Amore,
non so perché sto scrivendo tutto ciò, forse il mio messaggio non ti arriverà neanche, ma ne ho bisogno.
Qui siamo nell’inferno. Quei maledetti non ci danno tregua 
Li sento.
Anche ora che sto scrivendo posso sentire gli spari e le urla dei miei compagni. Il cibo e l’acqua scarseggiano e se non arriveranno i rifornimenti in fretta tra due giorni saremo alla loro mercé.
Dio, ho così tanta paura.
Sono giorni che non dormo. I morti li dobbiamo lasciare dove sono e nelle trincee sguazziamo nella nostra stessa merda.
Scusa.
Se questo non è il tartaro, poco ci manca. La tensione ci logora e ieri è addirittura scoppiata una rissa, in mensa, tra due ufficiali.
Uno è morto in una pozza di sangue con un coltello per il burro che gli usciva dalla gola.
Quegli esseri, oltre a martellarci col piombo, usano anche proiettili meno convenzionali. Ti ricordi di Richard? Mentre stavo accucciato dietro i ripari mi è piovuta la sua testa tra le gambe.
Ho pianto come un bambino.
Vorrei non essere partito. Vorrei poterti stringere tra le braccia e fare l’amore con te. Vorrei poter toccare ancora la tua bocca e sentire il tuo respiro.
Maledizione come vorrei!!
Ed invece sono qui, sotto i bombardamenti che soffro, mentre schegge di muro mi cadono addosso. Probabilmente stanno preparando un altro raid. Non so se sopravvivrò.
Maledizione a tutto!
Ormai la luce della lampada sfarfalla, non so quanto mi rimanga.
Ti prego, non dimenticarmi.
Rumore di aerei sopra di me. Ho così tanta paura.
 
Amore, ricorda che io ti a