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Autore: Light Moon    26/04/2011    1 recensioni
E’ passato un anno dall’incidente autostradale in cui è morto mio padre.
Ogni volta che ci penso mi sento morire dentro, ma cerco di non farlo vedere a nessuno.
Mi chiamo Nora Smith, ho sedici anni e so per certa che la mia vita cambierà, perché niente è come sembra, neanche la morte e l’amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un Nuovo Incontro
 

 
La mattina bussarono alla mia porta, e io, mi sveglia di soprassalto; ero ancora sconvolta dal sogno di stanotte: nel quale mio fratello era scomparso … impossibile.
Bussarono ancora e scesi di corsa le scale; aprii la porta e mi ritrovai davanti lo sceriffo Buth: Cosa ci faceva lì?
“Salve signorina Smith, sua madre è in casa?”
“Buongiorno, no sta ancora dormendo. E’ successo qualcosa?”
“Si tratta di suo fratello Daniel, mi dispiace moltissimo ma è morto …”
Rimasi scoccata, senza fiato, con un nodo in gola enorme: avevo paura. Cosa poteva essere successo?
“Mio fratello è … è ...MORTO!? Ma è impossibile!! Ieri sera è tornato a casa con me, e sono sicura che poi non sia uscito!” gridai.
In quel momento vidi mi madre, Claire Smith, alta, bella, con i capelli di un rosso acceso e gli occhi di un verde intenso ancora assonnati.
“Nora perché stai urlando?” domandò. Speravo che non avesse visto lo sceriffo, ma purtroppo non fu così.
“Oh buongiorno sceriffo,le posso essere d’aiuto?”
“Salve signora Smith sono qui perche devo darle una brutta notizia ….”
Rimasi immobile, spaventata..Come l’avrebbe presa mia madre? E’ passato solo un anno dalla morte di mio padre e lei è ancora devastata.
“Devo fermarlo, non glielo deve dire” pensai, ma fu troppo tardi.
“Signora, come ho già detto a sua figlia sono molto dispiaciuto di darle questa notizia. Ma suo figlio è morto”.
Vidi mia mamma accasciarsi a terra con le mani sul viso, mentre gridava ”NO” “No,non è possibile?!”
Mi avvicinai a lei, cercando di consolarla, ma senza un buon risultato visto che anch’io cominciai a piangere.
Poco dopo mi rialzai asciugandomi il viso e feci un respiro profondo.
“Mi scusi, com’è morto mio fratello?”
“Be  ecco..non lo sappiamo con certezza, ma secondo noi è stato attaccato da un animale.”
“Come fate a dirlo?”
“Abbiamo trovate diverse ferite di morsi sul suo corpo”, ero sconvolta:non riuscivo a crederci, mio fratello ucciso da un animale … ma come?!?!
“Mi dispiace signora, ma ora devo andare. Arrivederci.” e se ne uscì come se non avesse detto nulla.
Mia madre era ancora per terra, ma aveva smesso di piangere. Io ero lì a guardarla, non sapendo cosa fare.
Poi però, la vidi alzarsi: ”Mamma …” non riuscii a finire la frase, che lei disse: ”Tesoro devi andare a scuola e sei già in ritardo, ti ricordo che Sarah passerà a prenderti tra poco e tu sei ancora in pigiama; perciò sbrigati” con un sorriso triste, ma pieno di amore, cercava di farmi vedere che lei era forte e che poteva superare anche questa, ma io sapevo che non ci sarebbe riuscita.
Salii in camera mia e aprii l’armadio: tirai fuori dei jeans neri, una canotta celeste e un pullover bianco e le All Star. Poi andai in bagno per il trucco, e mi fermai davanti allo specchio: ero sconvolta.
I miei capelli, che di solito sono voluminosi e di un bellissimo biondo, ora erano spenti, i miei occhi era di un grigio cupissimo: in poche parole ero orribile!. Ma non mi interessava e, così mi misi un po’ di matita nera, mascara e un velo di lucidalabbra alla ciliegia, il mio preferito.
Presi la borsa e scesi appena sentii il clacson dell’auto di Sarah, aprii la porta e corsi subito in macchina... a proposito io mi chiamo Nora Smith.
Sarah era bella come sempre: capelli castani e trucco perfetti.
Quando fummo a metà strada le fermò la macchina e si girò verso di me e chiese “Mi vuoi dire cosa cavolo hai?” davvero non sapeva niente?! Non volevo dirle niente di Daniel perché non me la sentivo, però lei è la mia migliore amica e se non le dicessi niente mi ucciderebbe, per cui mi decisi a diglielo: “E’ morto mio fratello” Sarah sgranò gli occhi: aveva sempre avuto una cotta per Daniel, ma quando si era dichiarata, lui non l’aveva respinta dicendole cose come ”Ma sei matta!” o ”Tu mi fai schifo”, semplicemente le aveva detto che la vedeva solo come me, cioè una sorella.
Sarah si, ci era rimasta male, ma si era ripresa subito,”E’ impossibile, non ci credo, non può essere morto!!” stava piangendo mentre io guardavo verso il basso, non avendo il coraggio di guardarla in faccia.
Dopo qualche minuto sentii che aveva smesso di piangere, e che aveva rimesso in moto l’auto.
Quando arrivammo scuola scesi senza dire niente, e andai direttamente nell’aula di scienze, mentre Sarah correva in bagno.
Mi sedetti al mio posto e aspettai che arrivasse il prof. Dutch, e mentre stavo pensando a il mio caro fratello, notai che entrò in classe un ragazzo che non avevo mai visto prima.
Ok io non sono una ragazza popolare, ma lui non l’avevo mai visto. Si sedette vicino a me senza proferire parola, mentre tutti lo osservavano con occhi curiosi, in quel momento entrò il prof.
“Buongiorno  ragazzi. Oggi inizieremo a parlare del corpo umano, ma prima come avete sicuramente notato abbiamo un nuovo ragazzo tra noi. Allora, ti vuoi presentare da solo o faccio io?” il ragazzo nuovo non disse nulla.
”Bene, allora lo farò io. Ragazzi, lui è David Nelson e si è appena trasferito, perciò vedete di farlo sentire a proprio agio. Intesi?”. Annuimmo. Guardai il ragazzo, e notai che aveva che aveva gli occhi di un azzurro intenso, i suoi capelli erano di un castano chiaro, con qualche ciocca fuori posto.
Indossava una maglia bianca, dei jeans firmati e delle Adidas nere. Aveva anche un corpo fantastico: era altro, muscoloso, la sua bocca era cosi ... così … mi sorprese a guardarlo.
Oddio che vergogna! Però mi sorrise: il sorriso più bello che avessi mai visto.
Finita la lezione uscii di corsa per andare da Sarah, ma non trovandola andai a cercarla in bagno. Non la trovai neanche lì e così decisi di chiedere a una delle sue compagne di classe “Ciao,  per caso sai dov’è Sarah?”
“Oh Sarah... si è andata a casa. Mi sembrava veramente sconvolta, mi dispiace”
Saputo di Sarah decisi di andare alla lezione successiva, cioè quella di teatro, era una delle mie materie preferite. Mi sedetti in prima fila, incominciai a pensare a mio fratello, alla mia migliore amica, a mia madre, al mio caro padre che ci ha abbandonato un anno fa per via di un incidente stradale, sentivo le lacrime rigarmi il viso e così me le asciugai subito.
Quando entrò la prof mi ricomposi in fretta notando chi era seduto vicino a me… David Nelson.
Oddio anche lui frequentava teatro. Feci finta di non averlo notato e ascoltai la lezione.
Finito teatro le ore successive passarono come niente e arrivò il momento di andare a casa così visto che Sarah se n’era andata, presi l’autobus.
Quando arrivai a casa corsi in camera mia e accesi il computer: trovai un e-mail di Sarah che si scusava per essersene andata senza avvisarmi volevo risponderle ma ero troppo stanca e sconvolta perciò decisi di andare
a letto. 

  
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