Violante era la quarta.
La quarta figlia di una comune coppia della medio - borghesia.
Suo padre lavorava da anni come semplice impiegato di banca e la madre
arrotondava gli introiti mensili insegnando in una piccola scuola
privata, di quelle per il recupero anni di studenti svogliati e fondamentalmente viziati. Una scuola inutile, insomma.
Erano persone semplici, i suoi, che non osavano chiedere alla vita certamente
più di
quanto non avessero già ottenuto. Ciò che bastava loro,
almeno apparentemente,
era il calore della propria casa alla sera, al ritorno da una triste
giornata
di lavoro, e la salute florida delle proprie bambine. Non desideravano davvero
nulla di
più dal buon Dio, almeno consapevolmente, ma certe volte Viola si
chiedeva come fosse
possibile, per la mamma e per il papà, non pretendere niente di
ragionevolmente
più avventuroso di otto ore d'inferno in un ufficio oppure in un
aula piena, per metà, di ragazzini fastidiosi. Ovviamente, il suo quesito non trovava risposta
e
neanche le sfiorava l’idea di esternarlo. Temeva che i suoi dubbi
avrebbero
potuto minare le solide fondamenta su cui si basava l’intera esistenza
dei propri
genitori e certo non aveva voglia di sobbarcarsi tale
responsabilità.
Di tutte le sorelle era l'unica, Violante, cui toccasse ancora la scuola superiore. Pauline, la maggiore, si avviava ad una brillante carriera da medico veterinario, mentre Greta e Gabriella, le gemelle, ruotavano da quasi un anno, ormai, nel mondo misterioso ed inconsistente dell’ università. Corso di laurea in Lettere e Filosofia; Viola stentava a credere che avrebbero trovato sul serio lavoro, un giorno.
Ma tutto sommato, le altre si davano da fare. Tentavano di costruirsi un futuro. Viceversa, lei si godeva ancora l’indolente pigrizia dei pomeriggi di marzo o il
lusso di cincischiare, lasciando scorrere via il tempo tra le dita senza fretta e responsabilità.
Violante frequentava l'istituto d'arte ed in un futuro non eccessivamente lontano le sarebbe piaciuto fare la pittrice. Non
aveva ancora diciotto anni ed il massimo dello sforzo che le venisse
richiesto, per il momento, era imparare a memoria le correnti
artistiche del primo Novecento o applicarsi nello studio della prospettiva.
Ore che trascorrevano lente, cullate dal ronf ronf del suo gatto che dormiva comodo sul sofà e dal brusio della tv nella stanza accanto.
Momenti vissuti litigando con una sorella, ridendo con l'altra, gustando un gelato.
Ma Violante era la quarta ed ignorava quanto difficile e tortuoso sarebbe stato, in realtà, il percorso della sua esistenza.
Nessuno gliel'aveva ancora spiegato perchè nessuno ne era a conoscenza, evidentemente.
Per tutto il parentado Violante era soltanto l'ultima figlia di Oscar e Francesca, una ragazzina tranquilla, a tratti un po' viziata forse, ma simpatica. Niente di trascendentale, insomma. Viola avrebbe preso il diploma di lì a poco, forse avrebbe frequentato l'Accademia di Belle Arti. Ed un giorno avrebbe conosciuto un bravo ragazzo e messo su famiglia, probabilmente. Come tutte.
Certo. Apparentemente.
Ma a conti fatti non sarebbe stato tutto così banale. Non per lei, almeno.
Poichè il quattro era stato un numero disgraziato per molte generazioni femminili che l'avevano preceduta ed aveva cominciato a perseguitare anche lei molto presto, sin dall'istante in cui era venuta alla luce: non soltanto la quarta figlia, ma anche quella nata il quarto giorno del quarto mese dell'anno.
Quel numero l'avrebbe tormentata e braccata ancora ed ancora, per molti giorni e troppe notti a venire.
Vero che tecnicamente, il ventre materno l'aveva sgravata al terzo tentativo. Ma era pur vero, ancora di più, che Greta e Gabriella, in quanto gemelle, erano due distinte persone e se la matematica non è un' opinione - e non lo è - Viola restava la quarta.
Di lì a poco molte cose sarebbero cambiate e la vita non si sarebbe più snodata, così semplice e senza pretese, tra i giorni e le ore.
Non se alla quarta sorella - e lei era la quarta - toccava di morire per Volontà Superiore.
Salvo diversa disposizione, s'intende. Ma le disposizioni celesti e le maledizioni passate sono difficili da gestire, soprattutto per un misero essere umano.
E Violante non era niente più di questo: una ragazzina alle soglie della maturità.
Una ragazzina che non sapeva ancora trattare con loro. Gli Spiriti.