Lontano
~
prompt: #001,
starlight
A
pensarci bene, era da un po’ che Peter non usciva sul tetto di notte. In
genere era dai pomeriggi che fuggiva, o dalle mattinate – da tutti quei
momenti in cui era più facile e desiderabile sottrarsi alla ghenga di Lance
o alle apprensioni di sua madre. Ma la signora Peaky,
se pure guardava con orgoglio a quelli che ai suoi occhi erano ‘momenti
di concentratissimo studio’, non era
così lungimirante da lasciarlo salire lassù dopo il tramonto,
esposto alla nebbia sempiterna di Misty Bay e al
notevole rischio di cadere e rompersi una gamba – era pur sempre un
bambino, il suo piccolo Peter: e
grazie al cielo non di quelli temerari e avventurosi di cui si legge in
quei pericolosi romanzi adolescenziali.
Era stato dunque con una certa inquietudine, e quasi con del
rimorso, che il ragazzo si era issato
sul tetto quella sera e se n’era stato per un po’ perso in
contemplazione delle stelle. Ad aspettare.
Lei non si era fatta attendere.
«Grazie per essere venuto.»
Peter l’aveva guardata a lungo, in silenzio. I
riccioli rossi le ricadevano disordinati sulle spalle; uno sguardo stranamente
vuoto aleggiava nelle sue iridi di solito così vive. Crystal sapeva
nascondere bene il dolore, di solito. Ma lui era Peter. E Peter era il suo migliore
amico.
Non le aveva detto niente, e lei aveva accettato con
evidente gratitudine il suo silenzio, accoccolandosi al suo fianco e fissando
le stelle come se non le vedesse. Peter non si era chiesto se avesse pianto.
Non gli importava, davvero. Sapeva che Crystal era abbastanza forte da
asciugarsi subito il viso da sola, e che se aveva voluto incontrarlo
lassù a quell’ora, lontano dal mondo, fuori dal tempo, la ragione
non poteva che essere una. Aveva bisogno di lui.
Era strano. Ci pensava su già da qualche minuto: non
era mai capitato che fosse lui ad
aiutare Crystal, mai. Accadeva sempre il contrario. A scuola, Crystal era
l’unica a non considerarlo uno strano,
e anche per questo lei stessa era considerata ancora più strana – come se non ne desse loro già
abbastanza motivi. Ma questo ora non c’entrava. Ciò che si
chiedeva era cosa avrebbe potuto
esattamente fare per lei...
E lei glielo disse. Così, senza esitazioni né
preamboli. Non aveva mai avuto bisogno di nessuno dei due, lei.
«Puoi dire a tutti che me ne sono andata. Lontano. A
Hollywood... Sì, di’ loro a Hollywood. Ci crederanno tutti,
vedrai. Sono abbastanza scapestrata da poterlo fare» e un sorriso amaro
le incrinò la voce. «La nonna me lo diceva sempre.»
Peter abbassò gli occhi su di lei, corrucciato.
«Gradirei che non leggessi in questo modo i miei pensieri, Crys. Sai bene che è un vezzo poco rispettoso, e
oltremodo imbarazzante per me.»
Crystal sollevò lo sguardo di rimando. Sorrideva
ancora, un po’ più serena adesso. Adesso le stelle riuscivano di nuovo a riflettersi nei suoi occhi.
«Grazie, Pete.»
Peter non aveva certo bisogno della telepatia per spiegarsi
quella risposta. Sapeva bene che aveva capito, facoltà extrasensoriali
oppure no: era una battaglia vinta fin dall’inizio. Lo avrebbe fatto,
certo che lo avrebbe fatto. Avrebbe mentito per lei.
E non
avrebbe mai rivelato a nessuno che la piccola Crystal Cooper era andata a
caccia dell’assassino di sua nonna.
Sospirò e si distese al suo fianco, abbastanza vicino
da poterle sfiorare un braccio, e quel senso di sottile disagio si acuì.
Forse non era la cosa giusta. Lei avrebbe corso molti pericoli, troppi; ma lui? Non doveva far altro che
rintanarsi in casa e negare di averla più vista o sentita? Non aveva
senso.
«Cerca perlomeno di tenerti fuori dai guai. Tengo
molto a te, immagino tu lo sappia.»
La sentì ridere piano. Sbuffò tra sé;
cosa poteva farci se gli avevano insegnato ad essere sempre formale e discreto,
anche nelle occasioni più intime? Non l’aveva scelto lui il
cognome che portava. Ma poi rifletté su quanto il cognome di Crystal
fosse ormai unico in tutta Misty Bay, e
preferì non dire nulla.
In fondo, tutti e due erano soli sotto le stelle.
Lei si voltò e gli si avvicinò. Tantissimo. Anche al debole chiarore di
quelle lucine infinitesimali poté contare tutte le sue lentiggini.
«Anch’io ti voglio bene, Peter Peaky.»
Si sentì le sue labbra sulla guancia, e la notte
divenne improvvisamente tiepida e dolce. La nebbia non esisteva più.
Peter si rilassò appena. Strinse delicatamente l’amica a
sé, consapevole che per lei
valeva la pena contravvenire a tutte le regole del mondo e scalare tutti i
tetti esistenti sulla Terra, e che sì, anche farsi leggere tutti i
pensieri più nascosti – anche questo
poteva passare. Dopotutto, con Crystal non c’era bisogno di tante belle
parole.
Soltanto quando fu avvolta dalle sue braccia, lei concesse
infine la fuga a qualche lacrima. Sorrideva, però.
Sapevano entrambi che stavolta ci sarebbero state le mani di
Peter ad asciugarle il viso.
[ 811
parole ]
Terza classificata nel contest ‘Carta
bianca?’ indetto da Only_Me
• Grammatica e forma: 20/20
• Caratterizzazione dei personaggi: 15/15
• Originalità: 14.7/15
• Gradimento personale: 9.5/10
Totale: 59.2/60.
Commento: dolcissima, davvero. Non ho mai pensato a questi due come coppia, ho
sempre seguito l'idea della Douglas/Crystal, ma ammetto che questa mi ispira
ancora di più. Mi hai aperto gli occhi su un nuovo mondo, LOL.
Grammatica e forma sono perfette, i personaggi sono così carini e ben
descritti che non avrei potuto darti un punteggio più basso del massimo.
Non seguo molto il fandom de “Gli
Invisibili”, ma penso che comunque questa coppia si abbastanza
utilizzata; come per un'altra storia, non essendone sicura, ho tolto davvero
poco.
Una shot molto dolce, forse un po' troppo per i miei
gusti. Però molto carina, brava.
Nota: Waaah *_* Sono arcicontenta. Giuro che non mi aspettavo praticamente
nulla da questa storia, avendo trattato uno sfigafandom
e uno sfigapairing
mai riscontrati prima su EFP; sarei una vera ipocrita se dicessi che il
risultato raggiunto nel contest di Only_Me non mi
soddisfa. ;///;
Ok, la storia. Essenzialmente è solo un
breve squarcio su ciò che lega Peter a Crystal. È sempre stata
lei ad aiutare lui: eppure in una particolare occasione Crys
ha bisogno del suo aiuto. Dopo che sua nonna è morta, non potrebbe mai
sparire da Misty Bay senza la copertura di Pete.
Il fatto che “vada a cercare
l’assassino” in realtà è una sorta di licenza
poetica, perché nel romanzo Crystal organizza un piano d’azione
solo dopo l’arrivo di Douglas – ma penso sia riduttivo dire che ha
scelto di sparire soltanto per non finire in orfanotrofio. Aveva qualcosa in
mente, prova ne è che stava già pedinando lo zio Ken e gli altri
Invisibili originari, prima ancora di incontrare Douglas.
Ultima nota: il pairing
più canon Douglas/Crystal mi piace molto, ma
trovo che Peter sia di una dolcezza unica, e secondo me il suo legame con
Crystal merita davvero di essere considerato anche un filino al di là
della pura amicizia. Liberissimi di mandarmi a quel paese per questo ^^
Grazie ancora a Only_Me
per avermi dato l’opportunità di scrivere su di loro; e ancora
vivissimi complimenti a tutte le altre partecipanti! <3