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Autore: schwarzlight    24/04/2011    3 recensioni
[Storia classificatasi prima al contest [Original Concorso 10] Il Labirinto e... l'Avida indetto da Eylis]
“Chi arriverà in cima alla Torre vedrà esaudito qualunque suo desiderio, sia esso dominare il mondo o distruggerlo.”
Era una cantilena che aveva ipnotizzato molti.
E quei molti ogni anno tentavano il loro disperato ingresso nella famigerata Torre, quella costruzione maestosa che sorgeva al centro della città, beffandosi di tutti.
Mi chiedevo quale tipo di desideri volessero vedere realizzati, dato il modo in cui si accalcavano attorno all’edificio. Quale tragedia volevano evitare? Di quale torto vendicarsi? Quale ambizione li animava?
Io non avevo nulla. Niente che potesse giustificare il mio ingresso in quel posto.
Ma ormai non potevo più scappare.
“Ci sono due modi per uscire dalla Torre: arrivare in cima o morire.”
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Torre'
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La Torre - I Distruttori 1











La Torre
La Compagnia dei Distruttori


Capitolo 1: Il labirinto




Chi arriverà in cima alla Torre vedrà esaudito qualunque suo desiderio,
sia esso dominare il mondo o distruggerlo.
La vostra forza è la vostra volontà.
Scegliete un’arma, e scegliete una porta:
da soli o in gruppo, comincia il vostro cammino.
E ricordate, ci sono due modi per uscire dalla Torre:
arrivare in cima o morire.




Era con queste parole che ci avevano accolto, e con queste parole che ci avevano lasciato a noi stessi.
Stavo osservando quella torre monumentale che sorgeva nel mezzo della città, circondata da un parco, che non possedeva né finestre né porte. Che era lì da sempre, per sempre.
Stavo osservando le persone che vi si raccoglievano attorno, sperando in qualche modo di riuscire a entrarvi e avere una qualche possibilità, seppur remota, di realizzare il proprio desiderio.
Mi chiedevo cosa potessero mai volere, cosa tentassero di ottenere.
Io non avevo nulla.
Nulla che mi preoccupasse, nulla che desiderassi.
Mi bastava ciò che avevo, la vita che conducevo, monotona e tranquilla, ma che non mi faceva mancare nulla.
Eppure fui io esser trascinato in quel gioco.
Io che non possedevo alcuna ambizione, ero stato scelto assieme a una ventina di persone, tutte diverse tra loro, tutte spaesate e stordite. Accanto a me c’era una ragazza, all’apparenza tranquilla, ma che continuava a guardarsi attorno con agitazione. Volevo tranquillizzarla in qualche modo, ma proprio quando la mia mano stava per raggiungere la sua, quella voce risuonò nel salone.
Era come se mi fossi risvegliato dal torpore: dimenticai ciò che mi circondava, scelsi un’arma e varcai la porta più vicina.


Perso in un labirinto di siepi e cemento, con uno squarcio sul braccio, uno sulla gamba e un rivolo di sangue a colarmi sull’occhio sinistro ad aspettare la morte, rigorosamente nella forma di uno pseudo rettile dall’improbabile aspetto preistorico. Ecco in che situazione ero nel giro di un’ora o due.
L’idea di arrivare fino alla fine per potermene tornare a casa sembrava destinata a sfumare, costringendomi a sfruttare l’altro sistema.
Ma un fruscio e un tonfo alle mie spalle stravolsero i miei piani catastrofici. Due mani mi afferrarono per la vita mentre una scarica di proiettili teneva alla larga il bestione.
Nel giro di un secondo mi ritrovai a una decina di metri d’altezza dal vicolo cieco in cui ero andato a cacciarmi, in piedi su una passerella di cemento di nemmeno un metro di larghezza e sorretto dalla ragazza del salone. Dietro di lei un uomo sulla trentina, barba sfatta e dal fisico ben piazzato, che si risistemava in spalla il M9 che si era portato dietro. Di sicuro era stato più furbo di me… ancora non mi spiegavo con che coraggio (e con che testa) avevo scelto di prendere una spada a due mani come arma.
E non ero l’unico a pensarla così.

- Cosa ti è saltato in mente prendendo quell’affare? – disse l’uomo indicandola.

- Ah, me lo stavo giusto chiedendo… in quel momento mi è sembrato: o questa, o nulla.

- Oh, bè… sembra che voi due andrete d’accordo allora. Anche questa stupida qui si è portata dietro un inutile ferraglia.

Osservai meglio la sua compagna: in effetti anche lei portava una spada, semplice però, legata la fianco. E sembrava anche che avesse già sentito quel rimprovero un numero sufficiente di volte, a giudicare dalla reazione che ebbe.

- E insomma, basta! Tanto anche se avessi preso una pistola non avrei saputo farla funzionare!

- Ma che c’è di tanto complicato? Basta premere il grilletto, no!

Cercai di mettere fine a quel principio di litigio ponendo la domanda: com’ero finito lì sopra? Insomma, poco prima stavo per essere sbranato da una specie di mostro squamato in un vicolo cieco, mentre subito dopo scoprivo di esser stato trasportato in cima al muro del labirinto che stava alle mie spalle. Da una ragazza poi, che non era nemmeno tanto robusta.
La risposta di lei fu qualcosa come “Perché lo volevo”. Era stata una sua idea percorrere il labirinto dall’alto, usando le mura nascoste dalle siepi come sentieri.
Il vero significato di quella frase fui in grado di capirlo solo molto più avanti, con l’esperienza di svariati livelli della Torre alle spalle. Al momento nessuno dei due seppe darmi una spiegazione adeguata, solo che la frase “la vostra forza è la vostra volontà”, a cui non avevo dato alcun peso, possedeva in realtà un’importanza decisiva all’interno del sistema, secondo cui coloro dotati di una volontà sufficientemente forte potevano fare quasi qualunque cosa venisse loro in mente, anche compiere salti normalmente impossibili. Che questa volontà influenzasse perfino l’abilità nel combattimento, ci era ancora sconosciuto.
L’avremmo scoperto per caso, così come per caso potemmo apprendere tante altre cose, in seguito.
Alla mia domanda su una loro probabile conoscenza fuori dalla Torre o dell’esser parte di uno stesso gruppo all’interno risposero negativamente.

- E allora com’è che siete assieme?

- Ci siamo ritrovati nello stesso punto.

- Avete scelto la stessa porta?

- No, ci siamo ritrovati nello stesso punto.

- Le porte erano diverse – intervenne l’altro – ma siamo arrivati nello stesso punto… evidentemente alcune erano collegate. Ora però, se avete finito con i vostri bla bla io procederei… laggiù c’è qualcosa, e spero proprio sia l’uscita. Tu ce la fai a camminare?

- Non c’è problema – dissi slacciandomi la spada dalla schiena – Questa ferraglia sarà anche inutile, ma almeno posso utilizzarla come bastone.

- Reggiti anche a me, è più sicuro. A proposito, io sono Jahel.

- Oh… io Jude.

- E io Bastian Connor, una persona con molta poca pazienza. Allora, andiamo?

Fu sovrastando il labirinto, con uno squarcio sul braccio, uno sulla gamba e un rivolo si sangue a colarmi sull’occhio sinistro, appoggiato a una spada a due mani da una parte e sorretto da Jahel dall’altra che mi incamminai per il sentiero descritto da un muro di cemento, diretto verso un punto ignoto in cui sembrava ci fosse una luce un po’ diversa, sperando fosse l’uscita di quel primo ostacolo.
Nessuno di noi tre parlò più.
Connor davanti pronto a sparare in caso di pericolo, e noi due dietro, cercando di tenere il suo passo.
Dopo un paio d’ore e qualche sosta, ero in uno stato disastroso. Non avevamo medicinali né bende, e la perdita di sangue che avevo subito in seguito alle ferite stava cominciando a far sentire i suoi effetti, sottoforma di giramento di testa e vista appannata e presto Jahel dovette lasciare il posto di mio supporto a Connor. Dell’ultimo tratto di strada non ricordo tuttora nulla, a parte le voci confuse dei miei compagni di viaggio e il mio dover essere trasportato da entrambi.

- Forza, ragazzo! Siamo arrivati!

È l’ultima cosa che sentii prima di perdere conoscenza.












Ok, questa storia partecipa al contest  [Original Concorso 10] Il Labirinto e... l'Avida indetto da Eylis, in cui si doveva scrivere una storia in cui bisognava inserire il luogo labirinto e il personaggio avida, da interpretare liberamente.

In realtà La Torre è una storia molto più vasta che non si limita affatto ai sei miseri capitoli che leggerete, che compongono solo una sorta di prologo in più capitoli (ovviamente leggibile anche da solo...). Per questo motivo ci son delle cose che non vengono dette e delle cose dette a metà. 
La storia principale verrà cominciata appena averò finito di pubblicare I Distruttori, ovvero fra un bel po' visto che gli aggiornamenti sono ogni due settimane 8D
 
...credo di non aver altro da dire (forse) se non...ho bisogno di pareri ;A;

Grazie per aver letto e buona Pasqua!^^


EDIT DELL'ULTIMO MINUTO:
Sono arrivata prima.
Sono arrivata prima e non so nemmeno come X°D
   
 
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