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Autore: Akane    27/04/2011    5 recensioni
‘Corro
Finché il silenzio non mi squarcia
Corro
Finché non mi getta sottoterra
Finché non ho più respiro
E non resta più alcuna strada tranne una’
Mike si interroga, costretto un po' da Chester, chiedendosi quante strade per scappare gli rimangono. Ma ormai le sta finendo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Minutes to midnight'
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TITOLO: No roads left
AUTORE: Akane
SERIE: RPF - cantanti. Linkin Park
GENERE: sentimentale, introspettivo
TIPO: one shot, pov Chez e Mike alternati, slash, potremmo dire songfic penso
RATING: giallo
PAIRING: bennoda (ChezXMike)
DISCLAMAIRS: i personaggi non sono miei ma di loro stessi poiché reali, ciò che io scrivo viene dalla mia immaginazione.
NOTE: sorpresa! Avevo detto che avrei vivisezionato un’altra canzone di Minutes to midnight ed invece eccomi con questa canzone sconosciuta… vi chiederete che ci faccia sempre in questa serie.
Ebbene ho scoperto una nuova canzone dei Linkin Park contenuta in un’edizione limitata di Minutes to midnight, questa meraviglia è stata scritta da Mike e Chester ma viene cantata solo da Mike e non nel suo modo solito. Ascoltare per stupirvi. Io appena l’ho ascoltata ne sono rimasta letteralmente abbagliata, sia per il testo che per la musica e come lui la fa. Vien proprio da chiedersi perché questo gioiellino sia così sconosciuto. Così ho deciso di scriverci qualcosa perché non potevo evitare.
Siamo dunque all’inizio della serie, prima che si mettessero insieme, prima ancora che Mike cedesse e baciasse Chester. Durante quei tanti tira e molla che c’erano fra quei due che a me personalmente piacciono parecchio. Quando Mike era vicino a capire che le strade nelle quali scappare stavano finendo e che ne rimaneva solo una. Ascoltate la canzone che merita (il link è sul nome della canzone, dopo il testo).
E' tutta coi loro punti di vista alternati, Mike è fra \ / mentre Chester fra " ".
Spero che sia di vostro gradimento.
Grazie a chi leggerà e commenterà.
Buona lettura. Baci Akane

NO ROADS LEFT

Nessuna strada rimasta

Stando da solo senza alcuna meta
Come sono caduto così indietro?
Perché sono alla ricerca della perfezione?
Sapendo che è una cosa che non troverò
Nella mia paura e nei miei difetti
Mi sono deluso ancora
Tutto perché…
"Corro
Finché il silenzio non mi squarcia
Corro
Finché non mi getta sottoterra
Finché non ho più respiro
E non resta più alcuna strada tranne una"
Quand’è che ho perso il mio scopo?
Posso riguadagnare quel che ho perso dentro?
Perché sento di meritare ciò?
Perché la mia pena sembra proprio il mio orgoglio?
Nella mia paura e nei miei difetti
Mi sono deluso ancora
Tutto perché
Mi sono deluso
Nella mia paura e nei miei difetti
"Corro
Finché il silenzio non mi squarcia
Corro
Finché non mi getta sottoterra
Finché non ho più respiro
E non resta più alcuna strada tranne una"
Nella mia paura e nei miei difetti
Mi sono deluso ancora
Tutto perché
"Corro
Finché il silenzio non mi squarcia
Corro
Finché non mi getta sottoterra
Finché non ho più respiro
E non resta più alcuna strada in cui correre"

/ No roads left - Linkin Park/

“Non ricordo una fottuta estate più torrida di questa ed io mi chiedo perché cazzo siamo di nuovo io e lui chiusi in questo fottuto buco di appartamento.
Non che sia piccolo ma confronto alle nostre rispettive case lo è di certo.
O forse mi dà la sensazione che sia così soffocante solo perché il signorino ha pensato bene di risparmiare proprio sul condizionatore.
Come se avessimo problemi di soldi!
Cazzo, viviamo più qua che in quelle che chiamiamo case, perché diavolo non mi dà retta per una volta Mister Salviamo Il Pianeta Evitando Il Buco Nell’Ozono?!
Ci devo andare di mezzo io!
Non sopporto il caldo e lui invece pare trovarcisi perfettamente a suo agio.
Me lo spiega, poi, come cazzo fa!?
Mi tolgo anche la canottiera bianca che mi rimaneva addosso e sudando come una merda prendo la bottiglietta d’acqua dal frigo e me la verso addosso così come sono. Parte dell’acqua gelida cola dalla testa al torace e scivola sui jeans stretti. A momenti mi metto anche in mutande!
Rabbrividisco con piacere al freddo che mi provoca, ma è un istante troppo breve.
Sospiro comunque con un lungo gemito di sollievo, così scuoto la testa come se fossi un animale fradicio, i capelli sono troppo lunghi per i miei canoni, saranno due centimetri… domani mi raso a zero, cazzo!
Quando apro gli occhi noto che Mike mi fissa come se fossi una fottuta creatura aliena rarissima mai vista prima: mi fissa con una faccia da pesce imbalsamato che mi fa scoppiare a ridere.
- Che cazzo hai? - Chiedo poi non capendo comunque perché mi guardi a quel modo.
Lui scorre lo sguardo sconvolto sul mio corpo e a quanto pare non riesce a mascherare certe reazioni, perché capisco perfettamente che fa così perché gradisce la visione che gli offro. Ne è sconvolto, ma la gradisce, non c’è dubbio!
Sghignazzo mentre lui scuote vigorosamente la testa, quindi l’istante successivo prende l’acqua che ho avanzato e se la rovescia in testa a sua volta finendo per bagnarsi un po’ la maglietta a maniche corte che si ostina a tenersi addosso.
Nera per di più.
Mi spiega come cazzo fa a resistere e non liquefarsi!?
Muoio solo a vederlo!
Si passa le mani sul viso bagnato, alcune gocce scendono lungo il collo e spariscono sul colletto, così non ho più molto da vedere e seccato, nonché tremendamente spontaneo come mio solito, esclamo:
- Perché diavolo non te la togli, quella cazzo di maglia nera? - Il fatto che sia nera aggrava la situazione.
Mike mi fissa di nuovo alzando un sopracciglio e la sua faccia da orsacchiotto è ancora più buffa in questo momento, infatti ridendo gli prendo spontaneo le orecchie leggermente a sventola che si notano solo perché ha i capelli corti più o meno come i miei attualmente.
Gliele tiro scherzosamente e lo prendo in giro come mio solito stampandogli un sonoro bacio sulla fronte:
- Più espressivo non potresti essere! - Concludo soddisfatto lasciandolo andare.
Lo faccio spesso, quando mi fa morire dal ridere con qualche espressione buffa come ora.
E a lui le facce buffe vengono spesso.
Non si ribella ma arrossisce ulteriormente non capendo che cosa abbia fatto di preciso, non lo capisce mai ma cazzo, mi piace così.
- E comunque, - Proseguo cambiando tono, diventando perentorio e lamentoso: - perché cazzo non metti un fottuto condizionatore anche qua? Viviamo più qua che a casa, vuoi uccidermi? Tutti vivono col condizionatore, solo noi siamo gli unici sfigati di merda a non averne uno, porca troia! -
Lui sembra ormai immune al mio linguaggio, anzi ci è abituato, così come lo è alle mie solite lamentele. Ne ho sempre per un motivo.
Potrei evitare di fare il principe viziato e capriccioso, ma mi diverte. Cioè mi diverte farlo con Mike. Non so come fa ma sono curioso di vedere quanta pazienza riuscirà ad avere ancora con me. Prima o poi esploderà, sono troppo stronzo!
Fino ad allora me la godrò.
Ed anche dopo, perché comunque mi piacerà lo stesso!”

\Inghiotto a vuoto con una considerevole fatica, quando lo vedo togliersi la canottiera. Poi torno ad inghiottire quando si bagna con l’acqua ma questa volta il nodo che cerco di mandar giù è decisamente più grosso. Alla fine quando l’osservo a lavoro completato, con la pelle lucida dove i tatuaggi giocano insieme alle gocce di quella dannata acqua che scendono e scendono e scendono, mi mordo il labbro e non controllo più la mia faccia.
Lo sapevo che finiva così.
Mi guarda e capisce subito tutto.
Non mi rimane che prendere quel che resta nella bottiglia e versarmelo a mia volta addosso in un chiaro messaggio: non fare più così, porco diavolo!
È che non posso essere troppo esplicito… voglio dire, già così non scherzo e lo so, ma se non sono chiaro e diretto rimane tutto un fra le righe che mi rassicura.
Non c’è niente da dire, niente da fare, niente da considerare.
Nella mia mente questo è chiaro solo che mi ha gettato momentaneamente nel caos e l’acqua fredda sulla testa non mi ha aiutato molto.
Figurati quando mi ha detto di togliermi la maglietta e quando poi mi ha stampato, non so proprio perché, un bacio sulla fronte prendendomi per le orecchie come se fossi un pupazzo.
Dovrebbe spiegarmi una volta o l’altra cosa gli passa per quella testolina… sì, perché anche se lo viviseziono o lo passo ai raggi X so bene che non ci capirei nulla lo stesso!
Alla sua sparata sul perché non abbiamo un condizionatore, col suo solito linguaggio fine e splendido, mi rilasso e ridacchio a mia volta constatando che, forse, il momento tragico è passato.
Forse.
Se la pianta di spogliarsi e di bagnarsi.
Già questo caldo asfissiante non aiuta.
Devo ammettere che forse ha ragione, dovrei prendere qualcosa che rinfreschi l’ambiente!
- Lo sai! Appunto perché ce l’hanno tutti non possiamo tenerne uno anche noi! Ti pare? Dove va’ poi il mondo? Nessuno lo considera… vorrei proprio vedere dove pensano di vivere una volta che la Terra ci abbandona! - So che lo dico come se la Terra fosse un essere umano che parla, cammina e scappa… però per me è così e lui sa che la considero tale.
Ride alla mia risposta che conosce molto bene e invece di ribattere pensa bene di completare lo spogliarello togliendosi anche i jeans.
Lo sapevo che finiva così!
È da lui!
Se può si spoglia sempre… spesso anche se non può in effetti… rimango di nuovo con una faccia esplicitamente fessa a fissarlo mentre muoio un attimo.
Non ha quel gran fisico da urlo ma quando una persona ti piace e per assurdo ti fa sesso e non puoi averla perché non è assolutamente il caso e non se ne parla, allora lì i suoi spogliarelli diventano un problema.
Ma dovevo prendermi una cotta proprio per quello ‘nudo-dipendente‘?
A momenti canta a torso nudo anche in pieno inverno!
Alla fine rimane con quei suoi boxer striminziti che non so se sono mutande dal taglio strano oppure boxer a cui manca un pezzo, e trionfante come se avesse vinto il mongolino d’oro mi guarda contento come un bambino idiota.
- Allora mi tieni così! - Come se potessi scegliere di cacciarlo via!
Poi mi fermo e lo squadro con una certa attenzione maniacale soffermandomi sul tatuaggio nuovo che si è fatto fare l’altro giorno trascinandomi con sé perché dovevo aiutarlo a sceglierlo -proprio io che odio sti disegnini incisi sulla pelle! Cioè, l’unico essere vivente su cui mi piacciono ce l’ho davanti ma non so se è perché è obiettivamente vero che gli donano oppure se sono io ad essere tanto di parte… non capisco proprio…-, allora realizzo che potrei benissimo impormi e farlo vestire, ma capisco che sono io il primo a volerlo così!
Non c’è niente da fare, ormai sono andato… spero solo di non morire troppo presto.
Poi improvvisamente a questo un pensiero mi attraversa la mente, fugace e spietato.
Quanto pensiamo di andare avanti così?
Con questi tira e molla perfettamente consapevoli di ciò che proviamo l’uno verso l’altro?
Perché è chiaro che lo sappiamo entrambi ma che fingiamo di essere solo amici perché ci diciamo che è giusto così.
Per lo meno io lo penso, lui forse aspetta che sia io a fare il primo passo e solo Dio sa perché uno come lui non mi salta addosso a basta. E lo ringrazio per questo speciale trattamento di favore che ha nei miei confronti, altrimenti sarei già finito.
Lo torno a pensare con una chiarezza allucinante.
Quanto andrò io personalmente avanti così a rifiutarmi di viverlo a pieno come vorrei -vorremmo-?
È giusto, siamo sposati, facciamo parte di un gruppo che dipende da noi, non sono sentimenti da vivere anche perché il fatto è semplicemente uno.
Mi uccide perché mi fa sesso, sarebbe solo un fattore fisico e vivendolo intraprenderemmo una di quelle relazioni che poi rovinerebbero tutto.
In ogni caso siamo sposati ed al di là di tutto non possiamo.
Lo so e per fortuna anche se lui forse non lo capisce io sì.
Il problema è che di volta in volta è sempre più difficile e mentre l’osservo aggirarsi per casa in mutande con la pelle ancora umida e lucida che riflette la luce in modo drammatico per i miei ormoni, me ne rendo conto.
Resistergli è difficile, sta diventando impossibile.
Nei momenti di maggior voglia mi limito a scappare, corro via lontano da lui, pianto le distanze in modo brusco che lo manda in bestia e la magia che scatta e che ci fa quasi cedere ogni volta, svanisce.
Dipende tutto da me, ne sono consapevole.
Ma cosa succederà quando le strade per scappare a mia disposizione termineranno?
Quando non potrò più fuggire… quando non VORRO’ più farlo.
Perché me ne rendo conto… predico bene e razzolo male. Spesso sono io stesso a lanciare il sasso per primo e provocarlo, me le cerco, so come è fatto e guarda cosa combino…
Mi porge una birra fresca di frigo che mi ha già aperto ed io comodamente stravaccato nel divano del mio studio, davanti alla scrivania del computer, invece di allungare un braccio e prenderla getto la testa all’indietro e apro la bocca in una chiara richiesta di versarmela direttamente dentro.
Rimane basito un istante, alza un sopracciglio scettico e poi la malizia e la seduzione si impadroniscono di lui, infatti non ci pensa un secondo di più visto che accetta la provocazione appoggiandosi con un ginocchio al divano e rimanendo alto sopra di me fa scendere la birra in bocca.
Naturalmente anche se prende bene la mira poi fa subito schiuma ed invece di smettere di versare continua perché lui è Chester ed è idiota, ma io lo sapevo per questo dico che me le cerco.
Il liquido esce ben presto dalle labbra e cola sul mento e sul collo, mi imbratta la maglietta e istintivamente chiudendo la bocca gli prendo la mano che stringe la bottiglia e gliela alzo fermandolo. Lui ride come un matto ed io ingoio cercando di pulirmi alla meglio. Freschezza a parte sento un certo imbarazzo che non dovrei… è uno stupido scherzo, in fondo.
Ma forse inconsciamente ho previsto la sua sparata:
- Sembra sborra! - Ecco, lo sapevo.
Questo mi fa andare naturalmente di traverso ciò che rimaneva da mandar giù e tossisco mentre vedo tutta la mia vita passarmi davanti. Evito di pari passo i miei dieci anni e per questo sono grato a Dio. Quando capisco che quello che mi sta uccidendo non è più la birra di traverso ma la sua mano che batte come un forsennato la mia schiena, lo spintono via con una gomitata e con voce strozzata tuono:
- Piantala, idiota! - Questo in teoria dovrebbe mettere le distanze e placarlo, nei miei piani. Come dicevo prima, quando ci avviciniamo troppo -anche che sia per colpa mia- devo sempre trovare un modo per correre via e scappare dal vicolo cieco in cui mi infratto con lui.
Peccato che questa volta io non abbia trovato una gran via d’uscita, infatti lui per vendicarsi -solo lui sa di cosa- mi tira il resto della birra sulla maglia. Allora gridando ed insultandolo mi alzo e lo guardo infradiciato mentre ride vittorioso.
- Non ti piaceva proprio, vero? - Dico riferendomi alla maglietta che è strafonda e puzzolente della bevanda appiccicosa.
Sghignazza e prima di farmi fare qualunque cosa mette giù le bottiglie, mi prende il lembo dell’indumento e alzandosi lo tira via sfilandomelo da sopra la testa. Non mi ribello ed anzi istintivamente tiro su le braccia a mia volta per aiutarlo.
Poi c’è questo istante in cui butta via contento ciò che mi vestiva e rimane davanti a me, più vicino del necessario, a guardarmi.
Ora sono a torso nudo e dovrei preoccuparmi perché sembra tutto così intimo e proibito.
C’è proprio quest’aria calda ed elettrica, di voglia acuta.
Aspetta che lo baci anche se vorrebbe farlo lui per primo.
È che se esiste una persona sulla faccia della terra in grado di tirargli fuori qualcosa che somiglia al rispetto, quello sono io.
Infatti non va mai oltre un certo limite, anche se mi stuzzica e mi ammazza sempre, proprio perché sa che io ancora non voglio e non sono pronto.
Non vuole forzarmi.
Se racconto in giro tutte le premure che ha nei miei confronti mi tortura, però comunque non potrei mai sventolarle ai quattro venti.
Parlano troppo di noi e raccontano cose che non vanno dette.
Però mi faccio repentinamente serio e mentre nel panico cerco disperatamente qualcosa per raffreddarci, una via per scappare, ho un flash che è come un lampo.
Vedo me stesso nel futuro. Io che continuo a bloccare questi nostri momenti d’eccitazione dove vorremmo baciarci e fare l’amore. E mi vedo solo. Solo nonostante la famiglia e gli amici e la band e tutta la vita che ho ora. Mi vedo interiormente solo. Vuoto. Privo di senso.
E non mi piaccio.
Tornato al presente sgrano gli occhi e con una forza che non so proprio da dove mi venga, riesco a non mandare tutto al diavolo e a fare ciò che vorrei davvero.
Com’è che riesco a sedermi nella sedia del computer e, schizofrenico, mettermi a scrivere?
La pagina sul monitor era già aperta in un vano tentativo di comporre qualche testo, quindi di getto, con la mente in palla perché voglio una cosa e la paura di sbagliare tutto mi attanaglia, scrivo.
Scrivo queste parole a casaccio che mi stanno assillando da quando mi ha tolto la maglietta ed è rimasto pericolosamente vicino a fissarmi come se mi stesse seducendo.
Era proprio quello che stava facendo.
Chester mi sta dando tutto di sé, anche quelle cose nascoste che sono certo non ha mai dato nemmeno alle sue due mogli o ad altra anima viva.
Mi dà tutto ed io in risposta mi sto innamorando come penso non mi è ancora successo, non così.
Sono semplicemente sconvolto.
Sconvolto.
E lo scrivo./

“Ma sto pezzo di cacca non può spalancarmi la bocca in quel modo e pretendere che io non faccia niente!
È un invito ad esagerare. Lui provoca, è ovvio che io rispondo, ma sa che se fa così poi io agisco di conseguenza e le mie reazioni le conosce perfettamente, è l’unico che può prevedermi in maniera precisa e realistica.
Versargli la birra in bocca facendogliela uscire di proposito è stato facilissimo, così come la mia sparata.
Ma sembrava davvero sborra… poi me lo sono figurato mentre me lo facevo e per poco non l’ho sbattuto a terra cominciando a violentarlo.
L’ha salvato il fatto che stava soffocando!
È pericoloso, gioca col fuoco.
Voglio dire, io mi controllo solo per lui e lo faccio a fatica, potrei anche non riuscirci più un giorno ed allora agirei liberamente.
Poi sarebbero solo cazzi suoi!
Esprimo il concetto rovesciandogli il resto della birra sulla sua dannata maglietta che tanto odio perché lo copre troppo, è per di più una di quelle larghe che indossa sempre… lo stronzo sa cosa fare per darmi fastidio.
Ride e si alza strafondo come un pulcino, così ne approfitto subito e gli prendo la parte bassa della stoffa e mettendomi in piedi davanti a lui, più vicino che posso ovviamente, gliela tiro via.
Finalmente lo posso ammirare a torso nudo, lo fisso vittorioso e sfacciato, lui si imbarazza, lo capisco al volo.
Sghignazzo e abbasso lo sguardo sul suo petto di proposito, ma poi torno sui suoi occhi neri e ne rimango catturato.
Ha quel potere su di me.
Mi ferma, mi blocca improvvisamente.
Questo è uno di quei momenti in cui di solito scappa a gambe levate, tira fuori qualcosa di controproducente e mi smonta. Me lo aspetto però invece continuiamo a fissarci da così vicino e nonostante l’enorme puzza di birra, riusciamo a rimanere seri. È uno di quei momenti pieni d’intimità.
Porca puttana come vorrei baciarlo. Me lo farei seduta stante.
Perché non posso, cazzo?
Non me lo ricordo più, so solo che ho deciso di aspettare che sia lui a cominciare perché non lo vedo pronto, anche se vuole.
Oh, se vuole!
Ma proprio mentre sta per succedere qualcosa i suoi occhi brillano di terrore e imprevedibilmente scatta ma non come avrei voluto.
Scatta all’indietro e si siede sulla sedia girevole del computer rivolto al monitor dove, come se fosse schizzato, si mette a scrivere di getto di punto in bianco.
Rimango basito a guardarlo in questo cambiamento del cazzo repentino e privo di senso… ma è matto?
Mi mordo il labbro e contrariato tendo i muscoli trattenendo a stendo la voglia di strozzarlo!
Porca troia!
Poi sposto lo sguardo sul monitor e noto le quattro righe che ha scritto.
Una canzone.
E questo gli pare il momento per farne una?
Stringo gli occhi e metto a fuoco ciò che ha digitato e rimango di sasso.
‘Corro
Finché il silenzio non mi squarcia
Corro
Finché non mi getta sottoterra
Finché non ho più respiro
E non resta più alcuna strada tranne una’
Più chiaro non poteva essere.
E non so perché per me lo è, sono solo poche parole, in fondo. Ma mi pare che sia fottutamente evidente ciò che intende, specie dopo che è scappato di nuovo da noi, dalla tentazione di saltarci addosso e scoparci fino alla morte.
Sospiro contrariato, sono seccato in modo evidente, lo vorrei pestare ma è Mike, non posso, non gli farei mai del male in alcun modo.
Ecco perché semplicemente non lo sbatto sul suo dannato divano rosso e non me lo faccio.
Mi piacerebbe pulirlo dalla birra usando la lingua, ma mi limito a fiondarmi dietro di lui, mi infilo nel piccolo spazio che ha lasciato fra la schiena e lo schienale morbido e mi metto a cavalcioni. I corpi aderiscono come fossero un tutt’uno, sentiamo ogni linea muscolare, ogni parte anatomica a contatto e non me ne fotte se sente il mio cazzo che comincia ad indurirsi.
Infilo le braccia sotto le sue e con le mani raggiungo la tastiera, appoggio così il mento sulla sua spalla attaccando anche la testa alla sua. Gli respiro addosso, sento ogni suo fremito, si irrigidisce, muore ma rimane qua a farsi fare.
Non scappa questa volta.
Sta qua, sta fermo.
Potrei farmelo, lo so cazzo che potrei farmelo. Ma sta tremando, ha una fottuta paura che sia sbagliato.
Quanto può andare avanti così?
Brucio a mia volta almeno quanto lui.
Porca puttana, siamo praticamente nudi appiccicati a sfregarci come se io fossi la sua sedia. Sono solo in mutande e se non fosse che ha i pantaloni mi toglierei anche queste.
La pelle del torace si strofina sulla sua schiena appiccicaticcia per colpa della birra, non potrei chiedere di meglio, ci incolla ulteriormente.
Così senza pensarci un secondo di più e senza dire nulla, lo assecondo comunicando in questo modo, proprio come vuole lui.
Tu sai che le strade per scappare stanno finendo, vero?
Forse sono già concluse.
Che cazzo farai quando non avrai più un luogo dove nasconderti da me sul più bello?
Voglio proprio vedere.
‘Stando da solo senza alcuna meta
Come sono caduto così indietro?
Perché sono alla ricerca della perfezione?
Sapendo che è una cosa che non troverò
Nella mia paura e nei miei difetti
Mi sono deluso ancora
Tutto perché…’
Scrivo ciò che secondo me dovrebbe dirmi lui, quali che sono sicuro siano i suoi pensieri, glieli spiattello crudelmente perché sono solo un fottuto stronzo.
E mentre scrivo me lo immagino lui a cantarla, non a repparla o a farla a ritmo d’hip hop.
Cantarla veramente.
Con un potente giro di chitarra elettrica che tuona e accelera i tempi incandescenti.
Come una corsa.
Come lui che grida mentre scappa, lui stufo, lui che non ce la fa più, lui che si guarda dentro e si chiede perché diavolo continui a sbagliare. Capisci che non hai più strade dove ficcarti, testa di cazzo? Vieni da me, lasciati fare, butta via le tue paure, dimentica ciò che è giusto e sbagliato e per una fottuta volta fa solo quello che ti pare.
Falla.
Lasciamelo fare.”

\Sono di nuovo morto quando mi si è fiondato dietro appiccicandosi a me come se fosse la sedia su cui sono seduto.
Dannazione, è in mutande e mi si incolla a questo modo. Sento tutto di lui, compreso quello che ha fra le gambe e che sta sfacciatamente eccitando. Ha solo quello in testa.
Poi però infila le braccia ai lati del mio corpo e spostando le mie mani si mette a scrivere sulla tastiera al mio posto.
Sembra risponda ai miei versi.
Non scriviamo mai così e poi non è lui che dice quello che pensa.
È lui che dice quello che secondo lui penso io.
Cioè mi legge dentro e forse lo fa meglio di me, perché è sicuramente più sincero.
Io scappo ma la verità è che non corro via da lui ma da me stesso.
E dove vado?
Il suo mento sulla mia spalla sembra una lama conficcata nella carne, la sua testa contro la mia è brace ardente.
E questo silenzio che regna sovrano fra noi.
Così zitti non lo siamo mai stati.
Rimango a leggere e rileggere quello che ha scritto e muovendomi dentro qualcosa di potente sento di nuovo quella sensazione esplosiva.
Sto per dare di matto e quando sto così devo scrivere, poi va tutto meglio.
Così lo faccio proseguendo sulla scia da lui suggerita.
Quello che penso.
Quello che penso veramente sulla via che sto cercando di percorrere.
Una via dove cerco la cosa giusta da fare scappando da lui e da ciò che desidero veramente.
‘Quand’è che ho perso il mio scopo?
Posso riguadagnare quel che ho perso dentro?
Perché sento di meritare ciò?
Perché la mia pena sembra proprio il mio orgoglio?
Nella mia paura e nei miei difetti
Mi sono deluso ancora
Tutto perché
Mi sono deluso
Nella mia paura e nei miei difetti’
Ed è come se mi vedessi mentre la cantassi, la cantassi nel senso classico del termine, cioè come fa lui.
Ok… lui ha un modo unico di cantare, ma intendo senza repparla.
Gridando quando la paura aumenta, quando corro, quando non ce la faccio più.
Questo è ciò che rispecchia il mio animo, lui sembra lo capisca meglio di me e mi sconvolge.
Fermo le dita sulla tastiera e lascio che risponda, ma lui sta fermo, non si muove, non si alza, non parla… non respira.
Credo sia almeno un po’ sconvolto dal fatto che l’ho ammesso, seppure in modo singolare e non apertamente.
Ho ammesso che non ho più strade da percorrere, luoghi dove nascondermi. Rimangono solo le mie paure, i miei dubbi e nessuna risposta certa.
Però è solo una canzone.
È solo… qualcosa di astratto e ipotetico, dove piazzerò delle note e dei giri di chitarra elettrici che poi andranno integrati all’esplosione della batteria.
Così alla fine ripete i miei versi iniziali aggiungendoci che sono deluso di me stesso proprio perché invece di affrontare me stesso e ciò che voglio, continuo a correre verso la mia solitudine.
Poi guardo le ultime righe che bruciano le mie retine, come se fosse possibile che poche semplici parole mi combinassero una cosa del genere.
‘E non resta più alcuna strada in cui correre‘
Davvero, non resta più alcuna strada in cui correre, per me.
Se continuassi a scappare sarebbe inutile, ma mi giro lentamente separando appena il viso dal suo, lui fa altrettanto da questa posizione, ancora appoggiato a me, da dietro, e ci guardiamo.
Sono smarrito e confuso, sto cercando di ritrovarmi fra la realtà e l’astrattismo in cui siamo finiti.
Dov’è che siamo noi?
Scrivere una canzone mi permette di chiarirmi ma anche di lasciare tutto nell’immaginario.
Poi posso sempre decidere di fare quello che voglio, perché non è niente di definitivo.
Non è come se ammettessi di non farcela più a voce, a parole.
Ed esprimo questo caos incrinando l’espressione nell’esitazione più nera:
- E’… è solo una canzone… vero? -
Devo chiederglielo perché non ne sono sicuro.
Poi alla fine lui ne è deluso però capta la mia fifa buia e si limita ad avere una volta di più cura di me, come non ne ha mai di nessuno, come non potrebbe mai mostrarsi in pubblico. Perché questi sono lati di sé che ha solo ed esclusivamente per me.
E parlano oltre ogni verso che potrebbe scrivere:
- E’ ciò che vuoi che sia. - Alla fine devia da ciò che di sicuro voleva dire e lo fa per me, perché non mi vede pronto.
Ma vorrebbe baciarmi e lo vorrei anch’io.
Però non sono pronto.
Non lo sono a diventare egoista e a rischiare tutto quello che ho e a ferire la mia famiglia. Perché anche se lo terremmo nascosto, li ferirei lo stesso.
Lieto e sollevato dalla sua risposta sento la sua mano spostarsi dalla scrivania a cui era appoggiata e adagiarsi sul mio fianco. Solo ora mi ricordo di non avere la maglietta e di essere troppo esposto.
Mi ricordo che lui indossa solo i boxer e che ciò che sento contro di me è il suo corpo.
Il suo corpo praticamente nudo.
La pelle di entrambi è ormai bollente e una scarica mi attraversa partendo da dove mi sta toccando.
Mi raddrizzo improvvisamente e fissandolo shockato comincio a scuotere la testa, così proprio quando ho ammesso che è inutile scappare ancora, io lo faccio lo stesso perché è più forte di me.
Sarebbe un tradimento ed io non sono quel genere di persona.
Anche se… mentre mi alzo di scatto e me ne vado da lui come mi avesse colpito con un macete, me ne rendo conto.
È forse meglio tradire me stesso, piuttosto che le persone che mi circondano?
Ma così facendo non è che lo sto facendo con lui?
E Chester non è magari quello più importante di tutti, per me?
Penso che dopotutto sia solo una questione di priorità.
Devo capire quali sono le mie.
Devo.
Non posso continuare a fargli così male inutilmente, lui mi sta aspettando ma prima o poi farà quello che vuole ed allora non ci sarà spazio per le lamentele.
Dannazione, Mike, deciditi!
Lui mi sta dando tutto, anche quello che fin’ora pensava di non avere. E lo sta dando a me. Io cosa voglio farne?
Non posso sprecarlo…/

"Ho l’insano istinto di dargli una testata, ma poi la do a me stesso, quando mi pianta in asso come un coglione. Pesto la fronte sulla scrivania ed impreco pesantemente, ad alta voce, in modo che lui mi senta.
Sa in che stato sono, sa che lo voglio scopare e che ne sono fottutamente innamorato.
Sa tutto, solo che ha paura di ammettere che non è solo sesso ma anche quel maledetto fottuto sentimento di merda che ci farebbe vivere l’uno per l’altro e mandare a puttane ogni altra cosa.
Ma vivere per noi stessi è così sbagliato?
Me lo merito, porca troia. Non è che io sia stato viziato, da bambino. Non ho avuto un’infanzia noiosamente serena.
La felicità l’ho incontrata quando ho conosciuto lui e non posso dire altrimenti alla luce di ciò che mi sta tirando fuori!
Io sono pietoso, per lui, faccio cose pietose come una persona pietosa!
Ho riguardo verso qualcuno, sono addirittura gentile per i miei canoni, non dico quel che fottutamente penso ma cerco di indorare una pillola di merda, do gli spazi che servono e non invado, non faccio come cazzo mi pare.
E solo per lui!
Quanto pensa che andrò avanti così?
Guardo il monitor, rileggo i versi che abbiamo scritto e ci piazzo il titolo perché se lo deve ricordare che non ci sono altre strade rimaste che quella!
Quando sarà pronto ad ammettere che questa canzone è verità, allora la canterà.
‘No roads left’ è il titolo che scelgo, poi salvo e con un sospiro lascio andare l’ira brutale che mi aveva colto, infatti mi alzo e lo cerco senza l’intenzione di dargli giù, anche se ancora un po’ lo vorrei in effetti.
È seduto alla finestra e col busto è girato verso fuori. Dall’esterno entra solo afa e caldo, la luce del sole lo circonda di un alone curioso. Rimango a fissarlo calmandomi come per magia.
Mi piace la sua schiena, mi piace che riesca a placarsi senza scatti d’ira o gridare, mi piace i limiti apparentemente infiniti che ha, mi piace vedere quanto resisterà.
Mi piace che abbia sempre tanti dubbi e paure e che però li abbia solo per noi due mentre per ogni altra cosa che vive assolutamente no.
Mi piace tutto di lui e vaffanculo, non voglio che cambi… solo che si dia una mossa, perché io non ho mai avuto pazienza e quella che mi sto scoprendo non so proprio da dove venga, non dovrebbe nemmeno esserci.
Sicuramente è appiccicaticcio di birra, prendo un asciugamano e lo bagno con l’acqua corrente, poi lo raggiungo silenzioso e comincio a passarglielo sulla pelle, fra le spalle, lungo la spina dorsale ed i fianchi. Mi soffermo sulla zona lombare e lui torna rigido come una corda di violino.
Ghigno malizioso.
Comunque mi piace anche questo!
Come reagisce alle mie torture non lo fa con nient’altro.
Suo malgrado si lascia fare e quando comincio a passargli il torace, il collo e mi concentro particolarmente sui capezzoli, lui si volta meglio verso di me e mi guarda in viso.
Cosa vedi, testa di cazzo?
Mike è serio e pare tranquillo, nonostante io lo stia pulendo -ed anche questa non è una cosa fottutamente da me-, è sorpreso ma non muove un muscolo. Chissà cosa farebbe se lo baciassi ora?
Forse si butterebbe giù dalla finestra, ma in quel caso lo seguirei… e che cazzo ci starei a fare qua da solo, poi?
Sorrido al pensiero e come niente fosse gli passo anche il viso, gli occhi che chiude, le guance, la fronte, la bocca, poi glielo lascio sulla testa come una specie di cappuccio.
Non so quanto passerà prima che si decida, ma è ancora presto, ha troppa paura.
Ed allora finché resisto, lo lascerò fare.
Rimango fermo a pochi centimetri da lui, ci guardiamo ancora seri per un po’; mi piace, cazzo.
Mi piace anche se forse non è obiettivamente bello e non ha qualche caratteristica particolarmente fantastica, fisicamente.
Ma mi piace. Mi dà pace.
Piego la testa e sorrido a questa consapevolezza.
Non scapperai ancora a lungo.
- Questa la canterai solo tu. - Ed è un’affermazione.
- Pensavo di non repparla ma di farla normalmente… - Aggiunge come niente fosse, lieto della mia scelta di non parlare specificamente del testo. - Ovviamente dovrai aiutarmi, darmi un paio di lezioni perché non ho mai cantato così come fai tu… - Capendo cosa intende, gli cerco le orecchie che tanto adoro e gli stampo un bacio sulla fronte, in mezzo agli occhi.
È uno di quei gesti che sappiamo solo noi.
Si calma definitivamente e sorride.
- Ovvio, come faresti senza di me? - Rispondo squillante cambiando repentinamente tono e modo.
Lui allora ride e mi spintona scendendo subito dal balcone prima che mi vendichi buttandolo giù.
Ok, va bene così.
Per ora va bene così.
Specie perché aspetterò ma a modo mio.
Così riflettendo mi tolgo anche quel che mi rimaneva addosso, ovvero le mutande, ed esclamo:
- Io mi faccio una doccia, ho un caldo bestiale per colpa tua, cazzo! -
Gloriosamente nudo gli faccio l’occhiolino pieno di malizia, così beandomi della sua faccia pietrificata da pesce lesso, lo pianto in asso sghignazzando.
Ha voluto la bicicletta?
Ora pedala!
Scappa ancora, se ci riesci!
Vediamo chi vince!"

FINE
   
 
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