Titolo:
Feel the sunshine
Fandom:
The Vampire Diaries
Personaggi/Pairing(s):
Slater/Alice (NON CHIEDETEMI NULLA.)
Rating:
verde
Genere:
Introspettivo, Malinconico, Fluff (leggi: zuccherosità
imbarazzante e farlocca – lei non ti ama, coglione!)
Avvertimenti:
oneshot, bloodplay, personaggi secondarissimi che nessuno si
è mai
inculato o si inculerà mai #finezza
Conteggio
parole:
1198 (fdp)
Challenge/Prompt:
scritta
per scritta per il team
fucking!Angels
del
COW-T
@maridichallenge,
missione#4 della VIII settimana (prompt alba)
Note
iniziali:
è una robetta orribile (mi fa schifo, detto sinceramente)
postata
giusto per far comodo al Team Angeli #sapevatelo
Dio benedica i vetri doppi e temperati.
Slater
si sveglia con quell'esatta frase stampata in mente e un sorriso che
gli si dipinge spontaneo sulle labbra.
Pannelli come quello che ha
davanti sono ciò che permette di vedere la luce del giorno a
un
vampiro, e lui non ringrazierà mai abbastanza i progressi
tecnologici del ventunesimo secolo per quell'invenzione geniale.
Il
cielo è ancora striato di blu cobalto, ma qualche nube
comincia a
tingersi di rosso, oltre l'immensa finestra di fronte al letto:
l'alba è appena cominciata, e Slater socchiude gli occhi,
soddisfatto.
Gli piace svegliarsi così, tutti i giorni
praticamente alla stessa ora, assieme al sole: lo trova qualcosa di
molto umano, un'abitudine che aveva anche da vivo, quando frequentava
il college per la prima volta e doveva alzarsi presto per buttarsi
subito sui libri a studiare.
Lo mette di buon umore notare quei
piccoli dettagli che non sono cambiati, come se la natura di vampiro
non sia riuscita del tutto a coprire o a cancellare quella
precedente, da mortale.
Con un sospiro, Slater si gira su un
fianco verso Alice, sotto le coperte insieme a lui, ancora
sprofondata nel mondo dei sogni.
"Alice?" la chiama in
un sussurro delicato.
"Alice" riprova, e deve darle
piccoli colpetti sulla spalla un paio di volte prima che lei si desti
- ha il sonno pesante di una bambina.
"Slater..?" è la
risposta confusa e biascicata.
"Buongiorno"
"Mmh...giorno?
È praticamente ancora notte" si lamenta Alice con uno
sbadiglio, stropicciandosi le palpebre con le dita.
"È
l'alba" la corregge paziente Slater, posandole un piccolo bacio
sulla tempia.
"Guarda, oggi è magnifica. Per fortuna l'ho
presa in tempo" dice, indicando l'aurora di fronte a
sé.
"Bellissima, amore” commenta sbrigativa Alice,
coprendosi il viso con le lenzuola.
"Ora posso tornare a
dormire?"
Non la pensa come lui, sulla magnificenza delle
albe e sull'utilità di quella finestra enorme che il suo
ragazzo ha
fatto costruire appositamente in camera da letto.
Oh, lei è così
ingenua, così sbadatamente umana.
Non può capire, non ancora,
quella piccola vitale ossessione di Slater.
"Solo qualche
minuto, tesoro. Per favore" è la supplica gentile,
emozionata
come sempre.
"È uguale ogni giorno, Slater”
"Lo
so, lo so, ma...”
Il vampiro non riuscirà mai a impedirsi di
sentirsi le farfalle nello stomaco nell'ammirare il sole come fosse
uno spettacolo irripetibile.
È una di quelle cose che gli
mancheranno sempre, e che - al diavolo –
l'immortalità, pur con
tutti i suoi doni, non potrà mai compensarne l'assenza.
"Puoi...
potresti sentire
il sole per me, Alice?” domanda
timidamente, a mezza voce.
"Per poco, giuro”
È una cosa
che le ha già chiesto di fare, ma non così spesso.
Primo perchè
non vuole infastidire Alice – ama viziarla, semmai - secondo
perchè
è un desiderio malinconico e patetico, vivere qualcosa
attraverso
qualcun altro.
"Okay” lo asseconda lei alla fine, con un
piccolo sbuffo, ricevendo in risposta un sorriso enorme –
Slater
non smette mai di stupirsi per la pazienza che ha nei suoi confronti,
o per il solo fatto di accettare e di riuscire
ad amare un
vampiro.
Strisciando i piedi per terra e stiracchiandosi, Alice si
trascina verso la porta a vetri del balcone, barcollante e ancora
assonnata.
Con un misto di esaltazione, invidia e tristezza a
grattargli la gola, Slater sospira e la guarda immergersi al
sole.
Lei non sa quanto sia fortunata, a poter goderne quando più
ne ha voglia.
Vorrebbe che capisse.
"Il vento è un po'
freddo... " esordisce Alice.
Non deve alzare la voce perchè
Slater la senta anche da lì fuori, con il suo udito
sviluppato,
eppure il vampiro si avvicina ugualmente, come se i sensi non fossero
abbastanza.
"Il sole però è tiepido. Quasi una
carezza”
prosegue la ragazza.
Spalanca le braccia e le agita un paio di
volte, come un uccello goffo che debba spiccare il volo, senza
voltarsi ma con lo sguardo fisso sul disco rosso che sta sorgendo.
"E
qui... è come stare in un bagno di arancione. Dà
un senso di pace
assurdo”
Ha imparato ad esprimersi così solo per Slater, che,
d'altra parte, freme per uno qualunque di quei dettagli, temendo di
potersene dimenticare del tutto, prima o poi.
Appoggia le mani
sulla superficie trasparente, con l'impulso folle di scaraventarsi
fuori, all'aria aperta, finalmente, e bruciare, pur di sentire.
Ma
non lo fa, non lo fa nemmeno quel giorno.
Deglutisce e serra le
labbra, in silenzio rapito.
Osserva i raggi colpire la pelle
bianchissima di Alice, fissa i bagliori che giocano tra i suoi
capelli castani, quasi sfumati di color mogano ora, e infine, quando
lei ritorna in camera, Slater la stringe immediatamente a
sé,
chinandosi sul suo collo e inspirando forte.
La pelle dei vampiri
non emana né assorbe alcun odore.
Si limita a farlo scivolare via
come fosse sporco, dolore o pioggia.
Ma lei è umana, e porta
addosso l'aroma fresco e fruttato del sole, donandolo a Slater, che
adesso finalmente può toccarlo e riviverlo.
Fa scorrere con
lentezza le labbra appena sopra la clavicola di Alice, che geme piano
e affonda le unghie sui suoi fianchi.
"Slater...”
Incosciente
come al solito, gli offre la gola e il suo intero corpo –
inerme,
così vulnerabile - , premendosi contro di lui, ma Slater si
attarda
ancora qualche istante, prima di morderla.
Apre la bocca, bacia il
sole, lo sente sulla punta della lingua, mentre i ricordi viaggiano
verso mattine vissute oltre quarant'anni prima.
Passeggiate in
riva al mare, le onde in cui amava immergersi e che rilucevano di un
azzurro quasi incredibile. I visi sorridenti, lucidi di sudore ed
entusiasmo, di centinaia di ragazzi stesi su prati carichi di verde,
a cantare accompagnati dal suono allegro di una chitarra. L'estate
del '74, la più bella e indimenticabile –
terminata in una notte
di angoscia e dolore straziante, poco prima dell'arrivo
dell'alba...
Il vampiro affonda i denti, lacerando la carne,
macchiando il sapore e la perfezione di quelle memorie con il
sangue.
Beve a piccoli sorsi trattenuti, ed è un morso lieve, che
finisce in fretta – Slater non ama nutrirsi dalle persone,
tanto
più se si tratta della sua compagna – e gli
dispiace di doversi
allontanare quasi bruscamente da lei, per non rischiare di perdere il
controllo.
"Quando...quando lo farai?” chiede Alice con una
nota di delusione nella voce. Abbraccia di slancio il fidanzato,
incurante della ferita livida e macchiata di rosso che le orna il
collo, evidentemente considerandola promessa di una prossima
trasformazione.
"È ancora troppo presto, Ali” la ammonisce
con gentilezza Slater, sfiorandole il viso con le nocche.
"E
non capisco come potresti mai voler rinunciare a questo.”
ribadisce, con un cenno vago tutt'intorno.
"Io non ho potuto
scegliere, mentre tu... ”
Alice lo interrompe con un bacio
disordinato e frenetico sulle labbra.
"Al diavolo i tramonti,
le albe o tutta quella storia delle eclissi” esclama, con
un'enfasi
buffa e puerile.
"Io voglio stare con te” conclude,
ripetendo cose che gli ha già detto, ma che non smettono mai
di far
illuminare Slater come la prima volta. La abbraccia e le accarezza i
capelli teneramente, promettendole che la trasformerà quando
sarà
il momento. Non ha idea di
quando accadrà - sicuramente quanto più tardi
possibile, nel modo
più dolce e indolore a cui possa pensare, e solo con la
certezza che
lei abbia compreso totalmente il peso della propria scelta.
Ma
più di tutto, Slater farà sì che Alice
abbia il tempo per fare ciò
che a lui non era stato concesso: sentire un'ultima volta l'alba, per
portarne con sé il ricordo, vivo e umano, in eterno.
Note finali:
- Ignorate i disgustosi nomignoli che si scambiano i due piccioncini, nonché il pucci-pucci orrendo. Ho *dovuto* farlo (mi ispiravano quelle brutte cose lì, da fidanzatini melensi, e lui – dio! - scemo duro. Lasciamo perdere)
-
Solo io potevo scrivere su questi due disgraziati. Cioè,
Slater era
un poveraccio, mi stava anche simpatico; Alice ovviamente di meno
–
lo sfruttava subdolamente, la baldracca. Insomma, qui sono entrambi
ritratti in un momento schifosamente fluff e in base alle poche cose
che si sanno di loro: Alice un po' gnesa e approfittatrice sotto
mentite spoglie; Slater innamorato e ingenuo, nerd plurilaureato,
vampiro non-diurno trasformato nel '74 a cui manca tanto il sole. Mi
s'è stretto il cuore quando, nella 2x10, mostrano i suoi pc
pieni di
wallpaper raffiguranti albe/tramonti ;_; E boh, al prompt 'alba'
m'è
venuta in mente 'sta roba. Non era mia intenzione metterci anche
Alice, ma, bè, è comparsa a rompere le scatole XD
Ok, ho delirato
abbastanza.
Pace e amore, bye.