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Autore: Gondolin    28/04/2011    5 recensioni
Fame. Aveva fame. Era stato un pazzo a partire senza Rayflo, affare Vassalord o meno.
Aveva fame. Una dannatissima fame che gli impediva di pensare.
Perché non poteva essere come tutti gli altri? Perché non era rimasto umano?
(Altrimenti non saresti rimasto al fianco del Master.)
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: For I was hungry, and you gave me food [Matthew 25:35]
Pairing: Charles/Rayflo
Rating: arancio
Wordcount: 669
Ambiebtazione: prima parte del manga, quando (quela pirla di) Charles parte senza il Master
Warning: mmm, è un manga sui vampiri, cosa dite? Se il succo di pompelmo già vi fa impressione magari non aprite. Non che ci sia niente di grave. Ah, sì, qualche sproloquio vagamente blasfemo. Yaoi, ovviamente. E uno stile piuttosto schizofrenico che di solito non mi appartiene.

 

 

Fame. Aveva fame. Era stato un pazzo a partire senza Rayflo, affare Vassalord o meno.
Aveva fame. Una dannatissima fame che gli impediva di pensare.
Perché non poteva essere come tutti gli altri? Perché non era rimasto umano?
(Altrimenti non saresti rimasto al fianco del Master.)
Chiuse con forza le dita intorno alla croce che portava al collo.
(Così leggera in confronto a quella che porti sulle spalle.)
Aveva sempre quella maledetta fame. Aveva bisogno di sangue e Dio solo sapeva quanto si odiava per questo.
(Eppure è così dolce, il sangue del Master. Dolce come il peccato, non è vero, Charles?)
Si rese conto di aver stretto così tanto quella croce di legno da rischiare di spezzarla.
(Anche la tua forza viene dalla tua natura innaturale.)
Si sdraiò, le mani dietro la nuca a fargli da cuscino, i muscoli inconsciamente tesi come in presenza di un nemico. 
(È quasi banale ricordarti che sei tu il tuo peggior nemico, Charles.)
Serrò gli occhi e si sforzò di ricondursi alla ragione. Doveva riflettere, rielaborare gli avvenimenti degli ultimi tempi. C'erano parecchi pezzi del puzzle che non tornavano. Il quadro generale sembra sfuggir-
Fame. Aveva fame.
(E nostalgia, no?)
Non avrebbe retto a lungo senza nutrirsi. Eppure non c'era altro che potesse fare se non resistere; Gesù nel deserto aveva resistito per quaranta giorni, chi era lui per dimostrarsi inferiore al Suo esempio?
(Un umile peccatore, ecco cosa vorresti esserti. E cercare redenzione. Ma la vuoi davvero?)
Si morse un labbro,
(Tu compi il Bene. Perché non dovrebbe Dio ricompensarti lasciandoti le tue gioie in Terra?)
e pregò.
Recitò, fervente, preghiere apprese nei lunghi anni di veglie e solitudini. Negli anni di ricerca e di peccato senza luce. Negli anni prima. Prima della sua seconda nascita. Quando il Master non era che una lontana creatura del buio, un sogno dolce d'infanzia.
“Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.”
“Sì, sono con te, Cherry. Ma non ti facevo tipo da avere paura del buio.”
Charles sussultò. Riaprì gli occhi, frastornato. Per un istante gli era parso che fosse stato Dio a rispondergli. 
(Ormai dovresti sapere che Lui non risponde mai. Qualcun altro, invece...)
“Master!”
Questi schioccò la lingua contro il palato ed iniziò a sbottonarsi la camicia. “Avevi ordinato il servizio in camera?”
Charles avrebbe voluto arrabbiarsi per come l'aveva interrotto mentre pregava, per come aveva profanato quel momento. Poi anche per come l'aveva seguito, come suo solito, senza avvertirlo di nulla. Per come era entrato senza permesso in camera sua. Insomma, avrebb-
Fame.
(Del suo sangue, suo e di nessun altro.)
Gli si avventò contro con una forza che non credeva neppure di avere ancora, in quel frangente. Lacerò la pelle coi denti e sentì scorrere in gola il suo sangue, come la più desiderabile delle grazie, come la manna che Dio concesse al suo popolo in cammino. Come vino beato.
Gli si bagnarono le labbra e l'odore del sangue del Master gli salì alle narici, buono e nauseabondo insieme. Non avrebbe dovuto piacergli. Se proprio il Signore l'aveva destinato a quella vita, trarne godimento era comunque un male.
(Infatti ancora resisti, dopo tutti questi anni. Resisti ad un impulso ancora più vile e basso di quello della fame.)
C'era anche l'odore di Rayflo, un odore stranamente umano.
(Chi sei tu per decidere chi è umano e chi non lo è? Non è forse stato lui con te più umano degli umani?)
Ritirò la bocca dal collo del Master. Gli aveva lasciato uno squarcio, ma i suoi occhi annebbiati a mala pena lo registrarono.
Rayflo si sfilò la camicia, offrendogli il petto. “Questo è il mio sangue...”
sparso per voi. Questo è il mio sangue dell'alleanza, prendetene e bevetene tutti.
“Questo è il mio corpo...”
In qualche modo, anche i suoi pantaloni erano finiti a terra.
Charles avrebbe voluto dirgli di smetterla di parodiare in quel modo blasfemo le parole del Figlio di Dio.
Avrebbe voluto.

 

 

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HTML is a bitch! Voi questo testo di che dimensioni lo vedete? Minuscolo sile visita oculistica o versione poster?

  
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