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Autore: LaTuM    26/04/2011    5 recensioni
“Quando era là mi è servita per esorcizzare… beh, qualcosa.”
“Il dolore?” suggerì Kurt.
“Detta così suona tremenda gay” gli fece notare Dave.
[spin-off di GLAY CLUB - pre-Kurtofsky]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Vergeben und Vergessen

IMPORTANTE! Questa storia è un missing moment di Glay Club che si può collocare in un momento indefinito tra il capitolo 14 e 16 circa.
                    
La canzone a cui faccio riferimento nella storia potete ascoltarla qui.

Disclaimer: Lo sceneggiato appartiene alla Fox. Io ci scrivo su senza guadarci nulla. Il resto è di IrishMarti =)

 

Vergeben und Vergessen

 

 

“Pausa?” propose Kurt spostando di lato un dizionario di francese dall’aria piuttosto logora, anche se il ragazzo dubitava che fosse per il troppo utilizzo, quanto piuttosto dell’usura del tempo e della polvere.

Dave annuì lieto che l’altro avesse avanzato per primo la proposta. Non voleva sembrare il solito scansafatiche che invitava l’altro con la scusa delle ripetizioni per stare in sua compagnia. Certo, ora Kurt per lui era solo un amico – e se non fosse stato convinto di ciò, aveva buttato tre mesi della sua vita – però gli piaceva averlo tra i piedi. Come amico, ovviamente.

“Latte e biscotti?” propose il difensore conoscendo oramai i gusti dell’altro, ben sapendo che non avrebbe resistito al latte. E quanto ai biscotti “… sono quelli dietetici o simili. Non so di preciso, c’è scritto sopra light. Ho detto a mia madre di prendere biscotti organici… non era molto convinta ma è tornata a casa con questi. Dovrebbero andar bene, no?”

Kurt sorrise. Non si aspettava che Dave capisse la differenza tra biscotti organici e inorganici, ma aveva apprezzato lo sforzo quindi, per una volta, avrebbe potuto anche mangiare un qualcosa che lui non sarebbe stato solito a definire come cibo. Il più grande si era già alzato e, accanto al frigorifero, stava riempiendo due grossi bicchieri di latte. Kurt rimase qualche secondo a osservarlo cercando di mettere fuoco i dettagli: Dave sembrava un’altra persona. Lo era davvero da diversi mesi, da quando aveva finalmente deciso di uscire dall’armadio e mostrarsi per quello che era. In quel momento Kurt si stava chiedendo come fosse possibile che quello stesso ragazzo così ospitale e gentile nei suoi confronti fosse lo stesso che solo un anno prima gli aveva rubato il suo primo bacio, lo aveva spintonato decine di volte contro il suo armadietto provocandogli talvolta qualche alquanto antiestetico livido.

“Serve una mano?” domandò Kurt cercando di distrarsi e non far intraprendere ai suoi pensieri pieghe compromettenti. Dave in fondo era solo un amico.

La domanda inaspettata che squarciò il silenzio fece sussultare Dave che, inavvertitamente, andò a colpire un bicchiere, facendolo cadere.

Scheiße!” imprecò Karofsky mentre con uno straccio cercava di tamponare il danno. Kurt gli si avvicinato per dargli una mano ma, mentre asciugava il disastro che involontariamente aveva provocato, non riuscì a trattenersi dal chiedere all’altro ragazzo cosa avesse appena detto.

“Penso che sia qualche strascico del corso di tedesco che mia sorella mi ha costretto a frequentare quando ero a Friburgo.”

Il più piccolo lo guardò sconvolto.

“Hai frequentato un corso di tedesco?!”

“Beh, Sophie era convinta che non potessi restare lì tre mesi senza che almeno imparare a dire buongiorno o buonasera.”

“E come è andata?” non riuscì a trattenersi dal chiedergli l’altro con una punta di divertimento nella voce. In fondo lui conosceva la sua assoluta incapacità nelle lingue straniere – e talvolta persino in inglese! – e non poteva fare a meno di trovare particolarmente ilare il fatto che Dave avesse provato a studiare un’altra lingua.

“Meno peggio che con il francese.”

“Davvero?”

“Beh, qualcosa ancora me lo ricordo. Pressoché nulla, ma avevo meno problemi a chiedere se posso andare in bagno in tedesco che in francese. Fossi stato in Francia, me la sarei tenuta per tutta la lezione.”

“Wow” commentò Kurt senza riuscire a trattenere una lieve risata. Per quanto in America le lingue straniere fossero considerato un vezzo – e in fondo, cosa poteva servire imparare il francese, quando loro parlavano la lingua più universale che ci fosse – però era affascinante parlare una lingua straniera e quando era stato il momento di scegliere, Kurt non aveva avuto dubbi: francese. L’altra opzione era spagnolo, ma per il suo carattere da Diva, lo spagnolo non era abbastanza raffinato. Il tedesco invece sembrava una cosa dell’altro mondo. E forse, in effetti, lo era davvero.

“Però qualcosa mi dice che quello che hai appena detto non fosse esattamente la crème de la crème dei germanisti…”

“No, solo un’imprecazione molto comune. Penso che sia stata effettivamente la prima parola tedesca che ho imparato” rispose Dave strizzando lo straccio nel lavandino e porgendo a Kurt il bicchiere che non si era rovesciato.

Kurt bevve un sorso di latte, facendo attenzione ad asciugarsi immediatamente i ridicoli baffetti bianchi che la bevanda gli lasciava sopra le labbra. Dave non poté trattenere un sorriso davanti a quel gesto che oramai si era abituato a veder compiere al giovane Hummel.

“Guarda che lo so che ti vengono i baffi bianchi come a un bambino quando bevi il latte…” lo prese in giro il difensore.

Kurt fece una faccia imbronciata prima di addentare un biscotto che gli Dave gli stava porgendo su un piattino.

“Dimmi qualcosa in tedesco” fece Kurt, cercando di cambiare argomento. E poi anche perché un po’ lo stuzzicava l’idea di sentire Dave parlare in una lingua a lui sconosciuta e della quale non sapeva nulla. Se non che aveva un suono particolarmente duro, ma non avendola mai sentita, non avrebbe comunque saputo dire se fosse vero o meno.

“Il fatto che mi ricordi qualcosa non vuol dire che sappia parlarlo” gli fece notare Dave, ma Kurt fu irremovibile, voleva sentirlo parlare, dire qualunque cosa, anche parole a caso. Così l’altro iniziò a snocciolare un po’ di vocaboli a casaccio o banali frasi di uso comune – o prima sopravvivenza - che non si era ancora dimenticato. Come gli aveva detto sua sorella, la pronuncia non era delle migliori, però era sicuramente più portato che per il francese.

“E’ tremendo!” fece Kurt storcendo le labbra.

“Beh, la mia pronuncia fa abbastanza schifo…” cerco di giustificarsi l’altro, ma Kurt lo interruppe subito.

“Non sto dicendo questo. E’ solo una lingua… durissima. Spigolosa e dall’aria sicuramente cattiva. Non è dolce o melodioso come il francese.”

“Non credere. Anche il tedesco sa essere dolce.”

“Non ci credo invece.”

Dave gli fece cenno di seguirlo e lo guidò al piano di sopra, fino alla sua stanza. Kurt rimase un attimo interdetto: non aveva mai visto la stanza di Dave ed essere lì lo intimoriva un po’. Dopo tutto quello che era successo sapeva che erano solo amici, ma comunque non riusciva a liberarsi da quel piacevole senso d’inquietudine che aveva iniziato a pervaderlo da che aveva messo piede nella stanza dell’altro. Rimase a fissare le pareti, il letto vagamente disfatto e il disordine per il quale Dave cercò di scusarsi ma senza troppa convinzione, segno che a lui la camera andava benissimo nello stato in cui si trovava. Fece cenno a Kurt di accomodarsi sulla sedia davanti al mobile su cui era posizionato il computer, l’unica parte di stanza che sembrava non essere colpita dal caos dilagante. Nel complesso, mentre Dave stava cercando qualcosa sotto la massa informe di fogli scribacchiati che popolavano la sua scrivania, Kurt pensò che la camera del ragazzo rispecchiasse perfettamente lo standard della stanza del teenager americano.

“Trovato!” esultò l’altro tenendo tra le mani un cd chiaramente masterizzato.

“Cos’è?”

“La dimostrazione che anche il tedesco può essere dolce.”

Kurt alzò un sopracciglio perplesso.

“E’ un regalo economico che mi ha fatto mia sorella. Ha preso un po’ di canzoni tedesche di vario genere che sentivamo in televisione o che in qualche modo ho sentito in quei tre mesi…”

“Che musica è?”

“C’è di tutto: dall’heavy metal, alla techno, al rap… un po’ per tutti i gusti, ma ce n’è una particolarmente bella che volevo farti sentire” spiegò Dave mentre trafficava con il lettore alla ricerca del numero esatto della canzone.

Durante la ricerca, Kurt sentì delle note tremende provenire dalle casse e un vocione dall’aria inquietante che lo aveva fatto letteralmente rabbrividire.

“Non far caso a quelli, sono il gruppo tedesco più famoso al mondo, ma posso capire che una fatina come te non possa apprezzare.”

“Non sapevo ti piacesse l’heavy metal” constatò Kurt.

“In effetti no… però è orecchiabile. Comunque quella che stavo cercando era questa” disse Dave facendo partire una canzone che aveva tutta l’aria di essere di un qualche rapper germanico assolutamente sconosciuto nel continente.

Al primo ascolto Kurt storse il naso, dopo di ché si misero entrambi davanti al computer cercando il testo della canzone. Purtroppo, nonostante Google, non riuscirono a trovare una valida traduzione tedesco-inglese, quindi dovettero limitarsi a osservare il testo scritto in una lingua assolutamente incomprensibile e dall’aria minacciosa.

“Himmel?”

“Oh, quello vuol dire cielo, lo so” disse Dave contento di ricordarsi qualcosa.

“Il resto della canzone cosa dice?”

“Ehm… credo di non ricordarlo. Voglio dire, l’abbiamo fatta durante il corso, ma non è facile e lo sai che non ho un buon feeling con le lingue straniere. Qualcosa me l’ha tradotto mia sorella, ma la mia memoria fa pena.”

“Ti ricordi qualcosa?”

“Qualche riga…” ammise Dave mordendosi nervosamente un labbro.

“Spara, allora.”

Ed effettivamente Dave ricordava bene quelle righe che sua sorella gli aveva tradotto diverse volte e che lui aveva cercato d’imparare a memoria. Non era abituato ad avere a che fare con canzoni che non capiva e quella... beh, quando era la gli era in qualche modo servita e quelle poche righe che significavano qualcosa non se le era dimenticate.

 
Du hast geleuchtet für mich am Himmel,

Per me hai illuminato il cielo*
Du warst so wunderbar;
Eri così bella
versucht mir meinen Weg zu zeigen als es dunkel war.
Anche quando era buio, hai cercato d' indicarmi la retta via*,
Mich vor der Welt beschützt, weil die Welt so schlecht ist
Di proteggermi dal mondo, perché il mondo è triste
Hab ich's dir nicht gesagt? Meine Welt ist hässlich
Non te l’ho mai detto? Il mio mondo fa schifo
Trotzdem hatte ich Angst du wolltest wieder gehen,
E avevo paura volessi andartene di nuovo

 
“Cavolo…” mormorò Kurt con lo sguardo fisso sullo schermo che si stava chiedendo come fosse possibile che quella processione alfabetica* potesse significare quanto Dave aveva appena detto.

“Sì, fa uno strano effetto anche a me. Però certe cose sono più facili del francese…”

“Il che mi lascia intuire che il resto della strofa non hai idea come tradurlo.”

Dave scosse la testa e Kurt rise cercando di mascherare l’imbarazzo.

 
Und ich warte noch auf dich
Ancora ti aspetto
Bitte sag jetzt einfach nichts; die Narben sind zu frisch
Ti prego, per adesso non dire nulla: le cicatrici sono ancora troppo fresche.

 
“In effetti il modo di cantare di questo tizio sembra… quasi dolce, hai ragione. E anche vagamente disperato.”

“Un po’ come lo ero io quando ho sentito questa canzone” fece Dave ridendo “Ma è stata una cosa momentanea. te l'ho detto, quei tre mesi mi sono davvero serviti.”

Kurt annuì e bevette un sorso di latte. La sua salivazione era completamente andata a farsi benedire.

 
Ich kann vergeben, doch nicht vergessen

Posso perdonare, ma non dimenticare,
Du warst mein Mädchen, ich war besessen
Tu eri la mia femminuccia*, ero ossesionato
Es sind die Tränen, die für sich sprechen

Queste sono lacrime che parlano da sé

Ich will endlich wieder leben
Voglio finalmente tornare a vivere

 
“Non so perché, ma non sono del tutto convinto che quel tizio lì abbia veramente detto femminuccia” gli fece notare Kurt leggermente offeso.

“Vero, ma ci sta benissimo.”

Il piccolo gli fece una linguaccia e continuò ad ascoltare il pezzo.

 
Früher warst du nur ein süßer Traum

Prima eri solo un dolce sogno
heute nur ein hübscher Albtraum –
ora soltanto un bellissimo incubo

 
“Beh, non è esattamente il mio genere, però…”

“Quando era là mi è servita per esorcizzare… beh, qualcosa.”

“Il dolore?” suggerì Kurt.

“Detta così suona tremenda gay” gli fece notare Dave.

“O forse semplicemente umano.”

E a quella risposta l’altro non poté fare che tacere.

“Credo sia meglio tornare a francese…” suggerì Kurt e Dave annuì seguendo l’amico giù dalle scale, fino a raggiungere nuovamente la loro postazione di studio.

Quando un’ora e mezza dopo Kurt se ne andò, Dave si sentì vagamente svuotato. In qualche modo aver confessato a Kurt quanto male era stato per lui, l'aveva messo non poco in imbarazzo. Fu una sensazione che però dovette immediatamente allontanare. Con gli amici bisogna poter e saper parlare di tutto, anche se entrano in gioco sentimenti passati. In qualche modo il viaggio era servito, era venuto più a patti con se stesso ed era maturato abbastanza per capire che in Kurt non poteva vedere altro che un amico. In fondo, non appena aveva migliorato l'atteggiamento nei suoi confornti, Kurt si era dimostrato suo amico ed entrambi si erano perdonati per essersi causati dolore a vicenda. C'era da dire che nel suo caso, Kurt non aveva nessuna colpa mentre lui... beh, qualcuna in più nei confronti dell'altro probabilmente l'aveva.

 
Dave chiuse la porta di casa e andò a lavare i bicchieri che avevano usato per fare quel piccolo spuntino a base di latte e biscotti ma, mentre asciugava il piatto sul quale aveva posato i dolci, inconsciamente non riuscì a fare a meno di pensare che perdonare però non significa dimenticare.

 

Note del’autrice:

Stavo male e io quando sto male scrivo. E siccome attualmente sono FISSATISSIMA con Glay Club, la mia mente si è settata su quell’universo e le idee per scrivere si sono focalizzate proprio sul mondo descritto da IrishMarti. Stavo pensando che mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa sul fatto che Dave aveva imparato un po’ di tedesco, così ho pensato che l’escamotage di una canzone potesse fare al caso mio. Sentendo Vergeben und Vergessen di Bushido (YouTube) ho pensato che potesse faro al caso mio e il testo me l’ha confermato. Ho selezionato solo le parti più adattabili al contesto, facendo una traduzione un po’ libera in alcuni punti e adattando quel Mädchen (letteralmente ragazza) con un femminuccia che vedo usare ogni tanto far dire da Dave.

 * Per chi non lo sapesse Scheiße è una parola usata come imprecazione, letteralmente significa m***a (sono brava e censuro u.u)
* Le frasi contrassegnate dall’asterisco all’interno della traduzione, sono un’interpretazione un po’ libera del testo.
* La definizione processione alfabetica era la definizione che Mark Twain aveva dato del tedesco e della sua infinita sequenza di lettere necessarie per la formazione di una parola.

 
Grazie mille a IrishMarti per aver letto in anteprima e aver dato il suo benestare =)

Spero vi sia piaciuta, per me è stato un piacere infinito scriverla, soprattutto perché è nata con una facilità disarmante. So che linguisticamente ho fatto andare Dave un po’ OOC, però mi serviva che alcuni frasi del testo fossero intellegibili anche a Kurt =)

   
 
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