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Autore: OperationFailed    25/04/2011    7 recensioni
L’odio è la cosa più facile. Non ti chiede di capire, di pensare. Basta l’accanimento febbrile e senza esclusione di colpi, basta la rabbia repressa che implode e ti divora da dentro. Diventi il buco nero di te stesso, ti mastichi. Ti stai un po’ indigesto comunque, non ti digerisci.
[Preslash] [linguaggio]
R&R gradito (:
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Black Hole 


Vai a una notte d’estate. Vai alla California dell’alcool a fiumi e della droga a basso costo. Vai ai quartieri chic di Beverly Hills, abbandonali. Questo non è un patetico filmetto americano. Vai in una città marcescente che non è più di uno sputo sulla cartina dei grandiosi Stati Uniti d’America. Vai alla Main Street alle tre di notte.

C’è un ragazzino steso in mezzo alla strada, a faccia in giù. L’ultima cosa che vuole vedere non sono le stelle – che poi, non prendiamoci in giro, ma da questo buco di serratura l’universo non si vede mica – ma il fango. L’asfalto, le cicche di sigarette, i peli sparsi di qualche gatto che hanno preso sotto il giorno prima. Smetti di provare pena per lui, non è ancora morto. Vorrebbe, sai. In questo momento pensa che morire sia la cosa giusta da fare. Per fottere i problemi. Scappare, scomparire, evacuare l’anima, decomporsi, puff. Sa che è nemico di se stesso e per ucciderlo vuole farsi fuori. Ora, ti chiederai. Come fa ad ammazzarsi se rimane lì per terra come una cartaccia gettata via? Chiediamolo a lui. Entriamogli dentro. Zoom sui suoi pensieri patetici. Pronti – e se non siete pronti vi arrangiate – via!

No, ti prendevo per il culo. In realtà quel pezzo di pelle stropicciata lì nel mezzo della strada non sta pensando. Sta uggiolando. La sua testa è un groviglio di fili andati in corto circuito. E lui è un coglione egoista, puoi capirlo già dal nome. Billie Joe Armstrong. Andiamo, chi chiamerebbe un figlio Billie Joe Armstrong? Era ovvio già dalla nascita che la sua sarebbe stata una vita di merda. Con quel nome, cosa vuoi pretendere? Comunque, il povero piccolo Billie chiede con le sue urla mute che un camion – uno di quei bestioni che trasportano tronchi di sequoia, o in assenza di quelli almeno un Greyhound – gli passi sopra.

Vai a un manico di scopa sul marciapiede, con i capelli sugli occhi e le mani in tasca. Vai a quegli occhi nascosti, gocce d’oceano intrappolate dalla rétina. Vai al sopracitato manico di scopa che alza gli occhi.
Questo tale, alto, magro, capelli lunghi e passi chilometrici, questo tale si avvicina al ragazzino per terra. Lo conosce. Fa una smorfia strana, accartoccia la faccia in una maschera di dispiacere, ma almeno ci fa la grazia di star zitto. Gli si siede accanto, mette una sua mano – le dita sottili come patatine a bastoncino – sulla schiena di quell’altro. Lo sta consolando. Grazie al cielo, il ragazzino gli dice di andarsene. Ha la voce roca, povero cucciolo. Gli occhi rossi, uno zigomo pesto. Scommetto che si è preso a pugni da solo per la sua patetica stupidità. Si fa schifo da solo. Il gigante magro non lo ascolta, gli si stende accanto, guarda il vuoto lasciato dal cielo che non c’è più. Sopra Rodeo il cielo se n'è andato da un pezzo, lo sapevi?

Vai a me. Li sto guardando, li faccio a pezzi mentalmente, li odio. Loro sono in due, io sono solo. Perciò, li odio. L’Odio è la cosa più facile. Non ti chiede di capire, di pensare. Basta l’accanimento febbrile e senza esclusione di colpi, basta la rabbia repressa che implode e ti divora da dentro. Diventi il buco nero di te stesso, ti mastichi. Ti stai un po’ indigesto comunque, non ti digerisci. Quello con gli smeraldi al posto degli occhi, quello che sembra una bambola con dei fili di lana al posto dei capelli, lui, quello con il nome assurdo insomma. Lo odio anche di più… E’ ridicolo, pensa di essere l’unico a soffrire, l’unico ad avere una famiglia di merda, l’unico a sentirsi soffocare? Io gli dico: vieni a fare un giro nei vicoli di me, della città fantasma che ho dentro. Guarda e impara. Ad ogni angolo di strada di ogni mondo di ogni persona in ogni pianeta, la gente soffre. Con che coraggio pensi di avere l’esclusiva? Solo perché la gente non frigna e non si lamenta, credi che non si senta morta dentro? Io te lo auguro che un camion ti passi sopra – come vuoi tu – ma sei talmente patetico che i camionisti ti schiveranno tutti. Gli sporcheresti le ruote.

Torna a quei due, alle loro parole fatte di sguardi. Credo che rimarranno lì tutta la notte a bisbigliare. Esistono l’uno per l’altro, sono salvi. Hanno un pezzo della propria anima – lo so che suona ridicola questa parola in bocca a me, ma porca puttana anche io credo nell’anima, okay? – nel petto dell’altro, non potranno mai morire del tutto. Se staranno insieme, la sofferenza si scioglierà come gomma in fiamme. Rimarrà la puzza di bruciato, ma loro saranno insieme. E non credo tu abbia il coraggio di dire che è poca cosa. Se siamo nemici di noi stessi, gli altri possono aiutarci. Pensi ancora che sia poca cosa?

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gradito R&R (:

   
 
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