Dancing
in the moonlight
Nome
autore: angelikakiki
Titolo
della storia: Dancing in the moonlight
Pacchetto
scelto: Luna Crescente
Genere:
Malinconico, Triste, Dark
Rating:
Arancione
Avvertimenti:
One-shot, Missing Moment
Eventuali
NdA: nessuno
“
Siete pronti?” chiese James.
Annuimmo tutti. Ce la potevamo fare. Ce la facevamo ogni mese. Dalla
Torre di
Grifondoro alla Stramberga Strillante. Certo, ero nervoso. Lo ero
sempre. Ma c’erano
loro. Loro con me. Sotto il Mantello. Certo, ci si vedevano i polpacci,
ma
andava bene così. Infatti James controllava sempre la Mappa,
per vedere se
correvamo il rischio di essere scoperti. Peter sembrò
intuire la mia agitazione
e mi diede una pacca comprensiva sulla spalla.
“
Coda, Luna, che cos’è quest’aria da
funerale?” domandò Sirius mentre James era chino
sulla Mappa.
“ Dai,
stiamo andando a divertirci!
“
Parla per te, Felpato…” riuscii a
dire con enorme sforzo.
“ E
su, Luna! Ci siamo noi con te! Ramoso,
diglielo anche tu!” disse Sirius. James smise di controllare
la Mappa.
“ Ma
certo, Luna! E se magari vogliamo
muoverci riusciamo pure a non farci beccare da Gazza che sta salendo
qui a
controllare che non stiamo tentando di scappare dal Dormitorio di
nuovo!”
sorrise. Beato lui che riusciva a stare tranquillo. Io ero tutto un
tremito,
come sempre. Cominciammo a camminare. Eravamo gli unici che giravano a
quest’ora. Sirius mi guardò con uno sguardo mezzo
divertito.
“
Andiamo Rem! Lasciati andare! Pensa
che stai con noi! Quante volte l’abbiamo fatto?”
chiese.
“
Sì, lo so, ma… non riesco proprio a
lasciarmi andare! Sono preoccupato per la trasformazione…
“
Luna, ti ripeto, ci divertiremo come
al solito! Perché devi fare questa pantomima ogni volta che
facciamo una
passeggiata al chiaro di luna?
“ Non
riesco a trovare la cosa divertente…
“
Allora la prossima volta organizziamo
un festino! Così se portiamo anche qualche band…
“
Potremmo chiamare Celestina
Warbeck…” sussurrò Peter. Sirius gli
diede una spinta.
“
Quella roba può piacere solo a te,
Coda! È così noiosa! No, potremmo
portare… non mi ricordo come si chiamano!
“Chi?”
domandai incuriosito.
“ Un
gruppo Babbano… hanno fatto una
canzone… aspetta… “
cominciò a cantare
“
Dancing in the moonlight… everybody’s feeling warm
and bright … It’s
such a fine a natural side… Everybody’s dancing in
the moonlight! Sì,
era così!” esclamò soddisfatto. Ridemmo
tutti per la sua em… voce soave. Ma improvvisamente il
motivetto ci contagiò tutti.
E ci ritrovammo a cantare sottovoce:
“
Dancing in the moonlight
Everybody’s
feeling warm and
bright
It’s
such a fine a natural side
Everybody’s
dancing in the
moonlight!”
E tutto mi
sembrò più bello, più
allegro. Pregammo Sirius
di ricordarsi le
parole restanti della canzone.
“ Non
me la ricordo… so solo che
diceva che la luna era grande e splendente… che era
bellissima e cose del
genere…” sussurrò pensieroso.
“ Un
po’ come la Evans! Dancing with Evans!
Only Meeeee” cantò James cambiando le parole della
canzone. Ovviamente altra
ondata di risate.
Riuscimmo ad
uscire nel Parco. Gazza teneva
il portone aperto una volta al mese, per ordine di Silente. Sapeva che
sarei
uscito per andare alla Stamberga Strillante. L’unica cosa che
non sapeva ( e
che nessuno sapeva) era che non ero mai solo. C’erano i miei
amici con me. Uscimmo
dal Castello. L’aria notturna ci investì in pieno,
facendo sollevare un po’ i
bordi del Mantello.
“
Lumos” sussurrò James sempre
guardando la Mappa. Ci fermammo. Doveva controllare se non
c’era nessuno che guardava
dalle finestre che si affacciavano sul Platano Picchiatore. Ne
approfittai per
guardare il panorama. Certo, ormai era tutto tremendamente familiare,
ma non
per questo meno bello. Il cielo era pezzato da numerose nuvole grigie,
che
lasciavano intravedere alcuni spicchi di cielo. Potevo scorgere delle
stelle
brillare timidamente. I miei occhi percorsero il cielo. Tirava molto
vento. Ancora
nessuna traccia della Luna. Ma ovviamente il vento avrebbe spinto le
nuvole
lontano, scoprendola totalmente. Era solo questione di minuti. Guardai
il Lago
Nero. Di notte era ancora più nero. Sentivo il rumore delle
piccole onde che si
formavano sotto al spinta del vento. Anche i gli alberi del Parco si
muovevano
sotto il vento. Quel vento sarebbe stato la causa di tutti i miei mali.
Il
vento avrebbe rivelato lei, la Luna.
“
Finestre sgombre da ficcanasi come
Mocciosus, andiamo!” esclamò James. Lo seguimmo
silenziosamente vicino al
Platano Picchiatore.
“ Dai,
Coda, tocca a te!” disse
Sirius. Peter annuì sorridendo. Cominciò a
rimpicciolirsi. E ancora. E ancora.
Diventò un topo. Strusciò sotto i nostri piedi.
Non potevamo vederlo, ma
eravamo sicuri che avrebbe spinto la radice che ci avrebbe permesso di
arrivare
alla Stramberga Strillante. E infatti fu così. Entrammo
seguendo la familiare
galleria. Sembrava che il mio cuore volesse uscire dal petto, tanto
batteva
forte. James ci sfilò il Mantello di dosso.
“
Tutto ok, Rem?” mi domandò. Io
annuii. Era bello sapere che i miei amici si preoccupavano per me.
Sirius mi
strinse il braccio. Poi lo ritrasse.
“
Cavolo, Luna, ma quanto stai
sudando? Sei più sudato dei capelli di Mocciosus!
“ No,
Sirius” lo interruppe James
fingendosi serio. “ Niente è peggio dei capelli di
Mocciosus” dichiarò. Peter
cominciò a ridere
a crepapelle.
“
Dancing in the moonlight, everybody’s…”
sussurrò Sirius spingendomi. “
Eddai, Rem, allegria!
“
Ripeto, per la centesima volta, non
ci riesco!
“ Dai
Remus, è come ha detto Sirius,
l’abbiamo fatto tante di quelle volte…
“ E
infatti vi ho sempre detto che per
voi è rischioso stare con me, ma…
“
Certo, come no, come se non
sapessimo difenderci!” disse Sirius.
“ Non
dico questo, è solo che…
“
Niente ripensamenti, Luna, ormai
siamo qui e ci divertiremo come al solito!
“ Per
quello che riesco a ricordarmi…
“ Oh,
non fare la finta vittima,
sappiamo benissimo che ti ricordi tutto!” esclamò
Sirius. Era vero solo a metà:
infatti riuscivo a ricordarmi le sensazioni, le emozioni, a volte anche
alcuni
dettagli, ma non sapevo mai dire con esattezza dove andassimo
né cosa
facessimo. Nonostante tutto sapevo che mi trovavo bene con loro anche
da lupo.
E questa era una cosa positiva. Arrivammo. La Stramberga Strillante era
buia,
ancora più spettrale del solito. Con un incantesimo Sirius
accese dei mozziconi
di candela che si trovavano sopra un tavolino.
“
Certo, tu tra poco combinerai un
tale casino da buttarle tutte e terra, ma almeno per adesso
andrà bene…” disse
cercando di ironizzare. Sapeva che la situazione non era per niente
divertente.
Ma doveva fingere. E in cuor mio speravo che continuasse a farlo.
Perché sennò
mi sarei buttato nella disperazione. Peter si sedette su una vecchia
poltrona.
“
Allora, che si fa?
“ Tu
Peter comincia a trasformarti!
Sirius, sempre il cane pulcioso?” domandò James.
“ Ah,
ah, divertente… io almeno non ho
un doppio senso sulla testa!” lo schernì
Sirius.
“ Ah
ah ah! Davvero simpatico,
Felpato! Davvero, non so da dove ti escano queste battute…
non è che tu e
Mocciosus siete amici?
“
Certo che siamo amici: io, lui e la
Evans formiamo proprio un Magico Trio!
“ Ehi,
amico, non mi toccare la Evans!
Lei è la mia Musa ispiratrice, la mia Stella
Polare…
“
L’amore della tua vita e tutte
quelle cose, sì!” finì Peter.
“
Sì, James, lo sappiamo, lo sappiamo.
Quante volte ce l’avrà ripetuto, Luna?
“ Mah,
almeno un migliaio di volte…”
dissi con un sorriso sulle labbra. Improvvisamente, mi sentii male. La
mia
pelle tirava sui miei muscoli, come se fosse stretta. Come se fosse
minore
della massa muscolare del mio corpo. Urlai. Sentii James gridare
qualcosa a
Sirius. Sentivo i capelli rientrarmi nel cranio. Le unghie crescevano a
dismisura. La trasformazione era sempre dolorosa. I denti si
allungavano
imperterriti. Sentivo la mia colonna vertebrale piegarsi sotto il peso
di un
corpo troppo pesante. Le braccia si incurvarono, le gambe si piegarono
su loro
stesse. Le guance premettero sul mio naso, fino ad allungare
l’intero mio viso.
La vista si oscurò. Era tutto buio. Mi agitai, cominciai a
muovermi, come
impazzito. Sentivo qualcosa che mi tratteneva. Ma io ero più
forte. Molto più
forte. Eppure mi stavano intralciando. Ma non mi importava. Sentivo
come se mi
mancasse l’aria. ARIA. Corsi veloce. E improvvisamente, nel
buio, apparve
qualcosa. Una sfera bianca e candida che mi guardava, quasi divertita
dalla mia
condizione. La Luna. Quella sera era crescente. Ululai.
Sono qui, a casa
mia, solo. Sono le
dieci e mezza. Tra poco ci sarà la Luna piena. Luna
Crescente, se non sbaglio. E
la cosa mi spaventa. Le luci sono spente.
Anche se è improbabile che qualcuno passi di qui, non vorrei
che si sapesse che
questa casa è abitata. Di solito mi procuro il cibo grazie
alle prede che
caccio quando sono un lupo. E per quanto riguarda l’acqua, ci
sta una fontana
non lontano da qui. La vado a prendere sempre alle cinque di ogni
notte,
cercando di non farmi vedere. Sono solo. Solo come non mai.
L’anno scorso
Sirius è stato catturato. Anche se è i giornali
lo scrivono( cosa strana, ma
qualche volta ci prendono), non riesco a credere che sia davvero
successo.
Sirius ha tradito James e Lily. E poi ha ucciso Peter. Sirius, uno dei
miei
migliori amici… vorrei quasi chiudere gli occhi e svegliarmi
nel mio letto, a
Hogwarts, con James e Sirius che mi rubano i calzini e Peter che mi
chiede di
aiutarlo a Trasfigurazione. Ma è qualcosa che non posso
fare. Anche volendo,
non posso farlo. E questo mi riempie di tristezza. Fortunatamente il
figlio di
James e Lily è vivo. Spero un giorno di poterlo incontrare e
di dirgli che
razza di persona meravigliosa era suo padre. E che donna strabiliante
era sua
madre. Ma prima, devo sopravvivere a stanotte. L’ultima volta
ho incontrato
degli esseri umani. Erano Babbani. Hanno cercato di uccidermi. Ma me li
sono
sbranati. Lo so perché leggo anche il giornale Babbano. E
stranamente quei
Babbani stavano in campeggio vicino al luogo in cui di solito mi
trasformo.
Innocenti. Io sono un assassino. Quasi mi viene da piangere per questi
tristi
pensieri. Se Sirius fosse qui probabilmente mi prenderebbe in giro fino
all’esaurimento nervoso. E Peter mi consolerebbe. E James
cercherebbe di
sdrammatizzare, forse rimarcando il suo amore verso la Evans. Mi manca
tutto
questo. Ma sono contento al pensiero che Voldemort sia morto. E che
molti dei
Mangiamorte siano stati catturati. Mocciosus, o meglio, Piton ora
insegna a
Hogwarts, da Silente. E dicono che si sia pentito di essere stato un
Mangiamorte. Non so quanto crederci. Ma io mi fido di Silente. E voglio
far
finta di avere fiducia nella sua decisione. Mi ha anche mandato un
gufo,
l’altro giorno. Mi chiedeva se potevo rimpiazzare
l’Insegnate di Difesa Contro
le Arti Oscure, visto che Deborah Deweik se ne va l’anno
prossimo. Ovviamente
non ho risposto. Che cosa potevo rispondere? Apprezzo il fatto che
Silente si
fidi di me. Ma sbaglia a fidarsi così. Sono un Lupo Mannaro. A volte ripone la sua
fiducia su persone
sbagliate. Ecco perché metto in dubbio il suo giudizio su
Severus. Sono le undici.
La Luna dovrebbe apparire verso mezzanotte. Esco di casa
silenziosamente. Non
passa mai nessuno a Tunner Road. Dall’altro lato della
strada, un bellissimo
bosco. Non passa un’anima per strada. Vento. Anche questa
notte c’è il vento.
Sembra che gli alberi ballino sotto il chiarore della luna, debolmente
coperta
dalle nubi. Manca poco ormai. Ormai sono dentro il bosco. Cammino
velocemente,
allontanandomi quanto più posso dalla strada e dai soliti
luoghi in cui si accampano
i viandanti. Sono attento, stavolta. Mi accovaccio per terra,
aspettando lei,
la Luna. Sento un debole pop alle
mie
spalle. Mi giro e vedo una figura nera in piedi. Mi alzo subito. La
figura
solleva le mani.
“
Calmati, Lupin. Non mi ricordavo che
tu fossi così fifone… altrimenti
ti
avrei avvertito del mio arrivo…” mormora quella
voce che conoscevo bene.
“
Sev… Severus?” chiedo incerto. Piton
abbassa il cappuccio. Pallido, capelli neri e cadenti, palpebre
pesanti, naso
adunco. Sì, è lui.
“ Ma
guardati… sembri uno straccione…
che fine ha fatto tutta la tua allegra comitiva, Lupin? Non ti senti
così forte
senza di loro, eh?” dice provocandomi. Ma adesso non
è importante. Guardo il
cielo. Le nubi si stanno per dissolvere.
“
Severus, la Luna! Vai via!” esclamo.
Lui scuote la testa.
“ Oh,
tranquillo Lupin, non sarà la
prima volta che ho a che fare con un Lupo Mannaro… non so se ti ricordi. Ad
ogni modo, sono qui
per conto di Silente. Non hai risposto al suo gufo.
“ Non
dovresti stare a scuola?
“ No,
a quanto sembra il Preside mi ha
esonerato per una notte. Voleva che rivedessi… il mio amico
di vecchia data… ed
essendo il Preside può rinunciare a queste…
em… spiacevoli circostanze. Tra le
quali vederti in questo stato. Patetico, Lupin, patetico. Allora, la
risposta?
“
Severus, la risposta è no! Guardami!
Non posso stare a Hogwarts con il rischio di aggredire qualcuno!
“
Perché, durante i tuoi anni
scolastici che cosa hai fatto? Eri
lì…
potevano morire degli innocenti, per quanto i tuoi amichetti si possano
definire innocenti… È la stessa
cosa…” un rumore dietro ad un cespuglio.
“
Sectusempra!” esclama lui. Un cervo
cade a terra, perdendo molto sangue.
“ SEI
PAZZO?
“ Che
c’è? Una preda in meno da
cacciare, no?” risponde con lo scopo di ferirmi.
“ Se
ci fosse stata una persona lì dietro…
“ Ho
sentito il rumore degli zoccoli
esattamente sedici secondi fa, Lupin. Ad ogni modo, tranquillo,
comunicherò al
Preside la tua risposta. Dio, Lupin, davvero, quasi non ti riconosco
conciato
così…
“ Lo
sai benissimo che nella mia
condizione…
“
Chissà perché ma quando stavi con i
tuoi em… amici… non eri così
lunatico” si ferma assaporando il momento. “
Lunatico… strano come i termini possano assumere significati
diversi, eh,
Lupin? Oh, guarda, parli del diavolo…” ha detto
bene. Diavolo. La Luna.
Splendeva nel cielo con tutta la forza di cui era capace. Mi piego su
me
stesso.
“
Sev… erus…” mormoro tra i denti.
“ Oh,
rilassati Lupin… buon
divertimento…” e si Smaterializza.
La
trasformazione è sempre dolorosa. Ma
stavolta lo è di più. Tutte le mie membra sono
contratte e strette dal dolore.
Buio. L’aria è tiepida, lo sento. Corro veloce
lungo il bosco. Nessun rumore.
Poi, improvvisamente, una musica. Riesco a distinguere solo alcune
voci. Forse
un ragazzo. No, c’è anche una ragazza. Mi
accovaccio per terra, strusciando
sopra il suolo. Sento il profumo della loro pelle, del loro sangue. Mi
alzo
sulle zampe posteriori. Riesco a vedere i loro volti. Ma non so
definirli con
chiarezza. Sento un urlo. E poi un altro ancora. Ringhio. È
troppo tardi per fermarmi.
Cammino verso di loro. Sento una strana sensazione sulla pelle. Fuoco.
Ululo
verso la Luna. Anche quella sera era crescente. La musica continua. E
continua.
E io mi avvento su di loro. E li sbrano. Sento le loro membra crollare
sotto i
miei morsi. Corro nel bosco. Corro sempre più veloce. Il
tempo passa
velocemente. E, come se mi risvegliassi da un brutto sogno, ritorno a
essere un
umano. Io, Remus Lupin. Sento ancora quella musica, in lontananza. Mi
ricordo
di aver sbranato delle persone. Ma forse sono ancora vive. Ferite, ma
vive.
Corro attraverso il bosco, ancora una volta. Stavolta ci metto di
più, i miei
arti umani non sono veloci come quelli del lupo. Arrivo nella radura.
Una
tenda. Una tenda fatta a pezzi. I ragazzi non ci sono più.
Ma quella musica… la
musica c’è ancora.
““
Dancing in the moonlight
Everybody’s
feeling warm and
bright
It’s
such a fine a natural side
Everybody’s
dancing in the
moonlight!”