Palpitazioni
Ludovico era certo di possedere un difetto tipicamente
femminile:era sempre in ritardo.
Come quella mattina.
Aveva un'importante colloquio di lavoro e stava
correndo a perdifiato per riuscire a prendere il treno.
Era certo che l'abito scuro ed elegante che indossava
si sarebbe sgualcito.
"Sempre meglio che fare
tardi"pensò,continuando a correre.
Quando arrivò in stazione Ludo,come lo chiavano i suoi
amici,si accorse che c'era una fila interminabile di persone che aspettava di
fare il biglietto e lui non aveva tempo.
Una veloce occhiata al tabellone che riportava gli
arrivi e le partenze gli confermò il suo estremo ritardo.
"Cazzo",imprecò mentalmente.
Non ci pensò due volte. Doveva salire su quel
treno, altrimenti sarebbe arrivato troppo tardi a quel colloquio troppo
importante per potervi rinunciare.
Corse ancora per raggiungere i binari e salì in
treno,senza biglietto e sperando che proprio quel giorno,proprio nel suo treno,
in quell'orario,in quel tragitto, non salisse il controllore.
"Altrimenti pagherò la
multa"pensò."Sempre meglio che perdere l'appuntamento".
Si inserì in uno dei vagoni e riuscì a trovare posto
di fronte ad una giovane ragazza che stava leggendo un libro e ascoltando della
musica. O almeno era quello che Ludo credeva, dal momento che sulle orecchie
della ragazza erano appoggiate due graziose cuffiette color rosa.
-Posso?-chiese il ragazzo con cortesia,indicando il
posto libero di fronte a lei. La ragazza alzò lo sguardo, gli sorrise e si
tolse una cuffietta da un orecchio.
-Come scusa?-gli chiese.
-Volevo sapere se questo posto è libero e se posso
sedermi?-ripeté Ludo,articolando con più precisione la sua richiesta.
-Certo,certo-asserì la ragazza, accompagnando la
risposta con due o tre,ripetuti e veloci, cenni di capo.
Ludo la ringraziò e si sedette.
Finalmente si rilassò. Dopo pochi secondi partì il
treno,in perfetto orario,e Ludo si tranquillizzò ancora di più.
Pochi istanti dopo, però,dietro di lui,sentì una voce
chiedere il biglietto ai passeggeri.
-Merda- imprecò,iniziando ad agitarsi sul sedile.
Non poteva andargli bene,proprio no. Il suo amico
Marco,per tutti gli anni degli studi all'università,anni in cui entrambi
avevano fatto i pendolari tra casa e la sede delle lezioni,non si era mai fatto
un abbonamento del treno,mai aveva acquistato un biglietto e mai era stato
beccato dal controllore.
Lui,che era sempre stato attento,ligio e
rispettoso dei regolamenti,aveva sgarrato un'unica volta,ossia quel giorno, e
stava per essere beccato.
-Sei senza biglietto?-gli chiese la ragazza di fronte
a lui,che si era sporta per potergli bisbigliare la domanda.
Ludo annuì.
-Non ti preoccupare ,ci penso io-disse la
ragazza,facendogli l'occhiolino.-Quando ti chiede il biglietto,fai finta di
cercarlo. Poi lascia fare a me-concluse.
Ludo si sentì tranquillizzato all'istante. In realtà
non c'era un vero motivo valido che giustificasse l'assoluta e improvvisa
fiducia che riponeva in quella ragazza sconosciuta che gli sedeva di fronte.
Si fidava di lei e basta. A pelle. A istinto.
Il controllore arrivò ai loro posti.
-Biglietti prego?-disse l'uomo corpulento vestito con
una divisa blu. Non guardava in faccia Ludo,guardava in giro con aria
distratta. L'unico segnale che indicava che stava aspettando qualcosa dal
giovane, era la mano rivolta con il palmo verso l'alto e protesa verso di lui.
-Lo cerco un attimo. Dovrebbe essere qui-borbottò il
ragazzo iniziando a cercarlo prima nella tasca dei pantaloni,poi all'interno
della valigetta che aveva con sé.
-Non ho tempo da perdere. Ce l'ha o no?-chiese ancora
il controllore.
Ludo guardò con la coda dell'occhio la ragazza che gli
sedeva di fronte e che aveva promesso di aiutarlo.
-E' questo. Ti è caduto prima- disse la ragazza
sorridendogli e porgendo il biglietto direttamente al controllore.
Quest'ultimo lo esaminò attentamente.-E'
timbrato-disse strofinando ripetutamente i polpastrelli sul cartoncino.-Ma non
c'è impressa nessuna data e neppure l'orario-osservò,rivolgendosi a Ludo.
-Tipico- continuò la ragazza.-I responsabili della
stazione non si preoccupano se c'è oppure no l'inchiostro sui dispositivi che
timbrano e poi sono i pendolari a pagarne le conseguenze. Ma sono stufa marcia
di questa storia. E' già la seconda volta che prendo la multa a causa della
vostra negligenza-continuò,indicando con disprezzo l'omone che le stava di
fronte.
-Ma questa volta basta. Un bella denuncia
all'associazione dei consumatori non ve la toglie nessuno-concluse, incrociando
le braccia al petto e guardando di sbieco il controllore.
Quest'ultimo sospirò.-L'hai davvero timbrato
oggi?-chiese,rivolto a Ludo.
-Sì,certo-si affrettò a dire quest'ultimo.
-Mi fido-disse l'omone afferrando una penna e
aggiungendo a mano la data e l'orario.
-E lei signorina,ha il biglietto?-le chiese.
-Ho di meglio. Per ovviare ad ogni problema mi sono
fatta l'abbonamento-replicò la ragazza,porgendoglielo.
Il controllore lo esaminò e poi glielo restituì
soddisfatto, prima di proseguire.
Ludovico aspettò che si allontanasse prima di parlare.
-Grazie- disse Ludo alla ragazza.-Grazie davvero-.
La ragazza sollevò le spalle e gli fece di nuovo
l'occhiolino.
-Ho visto fare la stessa cosa pochi giorni fa da un
ragazzo. I controllori sanno cha la manutenzione nelle stazioni è carente, e
spesso chiudono un occhio. Allo stesso tempo ci sono molti ragazzi che
approfittano di questa situazione, riutilizzando più volte lo stesso biglietto,
sul quale non è comparsa nessuna data-gli spiegò.
-Comunque sia,grazie. Avrei dovuto pagare la
multa,altrimenti-.
La ragazza continuò a sorridergli. Aveva un sorriso
dolce,genuino.
Era bella. Aveva due grandi occhi marroni,caldi e
penetranti e i capelli quasi dello stesso colore,solo un po' più chiari che le
arrivavano alle spalle.
-Io sono Ludovico - si presentò il ragazzo,allungando
la mano verso di lei.
-E io sono Annalisa,ma tutti mi chiamano Nali- gli rispose lei,sorridendogli.- Ludovico,nome
particolare-osservò ancora la ragazza,con piglio curioso.
-E' il nome di mio nonno-le spiegò il
ragazzo.-Comunque puoi chiamarmi Ludo,tutti mi chiamano così-le spiegò.
-Ludo...-sospirò la ragazza.-E dimmi dove vai così
elegante? Non credo all'università-gli chiese.
-No,l'ho finita da un po'. Ho un colloquio di lavoro-.
-Capisco. E scommetto che non hai comprato il
biglietto perché eri in ritardo-provò ad indovinare Annalisa.
-Esatto. E' proprio per quello- disse Ludo,contento di
poter conversare con una ragazza tanto carina e simpatica.
Ludovico diede un'occhiata al di fuori del finestrino.
Se i riferimenti paesaggistici non lo traevano in inganno,la prossima sarebbe
stata la sua fermata.
-Alla prossima scendo- la informò il ragazzo.-Vorrei
offrirti un caffè o qualcos'altro,per ringraziarti,ma purtroppo sono di corsa.
Se mi lasci il tuo numero di telefono,magari ti chiamo-le disse,cercando di
rubarle un appuntamento,con la scusa del ringraziamento.
-Mmm..meglio di
no. Di solito non do il mio numero agli sconosciuti. Se il destino vorrà ci
rincontreremo-disse Nali. E lo seguì per scendere
alla sua stessa fermata.
Ludo si riscosse dall'incontro avvenuto in treno e si
focalizzò sul suo obiettivo:il suo appuntamento di lavoro e l'importanza
assoluta di non arrivare in ritardo.
Camminava con un andatura sostenuta, per essere certo
di arrivare in tempo.
Sapeva bene dov'era il luogo dell'incontro e il giorno
prima aveva controllato la via su Google Maps per
esserne ancora più sicuro.
Arrivò al grande grattacielo,con dieci minuti di
anticipo.
"Bene",pensò. Ce l'aveva fatta.
Entrò e si avvicinò al bancone della receptionist.
-Salve,ho un appuntamento con l'architetto Bramante.
Mi sa dire a che piano è il suo ufficio?-chiese,con gentilezza e sorridendo
alla signorina che le stava di fronte.
-E' all'ultimo piano. Le conviene prendere
l'ascensore. Non si può sbagliare. E' l'unico ufficio su quel piano-gli spiegò.
Ludovico ringraziò e si diresse verso l'ascensore.
C'era circa una decina di persone che stava aspettando il suo arrivo e
tra queste si stupì di ritrovare Annalisa.
Si mise accanto a lei.
-Credo che il destino abbia deciso che devo avere il
tuo numero-le disse Ludo.
Annalisa alzò lo sguardo verso di lui e sorrise.
Non gli rispose,perché in quell'istante le porte
dell'ascensore si aprirono ed entrarono,assieme alle altre persone.
Annalisa si sistemò vicino alla parete. Il sorriso era
scomparso dal suo volto e sembrava pallida.
-Stai male?-le chiese subito Ludo,rendendosi conto che
c'era qualcosa in lei che non andava.
Nali scosse la
testa.-Tranquillo,ora passa. Diciamo che ho un po' di problemi con gli
ascensori-gli spiegò.
-Fobia?-si informò Ludo.
-Soffro di attacchi di panico causati da claustrofobia,sì.
E l'ascensore non è uno dei luoghi migliori per me. Ma, a volte, come in questo
caso,sono costretta a prenderlo dal momento che gli ultimi cinque piani non
sono raggiungibili mediante le scale,fatta eccezione per quelle anti
incendio-gli spiegò la ragazza che respirò a fondo e sembrò sollevata quando
l'ascensore si fermò per far scendere un po' di persone che affollavano quel
luogo,troppo piccolo per lei.
-Però puoi aiutarmi-gli disse.-Per ricambiare il
favore che ti ho fatto poco prima- continuò.-In treno-precisò.
-Certo,qualsiasi cosa-la rassicurò Ludo,chinandosi
verso di lei.
-Parlami. Raccontami qualcosa che mi distragga-lo
pregò.
L'agitazione di Nali
aumentava man mano che l'ascensore saliva.
-Mmm...vediamo-.
Ludo era in difficoltà,non sapeva cosa dire.
Sembrava una richiesta semplice ma non lo era.
-Gioco a hockey sul ghiaccio. E' uno sport poco
praticato in Italia, ma molto appassionante. E' stato mio padre a portarmi alla
prima lezione all'età di cinque anni-.
Ludo si fermò a pensare.
-E sono allergico alla cioccolata,parecchio allergico.
Mi riempio di puntini rossi che mi fanno un prurito spaventoso. E porto il
quarantacinque di scarpe-.
Ludo improvvisava,dicendole qualsiasi cosa gli venisse
in mente.
La guardò, per avere un cenno, o qualsiasi altra cosa,
che gli facesse sapere se stava andando bene o no.
Nali
annuì.-Continua-gli disse,mentre l'ascensore continuava a fermarsi per lasciare
scendere persone,che non si curavano per niente di quello che stava avvenendo
tra loro due.
-Ho una sorella,di nome Ada,nome di mia nonna. E come
animale domestico un piccolo topolino,di nome Mignolo. E' un lemming a dire la
verità-continuò a raccontare Ludo,mentre Nali
diventava sempre più pallida e respirava a fatica.
Ludo alzò lo sguardo e si accorse che erano rimasti
solo loro due.
-A che piano devi andare?-le chiese, con dolcezza.
-Non lo so-disse la ragazza.-Respirò a fondo.-Uno
degli ultimi- gli disse, in preda all'agitazione.
-Ma ti capita sempre così?-si informò Ludo.
-N...o...o...o- balbettò Nali.-
Dipende dai giorni-gli spiegò.
Ludo la prese per mano.-Non ti preoccupare,ormai ci
siamo-le disse,preoccupato per lei.
Ma ad un tratto la luce si spense e l'ascensore si
bloccò.
-Oh,merda-imprecò lui. Non era più preoccupato per il
suo colloquio,ma per la ragazza che era con lui, e che sarebbe collassata da un
momento all'altro.
-Che succede?-strillò Annalisa aggrappandosi in modo
spasmodico alla mano di Ludo.
Respirava con fatica. Ansimava.
-Non lo so-ammise il ragazzo.
Un istante dopo,una luce blu,la luce di emergenza,
illuminò quel luogo chiuso.
-Si è bloccato?-chiese Nali,con
un filo di voce.
Ludo annui.-Sì,credo. Però non ti preoccupare. Siediti
per terra-disse,aiutandola a scivolare lungo la parete dell'ascensore fino ad
arrivare a toccare il fondo.-Tieni la testa tra le gambe e respira con calma-le
disse, improvvisando, mentre lui cercava di pensare a cosa fare.
Provò a ripremere i bottoni
sul pannello per verificare se l'ascensore riuscisse a ripartire ma non
accade niente. Quindi premette il pulsante riservato alle emergenze.
Non sapeva in quanto tempo i vigili del fuoco,o gli
addetti a riparazioni di ascensori guasti,sarebbero arrivati, quindi pensò che
forse sarebbe stato meglio chiamare qualcuno con il cellulare,ma si accorse che
non c'era campo.
"Maledizione"imprecò di nuovo. L'unica via
d'uscita sembrava essere l'attesa.
Diede un'occhiata ad Annalisa seduta per terra e che
respirava nel modo in cui le aveva detto di fare.
Si inginocchiò vicino a lei.-Nali-la
chiamò dolcemente.
La ragazza alzò lo sguardo rigato di lacrime verso di
lui.
Ludo si sentiva impotente,non sapeva come fare per
aiutarla.
-Credo dovremmo aspettare l'arrivo di qualcuno-le
spiegò.-Dimmi Nali cosa posso fare per
aiutarti?Cosa?-le chiese, quasi in preda al panico quanto lei.
-Come...- iniziò a dire la ragazza a singhiozzi e
faticando a respirare.-...prima- continuò.
-Parlami- concluse infine la ragazza.
Ludo annuì.
Si sedette vicino a lei e le prese di nuovo la mano.
-Mi piace molto ascoltare musica-iniziò a
raccontarle.-Di tutti i tipi,non ho delle preferenze marcate. E quando ero
adolescente ho fondato un gruppo che faceva cover dei Green Day.
Ci facevamo chiamare con il loro nome tradotto in italiano:Il giorno verde. Non
sapevamo suonare,era chiaro, ma ci siamo divertiti un sacco-le dissi.
- Anch'io-iniziò a dire Nali,un
po' meno affannosamente di prima.- Anch'io ho un topolino-gli disse,
riferendosi a quello che le aveva detto poco prima Ludo.
-E come si chiama?-le chiese lui.
-Ne...ro...ne...-le disse con fatica lei.
-Mi piacerebbe vederlo. Me lo immagino grosso e nero-
ribatté lui.
Nali alzò il
pollice per fargli sapere che aveva azzeccato la descrizione.
-C'è qualcos'altro che posso fare per te Nali?-le chiese ancora Ludo,notando che aveva smesso di
piangere ma che il suo respiro continuava ad essere affannato.
-Strin...ger...mi...-disse lei.-Prova a...-.Un altro respiro
profondo per trovare la forza di concludere la frase.-Abbrac...ciarmi- riuscì a finire lei.
Ludo annuì. La alzò e la fece sedere fra le sue gambe.
Poi la abbracciò,cingendole i fianchi con le braccia e appoggiando il mento
sulla sua spalla.
-Non ti lascio,sai. Sono qui con te. Respira con
calma. Respira con me-le disse Ludo.
Si accorse che aveva il cuore che batteva a mille e
che era completamente sudata.
-Ascolta il mio cuore-le sussurrò Ludo
all'orecchio.-Segui lui. Batte con calma, concentrati sul mio battito-.
Nali annui.
-Inspira- continuò a dirle Ludo,tenendola stretta
contro di sé.
-E espira-le disse.
-Ancora. Inspira- e inspirò assieme a lei.-E espira-.
Continuò finché non sentì il cuore di Nali diminuire il suo ritmo e il respiro farsi più
regolare.
-Brava Nali,così. Così va
bene-le disse accarezzandole i capelli e spostandoglieli dalla fronte imperlata
di sudore.
-Credo che tu ti sia guadagnato il mio numero di
cellulare-disse Nali,questa volta tutto d'un fiato.
-Dici?-ribatté lui.
-Nessuno ha mai fatto tanto per me. Men che meno uno sconosciuto-continuò lei.
-Non hai valutato il fatto che noi due siamo
sconosciuti baciati dal destino. E' stato lui ad organizzare il nostro
incontro-le disse Ludo.
-Certo che questo destino ha una delle agenzie di
incontri più funzionanti del mondo-scherzò la ragazza.
Ludo era contento di sentirla ridere e sciolse
l'abbraccio,non perché volesse allontanarsi da lei, ma perché credeva di darle
fastidio e sapeva che non era più necessario,per la sua salute,abbracciarla.
-No- si oppose la ragazza,riprendendo le sue braccia e
riavvolgendole attorno a sé. -Rimani- gli disse.-Se ti va-precisò lei,colpita
dallo stesso dubbio di lui.
Ludo la strinse.-Mi va-disse e sentì la ragazza
sciogliersi e abbandonarsi su di lui.
Ludovico fece lo stesso e continuò a stringerla con un
braccio e ad accarezzarle i capelli con l'altra mano.
-Quando verranno a liberarci?-gli chiese.
-Non ne ho idea. E' la prima volta che rimango chiuso
in ascensore. Non so dirti quali siano i tempi tecnici-le rispose lui.
Nali gli diede
una leggera pacchetta sulla gamba.-Sono contenta di essere con te, Ludo- gli
disse.
- Anch'io sono contento di essere con te, Nali- le disse lui.
-Pensa,siamo stati molto fortunati. A quest'ora
avresti potuto essere in compagnia di qualche signore di mezza età, che magari
avrebbe allungato più del dovuto le mani per aiutarti-scherzò il ragazzo.
Nali rise.-Per
fortuna che c'era un giovane bello e prestante come te. Credo che sarei morta
soffocata, piuttosto che farmi toccare da qualcuno che non mi piacesse-
continuò a scherzare la ragazza.
Ludo rimase in silenzio un attimo e calibrò le parole
che aveva appena sentito.
-Quindi ti piaccio?-le chiese lui.
Nali
ridacchiò.-Per cosa credi che ti abbia aiutato in treno?-chiese lei.
-Sì,però quando ti ho chiesto il numero non me l'hai
dato-ribatté lui.
La risata furba della ragazza risuonò nell'ascensore.
-E ti sbagli. Il mio numero ce l'hai. L'ho scritto nel
retro del biglietto del treno-gli confessò.
Ludo la guardò stranito,senza allentare la presa su di
lei.
Allungò una mano sulla tasca dei pantaloni e ne
estrasse il biglietto.
C'era davvero il nome della ragazza e il numero di
cellulare scritti in stampatello sul retro del biglietto.
-Ma...non ti ho vista scriverlo?-obiettò Ludo
esterrefatto,continuando a rigirare il biglietto tra le mani.
-Eri troppo impegnato a guardare dietro di te per
vedere se il controllore arrivava o meno. Avevo capito subito che eri senza
biglietto e l'ho scritto poco dopo la tua salita in treno-gli spiegò la
ragazza,soddisfatta di sé.
-Diabolica -bisbigliò Ludo.
-D'accordo che il destino è il più bravo organizzatore
di incontri del mondo,ma bisogna pur aiutarlo in qualche modo,giusto?-replicò
ancora la ragazza, guardandolo con occhi luccicanti.
-Giusto- bisbigliò Ludo,immergendosi nei suoi occhi e
accarezzandole con dolcezza il viso.
-E se ti baciassi?-le chiese all'improvviso
lui,desideroso di farlo,avvicinandosi,oltre la soglia minima di sicurezza,alla
sua bocca.
-Credo che mi ricominceranno le palpitazioni e
comincerò a respirare a fatica e questa volta il tuo abbracciò peggiorerà la
situazione invece di migliorarla-gli rispose lei.
Ludovico le sorrise.-E io non potrò aiutarti questa
volta,perché la mia condizione sarà sicuramente peggiore della tua- le rispose
a sua volta lui,poco prima di appoggiare le labbra su quelle della ragazza.
No,di certo Ludovico non avrebbe pensato che la
giornata prendesse quella piega particolare.
Di certo non avrebbe pensato che la cosa più
importante,quel giorno,sarebbe stato aiutare quella ragazza prima a ritrovare
il respiro,poi a perderlo di nuovo a causa sua.
Sicuramente Ludovico non si sarebbe immaginato un
bacio così dolce,scambiato con una ragazza incontrata prima in treno e poi in
ascensore.
E ovviamente non si sarebbe mai aspettato che
stringere a sé quella ragazza in difficoltà, gli avrebbe provocato l'emozione
più grande della sua vita.
-Ludo- gli sussurrò Nali,staccando
le labbra da lui.
-Non voglio smettere,continua a baciarmi-la pregò.
Nali
ridacchiò.-Ci sono venuti a recuperare e ci stanno guardando tutti-.
Quando Ludo riaprì gli occhi capì che i tecnici
aprivano gli ascensore nei momenti meno opportuni.
Ludo,imbarazzato,aiutò Nali
a risollevarsi,cosa che fece lui stesso,e senza staccare la mano da quella di
lei,uscì dall'ascensore.
-Grazie- mormorò Nali,rivolgendosi
ai tecnici.
-State bene?-chiese uno di loro.
Nali annuì,ma
Ludo la fermò.-Sicura?Non vuoi andare in ospedale?Sei stata parecchio male
prima?-.
Ma prima di avere una risposta da lei,Nali si staccò da lui e corse tra le braccia di un
uomo,appena arrivato.
Questa volta fu il respiro di Ludovico a bloccarsi.
Continuava ad osservare la scena senza riuscire né ad andarsene né ad
avvicinarsi.
L'unica cosa che riusciva a pensare era che tutto
quello che era successo tra loro,forse,era rimasto chiuso in quell'ascensore.
Dopotutto,cosa ne sapeva di lei?Magari aveva un ragazzo,magari aveva un
figlio,forse era sposata...
Ludovico,affranto e con il capo chino, si voltò per
andarsene.
-Ludo?!-lo chiamò Nali.
Il ragazzo si immobilizzò e quando sentì la mano della
ragazza intrecciarsi di nuovo alla sua si voltò.
-Ludovico -disse,
chiamandolo con il suo nome per intero.-Questo è mio padre,Livio Bramante-.
Il ragazzo allungò la mano per stringere quella del
signore che aveva di fronte.
Livio Bramante...Ludo non poteva crederci. Quella era
una coincidenza bella e buona.
Il padre di Annalisa era lo stesso Bramante con cui
lui aveva un appuntamento quella mattina?
Il signore di fronte a lui ebbe la stessa intuizione.-Ludovico Nardi?-chiese.
Ludo annuì.-Avevamo un appuntamento io e lei
stamattina,giusto?Lei è l'architetto che ambiva al posto di mio
collaboratore?-.
-Pare di sì -rispose il ragazzo,dando un'occhiata ad
Annalisa che sembrava confusa.
-Mia figlia mi ha detto che se non fosse stato per il
suo aiuto sarebbe morta di panico dentro quell'ascensore-gli disse il signor
Livio.
-Sua figlia ha un po' esagerato. Ho solo cercato di
mantenerla calma- ribatté Ludo,cercando di smorzare i toni entusiastici che
aveva usato Nali per raccontare al padre di lui.
-Aspettate qui. Prendo le mie cose e andiamo a pranzo
tutti e tre per parlare di quel posto di lavoro-disse ancora il signor
Bramante,lasciando di nuovo Nali e Ludo soli,assieme.
-Potevi dirmi che era con mio padre che avevi
l'appuntamento stamattina-gli disse Nali,sorridendogli.
-Come potevo saperlo?-ribatté lui,stringendola a sé.
Nali alzò le
spalle.
-Ma se una di queste sere ti rinchiudo in camera mia,
e non ti faccio più uscire fino al mattino dopo,credi che starai male?-le
chiese Ludo,prima di appoggiare di nuovo le labbra su di lei.
-Prova-gli rispose laconica lei.
Quello che era certo era che Ludo le avrebbe tolto il
fiato e le avrebbe fatto venire le palpitazioni anche se fossero stati in un
campo aperto.