Crazy For This Girl
She rolls the window down
and she
talks over the sound
of the cars that pass us by...
And I don't know why,
but she's changed my mind.
La finestra a nastro si apre con uno
scatto desiso. Si sporge leggermente in avanti, lasciando che la sua chioma
ramata danzi selvaggiamente, incitata dal vento. La strada è affollata e la
spiaggia affogata nel chiacchericcio della gente, eppure la sua voce riesce a
sovrastare ogni altro rumore... è come se all'improvviso il mondo intero
decidesse di fare silenzio per godere di quel suono cristallino.
- BRETT MILLER!!! Sei in ritardo!
-
Indica l'orologio, arricciando il
naso spruzzato di lentiggini. Le faccio un cenno d'assenso e torno a riva,
guidando la tavola lungo l'ultima onda. Esco a malincuore dall'acqua e raccolgo
la mia roba, scavalcando un paio di bagnanti... amo il mare, amo il sole, amo
il surf. Sono cresciuto su una spiaggia australiana, come poteva essere
diversamente? Eppure adesso c'è qualcosa nella mia vita che è riuscito a far
passare tutto questo in secondo piano... questo qualcosa ha due occhi turhesi e
un cappellino a fiori calcato sulla testa. Sorrido fra me e me, entrando in
casa dove so che mi sta aspettando.
- Finalmente! Ti ricordo che non
puoi sempre fare i tuoi comodi! -
Brontola seccata, scendendo le
scale che portano alla cantina e quindi alla mia stanza. La seguo in silenzio,
ripercorrendo ogni piccolo movimento della sua mano sul muro con la mia. La
guardo mentre si infila la felpa rossa della tuta e si accinge ad aprire il
portale. Non so bene nemmeno io da quanto dura questa cosa, ma ormai è
evidente... il modo in cui vivo la sua presenza è cambiato. E' cambiato il mio
modo di vederla e di pensarla.
- Io devo andare. Fra un quarto
d'ora Tara si sveglierà e se non mi trova, si insospettirà... tu che fai? -
Si toglie il cappello e lo
abbandona sul mio letto. Il mio sguardo è puntato sulla parete alle sue spalle,
ma la mia mente è ancora totalmente concentrata su di lei. Si avvicina e mi
agita una mano davanti agli occhi, interrompendo il corso delle mie fantasie.
- Brett? Ci sei? -
- Eh? Ah sì, certo... dicevi? -
Sorrido, passandomi nervosamente una mano fra i capelli. Il mio cuore batte
furiosamente, come se lei potesse aver sentito la voce dei miei pensieri.
- Sei sicuro di sentirti bene? Sei
decisamente strano! - Si avvicina e il suo naso sfiora il mio, mentre appoggia
la mano sulla mia fronte per sentire se ho la febbre. Arretro imbarazzato,
arrossendo fino alla punta delle orecchie.
- E'-è tutto ok, te l'assicuro! -
Sorrido di nuovo e la spingo verso
il portale ormai aperto. Lei mi fissa poco convinta, ma desiste dal fare altre
domande. Afferro una delle mie felpe e la seguo, tirando mentalmente un sospiro
di sollievo.
Would you look at her,
she looks at me.
She's got me thinking about her constantly...
But she don't know how I feel
and as she carries on without a doubt.
I wonder if she's figured out...
I'm crazy for this girl.
La cantina del college è buia. In
Irlanda è notte... manca una manciata di minuti all'alba, ma tutti dormono
ancora. Sgattaioliamo silenziosamente al piano di sopra e ci fermiamo in cima
alle scale. Lei si volta e mi scruta, con aria seccata.
- Perchè diavolo sei venuto anche
tu? -
Ci scambiamo uno sguardo confuso,
mentre io cerco di trovare una motivazione convincente. In realtà non capisco
neanche io che cosa mi è saltato in testa... l'ho seguita senza pensarci.
- Beh, tu mi hai chiesto che
volevo fare e così... -
- Sì, certo. Io ti ho chiesto cosa
avevi intenzione di fare là. Prima di
raggiungermi. Non avevo intenzione di invitarti a venire al college in piena
notte! -
Incrocia le braccia e attraverso
la luce sconcertata riflessa nei suoi occhi vedo la mia ennesima stupidissima
idea per quello che è: un'ennesima stupidissima idea, appunto. Ma non è colpa
mia! Non è colpa mia se ogni volta che lei mi guarda in quel modo, perdo la
cognizione di quello che ho intorno e riesco a vedere solo lei. Se riesce a
farsi strada nei miei pensieri in ogni momento, costantemente.
- Ah... è che devo finire un
lavoro per Seamus, prima che si svegli. Me l'aveva affidato ieri ma sono
tornato a casa prima, perciò... -
Incrocio le dita dietro la
schiena, pregando che almeno questa volta se la beva e in effetti, lei sembra
crederci. Mi lancia un ultimo sguardo di sottecchi e si gira, avviandosi verso
l'altra rampa di scale.
- D'accordo. Allora ci vediamo più
tardi. - Agita la mano e scatta velocemente sui gradini, sparendo alla mia
vista.
- A più tardi... - Sussurrò quando
lei se ne è ormai andata. Rimango immobile per qualche secondo e poi riesco
finalmente a distogliere lo sguardo. Non sapendo cosa fare, attraverso l'ampio
ingresso ed esco in giardino... visto che ne ho l'occasione, mi siedo sull'erba
umida e mi metto ad aspettare l'alba. Ho visto il sole sorgere sul mare
australiano un milione di volte, ma mai sulle verdi colline irlandesi. Mi
apposto sotto un grande albero, appoggiando la schiena al tronco nodoso. Alzo
lo sguardo e mi accorgo di essere finito esattamente sotto la sua finestra.
Inconsapevolmente...
inconsciamente il mio cuore mi guida sempre da lei. Sempre. Quasi mi aspetto di
vederla... che mi chiami con quel suo fare scocciato ma adorabile, mettendo il
broncio perchè non le ho risposto subito. Lei non ha idea... non sa che io,
adesso, la vedo così. Non si è accorta di quello che sento e mi meraviglierei
del contrario, visto che ho fatto di tutto per nasconderle i miei sentimenti.
Lei va avanti, contando sulla nostra amicizia. Si fida di me e di quello che ci
lega, non ha dubbi ne cedimenti e non voglio certo essere io quello che glieli
inferirà per primo. Perciò le ho taciuto il mio amore... fino ad adesso. Ma io
sono pazzo, letteralmente pazzo di questa ragazza.
She was the one to hold me,
the night
the sky fell down...
And what was
I thinking when
the world didn't end?
Why didn't I know what I know now?
Rabbrividisco leggermente, chiudendo
meglio la zip della felpa. L'alba tarda ad arrivare e la gelida aria della
notte non sembra voler abbandonare i prati spruzzati d'acqua... ancora non sono
riuscito ad abituarmi a questo clima fresco e umido, così diverso da quello
caldo e solare di casa mia. A volte mi sembra impossibile poter passare da un
capo all'altro del mondo con tanta facilità... Mi stringo nelle spalle e lancio
un'altra occhiata alla sua finestra. Se penso che basterebbe un suo abbraccio
per scaldarmi, un suo sorriso per farmi dimenticare di tutto il resto, vorrei
poter conoscere chi ha fatto in modo che la incontrassi per riuscire finalmente
a dire 'grazie'. Perchè il giorno in cui è piombata nella mia vita mi sono
sentito come se il cielo mi fosse caduto sulla testa.
- Brett? Che cosa ci fai qui? -
Riemergo dal turbine dei miei pensieri e me la ritrovo davanti. In piedi, la
solita felpa rossa appoggiata sulle spalle e le scarpe da tennis infilate per
metà. Sorrido e indico con lo sguardo le colline scure che si profilano
all'orizzonte.
- Aspetto l'alba. Vuoi favorire? -
Lei mi fissa contrariata e poi si
siede in fianco a me. La osservo meglio e mi accorgo che si è già infilata il
pigiama. L'unica cosa a cui riesco a pensare è che l'azzurro della stoffa si
intona alla perfezione a quello dei suoi occhi.
- Non deve essere stato molto
faticoso, quel lavoro per Seamus... -
- Eh? Quale lav... - Mi blocco,
rendendomi improvvisamente conto di essermi tradito con le mie mani. Spesso e
volentieri penso che vivrei molto più tranquillo, se fossi capace di mordermi
la lingua quando serve. La fisso, intimidito da quella che potrebbe essere la
sua reazione, ma lei inaspettatamente sorride, scuotendo la testa.
- Sei fisiologicamente incapace di
mentire, Brett! -
- No. Sono fisiologicamente
incapace di mentire a te. -
Non posso farne a meno. Le parole
mi escono da sole. Il suo sorriso lascia spazio per qualche secondo ad
un'espressione supita e forse, leggermente imbarazzata. Distolgo lo sguardo,
mentre lei si ricompone e torna a parlarmi come se niente fosse.
- Credevo che le paroline dolci le
riservassi a Tara. - Torno a guardarla, ma lei si è già voltata ed ora fissa il
cielo che comincia a schiarirsi.
- Cosa?! Sai benissimo che io
non... -
- Finiscila. Brett... è chiaro come
il sole che Tara non ti è proprio 'indifferente'. - Scuote la testa e il suo
volto si scioglie in un sorriso decisamente troppo amaro perchè possa essere
sincero.
- Oh... oh no. No, no, no, no. -
L'unica cosa che mi riesce di fare è ridere. Un sorriso più triste del suo, nel
momento in cui mi accorgo di quanto sia in realtà lontana dal conoscere la
verità. E' vero, forse c'è stato un tempo in cui il fascino di Tara aveva un
certo effetto su di me, ma è stato prima che mi rendessi conto che l'amore è un'altra
cosa. Eppure non so se dirle adesso, come stanno realmente le cose sia la
scelta giusta. Ho come l'impressione di essere sull'orlo di un baratro da un
bel po' di tempo ormai.
- Ah, allora non eri tu quello che
andava farneticando che fra voi sta nascendo una forte 'intesa'. - Comincio a
sentire nella sua voce una punta di quella che potrebbe essere gelosia...
oppure l'ennesimo frutto della mia mente. Non voglio nemmeno provare a
convincermi che potrebbe essere vero.
Preferisco continuare così come ho
sempre fatto.
- No, senti... -
- Brett, perfavore! - Distoglie lo
sguardo, non appena i miei occhi incontrano i suoi. Lo so bene qual'è il suo
intento, vuole farmi sentire in colpa.
- Bene. Allora ti dirò un solo
nome: Paul. -
E' un colpo basso, lo so
benissimo. La fisso con un sorrisino soddisfatto stampato sulla faccia. Me la
ricordo quanto e forse meglio di lei, la sua sbandata per quel pallone
gonfiato...
- Questo non c'entra assolutamente
niente. -
- C'entra eccome, invece. -
Ribatto più seccato di quanto possa esserlo lei. Allora ancora non era cambiato
nulla, ma mi chiedo spesso cosa sarebbe successo se avessi già saputo quello
che ora so così bene... probabilmente avrei scatenato il finimondo. Chissà cosa
diavolo avevo per la testa, poi...
Right now,
Face to face.
All my fears
pushed aside.
And, right now,
I'm ready to spend the rest of my life...
with you.
- Piantala, non è affatto
divertente... - E' visibilmente infastidita, eppure quello scocciato qui dovrei
essere io. Prendo fiato, perchè questa volta c'è qualcosa che devo decisamente
tirar fuori.
- No, non lo definirei divertente.
Trovarti svenuta su una spiaggia, dopo essermi sentito dire che erano ore che
nessuno aveva tue notizie... decisamente non divertente. -
Si volta lentamente verso di me e,
per la prima volta da quando abbiamo iniziato a parlare, riesce a sostenere il
mio sguardo.
- Brett...? -
- Ti sembra così impossibile che
io mi preoccupi per te? -
Cala un silenzio innaturale, mentre
continuiamo a fissarci. Sul suo viso si rincorrono mille espressioni,
probabilmente non sa più cosa pensare nemmeno lei. Mi guarda come se si aspetti
che sia io il primo a dover dire qualcosa. Eppure, adesso che siamo qui, faccia
a faccia, non mi sento più sicuro di nulla... Chino il capo, passandomi
nervosamente una mano fra i capelli. So benissimo che lei mi sta ancora
osservando, ma non ho il coraggio di voltarmi di nuovo. Questa situazione mi
imbarazza da morire... decisamente la cosa migliore da fare è trovare una scusa
convincente per andarmene.
- Senti, io... - Mi interrompo,
frastornato dalla sua stranissima reazione. La sua risata argentina squarcia
l'aria sileziosa intorno a noi. La sento avvicinarsi ed alzo lo sguardo giusto
in tempo per vedere la sua mano allungarsi verso di me.
- Ma guarda come ti sei
combinato...! - Continua a ridere mentre mi passa le dita fra i capelli
spettinati, cercando di farli tornare al loro posto. Lei si comporta con
naturalezza, ma io non riesco a muovermi... so di essere teso come una corda di
violino. Rimango immobile aspettando che smetta. - Niente da fare! Credo che
questa sia una battaglia persa in partenza. A dire il vero è sempre una
battaglia persa in partenza... -
Si ferma bloccando la mano a
mezz'aria, appena sopra la mia spalla.
- ... con te. -
Si è abbassata leggermente per
tornare a sedersi e si è accorta che ora siamo decisamente più vicini del
solito. Ci fissiamo per dei secondi interminabili, prima che lei si sciolga in
uno dei suoi abituali sorrisi imbarazzati. Fa per allontarsi, ma io glielo
impedisco trattenendo la sua mano. Mi guarda con aria incerta, cercando di
capire quali sono le mie intenzioni. Si fida di me, per questo forse non si
aspetta quello che sto per fare. Ormai sono deciso, voglio farlo... è stato
quel suo sorriso a darmi la spinta: siamo ancora faccia a faccia, ma questa
volta ho premuto indietro tutte le mie paure, perchè la smettano di fare muro
fra me e il mio cuore. Voglio essere sincero e fare quello che non ho osato fare
fino ad ora... La guardo di nuovo, come a voler trarre la forza necessaria dal
suo sguardo sconcertato. Ora, proprio in questo momento, mi è chiaro più di
ogni altra cosa che non posso più aspettare: sono pronto a rischiare e l'unica
cosa di cui sono certo è che, in un modo o nell'altro, passerò il resto della
mia vita con lei, perchè ormai di lei non posso più fare a meno...
- Brett? -
La sua voce mi riporta alla
realtà. Interrompo per un attimo il contatto fra i nostri sguardi e sorrido
sollevato... ci siamo... prendo fiato, raccolgo il coraggio, mi avvicino e la
bacio. Avviene tutto in una frazione di secondo. Quasi senza accorgermene, mi
ritrovo di nuovo di fronte a lei che dopo essersi resa conto di quello che è
successo, mi guarda sorpresa.
- Ma... che cosa ti prende?
Cioè... io... tu... il portale... insomma sto in Irlanda, tu in Australia...
è... è assurdo! Come lo spieghiamo.... tu sei pazzo! - Si ferma per riprendere
fiato dopo aver sparato fuori tutto, quasi fosse una macchinetta... Sorrido e
l'abbraccio come avrei voluto fare già mille volte prima d'ora.
- Sì, sono pazzo di te, Hannah
O'Flaherty! -
Appoggia la testa sulla mia spalla, ridendo
silenziosamente. Il sole sorge davanti a noi, tingendo il cielo di rosa... Io
sono pazzo di questa ragazza!