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Autore: Lilith of The Thirsty    29/04/2011    2 recensioni
Duecento anni sono passati da quando l'ultimo re dei vampiri ha perso la propria figlia e il suo trono è stato usurpato da altri esseri subdoli e golosi di potere... Due fratelli hanno deciso di rivoltarsi contro il tiranno che opprime la loro popolazione andando a risvegliare l'unica creatura degna di governare... E' la più potente e temuta fra tutti ma nessuno sa dove si trovi e risvegliandola dal suo sonno i due fratelli non sanno che anche i licantropi ritorneranno a incombere sul loro regno...
"Chiamatela è sì risveglierà,
urlate e lei vi sentirà...
Si alzerà ricoperta di fiori d'arancio danzando con la Morte
portando nuovi incubi e passioni...
Questa è la punizione per coloro che risveglieranno la Regina..."
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Dannazione, la mia felpa preferita!” sbottò irato Jack mentre osservava lo strappo vicino alla pancia.
Aveva schivato per poco una pallottola d’argento benedetta, la cosa lo irritava molto perché bastava un colpo per rimanerci secco e lui aveva sempre avuto i riflessi pronti.
Damian era preoccupato, avevano evitato circa una quindicina di trappole ma la galleria non sembrava finire e come se non bastasse, l’alba era vicina e i loro riflessi cominciavano ad indebolirsi.
“Così non va, dobbiamo aumentare il ritmo o non ce la faremo…”
“Certo fratellino, vai avanti prima tu e fatti piantare una pallottola in quella testa così forse inizierai a capire quanto sia difficile questa missione, quando il tuo mitico QI sarà ridotto in poltiglia!!!”
“Jack, non è il momento di scherzare o arrabbiarsi! Qui c’è in gioco il futuro della nostra gente e anche il nostro!”
“Soprattutto il nostro direi!”
Avanzarono ancora circospetti, la serie di trabocchetti che avevano superato aveva stremato il loro fisico possente e non era una cosa da poco. Era stato tutto calcolato nella maniera più perfetta e micidiale, anche se erano creature immortali tremavano di fronte a delle semplici frecce o a delle pallottole d’argento.
Per di più se questo percorso era stato progettato da una mente folle di un essere della loro specie avevano poche speranza di uscire illesi.
“Non toccare i muri!” urlò Damian a Jack. Le pareti trasudavano acqua benedetta, il vapore nauseabondo di quel liquido penetrava nei petti inerti dei due immortali e bruciava i tessuti morti al loro interno.
Dovevano camminare piano per non cadere ma non potevano neanche esporsi troppo a quei vapori altrimenti le conseguenze non sarebbero state delle più piacevoli.
I due fratelli bloccarono il respiro ma i pori della pelle assorbivano comunque quel gas velenoso, non c’era verso di bloccare la fuoriuscita di acqua dalle pareti ma fortunatamente le sorpassarono indenni.
“Questo non era poi così difficile!” disse contento Jack prima di accasciarsi al suolo.
Damian gli fu subito accanto, gli occhi neri di suo fratello si erano spenti e i polmoni ricercavano aria che non serviva. I vapori avevano avuto la meglio su Jack che si contorceva  mentre dall’interno del suo corpo saliva una puzza di carne bruciata che intanfava il passaggio segreto.
Il vampiro dai capelli argentei si sentiva debole ma non poteva lasciare il suo unico compagno in quello stato e impiegò il suo potere per togliere il fumo benedetto dalle cellule morte del fisico del vampiro.
Jack tossì sangue ma, alla fine, il suo corpo forte resistette e si liberò del gas tossico; Damian era visibilmente sollevato mentre si prostrava al suolo per lo sforzo e aspettava che suo fratello si rialzasse. Fissò a lungo la sagoma del suo compagno distesa di fronte a lui, non voleva più proseguire se quello era il prezzo da pagare per trovare la Regina.
Era pur sempre un essere immortale ma i suoi sentimenti non erano estinti, se avesse perso suo fratello non sarebbe riuscito a sopravvivere da solo. Era sempre Jack che con la sua carica vitale lo portava fuori dal suo isolamento e gli faceva scoprire le cose nuove del loro mondo che ormai non gli interessavano più.
Era per lui che aveva affrontato tutto questo, non voleva che continuasse a vivere in un regno putrefatto e guasto; come fratello maggiore voleva regalargli serenità e nuova “vita”. Jack si alzò a fatica mentre faceva schioccare le ossa e stendeva i muscoli irrigiditi dal fumo, la guarigione accelerata delle cellule aveva fatto il suo dovere.
Entrambi si sollevarono esausti e malconci ma pronti a continuare la missione per liberale il popolo e loro stessi dalla sofferenza.
Camminarono reggendosi alle pareti scivolose del passaggio quando, all’improvviso, una porta d’acciaio lucente brillò davanti a loro; era imponente e alta almeno tre metri. Al centro risaltava lo stemma del castello: le tre rose avvolte da un rivolo di sangue.
I due fratelli erano increduli avevano raggiunto la meta, ci erano riusciti e adesso stavano per risvegliare dal sonno durato duecento anni la Regina. 
   
 
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