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Autore: Kary91    26/04/2011    15 recensioni
Non aveva idea del perché, nonostante il quartiere fosse pieno di bambine, Tyler si ostinasse a tormentare sempre e solo lei.
La punzecchiava di continuo: al parco, durante le lezioni (con grande sconforto di Caroline, lei e Tyler erano addirittura vicini di banco) e perfino in chiesa.
Era sicura che lui la detestasse, perché altrimenti non sarebbe stata in grado di spiegarsi tutti quei dispetti.
E Caroline detestava lui.
O almeno ci provava. Ci provava con tutte le sue forze.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Tyler Lockwood | Coppie: Caroline/Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'For better or Worse (I got you).'
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Note: Scritta per il TVG!Fest ( The Vampire Geometry). Prompt scelto: Rabbia

Personaggi: Caroline Forbes, Tyler Lockwood

Canzone citata: I got you di Leona Lewis che vi invito ad ascoltare mentre leggete, poiché è molto bella. Sissì.

Altro da dichiarare? Scappate finchè siete in tempo!Occhei ho detto tutto. Potete procedere ù_ù. Potete procedere ù_ù

 

For better or worse

 (I got you)

 

 

“Go ahead and say goodbye
I'll be all right
Go ahead and make me cry

I'll be all right

 

Ti ho detto di smetterla, smettila!”

La piccola Caroline correva in direzione delle panchine stirandosi con le mani la gonnellina a pieghe macchiata di fango.

“Vattene Tyler!”

Il ragazzino la rincorreva a bordo di una bicicletta nuova di zecca. Tyler ridacchiava di gusto, pedalando con foga. Per la terza volta in appena dieci minuti guadagnò velocità e quando fu abbastanza vicino a Caroline inchiodò improvvisamente, sollevando un sottile strato di fango che si andò a depositare sulle scarpe di entrambi.

Ops!”

Commentò sghignazzando mentre la piccola si allontanava da lui con aria furente e gli occhi colmi di lacrime.

“Ti ho detto di smetterla.”

Esclamò una seconda volta mentre con uno scatto fulmineo, Tyler le tagliava la strada costringendola a invertire direzione.

E io continuo lo stesso!”

Ribatté il ragazzino squadrandola con un insolito brillio incastonato fra gli occhi scuri.

Caroline schiuse le labbra per lo stupore, incapace di rispondere all’arroganza emanata dalle parole dell’amico.

Non aveva idea del perché, nonostante il quartiere fosse pieno di bambine, Tyler si ostinasse a tormentare sempre e solo lei.

La punzecchiava di continuo: al parco, durante le lezioni (con grande sconforto di Caroline, lei e Tyler erano addirittura vicini di banco) e perfino in chiesa.

Era sicura che lui la detestasse, perché altrimenti non sarebbe stata in grado di spiegarsi tutti quei dispetti.

E Caroline detestava lui.

O almeno ci provava. Ci provava con tutte le sue forze.

“Sei il bambino più antipatico di Mystic Falls. E sei anche perfido!”

Caroline strillò con quanto fiato aveva in gola mentre un imponente fiotto di rabbia si impossessava del suo corpo.

Rabbia nei confronti di quel ragazzino così odioso, che si divertiva a vederla piangere.

Provava rabbia, perché nonostante Tyler le facesse la guerra ogni giorno, il mattino successivo era sempre pronto a condividere la merenda e un sorrisetto vispo con lei, come se nulla fosse successo; questo alternarsi di atteggiamenti contraddittori la faceva infuriare ancora di più.

Ma sopra ogni cosa, provava rabbia perché pur detestando il piccolo Lockwood con tutte le sue forze, finiva sempre per lasciarsi coinvolgere dai suoi giochi.

A giungere di un nuovo giorno, Caroline non sapeva mai se Tyler avrebbe trascorso quel pomeriggio tentando di infilarle delle lucertole tra i capelli o limitandosi a salutarla con un gesto vago della mano e un lieve sorriso abbozzato in viso.

Un sorriso che la tentava ogni volta e a cui Caroline finiva sempre per cedere.

Tuttavia, quando la bambina era costretta ad allontanarsi dal parco con i vestiti rovinati e le lacrime che le grondavano sulle guance rosee, la rabbia tornava a farle compagnia, causando il palpito irregolare del suo cuore.

“Non voglio più vederti e sappi che ti odio. Io ti odio Tyler, hai capito?”

Con un calcio, Caroline ribaltò la bicicletta del bambino e lo squadrò con un’occhiata furente prima di fuggire in direzione di casa sua.

Tyler rimase immobile, le mani in tasca e lo sguardo d’un tratto privo di alcuna nota canzonatoria.

 I particolari occhi neri non brillavano più, ma osservavano l’allontanarsi rapido della ragazzina velati da una leggera ombra simile alla delusione.

Infine, il bambino afferrò la bicicletta per il manubrio e la trascinò in silenzio verso l’uscita del parco.

 

“And when you need a place
To run to
For better or worse

I got you

“Ti odio”.

Caroline osservava i lineamenti guardinghi di Tyler con aria astiosa. Il palmo della mano pungeva ancora per via dello schiaffo appena assestato.

Con una punta di soddisfazione, i suoi occhi inseguirono il segno rosso che le sue dita avevano tracciato sul volto del ragazzo.

“Ti odio. Ti odio. Ti odio.”

Quelle due parole continuavano a sgorgare con rabbia dalle labbra Caroline, accompagnate da violenti schiaffi.

Tyler incassò tutto quel rancore in silenzio, incurvando appena la schiena. Con quella postura e il capo chino a Caroline ricordò terribilmente una creatura sottomessa. Un cane – un lupo – che accetta in silenzio la condanna che gli viene inferta, consapevole di essersi meritato quell’umiliazione.

Consapevole di aver tradito .

I suoi occhi,però, pungevano.

Le iridi scure del giovane licantropo trafissero Caroline come piccole lame di metallo, aumentando il dolore che troneggiava dentro di lei.

Avrebbe preferito una reazione violenta.

Avrebbe voluto che Tyler si fosse avventato su di lei livido di rabbia, come era solito fare ogni volta che veniva provocato – anche per le cose più stupide-.

Aveva bisogno di un pretesto per aumentare quel rancore che bruciava sotto ogni angolo della sua pelle.

Il rancore che quando erano piccoli si tiravano addosso per gioco, ma che una volta cresciuti aveva concluso per ferirli.

E le ferite di Caroline riportavano alla perfezione le fattezze di proiettili.

Proiettili di legno.

In quell’istante, lo sguardo stanco e livido della vampira si frappose a quello del ragazzo, riconoscendo in quei lineamenti tesi lo stesso sguardo smarrito del bambino che un tempo si divertiva a spruzzarle i vestiti con il fango.

Proprio come quando erano piccoli, un improvviso fiotto di collera si fece strada verso di lei, tinteggiando di rosso le iridi della ragazza.

Ricordò con dolore il momento esatto in cui Tyler aveva quasi rinunciato a salvarla, abbandonandola fra le grinfie branco di licantropi.

Visualizzò nella mente l’espressione di puro terrore scalfita nel suo sguardo. Evocò il sottile barlume di coraggio che lo aveva convinto a liberare l’amica troppo tardi.

E seppe che ancora una volta non era in grado di odiarlo – non fino in fondo- proprio come quando era bambina.

 

Comprese che lei, Caroline, non sarebbe mai stata in grado di fare lo stesso con lui.

Caroline Forbes avrebbe affrontato con risentimento la codardia e il tradimento di Tyler in un primo momento, ma poi avrebbe concluso per concedergli un’altra possibilità.

L’ennesima.

Avrebbe provato rancore, per poi spalancargli nuovamente le sue porte, ogni volta che lui ne avrebbe avuto bisogno.

Nel bene o nel male, Caroline non l’avrebbe mai abbandonato.

E se a forza di brancolare nel buio Tyler avesse rischiato di cadere, si sarebbe precipitata a raggiungerlo, pronta a prenderlo al volo.

Era questo a farle così male, dopotutto. Realizzò mentre un sottile filamento di lacrime marciava lento lungo uno dei suoi zigomi.

Questo era ciò che alimentava tutta quella rabbia.

 

La bimba con i capelli biondi indirizzò un’occhiata carica di disprezzo al ragazzino che con aria compiaciuta si stava sganciando il cinturino del casco.

Ehy Tyler, ma quella non sarà mica il nuovo monopattino a motore?”

“Cavoli! È da mesi che desidero salire su uno di quei cosi!

Tyler annuì con aria compiaciuta mentre il suo sguardo passava in rassegna i volti dei  compagni di gioco.

Infine, le iridi scure si adagiarono su di Caroline che si allontanò istintivamente dalle ruote del monopattino.

“Vuoi provarlo Care?”

Domandò con gentilezza porgendole il manubrio dell’aggeggio.

Caroline valutò con attenzione la proposta come a volersi assicurare che nell’accortezza di quel gesto non si nascondesse  l’ennesimo affabile dispetto.

Ma non c’era nessun trucco: la sincerità disarmante che scaturiva dal sorriso di Tyler ne era la conferma.

“Grazie Ty”.

Timidamente, Caroline si strinse al manubrio del monopattino e spinse la levetta di accensione incantata dagli sguardi invidiosi degli altri bambini.

Era un giovedì pomeriggio.

Il lunedì Tyler le aveva sostituito la merendina con uno scarafaggio vivo.

Martedì aveva pasticciato i suoi compiti con gli evidenziatori.

E mercoledì aveva tentato di sollevarle la gonna di fronte a tutti i compagni di classe.

Ma era bastato quel sorriso per cancellare in Caroline  tutto il rancore archiviato nel corso della settimana.

Sto andando troppo veloce!Ho paura!”

D’un tratto la bambina fece virare pericolosamente il manubrio del monopattino.

“Non preoccuparti Care!”

Il grido incoraggiante di Tyler la raggiunse da poco distante mescolato allo sciaff-sciaff delle sue scarpe da ginnastica.

“Se cadi ti prendo io!”

Caroline era troppo piccola per poterne comprendere il perché, ma in quel momento desiderò ardentemente di scivolare e perdere l’equilibrio.

“Ti prendo io Care!”

E la rabbia che si era portata dentro per tutto quel tempo si trasformò in un sentimento totalmente diverso.

Probabilmente, qualcuno l’avrebbe chiamato amore.

 

I’m proud to say I got you

Nota dell’autrice.

Non vorrei lasciare alcuna nota poichè mi imbarazza già abbastanza lasciarvi con quest’affare. I Tyroline sono ormai la mia coppia preferita, ma le storie che scrivo su di loro sono sempre quelle che mi convincono di meno >.< Vabbè,

me ne farò una ragione.

Dunque Volevo solo aggiungere due note in merito all’idea di usare Tyler e Caroline da bambini. Chiunque abbia mai letto qualcosa di mio sa perfettamente che ogni mio scritto pullula di piccole pesti. Ma con Tyler e Caroline era da un po’ che volevo scrivere qualcosa sul loro rapporto da piccoli, in quanto tra le loro conversazioni, si intuisce che proprio come Matt, Elena e gli altri, sono cresciuti assieme e si conoscono fin da quando erano piccolissimi.  Nella mia testolina bacata immagino in maniera vividissima un Tyler sempre occupato a riempire di dispetti la povera Caroline, forse, proprio perché cercava di attirare la sua attenzione. Per questo tutti questi dispetti li immagino intervallati da improvvisi (e rari) atti di gentilezza.

Eeeeeh *sospira* beata innocenza.

Vi ricordo la mia pagina d’autore su Facebook,se vi va di fare un salto: Kary91.

Scappo che è meglio. Ma prima colgo l’occasione per pubblicizzare il meraviglioso TVGFest  (qui: http://vampiregeometry.livejournal.com/) e tutti i suoi meravigliosi prompt. Correte a dare un’occhiata!

 

Un abbraccio

Laura

 

   
 
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