrebbe seguitato a dormire per almeno altre tre ore se solo quegli schiamazzi scalmanati non l’avessero svegliata. Era andata a letto che era quasi l’alba, l’intera notte trascorsa ad esercitarsi sempre di più in incantesimi arcaici con Silente, e dopo tutta quella fatica non le era concesso nemmeno un po’ di sonno ristoratore. Mentalmente maledisse quei chiassosi coinquilini rimpiangendo la tranquillità della propria vecchia abitazione.

A fatica si tirò a sedere e, con le spalle ancora dolenti e la testa pesante, si costrinse ad alzarsi infilando i piedi nudi nelle pantofole calde ed imbottite. Passò una mano tra i rossi capelli arruffati senza reprimere un sonoro sbadiglio e si avviò stancamente alla porta. Avrebbe tanto voluto piazzare un bell’incantesimo insonorizzante sulla stanza ma Albus aveva proibito loro qualsiasi drastico tipo di isolamento dagli altri…

Scese lentamente le scale fredde scivolando con la mano nuda lungo il corrimano di legno, un po’ tarlato e tentennante, per evitare di percorrere gli ultimi ripidi e vecchi gradini a ruzzoloni e si trovò di fronte la quasi intera brigata –James, Sirius, Peter, Remus, Ghiana, Franck ed MJ- alle prese con il piccolo Harry. James stava cercando di ammaestrarlo alla ‘caccia al boccino’ e a quanto pareva, ma soprattutto stando a quanto aveva potuto sentire, la situazione aveva preso una piega parecchio comica.

“Ma che succede qui?” domandò lei con uno sbadiglio, buttandosi sull’unica poltrona libera e osservando prima Harry con le manine protese verso il cielo, poi Sirius che lo teneva sospeso a mezz’aria e infine James, che controllava con la bacchetta un mandarino dalle ali dorate.

“Alleniamo tuo figlio!” rispose senza il minimo timore Sirius.

Lily grugnì per tutta risposta “Oltre al fatto che non mi piace tutto ciò avete fatto tanto di quel casino che avete interrotto il mio riposo sul nascere…” protestò prendendo dolcemente il figlio dalle braccia del suo padrino e schioccandogli un bacione sul naso “Buongiorno micetto”.

“Lil, sono le dieci passate!” le fece notare Sirius riprendendosi Harry e risollevandolo verso il ‘boccino’.

Lily riservò un’altra occhiata bieca al ragazzo e si rannicchiò nella comoda poltrona “Ma non dormivo nemmeno da quattro ore! Un po’ di rispetto…” quindi sbadigliò di nuovo.

James ridacchiò “Quando dorme poco è insopportabile, non fateci caso…” fece a tutti i presenti che parevano ora un po’ pentiti.

Lei sbuffò di nuovo “Un’altra frase del genere, James Potter, e rimpiangerai di aver sposato una strega abile come la sottoscritta, conosco incantesimi che ti farebbero pentire amaramente di ogni singola frecciatina…” lo minacciò con poca convinzione.

“Uh! Aiuto…” James finse un attacco di panico rannicchiandosi dietro la schiena di MJ che gli sferrò una giornalata in testa, offrendo solidarietà a Lily.

Presto la stanza si riempì nuovamente di risate.

“Parlando seriamente, come vanno le tue lezioni con Silente, Lil?” domandò ad un certo punto Ghiana.

La rossa sbadigliò di nuovo e bevve un sorso della tazza di caffèlatte che Remus le porse gentilmente, “Vanno bene… Anche se credo di aver imparato più cose in questa settimana che negli ultimi due anni con lui… Sono stanchissima! E mi fa sempre un male cane la testa…”

“Bah! Piagnucoli come una donna, Lil!” la prese in giro James.

“Io SONO una donna, idiota!” rispose lei con un’affettuosa linguaccia.

“Giusto, giusto! Ogni tanto non ci penso…” la prese in giro.

“Devo iniziare a pensare che tu sia gay?” replicò lei prontamente.

Tutti quanti risero, vederli battibeccare in quel modo li faceva stare davvero bene. Era un piacevole salto nel passato.

“Colpito e affondato… mi spiace, amico!” decretò Sirius, alzando le spalle.

“Comunque –riprese James- non mi piace il fatto che mia moglie conosca e padroneggi la magia quasi meglio di me! Mi fa sentire un po’ inutile… Dopotutto sono io l’uomo di casa!” sbuffò e si sedette per terra, accanto a Lily.

“È ora che inizi a rivedere le tue concezioni famigliari terribilmente maschiliste, James!” lo ammonì Ghiana.

Lily rise divertita chinandosi e prendendo fra le braccia il capo nero e scompigliato di James, coccolandolo come un bambino “Povero il mio piccino! Mi spiace che la realtà ti faccia così male… Su, su, il primato di chi cambia più velocemente i pannolini è ancora comunque tuo…”

Lui sbuffò di nuovo assumendo un’aria ancora più abbattuta.

“Cos’è questa storia dei pannolini?” domandò incuriosito Franck.

La rossa ridacchiò ancora e guardò prima James poi Harry, che ora era sceso dalle braccia di Sirius e correva beatamente per la stanza, tra le gambe degli adulti che se lo coccolavano ogni volta che passava loro accanto. “Devi sapere –iniziò- che pochi mesi dopo la nascita dello sbriciolino, James ha iniziato a vantarsi del fatto che cambiasse i pannolini più velocemente e meglio della sottoscritta. Abbiamo fatto una gara in piena regola e mi ha battuto per tre secondi e mezzo. È proprio una perfetta badante, non trovate?” e gli scompigliò i capelli prima per pizzicargli le guance poi.

“Lil, te l’ho mai detto che ti odio?” rispose lui, riservandole uno sguardo truce.

Per tutta risposta lei gli baciò la nuca “Certo! Per questo ci siamo sposati…”

“Io non ho di questi problemi, –intervenne Sirius, continuando a coccolarsi Harry che rideva beato tra le sue braccia- MJ non riuscirebbe a trasfigurare un soldo bucato dal momento che è una Maganò. Sono sempre io il più…”

Ma non fece a tempo a terminare la frase che il centrotavola di rame, che stava sul piccolo tavolino del salotto, volò a mezz’aria e colpi con un sonoro TONK la nuca di Sirius. Con un’espressione ebete sul volto perse l’equilibrio e precipitò a terra – James riuscì appena in tempo ad afferrare Harry che era stato lanciato per aria.

“IDIOTA!” tuonò la voce fredda e densa di rabbia di Mary Jane.

Molti dei presenti repressero l’impulso di scoppiare a ridere, l’espressione adirata su entrambi i volti, quello di MJ e quello di Sirius, faceva presagire tempesta…

“Ehi! Ma sei matta? Mi hai fatto un male cane!” protestò lui, a denti stretti, massaggiandosi la nuca terribilmente dolente.

“Eppure purtroppo sei ancora in grado di parlare! Quindi non ho sortito l’effetto sperato!” strillò lei di rimando.

Sirius parve arrabbiarsi sul serio, certo quei due non facevano quasi altro che litigare, soprattutto negli ultimi periodi, ma tutti quanti sapevano che lui era andato ben oltre il limite con l’ultima affermazione e che ora ne stava pagando le conseguenze… Forse sarebbe bastato chiedere scusa, ma era Sirius, e non lo fece. E l’ira di MJ crebbe…

Ben presto le loro urla irose riempirono la stanza, i presenti si sparpagliarono abbandonando la sala cercando un pretesto, con discrezione.

Era una bella giornata, calda e solare, ed a Remus, Lily, James e Harry non costò affatto rifugiarsi sulla comoda e tranquilla terrazza, lontano dai loro strilli, che ormai giungevano come remoti echi…

“Credo che se andranno avanti così finiranno per odiarsi, covano troppi risentimenti… non sono in grado di comunicare, la maggior parte delle volte…” sentenziò tristemente Remus.

“Tu passi con loro molto più tempo, credi che siano arrivati fino a questo punto? Ma sono sempre stati così?” gli chiese preoccupato James.

Remus sorrise “No, no! Certo, quasi ogni giorno trovavano di che discutere, ma erano sciocchezze… Ultimamente ci vanno giù parecchio pesante quando iniziano a litigare…”

Lily lasciò che il piccolo Harry le si arrampicasse su per le gambe, fino in grembo, quindi tornò a rivolgere la propria attenzione ai due giovani “Sirius ha esagerato oggi, sappiamo tutti bene quanto MJ si senta frustrata per la sua posizione…” fece notare lei, che aveva imparato a conoscerla a fondo, erano diventate ottime amiche.

“Si, ma credo che Sirius scherzasse… Voi donne siete sempre troppo permalose…” rispose James, in difesa dell’amico.

Lily gli scoccò un’occhiata bieca “Sei un maschilista!”

“E tu una permalosa…” rimbeccò lui.

“Non sono permalosa proprio per niente! Sei tu che non ha il senso del limite…” sottolineò lei.

James fece per replicare ma un sonoro “STOP!” di Remus lo frenò.

“Per piacere, –domandò implorante- un po’ di pace per un povero vecchio! Non ne posso proprio più di liti! Andrà a finire che voi tutti mi farete venire i capelli bianchi prima del tempo…” fece esasperato, sprofondando nello schienale della sedia.

Lily, da prima sorpresa, gli fece un occhiolino “Sono molto sexy gli uomini maturi e leggermente brizzolati, non preoccuparti Remie!”

“Andiamo bene! Va a finire che Remus, zitto e tranquillo, mi frega anche la moglie!” obbiettò James.

“Che ci vuoi fare, è questione di fascino, Jamie!” fece notare spavaldo l’altro.

Lily sbuffò “A te, James, i capelli bianchi non verranno mai, prendi la vita con troppa leggerezza…Che disdetta!”

“Eh… non hai il fisico, James! Mi spiace…” aggiunse Remus.

“Bèh, voi diventerete cartapecora e io rimarrò bello e sacro come un faraone. E morta una Lily, me ne farò un’altra…” aggiunse portando le mani dietro la testa e fissando lo sguardo al cielo, senza mostrare la minima preoccupazione.

Lei sfoderò un divertente sguardo scandalizzato “Tu non ti farai proprio nessun’altra! Piuttosto che tradita, meglio vedova!”

Lui la guardò con un misto di timore e divertimento “Io non ci dormo più con te la notte, sei pericolosa, Lil!”

Lei scostò i capelli da una spalla con molta leggerezza, ostentando sicurezza.

Presto le risate di tutti e tre riecheggiarono nella fresca brezza autunnale. Anche Harry si unì all’ilarità generale. Forse felice per il solo fatto di essere al mondo.

Ma il divertimento non durò che un attimo, dal nulla comparve la McGranitt, aveva in volto un’espressione così seria che tutti –compreso Harry- cessarono all’istante di ridere. Stringeva forte in mano quello che doveva essere uno scolapasta babbano.

“Minerva! E’ successo qualcosa?” domandò immediatamente Remus, balzando in piedi.

Lei annuì, tirando le labbra sottili “James, Lily, credo sia meglio che veniate con me ad Hogwarts… Silente vuole vedervi…Puoi seguirci anche tu, Remus, nessun problema.”

Senza fare altre domande e scambiandosi uno sguardo preoccupato e tentennante tutti e quattro, più Harry tenuto tra le braccia da Lily, si aggrapparono al bordo mezzo arrugginito dello scolapasta al via della McGranitt. Fu un attimo, il consueto strappo sotto l’ombelico, un turbinio frastornante e presto si ritrovarono con i piedi sul solido pavimento dell’ufficio di Silente, ad Hogwarts.

 

Harry piangeva e si dibatteva, ancora scosso dalla sua prima esperienza con una Passaporta. Quando Remus lo prese sulle spalle, facendolo trottare un po’, parve finalmente calmarsi. Si voltarono tutti e seduto dietro la scrivania scorsero Silente, l’aria inscrutabile e le mani giunte davanti al volto.

Minerva accompagnò Remus e il piccolo Harry fuori dall’ufficio, cercando di placare le proteste del bambino.

“Mamma! Mamma e papà! Non voiooo!!” si lagnò, dimenandosi.

“Andiamo, piccolo, questione di qualche minuto.” rispose diplomatica e piuttosto rigida la McGranitt. Harry iniziò a piangere.

Fortunatamente Remus riuscì a calmarlo “Ehi, non vuoi farlo un bel giretto sulle spalle di zio Remus? Ti faccio vedere un castello! Andiamo?” gli propose sollevandoselo al di sopra della testa. Harry dimenticò istantaneamente i genitori “Sì, sì! Cattello! Andiamo zio ‘Emus, ‘ndiamo!”. Lily e James li guardarono allontanarsi con il cuore più sollevato.

Solo quando si rivoltarono verso Silente si accorsero della figura in piedi pochi passi dietro di lui, parzialmente in ombra: Severus Piton.

“Silente, che cosa…” iniziò tentennante Lily. Sia lei che James presagivano che si trattava di brutte notizie, brutte notizie per loro, brutte notizie per Harry…

“Voldemort è pronto a colpire. E lo farà con la Luna Nuova… Cioè dopodomani. Ha preparato un attacco in grande stile, tutti i suoi Mangiamorte sono pronti… L’obiettivo è la casa di Sirius Black.” disse molto lentamente, come se ogni parola portasse con sé un peso insostenibile.

Lily si portò una mano tremante alla bocca, cercando lo sguardo di James.

Quando lo trovò non riuscì a scorgevi sostegno, erano terrorizzati all’unisono…

“Non possiamo tornare… Distruggerà la casa di Sirius, si dovrà di nuovo scontrarsi… e alla fine qualcuno morirà…” sentenziò James, abbassando inerme lo sguardo e fissando le proprie scarpe. Era un vicolo senza uscita, dovunque fossero andati, lui li avrebbe seguiti… Come la loro più nera e nefasta ombra, perennemente incollata al loro profilo.

“Potete rimanere qui, per il momento… Non tornate da Sirius. Avvertirò tutti gli altri di stare all’erta. Chiederò ospitalità per Sirius, Mary Jane e Remus, devono lasciare quella casa.” spiegò loro Silente, quindi si alzò e si avviò verso l’uscita dell’ufficio.

“L’attacco non avverrà se loro non saranno lì, te l’ho detto, Silente!” irruppe la voce sibilante di Severus.

“Cosa significa?” domandò prontamente James.

“Significa che Severus mi ha riferito che Voldemort ha una spia, molto vicina a voi… Ma nessuno sa di chi si tratti…” spiegò brevemente il vecchio preside, tornando a rivolgersi ai due coniugi.

“Una spia?!? Ma è assurdo! Nessuno del gruppo potrebbe mai essere una spia!” Obbiettò James, sentendosi offeso in prima persona. Si fidava ciecamente di ognuno dei suoi compagni, avrebbe dato la vita per ognuno di loro e sapeva che avrebbero fatto altrettanto.

“Se c’è una spia… qualcuno che riferisce tutto a Voldemort, come puoi non sapere di chi si tratta? -intervenne acutamente Lily- dopo tutto voi altri passate la maggior parte del vostro tempo ai suoi piedi!”. James annuì alla giustissima osservazione della rossa.

Severus emise un risolino per nulla divertito “Al contrario di voialtri, che siete tutti speranzosi l’uno verso l’altro, l’Oscuro Signore non si fida veramente di nessuno, tranne di sé stesso. Ci sono cose che non riferisce nemmeno ai suoi seguaci più stretti, sa bene che la carne è debole e che chiunque potrebbe spifferare i suoi piani… Legge l’insicurezza nella mente di tanti dei suoi, e certe cose le tiene nascoste…L’identità della sua talpa è una di quelle. Siete troppo banali per pensare queste cose…” terminò con disprezzo.

“Come ti permetti, maledetto…” iniziò James, alzandosi in piedi, mentre Lily portava una mano alla bacchetta e la sfoderava nella sua direzione, risentita.

“Basta così! Se è vero che Voldemort ha una spia, allora questa sarà l’occasione per verificarlo. Severus, puoi tornare alla tua stanza, nei sotterranei. In quanto a voi, Minerva potrà mostrarvi le camere che ho adibito ai vostri alloggi. Per maggior prudenza è meglio che non vi facciate vedere dai miei studenti, ve ne sarei grato. Penserò io ad avvertire tutti gli altri. Una passaporta li metterà in contatto con voi, anche se gradirei non ci fosse un via-vai eccessivo. Per qualunque cosa abbiate bisogno, chiedetela pure. Non è necessario che vi ripeta che la Foresta Proibita è ancora proibita e che è vietato girare per il castello dopo le nove di sera.” concluse con uno sguardo nostalgico e garbato, quindi fece un cenno col capo e uscì.

Lily e James sorrisero e si guardarono divertiti, tante cose potevano cambiare ma Silente era sempre Silente.

“Spero non inizierai a levarmi punti per ogni sciocchezza, ora che siamo tornati qui, Evans!” aggiunse lui, guardandola con arroganza.

“Se te ne starai tappato in camera tua migliorando la vita di ogni altro studente, stai pur certa che non lo farò, Potter!” rispose lei, incrociando spavalda le braccia al petto.

Piton, alle loro spalle, sbuffò nauseato “Me ne vado prima che queste ridicole scenette mi diano la nausea…” e senza aggiungere una parola scivolò silenzioso fuori dall’ufficio.

“Attento, Piton! Sono ritornati i bei vecchi tempi!” sussurrò James, divertito.

Lui e Lily si guardarono e risero di nuovo. Un attimo dopo lui le prese la mano e la strinse forte tra la sua, intrecciando le dita a quelle di lei.

“Siamo ancora qui… Anche se per un motivo ben peggiore…” fece notare tristemente.

Lily annuì e lo abbracciò “Sono stanca… ti prego, non parliamone ora. Voglio solo riavere il nostro Harry e buttarmi sul letto…”

Varcarono l’uscio dello studio, discesero le scale in pietra dell’ufficio e trovarono Remus che cercava di insegnare alla McGranitt a trattare coi bambini. Dallo sguardo rammaricato e preoccupato che lui rivolse loro capirono che doveva già essere al corrente di tutto, forse era stata Minerva…

“Grazie, Remus.” disse solo Lily, prendendo Harry dalle sue braccia.

“Credo che abbia bisogno di essere cambiato, ma non avevo nulla con me per farlo.” riferì lui.

“Ora lo portiamo in camera e ci pensiamo noi.” rispose lei, cercando di sembrare serena.

“Va bene. Ci vediamo presto, allora.” rispose, poi li abbracciò entrambi e, sempre aggrappato al vecchio e rugginoso colapasta se ne andò.

La McGranitt li accompagnò fino alle loro camere, lungo i ben noti corridoi –James li conosceva tutti quanti, da sotto il vecchio mantello dell’invisibilità li aveva esplorati in ogni loro angolo- fino al quarto piano, in un’ala tranquilla e silenziosa. Lontano dalle aule affollate delle lezioni dei giovani maghi e streghe.

Quella sera non si scambiarono che poche parole, Lily non consumò nemmeno il suo ottimo pasto ma si addormentò stanca e frastornata sul grosso e comodo letto, con Harry accanto.

Mentre rimboccava loro le coperte e vi si sdraiava accanto, James non poté evitare di sentirsi impotente. Terribilmente impotente. Quanto tempo sarebbero rimasti, ora, ad Hogwarts? Quale brutta notizia sarebbe giunta la volta successiva? Ed era proprio vero che c’era una spia fra di loro? Al contrario delle altre due presenze profondamente assopite, James non riuscì quasi a chiudere occhio quella notte…

 

E due giorni dopo giunse la notizia che James temeva di più. Non l’attacco, bensì la sua assenza. La casa di Sirius era ancora intatta, tutti quanti stavano bene e Voldemort e i suoi tirapiedi non si erano visti.

Dunque, c’era una spia tra loro…

La notizia gettò tutti nell’allarmismo generale. Il sospetto si infilò come un tarlo nelle loro vite, angosciandoli e rendendoli sfuggenti l’uno verso l’altro.

“Forse… forse è stato solo un caso!” provò a giustificare Lily, una sera che erano tutti riuniti, nell’ufficio del preside. C’era anche Malocchio Moody, quella volta. Il suo occhio magico roteava impazzito in tutte le direzioni.

“Non è stato affatto un caso… C’è una spia tra di voi!” ribatté quasi annoiato Severus, guardandoli gelido uno ad uno.

“Una spia! Ridicolo! Non c’è nessuna spia tra di noi! S-se tu sei abituato a non avere valori, bèh non è il nostro caso! Noi c-crediamo in quello che facciamo! Non ci sono spie nel nostro gruppo!” Peter era balzato in piedi, rosso in volto e con l’affanno, e aveva espresso quello che tanti di loro stavano pensando.

“Hai la coda di paglia, Minus?” azzardò Piton, velenoso.

In un attimo Sirius gli fu addosso, lo prese per il bavero del mantello e lo sollevò, rabbioso. Poi, sentendo gli occhi di Silente e di Mary Jane fissi su di sé lo lasciò andare, cercando di trattenere la furia che era esplosa dentro di lui “Noi non siamo dei voltagabbana come te, chiaro Piton?”

“Levami le mani di dosso, Black!” sibilò lui, astioso. Lo sguardo furente puntato negli occhi neri e contratti di Sirius.

“E se fossi tu, invece? Se fossi tu la spia? Chi ci garantisce che tu non stia giocando all’amico di Silente? Come diavolo faresti a sapere ancora queste cose, se sei fuori? Se ti sei rintanato come un coniglio ad Hogwarts?” gli chiese lasciando che un sorriso compiaciuto gli si allargasse sul volto. James convenne che le osservazioni di Sirius erano giustissime. Lui stesso si stava chiedendo le stesse cose.

“Sirius, Severus! Basta così! Severus, evita commenti per cortesia. E tu, Sirius, mantieni la calma. Severus è una persona di cui ci si può fidare. E per tua informazione, questa è stata l’ultima soffiata che è riuscito a portarci, a rischio della sua stessa vita.” intervenne Silente, serio e inappellabile.

Sirius fu costretto a mollare la presa e Severus evitò ulteriori commenti, la questione fu troncata sul nascere dallo sguardo duro e dalle parole di Silente.

Tutti espressero la loro opinione quella sera, tutti erano convinti che si fosse trattato di un caso… Voldemort poteva benissimo aver scoperto che se ne erano andati da sé. Non era poi così difficile. L’unico che tacque per l’intera durata dell’incontro fu Silente, che si limitò per tutto il tempo a osservarli pensieroso. Nessuno di loro però osò chiedere nulla…

Quando rimasero soli, James e Lily cercarono di farsi nuovamente coraggio. Non volevano, non potevano pensare che qualcuno tra loro, gli amici più fidati di tutta una vita, li stesse vendendo così subdolamente al diavolo.

“Io mi fido di loro… mi fido davvero di tutti loro, James…” fece lei, sedendosi sul bordo del letto, dopo aver comodamente adagiato Harry nella culla.

Lui sospirò, pensieroso “Anche io… Tre di loro sono i miei migliori amici da tutta una vita e gli altri… Bèh, semplicemente mi fido di loro. Non ci hanno mai deluso, mai tradito. Mai nulla…”

“Però… è stato davvero un caso? E se invece fosse Piton a fare il doppio gioco? Non so… magari fa finta di essere con noi e poi invece…” non sapeva più che cosa credere, se pensare male di Piton l’aiutava a non dubitare dei suoi migliori amici, allora ogni diceria era la benvenuta.

James non rispose, mille volte aveva soppesato quell’eventualità, il sospetto era ancora radicato in lui, eppure… “Non so… Silente, lui non è uno sprovveduto. Non si lascerebbe giocare in quel modo…” pensò, condividendo con lei quelle credenze.

Cadde un fitto silenzio, denso di pensieri, di riflessioni, di preoccupazioni…

Fu James ad interromperlo di nuovo, precipitandosi verso uno dei loro bauli e iniziando a rovistare. “Ecco qua! –esclamò all’improvviso- Lil, ti va un giretto per i corridoi, sotto il nostro mantello, in onore dei vecchi tempi? Dai, così ci distraiamo un po’…” la pregò.

Ma non ci fu bisogno di insistere, Lily accettò all’istante e si buttò sotto il grosso mantello solo apparentemente sfarzoso. In un attimo la maggior parte di loro scomparve.

“Accidenti! Dobbiamo abbassarci o qualcuno potrebbe scorgere due paia di piedi camminare per i corridoi!” osservò lei.

“Sì! Sei ingrassata, Lil! Una volta ci stavamo più comodi qui sotto…” rispose lui, stringendosi a lei per stare più nascosto.

“Idiota! Non sarà che invece sei tu, quello un po’ troppo cresciuto?” Lily lo prese da sopra la testa e lo fece abbassare. Finalmente ogni parte di loro era nascosta, scomparsa dietro le pieghe del mantello.

Passeggiarono per i corridoi, lasciandosi trasportare dai ricordi, cercando di depistare l’odiosa gatta di Gazza che ogni tanto spuntava fuori fissandoli e miagolando per chiamare il suo fastidioso e sadico padrone.

Fu una piacevole serata fino a che non spuntarono nei sotterranei e si scontrarono, giungendo da due angoli differenti, con Piton, a sua volta a zonzo.

“Sempre in giro nel cuore della notte, eh Piton? Immischiato in strane faccende, immagino…” lo punzecchiò James, rimessosi in piedi e tolto il mantello dell’invisibilità.

Piton gli riservò un’occhiataccia “Non sono l’unico a quanto pare… Silente vi offre protezione qui, vi chiede di non girare per il castello, ma naturalmente ogni regola è un gentile invito per te, vero Potter? Si da il caso che questa parte del castello mi sia stata riservata, sono libero di girare quanto mi pare e piace per questo scorcio di corridoio. Quella è la mia stanza, quello il mio ufficio e l’altra aula è la mia nuova classe di Pozioni. Questo è il mio territorio... Lo stesso dicasi per te e consorte? Non mi pare proprio…”

James si zittì. Lily lo guardò infastidita “Come possiamo fidarci di te?” gli disse tutto d’un tratto, come se il discorso affrontato diverse ore prima non fosse mai stato dimesso.

Lui inarcò un sopracciglio, non cogliendo dove volesse andare a parare.

“Perché ti sei esposto così? Perché hai fatto la spia per Silente? Cosa ti ha spinto ha metterti così a rischio?” domandò James, desideroso di capire.

Piton non rispose, fissò i suoi occhi neri e freddi in quelli verdi di Lily, senza distogliere lo sguardo o battere ciglio. Dopo solo pochi attimi lei si trovò terribilmente infastidita, a disagio.

A James parve di trovarsi davanti la stessa scena di diversi anni prima, quando si fermò ad assistere all’invito al ballo di Severus a Lily. Sentì la rabbia accendersi dentro, continuava a fissarla in quel modo impertinente, senza dire una parola… Fulmineo afferrò la propria bacchetta e con un solo gesto lo fece volare pochi metri addietro.

“Allora?” gli chiese quando si rialzò.

Piton lo guardò furente, gli occhi ridotti a due fessure, il respiro leggermente accelerato “Fatti miei, Potter… Tu pensa solo a tenere gli occhi aperti e guardarti le spalle, se non volete fare una brutta fine… E a non fidarti…Anche se sarebbe proprio divertente ritrovare il tuo cadavere nel letto…” quindi se ne andò sbattendosi una porta alle spalle.

 

“Quello ti ha guardato troppo!” disse furente, una volta tornati in camera.

Lily sbuffò.

“Secondo me non gli è ancora passata…” aggiunse, sempre istericamente.

“Passata cosa? Non ti seguo, James.” domandò lei, corrugando la fronte.

Lui agitò frettolosamente una mano “Oh, andiamo! Aveva una cotta per te, quando stavamo al quinto anno! Dio, quanto lo odio! Credo che un giorno l’altro io e Sirius andremo a fargli una visitina notturna, così la smette una volta per tutte di mettere gli occhi dove non dovrebbe!” e sbuffò di nuovo, continuando ad andare velocemente avanti e in dietro per la stanza.

Lily inarcò entrambe le sopracciglia, “Sei quasi patetico, James!”

“Non fare l’ingenua! Tanto lo so che anche tu ti sei sentita a disagio! Quello sguardo valeva più di mille parole! Ha ancora gli occhi piantati su di te.” sembrava quasi arrabbiato con lei, da come le rispondeva astioso e la cosa la infastidì parecchio.

“Senti, qualsiasi cosa sia evita di usare quel tono da sufficienza quando mi parli, perché io non ho fatto proprio un bel niente!” e si buttò sotto le coperte, girandosi su un fianco e chiudendo gli occhi “E buonanotte! Spero che ti sia un po’ calmato, domattina!”

James si bloccò di colpo, buttandosi accanto a lei “Come sarebbe ‘buonanotte’? Guarda che stavamo discutendo di una questione importante!”

“No! TU stavi sbraitando frasi senza senso a proposito di una questione assurda che non mi interessa proprio!” precisò lei, voltandosi a guardarlo.

Lui grugnì infastidito, buttandosi sulla schiena e fissando ostinatamente il soffitto solcato da pesanti travi di legno, senza replicare e cercando di riprendere il controllo.

Ma in barba al tono brusco di qualche attimo prima, Lily sorrise e gli accarezzò i capelli.

“Che tenero che sei… Sarai mica geloso, dai!”

James grugnì un’altra volta, scostando la mano di lei dalla sua testa.

Lily ridacchiò e si voltò di nuovo sul fianco “Come vuoi… e io che volevo coccolarti un po’ e avevo in mente un paio di cosette…”

In un attimo James parve riprendersi, si mise carponi e si allungò verso di lei “Cosa avevi in mente, eh?” domandò curioso e impaziente.

“Oh, non te lo dico proprio!” rispose lei, cercando di trattenere una risata.

“Eddai! Su, su, su! Lil, andiamo…” la supplicò.

“Ho detto di no! Non ti dico proprio niente!” fece lei, tirando fuori la lingua.

E di fatti, quella notte, non ci fu bisogno di parole…

 

Trascorsero diversi giorni ad Hogwarts, ogni giorno era un andirivieni continuo, ognuno dei ragazzi passava a trovarli, ad accertarsi che stessero bene, a portare informazioni o anche solo un po’ di compagnia.

Forse perché erano lì, fra le mura di Hogwarts assieme a Silente, ma si sentirono più protetti. Come se avessero trovato la soluzione definitiva. Ma non poteva essere così, Hogwarts era una scuola, non un rifugio, non potevano trattenersi ancora mettendo a repentaglio la vita di tanta gente… Centinaia e centinaia di ragazzini, giovani maghi e streghe, che non meritavano di vivere sul filo del rasoio. Per quanto Hogwarts fosse protetta, per quanto Silente fosse forte, c’era sempre la possibilità che Voldemort lo fosse di più. E non potevano permetterselo.

Raggiunsero una decisione una mattina di ottobre inoltrato, che il tempo era nuvoloso e il vento sibilava prepotente staccando agli alberi le prime foglie e rivestendo i prati di un variopinto tappeto castano-rossiccio.

“Albus, dobbiamo parlarti…” disse Lily per tutti e tre, presentandosi nel suo ufficio assieme a James ed Harry.

Silente li guardò come se già sapesse quello che gli avrebbero detto di lì a poco “Sedetevi pure.” li invitò facendo comparire davanti alla scrivania due comode poltrone imbottite.

Annuirono e si accomodarono, James teneva Harry tra le braccia ma ben presto il piccolo insistette per lanciarsi in una pacifica esplorazione dell’ufficio e lo lasciarono andare trotterellando tranquillo.

“Siamo rimasti anche troppo a lungo qui, ad Hogwarts… -spiegò lei- E alla fine abbiamo preso una decisone. Non possiamo rischiare la sicurezza di tutti i tuoi studenti per cui…” esitante cercò lo sguardo di James, che annuì.

Avevano discusso a lungo, per tutta la notte, della questione. Avevano quasi perso le speranze, si erano arrabbiati, avevano di nuovo litigato, ma alla fine erano convenuti che fosse l’unica soluzione. L’unica che avrebbe potuto fare qualcosa e l’unica attuabile.

“…abbiamo deciso di ricorrere all’Incanto Fidelius.” terminò lui per lei.

Si sarebbero nascosti, avrebbero trascorso una vita rintanati in gabbia, ma sarebbero stati vivi, Harry sarebbe cresciuto, non sarebbe rimasto esposto al pericolo… Tutto il resto, era una grande incognita. Quanto a lungo sarebbe durato tutto ciò? Se quella strana predizione diceva che sarebbe stato Harry ad eliminare Voldemort, un giorno, allora lui non sarebbe scomparso? Quanto a lungo potevano sfuggire al destino?

Il più a lungo possibile, fin tanto che fossero rimasti in vita. Così avevano in fine scelto.

Silente annuì, trasse un profondo respiro e li guardò, uno sguardo pieno di comprensione e rammarico, dispiacere di non poter offrire loro null’altro “Capisco. In questo caso, sappiate che mi offro più che volentieri come vostro Custode Segreto. Mai nulla uscirà dalle mie labbra, se doveste affidarvi a me.”

Loro si guardarono a lungo, sicuri del fatto che di Silente si sarebbero potuti fidare di certo, eppure entrambi concordi sul da farsi. “Ti ringrazio, Albus. Ma abbiamo già pensato anche a questo. Credo che a te possiamo dirlo…” rispose James, cortesemente.

Silente annuì di nuovo “Me lo aspettavo…”

“Sirius. Ho sempre pensato che se mai avessi dovuto affidare la mia vita e quella delle persone che amo a qualcuno, quello sarebbe stato lui. E ora lo farò.”  spiegò determinato.

Non c’erano stati dubbi a riguardo, durante la lunga notte precedente animata da quell’importante decisione. Non appena stabilito il da farsi, il nome di Sirius era corso fulmineo e spontaneo prima alle menti e poi alle labbra di entrambi. Nessuno era più importante, più fidato, più… Sirius. Semplicemente lui.

“La decisione è vostra. Io rimango a più completa disposizione e comunque non ritiro la mia proposta. Sappiate però che se fossi stato nei vostri panni avrei compiuto la medesima scelta.” terminò accondiscendente.

“Allora lo farò venire al più presto, così che possiate accordarvi nel migliore dei modi. Lily, tu sei perfettamente al corrente di come si pratica un Incanto Fidelius, confido in te nel riferire a James ogni dettaglio che gli è ancora incerto. Adesso credo che dovrò assentarmi, è ora di pranzo. Farò venire immediatamente Sirius e nel frattempo mi raccomando. Il massimo riserbo su nomi e luoghi con chiunque non sia lui.” quindi uscirono tutti dall’ufficio e imboccarono differenti direzioni, separandosi.

 

Nemmeno un paio di ore dopo, Sirius era nella loro stanza.

“Silente mi ha fatto chiamare di fretta… tutto ok? Spero non sia nulla di grave ma comunque qualcosa di importante perché ho dovuto troncare a metà il mio litigio con MJ, e stavo quasi per avere ragione!” fece notare, buttando la questione sul ridere.

Entrambi scossero la testa, appena divertiti ma decisamente rassegnati “Ultimamente non va troppo bene, eh?”

Sirius sospirò, prendendo una sedia e buttandovisi sopra “No, è che… Bah! Sarà per tutta questa agitazione… Siamo sempre così suscettibili… Devi sentire i nostri litigi, alle volte mi sa che esagero un pochino, in effetti, però nemmeno lei scherza! Eppure sono sempre più innamorato di lei… assurdo, eh?” disse divertito.

“Tu non cambierai mai!” commentò James, con una risata.

“Puoi ben dirlo! –fece orgoglioso, quindi riprese un tono serio- Ma di cos’è che dovresti parlarmi?”

James e Lily si scambiarono uno sguardo, annuendo reciprocamente, quindi lei prese la parola “Abbiamo deciso di ricorrere all’Incanto Fidelius…”

“E vorremmo che tu fossi il nostro Custode Segreto.”  terminò lui.

Sirius spalancò la bocca e fissò su di loro gli occhi scuri e increduli “Me?” domandò, come un bambino meravigliato.

“E chi altro avremmo potuto scegliere? Sei più di un fratello, più del migliore amico per entrambi, Sirius. Naturalmente a patto che tu te la senta… Voldemort ti starà alle calcagna…Sarà molto rischioso per te…”

Ma Sirius scosse il capo, Voldemort o non Voldemort, avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro. Erano i suoi migliori amici, la sua famiglia, c’era un rapporto tra di loro che andava ben oltre le classiche definizioni e nulla l’avrebbe fermato. Niente e nessuno l’avrebbe fatto parlare. Nemmeno sotto tortura. Se era l’unica cosa che poteva fare per aiutarli, allora l’avrebbe fatta più che volentieri. Sarebbe morto per loro, e non era solo una frase fatta.

“E vi pare che possa rifiutare? Cioè, dopo tutto quello che abbiamo passato assieme, sono anche il padrino del pupetto! Sarò il vostro Custode Segreto.” e li abbracciò entrambi, quasi commosso, ma questa fu una cosa che si riservò di nascondere.

 

Era la persona giusta, non li aveva mai delusi una sola volta, c’era sempre stato per qualsiasi cosa. Non nutrirono il minimo dubbio, fino all’ultimo. Si affidarono senza esitazioni a lui, la loro vita era nelle sue mani. Ma soprattutto, la vita di Harry. Affidavano a lui la cosa più importante che avevano al mondo. Stavano facendo tutto quello unicamente per il piccolo Harry, per lui amore, sacrificio e dedizione senza riserve. Era il loro bambino e che lui stesse bene era la cosa più importante. Più importante della voglia di tutti di poter vivere normalmente. Perché non avrebbero potuto camminare per strada senza essere schiacciati dalla paura che qualcosa sarebbe potuto accadergli solo per il loro egoismo. E allora, ne erano certi, stavano facendo la cosa giusta, la migliore.

Neanche un paio di giorni dopo tutto era pronto.

Era una notte nemmeno troppo fredda quella durante la quale scelsero di suggellare il segreto delle loro esistenze in una delle persone più care che avevano al mondo. Tutto era pronto, la nuova casa, che poi era ancora la vecchia casa a Goldrick’s Hollow, era stata riarredata e rifornita in gran segreto, nel giro di pochissimi giorni, ed ora era pronta a riaccoglierli tutti e tre a tempo indeterminato.

L’effetto dell’incantesimo sarebbe stato immediato, tutta la verità su di loro, ogni cosa che riguardava la loro collocazione fisica, sarebbe stato racchiuso all’interno del loro Custode Segreto. Il ricordo di loro non sarebbe scomparso, semplicemente nessuno avrebbe più saputo nulla, dove si trovassero, cosa facessero. Nemmeno cercarli sarebbe servito, e questa era la grande forza dell’incantesimo. Protetti e schermiti da una potente magia indistruttibile, Voldemort non avrebbe potuto scorgerli nemmeno se fosse andato a sbattere col naso contro la loro porta d’ingresso. Come se fossero racchiusi in un’altra dimensione. L’unico modo per manifestare di nuovo la loro presenza era rompere l’incantesimo e la sola maniera per spezzare l’incantesimo era far parlare il Custode Segreto. Ma non sarebbe mai successo, su questo avrebbero messo la mano sul fuoco.

E così, in quella notte tranquilla e silenziosa, Lily, James e Harry, fra le braccia del padre, si recarono rapidamente al luogo dell’incontro. Aspettavano seduti sotto un grosso albero, nei pressi di casa, ben celati dal loro mantello dell’invisibilità.

Erano un po’ abbattuti, avevano dovuto salutare tutti quanti, chissà per quanto tempo non li avrebbero più rivisti. Remus e MJ avevano composto per loro un grazioso album di foto magiche che ritraeva tutti quanti in pose divertenti e spesso imbarazzanti, le ultime pagine erano rimaste vuote; quando MJ spiegò loro che era perché avrebbero completato l’album quando tutto sarebbe finito e sarebbero ritornati fra loro, Lily non riuscì a trattenere le lacrime e gettò le braccia al collo dei ragazzi.

“Andiamo, non stiamo mica partendo per la guerra!” aveva commentato James, cercando di sdrammatizzare. Non gli erano proprio mai piaciuti gli addii e di certo non voleva che quello lo fosse. Si sarebbero rivisti presto, almeno lo sperava, e se anche fossero passati mesi e mesi, si sarebbero comunque riabbracciati un giorno.

E poi sarebbero stati tra di loro, avrebbero avuto tanto tempo da dedicare solo a Harry, niente più babysitter, niente più ore piccole passate fuori casa. Si sarebbero dedicati completamente a lui.

James guardò Lily, il capo chino e lo sguardo assente, e le passò un braccio attorno alle spalle tirandola a sé “Stiamo per prenderci una lunga vacanza… finalmente il meritato relax, no? Potremo coccolarci Harry dalla mattina alla sera e spero vorrai coccolare anche me…”

Lily sorrise tranquilla baciando prima la testa del piccolo, che pareva essersi addormentato, e poi la fronte di James “Puoi contarci!” assicurò.

Qualche attimo dopo videro qualcuno giungere lungo il viale semi-oscurato. James strinse gli occhi per mettere meglio a fuoco la figura apparentemente sconosciuta, cercando di non agitarsi. Lily invece parve inquietarsi. Non sembrava essere Sirius, eppure non avrebbe potuto essere nessun altro dal momento che James aveva badato bene di piazzare un bell’incantesimo assopente su tutto il quartiere. Poi dal buio quasi totale –con un Spegnino avevano smorzato tutte le luci, dalle finestre ai lampioni- emerse l’imponente figura di Silente.

“Albus?” domandò James, levando il mantello da sopra i loro capi.

Silente annuì “Sono qui per ripropormi come Custode Segreto. Non che manchi di fiducia verso Sirius, ma sono inquieto…” spiegò senza giri di parole, guardandoli con fare serio.

Lily si alzò in piedi e l’abbracciò “Grazie Albus, ma noi ci fidiamo di lui… anche se è in ritardo come al solito.” e accennò una risata.

James annuì alle sante parole di Lily.

Silente abbozzò un sorriso “La vostra decisone è presa, allora. Arrivederci, ragazzi. Speriamo vada tutto per il meglio e la situazione si risolva alla svelta.”

Li abbracciò e fece per andarsene, seppure con un peso sul cuore, quando James lo richiamò.

“Ah, Albus! Tieni, non mi servirà in casa… me lo ridarai quando usciremo ancora di qui!” e gli porse il bel mantello dell’Invisibilità, come il pegno per una promessa che sarebbe stata mantenuta.

Silente si limitò a prenderlo, avvolgerselo attorno e sparire nella notte buia. Tutto quello che James e Lily poterono vedere furono le sue orme sull’erba fresca allontanarsi sempre di più.

Nemmeno un paio di minuti dopo nel cielo grosso sentirono rimbombare un potente motore e qualche attimo seguente la grossa motocicletta di Sirius atterrò proprio davanti a loro.

“Sei in ritardo! Come al solito, Sirius…” lo rimproverò allegramente Lily, avanzando verso di lui.

Lo stupore si dipinse sul suo volto e su quello di James quando videro smontare dalla sella, proprio dietro Sirius, anche Peter.

“Peter?!?” domandò James esterrefatto.

“Sì, Peter. –fu Sirius a prendere le redini dei discorso- E se fosse lui il vostro Custode Segreto?” propose con fin troppa leggerezza.

James e Lily lo fissarono a bocca aperta, increduli e incapaci di formulare una risposta che avesse senso.

“Non mi guardate così! –si difese il ragazzo- C’è un motivo…” cercò di spiegare.

James inarcò un sopracciglio, scettico “Non te la senti, Sirius?” chiese preoccupato. Provò un piccolo fondo di risentimento, ma scomparve appena fissò i suoi occhi chiari in quelli scuri di lui, non era paura quella di Sirius, lui aveva in mente un piano ben preciso.

“Bah! Non dire sciocchezze, James! -lo liquidò velocemente- Il punto è che praticamente quasi tutti sanno che sarò io il vostro Custode Segreto. La cosa era anche molto scontata –si pavoneggiò con un occhiolino- E se fosse vera la questione della spia… bè, Voldemort mi troverebbe subito… Non che io abbia paura di affrontarlo, non vi tradirei mai, davvero! Però… la sua magia conosce vie infinite e io ho paura che possa finire male, soprattutto per voi. Ma se ora, qui, decidiamo che sarà Peter il vostro Custode, nessuno a parte noi lo saprà e Voldemort potrà continuare a darmi la caccia, potrà catturarmi e tutto il resto, senza cavarne un ragno dal buco! Potremo far passare un po’ di tempo e nasconderci anche noi, più avanti! Lo depisteremo, lo estenueremo e alla fine gli faremo sapere il fatto suo! E non sto parlando di discorsi…” concluse entusiasta.

James lo fissò ancora a lungo, senza rispondere. Anche Lily rimase in silenzio, guardando prima Sirius, poi Peter. In effetti il piano di Sirius era geniale e non faceva una piega, però loro avevano scelto lui, di nessun altro si fidavano così tanto, seppure Peter fosse effettivamente un carissimo amico, una persona degna di fede.

“Allora?” li esortò il moro, impaziente.

“Bè…” James non sapeva esattamente cosa rispondere, guardava Peter, che pareva visibilmente agitato e imbarazzato.

“Io… farei qualunque cosa per voi, anche se fino ad ora vi sono stato veramente poco d’aiuto…” ammise mestamente il ragazzotto, fissandosi le scarpe, forse per timidezza non osava incrociare lo sguardo di James o di Lily, semplicemente teneva gli occhi fissi a terra.

James sorrise “Grazie Peter… Noi avevamo scelto te, Sirius, ma devo ammettere che la tua è una trovata geniale… Però per piacere, non fare lo scavezzacollo per attirare appositamente l’attenzione di Voldemort su di te, nasconditi più presto che puoi, intesi?”

“E portati dietro MJ!” aggiunse Lily, con un sorriso.

Il volto di Peter si illuminò, così come quello di Sirius.

“È un sì?” chiese quest’ultimo.

“È un sì. Ci fidiamo di voi, ragazzi. La vita di Harry è tutta nelle vostre mani…” concluse James, poi abbracciò forte Sirius, battendogli una gran pacca sulle spalle.

“Ci si vede presto, Jamie.” gli disse lui appena prima di abbracciare forte Lily.

“E ciao anche a te, micio! Mi raccomando, fai esasperare per bene mamma e papà e non farli dormire la notte, ok? Così dopo avranno un bel po’ di cose da raccontarmi.” strinse Harry fra le braccia, svegliandolo, allora lo fece volteggiare un po’ per aria, facendolo ridacchiare felice e gli scoccò un gran bacio sulla fronte.

“Sirius, mi raccomando… Ti affidiamo Harry nel caso qualcosa non dovesse funzionare a dovere…” aggiunse seria Lily, guardandoli giocare.

“Eh, sono il padrino perfetto! Ma non succederà niente e non ce ne sarà bisogno, a meno che voi altri due non decidiate di abbandonarlo e fuggire per qualche passionale luna di miele…” Sirius rimise a terra Harry, scompigliandogli i capelli scuri, quindi rivolse loro un ultimo sorriso e ripartì in sella alla grossa moto lasciandoli soli con Peter.

James si strofinò gli occhi e si risistemò gli occhiali sul naso quindi rivolse di nuovo la propria attenzione a Peter “Pronto? Sei sicuro di volerlo fare, Peter? Sarà… pericoloso per te…”

Peter annuì, gli occhi che gli brillavano come non mai e le mani che tremavano per l’eccitazione “Lo farò! Sono sempre stato l’ultimo fra voi, Sirius era un fenomeno, Remus era quello saggio e io ero solo il pagliaccio del gruppo. Non sono mai stato molto abile, ma questa volta voglio fare qualcosa di importante per voi…” il suo sguardo era ancora fisso a terra, impacciato.

James e Lily sorrisero e lo abbracciarono, ringraziandolo “Mi raccomando, nasconditi alla svelta anche tu!”

Peter annuì e poi si fecero più seri tutti e tre, iniziano a procedere con l’incanto. Lei suggerì a Peter la formula per suggellare il tutto, a rito concluso. Quindi si disposero a cerchio, proprio davanti all’ingresso dell’abitazione.

Lily estrasse la proprio bacchetta e la tenne ritta avanti a sé.

“Confido in te, Peter.” disse con solenne serietà. James ripeté le stesse parole.

Quindi scandì bene l’indirizzo e pronunciò una formula arcaica in una lingua incomprensibile. Un cerchio di luce blu si accese attorno a loro, dal centro partì un raggio che andò a colpire il punto più alto della casa e ne discese le pareti esterne avvolgendole tutte nella medesima luce.

Tutti e quattro si presero quindi per mano e in fine Peter pronunciò lentamente le parole che Lily gli aveva suggerito pochi attimi prima.

I cuori di tutti e quattro battevano prepotentemente ma nessuno lo faceva come quello di Peter. Improvvisamente, si bloccò, ebbe una piccola esitazione, James alzò lo sguardo e lo fissò, notò la confusione nei suoi occhi ma non se ne curò più di tanto…

Dopo tutto Peter era sempre stato un po’ insicuro ed impacciato… Poteva semplicemente essersi dimenticato una parola… O no?

Ma Peter concluse la formula, la porta della casa si spalancò, lasciando entrare Lily, James ed Harry e si richiuse con un tonfo alle loro spalle. Quindi la luce blu che li aveva avvolti per tutta la durata dell’incantesimo si smorzò e tutto tornò tranquillo. Le luci si riaccesero in strada, alle finestre e qualcuno si ridestò nelle abitazioni prossime.

Solo allora Peter alzò lo sguardo verso l’abitazione. La tendina di una finestra era scostata e James lo stava guardando, solo lui poteva scorgerlo. Incrociò il suo sguardo interrogativo e subito distolse il proprio. Finse un sorriso, si voltò di scatto e si allontanò con l’animo lacerato dal tormento.

 

Lily era tutta occupata a cercare di calmare Harry per notare quanto succedeva ma quando vide lo sguardo crucciato di James si stupì “Va tutto bene?”

James sospirò “Speriamo di aver fatto la scelta giusta…” disse soltanto, poi abbracciò lei e il piccolo e cercò di sfoderare il suo solito sorriso allegro.

“E adesso… VACANZA!!”

Lily continuava a fissarlo seriamente, invece “Hai dei dubbi, James? Dubbi… riguardo Peter?”

James si sentì un verme, combattuto tra quella che era stata l’impressione di pochi attimi prima e l’amicizia di lunga data con Peter. Poteva davvero dubitare così di un amico che conosceva da anni? Di un amico che si stava mettendo in pericolo per proteggerli? Forse le sue erano solo paure ingiustificate.

“Non so… ho letto un tentennamento nel suo sguardo… Credo che per un paio di notti dormirò con un occhio aperto e uno chiuso… Sono uno stronzo a dubitare in questo modo?” domandò insicuro alla rossa.

Lei parve riflettere e soppesare la sua risposta “Credi davvero che Peter possa essere una spia?” c’era un leggero tono d’accusa che rese suscettibile James, nella sua domanda.

Lui sbuffò, appena infastidito “Non ho detto questo… Solo che Peter è sempre stato… influenzabile, ecco. Bèh, forse dipende solo dal fatto che anche lui era molto agitato per questa faccenda. E che non c’è nessun altro di cui mi fidi più di Sirius… Credo sia questo.”

Lei non rispose, continuò a cullare Harry tra le braccia, cercando di ammansirlo, poi si sedette sul loro vecchio e comodo divano “James, perché non cerchiamo di stare tutti tranquilli? E’ meglio per ognuno di noi, credo…”

E aveva ragione. Se iniziavano a litigare dopo due minuti là dentro, se rendevano l’aria ancora più tesa di quanto non fosse già, tutto si sarebbe spezzato troppo alla svelta.

Lui si sedette accanto a loro, coccolandoli entrambi e cercando di seguire il consiglio di lei.

Dopotutto aveva deciso di rilassarsi e godersi questo riposo forzato quanto possibile.

 

Il giorno seguente, con gran sollievo di James nessun Lord Voldemort era giunto a bussare alla loro porta e nessuno di loro era stato sterminato, tutti e due trovarono il loro bel da fare.

Avevano deciso che per impiegare il tempo avrebbero stregato ogni stanza disponibile trasformandola in un ambiente ideale, da uno scorcio di Diagon Alley ai loro preferiti luoghi di villeggiatura e ben presto riuscirono a rinchiudere un po’ di mondo, là dentro.

Intavolarono una gara, chi fosse riuscito a creare l’ambiente più verosimile e più vasto avrebbe vinto e al perdente sarebbero toccati i lavori domestici per tutta la settimana seguente… Senza magia!

Lily cercò di ricreare fedelmente la parte del meraviglioso parco di Hogwarts che si affacciava sul lago, ma ebbe parecchi problemi col meteo, incapace di padroneggiare correttamente un incantesimo del tempo meteorologico finì per far assomigliare tutta la zona in una desolata landa della Groenlandia.

James invece realizzò un meraviglioso modello di quello che era stato il giardino della sua vecchia tenuta, dove avevano passato assieme diverse estati.

Persino il cielo era luminoso e splendente e l’aria calda come nel miglior agosto. Lily fu per metà meravigliata e per metà scocciata. Tuttavia la voglia di godersi quel posto era tanta che finì per dimenticare che le sarebbe toccato svolgere faccende babbane per tutta la settimana seguente e, preso con se Harry, si divertì un mondo a sguazzare nel piccolo torrente che ne scorreva al limitare dell’area.

“Ti ricordi la sera del mio compleanno, la prima estate che hai passato da me?” domandò lui ad un certo punto, distendendosi sull’erba fresca e lanciando un’occhiata per assicurarsi che Harry non stesse annegando nel fiume.

“Aha… come potrei dimenticarla! È stata la prima estate veramente divertente di tutta la mia vita…” lei sorrise e accertatasi della stessa cosa, Harry stava amabilmente sguazzando in pochi centimetri di acqua fresca, si coricò accanto a lui. Un occhio vigile sempre puntato sul piccolino.

“Sai una cosa? Stavo per baciarti, quella volta!” le confessò con una risata.

“Ah, potevi dartela una mossa, invece mi hai fatto penare un altro po’ di mesi! Però è stato bello anche così…E comunque, ora siamo qui e potresti far andare diversamente le cose, rispetto a quella sera…” lo invitò lei, sporgendosi verso di lui e accarezzandogli i capelli bagnati.

“Uhm… una buona idea, Evans! Quasi non credo che sia veramente venuta a te…” e senza lasciarle il tempo di replicare incollò le labbra su quelle fresche e saporite di lei.

Ma il loro tripudio amoroso non durò a lungo che un tonfo e gli strilli di Harry li riportarono alla realtà.

“Harry! Santo cielo, guarda che ti sei fatto!” Lily era corsa veloce da lui, prendendolo in braccio e soffiando delicatamente sulle manine escoriate che il piccolo aveva usate per pararsi dalla caduta.

“Ah, fa vedere a papà! Non si piange così, Harry! Altrimenti sembrerai una donnetta come la mamma!” lo esortò scherzosamente il padre.

Lily scosse il capo rassegnata “Guarda che non è un soldato, ha poco più di un anno e il diritto di piangere quanto vuole… E non ricominciare a sfoderare le tue tesi maschiliste sulla mascolinità!” lo sgridò con una linguaccia.

“Agli ordini, capo… Adesso è meglio disinfettare un po’, però. Ormai si è fatta sera ed è meglio tornare a casa… Aha! –rise- sembra davvero di stare in villeggiatura!”

E ‘rincasarono’ in cucina, prendendo una pozione disinfettante e guarendo le manine di Harry che la mattina dopo si erano già riprese, pronte a guidarlo in un’altra avventura.

 

Le giornate le trascorrevano così, inventandosi piccoli angoli di paradiso solo per loro dove poter giocare e potersi rilassare a dovere. E quella vita non era poi così male come avevano immaginato.

La giornata del trentun Ottobre, però, fu dedicata ad attività differenti. Gli addobbi per Halloween sparsi in tutta la casa. Ed erano venuti proprio bene!

Con l’aiuto di mamma e papà anche il piccolo Harry aveva intagliato la propria piccola zucca personale e l’aveva posta tutto gioioso sul davanzale della finestra. La sera fu il turno della piccola festicciola privata che li impegnò per la maggior parte del tempo, assieme alla promessa di James di divorarsi tutti i buonissimi dolci fatti da Lily, dalle stringhe di liquirizia alle mele caramellate. Promessa che riuscì a mantenere.

“Incredibile quanto mi sento pesante questa sera…” aveva commentato, buttandosi sul divano e levando il cappello da moschettiere e i baffi che si era appiccicato sopra le labbra.

Lily ridacchiò seguitando a fare levitare un divertitissimo Harry travestito da piccola apetta.

“No! Non levarti quei baffi, eri così divertente!” lo pregò lei, sistemando la parrucca da regina che le pendeva ora da una parte.

“Baffi, baffi!” anche Harry prese ad indicarlo contrariato, era impazzito di risa vedendo suo padre conciato a quel modo.

“Vedete? A furor di popolo, rimettete subito quei deliziosi baffetti!” ordinò Lily, atteggiandosi a potente regina.

Con un piccolo incantesimo James si riposizionò i baffetti ricciuti sopra il labbro superiore, per la felicità di Harry che ora svolazzava attorno alla sua testa.

“Vieni qui, apetta! Lo sai che sei proprio delizioso a strisce nere e gialle?” commentò lui, afferrandolo e mettendoselo in grembo. Se lo coccolò a lungo, finché non crollò addormentato. “Si stanca sempre, da quando siamo qui. In effetti non fa altro che giocare, correre e saltare da mattina a sera.” osservò contenta Lily, levandogli delicatamente il costumino e infilandogli il pigiama per la notte, cercando di non svegliarlo.

“Lo porto a letto.” disse a James, prendendolo tra le braccia e avviandosi ai piani superiori. Ridiscese qualche minuto dopo, il grosso e ingombrante vestito da regina scomparso, sostituito da un più pratico maglioncino e da un paio di pantaloni. Anche James, nel frattempo, era ritornato agli abiti civili, anche se aveva scherzosamente mantenuto i baffi.

Vedendolo, comodamente sdraiato sul divano lisciandosi i baffoni finti, Lily esplose in una risata distesa. Gli si sedette in grembo e iniziò pacificamente a coccolarselo “Non è poi così male, vero?”

“Non lo è per niente.” acconsentì lui, levandosi la finta peluria labiale.

“Non c’è stata nessuna spia… Chissà come se la staranno passando Sirius e Peter…”

Lui annuì, si stava chiedendo esattamente la stessa cosa “È solo questione di attendere… Albus ha detto che ci avrebbe fatto avere notizie, ma solo una volta ogni due settimane… Tra due o tre giorni magari ci manderà un gufo, o chissà che modo escogiterà. E… sono contento di sapere che la mia impressione si è rivelata completamente sbagliata.” osservò alla fine. Accompagnando alle parole un sospiro di sollievo.

Rimasero accoccolati uno fra le braccia dell’altro diverso tempo, poi un brivido gelido li risvegliò entrambi, stavano ancora sul divano nel salotto, illuminato dalle candele nelle zucche volanti.

Lily spalancò gli occhi di colpo, come se le avessero gettato un secchio di acqua gelida addosso, rabbrividendo “James!” ma non ci fu bisogno di destarlo, anche il ragazzo, infatti, si era messo a sedere, all’erta.

“Hai anche tu questa sensazione? Qualcosa è cambiato… Io… mi sento scoperta!” cercò di spiegarsi. Il panico che prendeva strada verso di lei. Si sentiva come se fosse stata messa a nudo una notte gelida di fronte ad una numerosa platea di persone. La stessa sensazione la stava provando James.

Respirò affannosamente, cercando di calmarsi “Lil… stai pensando quello che penso io?” domandò dubbioso, tuttavia già a conoscenza della tremenda risposta.

“Sì…” confermò titubante, aggrappandosi a lui. “L’incantesimo si è spezzato…”

Presto lui scattò in piedi, tirandola su di peso e dandole una sonora scrollata, vedendola smarrita. “Harry! Pendiamo Harry e andiamocene di qui!”

Ma Lily non fece a tempo ad annuire che l’atmosfera attorno a loro si fece densa di malvagità, carica di tensione e fredda come l’alito della morte.

“È … è qui…” Lily sussurrò appena quelle parole, in preda al panico. Poteva sentirlo vicino, molto vicino. Forse era già all’ingresso… Percepivano il suo fiato terribile e demoniaco già sulla loro pelle. Lily portò una mano al vecchio e sbiadito Marchio Nero che ancora aleggiava sulla sua candida pelle… Si era già ritrovata faccia a faccia con lui, ma mai era tornato a bruciare come se fosse fresco. Lo coprì con una mano, terrorizzata. James le accarezzò dolcemente il braccio, scostandole la mano e baciando quel segno nero di morte, che non era più niente per lei, per loro.

Lord Voldemort era arrivato.

Sentirono bussare alla porta, quei tonfi sordi li riscossero dal terrore che si stava impadronendo di entrambi.

Lily sentì la forza venirle meno, “James!” singhiozzò implorante, aggrappandosi alle sue braccia.

James aveva il respiro accelerato e lo sguardo colmo di spavento. La trascinò verso le scale, cercando di mantenere la mente lucida. Non doveva farsi prendere dal panico. Qualsiasi cosa sarebbe successa, l’avrebbe affrontata. Non doveva impazzire di paura, per sé stesso, per Lily, per il loro Harry… “Lil, ti prego, amore mio, prendi Harry!” la supplicò disperatamente.

Lei si lasciò scappare un singhiozzo mentre sentiva una tremenda voce infernale sussurrare ‘Alohomora’ e la porta scricchiolava sinistramente lasciando entrare, accompagnato da una folata di gelo sovrannaturale, il padrone di quella voce. “James, ti prego, James! Vieni con me, vieni con me!” lo implorò ormai alle lacrime.

“Lily, prendi Harry e scappa! È lui! Scappa! Corri! Io cercherò di trattenerlo…!” ordinò con fare più risoluto, deglutendo sonoramente per cercare di nascondere le note di panico.

“NO! James… morirai!” disse in un sussurro, come se non avesse mai voluto pronunciare quella parola. Sentì il dolore raddensarsi e colpirla come un pugnale al cuore. Non voleva andare da sola, non voleva andare da nessuna parte senza di lui. Non poteva, semplicemente per il fatto che non ce l’avrebbe mai fatta senza di lui…E tutto quello che ora riusciva a fare era piangere disperatamente, aggrappata a lui, supplicandolo di non farlo, di non lasciarla sola.

Lui la strinse fortissimo, così forte che Lily credette di sentir cedere un paio di costole, ma non era quello il suo più grande dolore in quel momento…lo strinse a sua volta, convulsamente. James le prese il volto bagnato dalle lacrime e arrossato e lo baciò forte, incollando le mani alla sua pelle liscia e calda, afferrando saldamente la sua nuca la baciò con tanta foga che pareva stesse per divorarla. Strinse i suoi morbidi capelli rossi e le baciò ancora gli occhi chiusi e lacrimanti prima di allontanarla da sé con il più grande sforzo e il maggior dolore che la vita gli avesse mai richiesto. Ma aveva deciso che era l’unica cosa da fare…

Lily sentì le ginocchia cederle quando la presa salda di lui venne meno. Rimase imbambolata accostata al muro, incapace di pensare, di dire o di fare qualsiasi cosa, anche la più semplice.

“Corri!” le gridò contro guardandola per l’ultima volta e girandosi poi di spalle. Portò una mano tremante alla tasca e quindi mosse i primi passi… In direzione di quello che sarebbe stato il suo destino. Dipendeva tutto da lui ora, doveva combattere, doveva avere coraggio e trattenere Voldemort abbastanza a lungo da permettere a Lily di correre da Harry, prenderlo e scappare da lì, verso una speranza maggiore. E poi…

Lily annuì vigorosamente e corse per le scale, cercando di non ascoltare le voci e la malefica risata che riempiva l’aria della stanza al piano di sotto che stava abbandonando. Resisti James, corro dagli altri e torno da te… ti prego, resisti!

 

James si passò una mano sugli occhi, scostando appena gli occhiali, quando la tolse e alzò lo sguardo si trovò faccia a faccia con il più tremendo dei maghi dai tempi di Salazar Serpeverde. Ma non doveva avere timore, ormai gli era chiara ogni cosa che doveva fare. Meccanicamente afferrò la bacchetta e se la portò ritta davanti al volto ancora scosso ma terribilmente concentrato, ora. Doveva intavolare un duello, e protrarlo per il tempo maggiore che gli fosse possibile.

Lord Voldemort ghignò divertito, afferrando a sua volta la propria bacchetta e ripetendo il medesimo gesto “Andiamo, Potter! Sarà come rubare un lecca-lecca ad un bambino, per me! Ma se è questo che vuoi…Impiegherò cinque secondi anziché un attimo per mandarti all’inferno…” sibilò, quindi rise di nuovo.

James rinsaldò la propria presa sulla bacchetta, in un attimo due medesimi incantesimi partirono dalle opposte direzioni. Due potenti Cruciatus che andarono a vuoto aprendo due grosse falde nei muri dell’abitazione. James riuscì a scansarlo per un soffio, distratto com’era dai proprio timori, dalle proprie speranze, dai rumori che giungevano dal piano di sopra, dove Lily stava correndo. Il suo viso di deformò per lo sforzo di concentrarsi quando lanciò la seconda maledizione verso Voldemort che semplicemente riuscì a scansarla sparendo e ricomparendo mezzo metro più in fianco, però sortì l’effetto di mandare a vuoto il suo primo tentativo di ucciderlo.

Rise ancora diabolicamente, fingendo uno sbadiglio “Ora sono stanco, però. Muori! Avada Kedavra…

Appena un attimo prima di venir investito dalla potente luce verde che sprigionò con foga dalla bacchetta dell’avversario, James lanciò un incantesimo. Ma era troppo tardi, oramai. Era troppo scosso, troppo stanco e troppo preoccupato per riuscire a scansarlo in tempo. E pensando a Lily e Harry, le cose più belle che la vita gli aveva dato, lasciò il proprio mondo afflosciandosi a terra.

Di nuovo la risata di Voldemort risuonò per le mura dell’abitazione facendole quasi tremare. “Te l’avevo detto, sciocco!” ma a guastare parte del suo divertimento fu una fitta di dolore al braccio destro, così forte che la bacchetta gli cadde di mano. Un grosso squarcio nel mantello nero lasciava intravedere una profonda ferita. Per metà adirato e per metà stupefatto, Voldemort si chinò a raccogliere la propria arma “Tuo figlio pagherà anche per questo, maledetto!” quindi proseguì la propria avanzata, strisciando come un’ombra nera di terrore su per le scale buie.

 

Lily aprì la porta lasciandola spalancata e correndo verso la culla dove Harry gridava e piangeva disperatamente, consapevole di quanto stava succedendo attorno a lui.

“C’è la mamma, Harry! Vieni!” disse con voce tremante prendendolo tra le braccia. Fece per smaterializzarsi quando la sentì. La terribile formula, pronunciata da quella sibilante voce d’oltretomba riecheggiò su per le scale, continuando a rimbombare nella sua testa già confusa.

Sentì il cuore fermarsi e un dolore così grande che non sarebbe stata neanche in grado di descrivere. “James…” mormorò mentre tutto il suo corpo veniva scosso dai singhiozzi.

“James!” ripeté di nuovo, incapace di pensare ad altro. La mente completamente vuota e gli occhi serrati, come se bastasse non prendere coscienza della situazione per non renderla reale… Era… era… Non c’era più! Il suo amore non c’era più.

E che cosa doveva fare ora? Dove sarebbe dovuta andare? A cosa sarebbe servito scappare se in qualsiasi posto fosse andata non lo avrebbe ritrovato? Rimase immobile, le braccia strette attorno a Harry, scalciante e piangente come mai prima. Le orecchie perturbate dalla risata malefica che ben conosceva e che si faceva mano a mano più vicino…

“James…” mormorò di nuovo, come se chiamare il suo nome sarebbe servito a farlo comparire di nuovo lì davanti a lei, sorridente e burlone come al solito, pronto a tirarle i capelli, farle una linguaccia e poi accoglierla nel proprio caldo abbraccio prendendola in giro per essere piagnucolona come una donna, sussurrandole dolcemente che era stato tutto uno brutto scherzo.

Corri!

Era stata questa l’ultima cosa che gli aveva detto, un ordine a cui non poteva disobbedire… Per cosa, poi doveva correre?

Prendi Harry e scappa!

Harry! Che sciocca, aveva ancora lui, che era la sua gioia più grande e non era il momento per lasciarsi andare, quello! Scosse il capo e accarezzò il suo bambino, cercando di calmarlo. Prese la bacchetta e rapida e precisa sigillò la porta, un palliativo inutile che però, quanto meno, avrebbe avuto il vantaggio di farle guadagnare tempo…

Provò a smaterializzarsi ma non ci riuscì. Come l’ultima volta che se lo era trovato davanti, Voldemort doveva aver isolato la casa… E allora doveva scappare. Ma non c’era una scopa, non c’era un camino in quella stanza e l’unica via di fuga a piedi l’avrebbe portata dritta nella tana del lupo.

Un incantesimo… Se non potevano andarsene, almeno si sarebbero protetti abbastanza a lungo. Ma conosceva un incantesimo abbastanza potente da proteggerli da ben più di un temporale, da ben più di una sciocchezza, da nulla di meno che la morte stessa?

Guardò il suo piccolino, tra le braccia… E si ricordò. Ne conosceva uno… Uno che avrebbe protetto perfettamente Harry… Ma non l’aveva mai praticato! Lo aveva solo potuto leggere su un vecchio libro, tanto tempo prima… Richiedeva forza, ma quella non le mancava. Aveva la sua e quella di James, la loro forza e la loro determinazione a salvare loro figlio…

E allora con la bacchetta disegnò un cerchio a terra, lo divise in due parti e si posizionò in una metà facendo sedere Harry nell’altra.

Sentì bussare alla porta e istintivamente si voltò verso di essa… La glaciale risata di Lord Voldemort la scosse “Lily, Lily, Lily! Mia piccola stella, hai sigillato la porta… come farò ad entrare ora?” la prese in giro con la sua voce velenosa.

Ma Lily non aveva perso tempo ad ascoltarlo, raggomitolata di fronte al proprio bambino si tagliò un dito, trasfigurando un orsetto in un piccolo pugnale, e tracciò una riga verticale sulla fronte di Harry. Cercò di ricordare esattamente le parole di quell’antico rito di magia nera di origini celtiche. L’istinto di sopravvivenza gliele fece pronunciare tutte, correttamente. Il cerchio si illuminò, sigillandoli. Il sangue sulla fronte di Harry fu come riassorbito dalla sua stessa, bianca pelle. La piccola ferita di Lily si rimarginò.

E allora la porta della stanza si aprì con un tonfo. Voldemort stava ora a pochi metri da loro.

Lily si alzò in piedi davanti al proprio bambino, ben decisa a fargli da scudo in tutti i modi possibili.

“Ben felice di rivederti, Lily cara. Ma ora spostati, per favore.” le propose diplomatico Lord Voldemort. In fondo, lei poteva ancora essere sua in qualche modo. Naturalmente dopo aver sistemato un paio di questioni con quel guastafeste di suo figlio.

Lei cercò di lanciargli uno Schiantesimo, ma fallì.

Era così dannatamente potente quella notte, come non era mai stato. Ed era terrificante, il suo sguardo assatanato era ancora più cupo e determinato ad uccidere del solito.

“Spostai, sciocca!” le intimò brandendo la bacchetta e lanciandole una Cruciatus.

Lily si afflosciò in preda a qualche convulsione davanti a Harry che si disperava e si aggrappava alle vesti della madre. Ma non si spostò, strinse Harry fra le braccia, avvolgendolo e proteggendolo. Un’altra Cruciatus, più potente di prima, la colpì immediatamente alle spalle, facendola piangere e gridare di dolore.

“NO! Harry no, ti prego! Farò qualunque cosa!” lo supplicò. Era così stanca di combattere.

“Spostati, stupida… spostati!” gridò lui, il suo tono era ora più forte e potente che mai. Lily poté sentire la forza mentale di Voldemort penetrargli nella testa ma la sua volontà era forte, anche se il suo corpo dolente e stanco, e non avrebbe ceduto al suo controllo. La posta in gioco era troppo alta, la più alta.

“Harry no, prendi me piuttosto, uccidi me, ma non Harry! Ti prego, per favore… lui no!” non ci riusciva, non sapeva più come proteggere il suo bambino… Non ne aveva più la forza materiale, ma non lo avrebbe lasciato morire. Lo aveva promesso a James, che lo avrebbe protetto! Lo aveva promesso a James e lo voleva per sé stessa, e per tutte le cose bellissime che avrebbero atteso Harry, quando tutto sarebbe tornato come una volta.

E allora non le era rimasta che un’arma… L’incantesimo che aveva praticato prima avrebbe protetto Harry da qualsiasi maledizione, ma si sarebbe attivato e rafforzato… prendendo la sua vita. Quindi ora, non c’era rimasto nient’altro da fare. Harry sarebbe vissuto, se fosse andata così.

“Sei una sciocca! –gridò lui rabbioso, allora l’avrebbe uccisa. Non sarebbe stata sua, nemmeno questa volta, ma l’avrebbe tolta di mezzo- Allora morirai come desideri!”

Lord Voldemort alzò la propria arma puntandola alle spalle di lei.

Lily strinse Harry più forte che poté. Stava per morire ora, aveva una dannata paura. Se almeno James fosse stato accanto a lei… Se almeno avesse potuto stringere la sua mano e guardare il suo sorriso. E lo vide, vide il volto di Harry, ritratto di quello di James. Lo baciò sulla fronte augurandogli mentalmente il meglio per tutta la sua vita e chiuse gli occhi, “Vivrai” gli sussurrò per ultimo.

Avada Kedavra!” la luce verde la colpì facendola sobbalzare e ricadere su un fianco, gli occhi serrati per sempre.

Solo Harry era rimasto ora, e sarebbe stato uno scherzo. Il braccio di Lord Voldemort che impugnava la bacchetta si tese di nuovo, stavolta nella direzione del bambino che giaceva inerme innanzi a lui e…

 

…e Harry visse. Anzi, sopravvisse.

 

These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase

 

 

 

Il resto è storia nota…

 

 

 

 

E in fine siamo giunti anche a questo punto. Perché ci si doveva arrivare per forza, purtroppo, mamma Rowling aveva deciso così e io avevo deciso di attenermi ai fatti (Per lo meno quelli a me noti fino al 4° libro…).

E’ stato davvero difficile scrivere questo capitolo, per questo ci ho impiegato tutto questo tempo (ehi, però è venuto lungo quasi il doppio degli altri!!! 26 pagine di word!). E’ stato difficile pensare di condannare a morte due personaggi che adoro ed è stato difficile decidere come trattare l’argomento, per vi chiedo solo una cosa: voglio i vostri più sinceri pareri riguardo a quest’ultimo capitolo. Niente cortesie, niente ‘Oh, bello, complimenti!’ o ‘Che brutto, schifo!’, voglio delle belle recensioni con i vostri reali pareri, ok?

Ve lo chiedo come regalo di Natale in ritardo (E che ritardo!!!!!)…

Comunque, giusto per non farvi tirare troppo presto un respiro di sollievo illudendovi di liberarmi ora di me, vi anticipo che seguirà ancora un piccolo Epilogo. Ultimo capitolo della fic. Ma la vera nius è che, a grande richiesta, ho intenzione di scrivere un finale alternativo. Della serie ‘Se il Custode Segreto fosse stato Sirius: Cinque anni dopo.’, cosa ne pensate di questa idea? E’ decisamente assurda o vagamente realizzabile?

Personalmente mi aiuterebbe a superare il distacco e ad elaborare il lutto… T__T La perdita è ancora così fresca che fa male… Cavolate a parte, voglio anche questa vostra opinione. Lo so che ho tante pretese.

 

E ora, come al solito ringrazio Ran, che è la beta-reader più scrupolosa che si possa avere e fa ammenda a tutte le mie manchevolezze grammaticali e sintattiche. Tra l’altro ha disegnato un meraviglioso logo per la mia storia, (Ran, perché non metti on line anche quello?), ma soprattutto una fan-art di James e Lily, anzi, un disegno stupendo, un piccolo capolavoro! ^^ Sei bravissima, Cannuccia di Ly, ha colto perfettamente l’essenza di entrambi e del loro rapporto! ^o^ Graaazie! [Metto il link per vederla a fondo pagina, cmq se non si riesce l'indirizzo e questo http://www.manga.it/image.asp?s=f&i=9942.jpg e a breve dovrebbe comparire anche sull'efp] Quindi passiamo ai saluti! ^^

Luna Malfoy: come sempre sei gentilissima, cara! E’ anche tempestiva!! ^3^ Mi raccomando, voglio subito una tua opinione su questo capitolo! E mi farai di nuovo la ramanzina? Cioè, l’attesa è stata lunga, ma anche il capitolo è il doppio del normale…

Voldy Weasley: Sì sì, anche io adoro il micetto! ^^ E non piangere troppo per Sirius, ‘aspetteremo che ricompaia… succede sempre alla fine!’ e succederà! è.é (Parola di Luna!)

Serena: Serenella cara!!! Eccoci qui T_T non inondarmi la recensione di lacrime, mi raccomando! Tanto tornano sempre! è.é *Ormai ce l’ho con sta frase* Tanti baciotti, tesora!!! Ah, e al rogo la Bellatrix e il caro amico Snivellus!!! >.< *In inglese Mocciosus rende troppo di più!! uah uah* La fic su Siri che avevo in mente è diventata una one shot… ora non zo più che fareeee!!!

Giuggy: Sei un tesorone!!! Purtroppo però abbiamo quasi finito, ci resta un epilogo, un finale alternativo e poi… BUAAAH!!! Sarò disoccupata!! T_T Intanto mi raccomando, fammi sapere che ne pensi, che ci tengo. ^^

Blackmoony: Nessuno di noi vorrebbe pensarci, ma è successo, purtroppo!! T_T Mi sento crudele come la Rowling, il che è tutto dire…Ma come farà lei a scrivere queste cose? Si deve proprio essere senza cuore! è.é Cattiva, JK! In punizione dietro la lavagna (E portati il pc e lavora! ^^)

Buffy: Ciao cara!! ^^ Grazie mille per tutti i complimenti… Sei sempre gentilissima! Bè, adesso sai anche perché Piton non poteva conoscere l’identità della spia di Voldemort… Però il finale alternativo lo avremo lo stesso. ^^ Spero ti piacerà…

Hermy15: Allora, a quando la tua fic? Sempre che non sia già pubblicata @.@ Me non ha mai tanto tempo per controllare e a volta scivolano via alla svelta! Spero di poterla leggere presto. Un baciotto.

Ran: La mia cara beta-reader che in pubblico mi scrive le cose belle e poi mi fa le ramanzine in privato! ^3^ Grasie cara!! Lo sai che il tuo parere è Vangelo per me. Mi fido tantissimo di quello che mi dici, mi raccomando! Sii sempre anche un po’ critica! ^^ Ah, quasi mi scordo: OSCAR PER LA TUA (e di Miyu) VERA STORIA DI UN MALVAGIO FORTUNATO!!!!!!!! E’ troppo forte! Davvero! Anche se io aspetto ancora le interviste…

Sunny: ^^ Oh, divina! Come sempre grazie per tutte le cose bellissime che mi hai scritto, adesso aspetto qui in un angolino un parere a proposito di questo finale (T__T) da una delle migliori fan writers in circolazione! ^__- E saluta la sorellina Nenè! E mi raccomando, riattacca presto l’ADSL!!!!!

Myricae: Ciao tesoro! La tua storia è sempre bellissima, anche quella breve che hai scritto su Tonks mi è piaciuta tanto, sai? Fatti sentire e un bacione!

Vale: Altra mia adorata autrice, che mi fa disperare dal momento che la sua bellissima storia è terminata (Scrivi presto, Vale!!! PRESTO!!!). Mi auguro che ti sia piaciuto questo finale. Ci ho lavorato un sacco, mi ha dato tanto da penare!! Mi raccomando, fammi sapere e… SCRIVI PRESTO! ^__- Un bacione! ^3^

Mokichan: Tesoro, non potevi dirmi una cosa più bella ‘ogni volta che leggo del passato, mi vieni in mente tu!’. Sei proprio gentile e mi fai saltellare gioiosamente sulla sedia! *che si rompe e così Ly cade, si spacca la testa, fa tre mesi in ospedale senza pc* Scherzi a parte, hai letto Peter in questo capitolo? Quando dice quella cosa a Sirius, a proposito della lealtà… VILE!!! VILE, FALSO, CODARDO, MALEDETTO!!!!! *Ly inveisce a lungo e senza ritegno contro di lui*

Saidy&Strekkù: Bambini di mamma Ly!!! La vostra recensione a quattro mani è stata quella che mi ha fatto sorridere di più!! Sono tanto contentaaaaa!! ^o^ Piccini! Senza contare che mi avete fatto schiattare dal ridere! ^^ Grazie mille delle cose carine che avete scritto e… fate i braaaaavi! ^.- (e recensite… basta Studiare, Strekkù! Sembri il tuo piccolo Chris! E a proposito… AGGIORNAAAA!!!)

Ele2: come stai, cara Ele? Ripresa dall’influenza? Mi auguro di sì, visto che è passato un mese! Davvero credi che Harry si ria rovinato crescendo? Io nel quinto libro l’ho trovato davvero forte!!! ^^

Daireen: O Sunshine? Come ti chiamo? ^^ Ma non è questo il punto… Grazie mille delle belle cose che mi scrivi ogni volta… che ne dici della conclusione? Soddisfa? Per quanto un finale simile possa soddisfare, naturalmente! T.T Fammi sapere, mi raccomando! Sei sempre troppo buona! ^//^

Angi e Gius: Le mie care gemelline! Tutta da capo? Voi siete pazze, non lo faccio nemmeno io ^__- E cara Gius, assolutamente non mi hai offesa, anzi! Io amo le critiche!!! ** sono costruttive e posso ribattere ^__-. In effetti è vero, forse ho condensato un po’ troppo gli anni seguenti ai primi che invece ho descritto più nel dettaglio… Non so dirti perché, ma posso spiegarti cosa c’è di diverso, a mio parere, tra quelli del quinto/sesto anno ad H e questi… I primi trattavano dell’adolescenza, erano più spensierati, non c’era preoccupazione maggiore per loro che seguire le lezioni e uscire assieme, Voldemort era solo all’inizio e nessuno sapeva che si sarebbe rivelato così grande e terribile. Ora, i Mangiamorte e il loro caro Lord stanno sterminando i mezzosangue, i babbani e danno loro la caccia, seppur malvolentieri ho dovuto abbandonare in parte il tono spensierato con cui scrivevo i primi capitoli. Spero comunque che la storia ti sia piaciuta!! E ti ringrazio per la critica, spero che fosse questo che intendevi. Un bacio a tutte e due.

Isilascar: Purtroppo non son riuscita a postare prima di questo nuovo anno, ma non sono passati effettivamente due mesi, no? ^^ Eh eh, l’ho troncato apposta per creare un po’ di tensione! Pensa che avevo una mezza idea di tagliare a metà anche questo, ma poi l’ho postato tutto. Fammi sapere che ne pensi e grazie! Ah, James non è manesco, non sono mica ceffoni di violenza gratuita i suoi, solo che ogni tanti c’è bisogno che qualcuno riporti alla realtà Lily, i ceffoni sortiscono perfettamente il loro effetto! *Me violenta*

Angèle: Eccoti accontentata, la mia diabolica testa ha macchinato tutto questo! Spero tanto ti sia piaciuto. Lily e James fanno la fine che sappiamo, certo, ma prima vivono tutta una vita, ho creduto bello raccontare come me la immaginavo io. E spero che sia piaciuta. ^^

Ryta Holmes: Mamma mia! Mi hai lasciato una recensione stupenda, grazie! ^//^ Me arrossisce… Lasciami ancora un commentino e leggi pure quando hai tempo, posso capire bene! Ah, il colore dell’Avada… ^^’’’ Si, lo so che è verde, solo che Voldy si sentiva un artista quel giorno! Aha, scuse a parte, semplicemente non ci ho pensato!!! Grazie di avermelo fatto notare! In questo capitolo l’Avada è tornato al suo colore originario.

Pan_z: ciccia miaaaa! Anche a me mancherà questa fic e le tue recensioni (e quelle di tutti, certo!). Sei troppo gentile! T__T Hai visto che fine fa Jamie caro? T_T Però ci lascia il ricordino a quel dannato di Voldy! è.é Mi raccomando, dimmi che ne pensi di questo capitolo! Tanti baciotti, tesssora! E rispondi presto alla mia mail, tu sei la puntuale io la ritardataria, non ciularmi il ruolo!

Akemichan: eccoti ritrovata! (Scomparsa anche tu assieme a Ryta! ^^)Mi fa piacere rileggere una tua recensione. La tua idea del finale AU a quanto pare sarà messa in pratica! Ti ringrazio tanto del suggerimento e di aver pensato a me come autrice! Sei stata un amore! ^3^

 

E con questo abbiamo finito il giro di recensioni dello scorso chap. Ringrazio tantissimo chi ha commentato anche ‘Closer’, la mia one shot su MJ e Siri. Soprattutto la Kiaretta cara, anche se qui non mi ha lasciato lo straccio di un commentino! :P che amica! Ma dove t’ho preso, a te? Ai saldi? :P scherso tesoro! Ci vediamo al tuo compleanno! E ringrazio Elettra per la precisazione, considera la mia una licenza letteraria ^__-

 

Termino ringraziandovi ancora tutti e facendovi presente che oggi che scrivo (data 18 Gennaio 2004) la mia fic compie… un anno!!!! E’ passato un anno dalla sera di gennaio in cui, dimentica dell’esame di Pedagogia da preparare, passavo una notte al pc stendendo il primo capitolo! Tanti auguri mia piccola fic!! ce ne abbiamo messo del tempo… MAMMA MIA, COME SONO STATA LUNGA!!! ^^’’’ Perdono…

 

Tanti baci a tutti e a presto,

la vostra Ly

 

PS: Grazie anche agli Evanescence, credo di aver consumato parte del loro cd, ascoltando a ripetizione ‘My Immortal’ che ha dato il titolo al capitolo…

 

MyImmortal
  
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