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Autore: dramy96123    25/04/2011    11 recensioni
- Vuoi sapere cosa vedo nella palla di vetro? – chiese lei, sorridente. Ripose il carillon, che stava suonando e girando lentamente, e riprese in mano la pallina.
- Cosa vedi, Harry? –
- Vedo della neve. E una casetta, e un pupazzo di neve. – rispose confuso lui.
- Io vedo dei Nargilli che soffiano sulla casetta, e vedo le persone dentro la casetta che non vedono l’ora di uscire per giocare a palle di neve, e vedo il pupazzo che trema,perché i bambini si sono scordati di mettergli la sciarpa. E poi vedo…vedo il tuo riflesso sul vetro, e vedo te confuso, e curioso, e poi vedo i tuoi occhiali rotti.
Si sono di nuovo spaccati? –
- Come fai a sapere che il pupazzo trema di freddo? –
- Non ha la sciarpa – rispose lei
- Ma è fatto di neve, come può temere ciò di cui è fatto? –
- Voldemort seminava morte, come poteva temerla?–
Harry ammutolì, poi sorrise,abbassando lo sguardo.
- Hai ragione, trema di freddo. –
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Raccontami qualcosa

Raccontami qualcosa

 

- Ciao Harry – disse Luna sognante, avvicinandosi al ragazzo.

- Luna, ciao! Non riesci a dormire? – rispose lui confuso.

Luna aveva la capacità innata di arrivare sempre nei momenti più impensati.

Erano nella Stanza delle Necessità, Harry era seduto su una bella poltrona vicino ad un caminetto, e Luna era riuscita ad entrare.

Ma soprattutto, erano le due del mattino.

-  Oh,  sei stupito perché sono entrata…– rispose lei, pensierosa.

Harry si passò una mano fra i capelli, imbarazzato.

- Non è stato difficile, volevo parlare con qualcuno. Però ci sono poche persone che vogliono parlare con me, sai? La scelta eri tu e Calì Patil, solo che Calì stava appartata col suo nuovo ragazzo. Ne ha cambiato un altro, è il terzo questa settimana - Luna sorrise.

- Che dici, sei diventata così popolare, dopo la guerra –

- Si, ma non è la stessa cosa, Harry. Stai cercando di confortarmi, ma non ci riesci mai particolarmente. Apprezzo il gesto comunque, è carino da parte tua –

Harry arrossì leggermente. Non era difficile tenere una conversazione con Luna, era solo…poco facile, ecco.

- Perché volevi parlare con qualcuno? –

Luna girovagò per la stanza, toccando questo o quell’oggetto

- Guarda, non è curioso? Sembra che dei Nargilli ci abbiano soffiato dentro…-

- E’ una palla con la neve – spiegò Harry, ghignando leggermente.

- Appunto, perché credi che la neve si alzi? –

- Perché tu ribalti la palla, no? – rispose Harry, logicamente.

- Ma io la sto tenendo su, e la neve si muove lo stesso, come un vortice – rispose Luna,e gli diede la palla di vetro in mano.

- Luna, io non vedo niente- Harry scosse la testa. Ci provava sul serio a capire, ma…

Lei sorrise  - Oh, non importa, la Cooman l’ha sempre detto che il tuo Occhio Interiore è appannato…però eri un ottimo Oggetto, dice sempre anche questo –

- Grazie per l’informazione –

- Non sei molto contento di quelle attenzioni, vero? in effetti è piuttosto frustrante che altri ti sappiano predire il futuro quando tu non vedi che nebbia,no? –

- Ehm…- 

Luna posò la palla di vetro e prese un altro oggetto, un carillon.

C’era un intero scaffale di oggetti Babbani, uno scaffale che Harry non aveva notato quando era entrato nella Stanza delle necessità.

- Che cos’è ? –

- Un Carillon, se  giri la chiave comincia una musica, una ninnananna per bambini – spiegò Harry. Era il tipico Carillon con la bambolina che danzava.

- E funziona a Grimoldi,no? –

- A…a cosa? –

Luna lo guardò – A Grimoldi! Gli spiritelli dei Babbani –

Harry rise.

Luna si infilò la bacchetta tra i capelli, facendosi una cipolla, e guardò curiosa il carillon.

- E’ ancora più strano del cappello che mi ha fatto papà –

- Niente è più strano del cappello che ti ha fatto tuo padre, Luna –

Lei ci pensò su  – Forse hai ragione –

- Luna, raccontami qualcosa –

Harry si mise comodo sulla poltrona, guardandola curioso.

Era da tanto tempo che non chiacchieravano un po’ da soli, e Luna nonostante fosse sempre circondata da amici le era sembrata un po’ giù di morale

Per quanto potesse star gi di morale Luna Lovegood.

Luna aveva un modo tutto suo di raccontare, con i suoi occhi fissi su qualcosa di lontano, e la sua incapacità di stare ferma,o seduta…e il tono di voce. Quel tono di voce, quella musicalità che Harry non coglieva spesso nelle altre persone.

- Vuoi sapere cosa vedo nella palla di vetro? – chiese lei, sorridente. Ripose il carillon, che stava suonando e girando lentamente, e riprese in mano la pallina.

- Cosa vedi, Harry? –

- Vedo della neve. E una casetta, e un pupazzo di neve. – rispose confuso lui.

- Io vedo dei Nargilli che soffiano sulla casetta, e vedo le persone dentro la casetta che non vedono l’ora di uscire per giocare a palle di neve, e vedo il pupazzo che trema,perché i bambini si sono scordati di mettergli la sciarpa. E poi vedo…vedo il tuo riflesso sul vetro, e vedo te confuso, e curioso, e poi vedo i tuoi occhiali rotti.

Si sono di nuovo spaccati? –

- Come fai a sapere che il pupazzo trema di freddo? –

- Non ha la sciarpa – rispose lei

- Ma è fatto di neve, come può temere ciò di cui è fatto? –

- Voldemort seminava morte, come poteva temerla?–

Harry ammutolì, poi sorrise,abbassando lo sguardo.

-  Hai ragione, trema di freddo. –

-  Perché sei venuto qui? – Luna si sedette a gambe incrociate sulla poltrona di fronte alla sua,tendendogli la palla.

- Non avevo sonno,non dormo bene da quando è finita la guerra – ammise Harry.

Si rigirò l’oggetto fra le mani. La neve vorticava quando la ribaltava, come aveva detto lui, e allora che cosa diceva Luna prima?

- Non è che non dormi bene, è che non dormi. –

- Sei una Legilimens? –

- Harry Potter, ogni tua espressione è un libro aperto – rispose solennemente lei.

- Per te ogni persona è un libro aperto –  la corresse il ragazzo.

- Oh,non è vero. Non capisco ancora la voglia di studiare di Hermione Granger, e l’utilità di cambiare ragazzo come un paio di scarpe. –  Luna si prese il mento fra le dita, come se quelli fossero i dilemmi della sua vita.

- E tu perché non dormi? – chiese Harry.

- Avevo voglia di cioccolata, e di neve – rispose lei,ancora persa nelle sue domande senza risposta.

- Siamo a Maggio inoltrato! -

- Lo so – rispose lei alzando lo sguardo, stupita.

- E allora come…Oh, Luna,l’hai fatto ancora! –

Lei sorrise, colpevole

- Scusa Harry…fatto cosa? –

- Non mi hai risposto – rispose lui, incrociando le braccia.

- Avevo voglia di cioccolato e di neve  - ripeté lei, stupita.

- No, a quella prima –

Lei lo ignorò ,tendendo nuovamente la mano. Harry si rigirava ancora fra le dita la palla di vetro. Gliela tese, e lei l’afferrò.

- E’ calda. – disse

- Sì, l’ho tenuta in mano – rispose lui, confuso.

- Ma c’è la neve,dentro. E non si è sciolta. Però il pupazzo non trema più –

- Come fai a dirlo? –

- E’ calda – rispose logicamente lei, agitandogli la palla davanti.

- L’ho scaldata io  -

- E il pupazzo non ha più freddo. –

- Perché volevi parlare con qualcuno? –

Luna sorrise

- Non era quella la domanda a cui non avevo risposto –  disse enigmatica, per poi alzarsi in piedi.  Gli mise la palla in mano, e poi avvicinò il viso al vetro.

- Vedo i bambini che hanno messo la sciarpa al collo del pupazzo. Vedo la neve che diventa più delicata. Non c’è più il vortice. Vedo i genitori dei bambini che preparano una cioccolata calda. E poi vedo…vedo il tuo riflesso sul vetro, e vedo te confuso, e curioso, e poi vedo i tuoi occhiali rotti. Si sono di nuovo spaccati? –

Senza attendere risposta si alzò in piedi, alzò le braccia in alto e si avvicinò alla porta della Stanza delle Necessità.

- Vedo cose sempre diverse, e altre uguali, perché cambia il mio modo di pensare ogni secondo. Il tuo cambia? Vedi sempre la casetta, e la neve, e il pupazzo che ha freddo?  - Harry chiuse gli occhi, un torpore gli prese le membra.

Luna sorrise, vedendolo che prendeva una nuova posizione sulla poltrona.

Appellò una coperta, mentre Harry si accoccolava.

- Ho voglia di gelato, e di neve. Credo che andrò a chiederla agli Elfi Domestici –

- La neve? – borbottò Harry,già nel mondo dei sogni.

Lei si chiuse la porta dietro di sé, sorridendo.

In fondo Harry aveva solo bisogno di qualcuno che gli parlasse, di qualcuno che lo confortasse. In fondo, non era difficile fargli scordare la domanda a cui non aveva risposto.

Non riesci a dormire?

   
 
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