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Autore: Katniss85    29/04/2011    4 recensioni
-Sei senza biglietto?-gli chiese la ragazza di fronte a lui,che si era sporta per potergli bisbigliare la domanda.
Ludo annuì.
-Non ti preoccupare ,ci penso io-disse la ragazza,facendogli l'occhiolino.-Quando ti chiede il biglietto,fai finta di cercarlo. Poi lascia fare a me-concluse.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Palpitazioni

Ludovico era certo di possedere un difetto tipicamente femminile:era sempre in ritardo.

Come quella mattina.

Aveva un'importante colloquio di lavoro e stava correndo a perdifiato per riuscire a prendere il treno.

Era certo che l'abito scuro ed elegante che indossava si sarebbe sgualcito.

"Sempre meglio che fare tardi"pensò,continuando a correre.

Quando arrivò in stazione Ludo,come lo chiavano i suoi amici,si accorse che c'era una fila interminabile di persone che aspettava di fare il biglietto e lui non aveva tempo.

Una veloce occhiata al tabellone che riportava gli arrivi e le partenze gli confermò il suo estremo ritardo.

"Cazzo",imprecò mentalmente.

 Non ci pensò due volte. Doveva salire su quel treno, altrimenti sarebbe arrivato troppo tardi a quel colloquio troppo importante per potervi rinunciare.

Corse ancora per raggiungere i binari e salì in treno,senza biglietto e sperando che proprio quel giorno,proprio nel suo treno, in quell'orario,in quel tragitto, non salisse il controllore.

"Altrimenti pagherò la multa"pensò."Sempre meglio che perdere l'appuntamento".

Si inserì in uno dei vagoni e riuscì a trovare posto di fronte ad una giovane ragazza che stava leggendo un libro e ascoltando della musica. O almeno era quello che Ludo credeva, dal momento che sulle orecchie della ragazza erano appoggiate due graziose cuffiette color rosa.

-Posso?-chiese il ragazzo con cortesia,indicando il posto libero di fronte a lei. La ragazza alzò lo sguardo, gli sorrise e si tolse una cuffietta da un orecchio.

-Come scusa?-gli chiese.

-Volevo sapere se questo posto è libero e se posso sedermi?-ripeté Ludo,articolando con più precisione la sua richiesta.

-Certo,certo-asserì la ragazza, accompagnando la risposta con due o tre,ripetuti e veloci, cenni di capo.

Ludo la ringraziò e si sedette.

Finalmente si rilassò. Dopo pochi secondi partì il treno,in perfetto orario,e Ludo si tranquillizzò ancora di più.

Pochi istanti dopo, però,dietro di lui,sentì una voce chiedere il biglietto ai passeggeri.

-Merda- imprecò,iniziando ad agitarsi sul sedile.

Non poteva andargli bene,proprio no. Il suo amico Marco,per tutti gli anni degli studi all'università,anni in cui entrambi avevano fatto i pendolari tra casa e la sede delle lezioni,non si era mai fatto un abbonamento del treno,mai aveva acquistato un biglietto e mai era stato beccato dal controllore.

Lui,che era sempre stato attento,ligio e  rispettoso dei regolamenti,aveva sgarrato un'unica volta,ossia quel giorno, e stava per essere beccato.

-Sei senza biglietto?-gli chiese la ragazza di fronte a lui,che si era sporta per potergli bisbigliare la domanda.

Ludo annuì.

-Non ti preoccupare ,ci penso io-disse la ragazza,facendogli l'occhiolino.-Quando ti chiede il biglietto,fai finta di cercarlo. Poi lascia fare a me-concluse.

Ludo si sentì tranquillizzato all'istante. In realtà non c'era un vero motivo valido che giustificasse l'assoluta e improvvisa fiducia che riponeva in quella ragazza sconosciuta che gli sedeva di fronte.

Si fidava di lei e basta. A pelle. A istinto.

Il controllore arrivò ai loro posti.

-Biglietti prego?-disse l'uomo corpulento vestito con una divisa blu. Non guardava in faccia Ludo,guardava in giro con aria distratta. L'unico segnale che indicava che stava aspettando qualcosa dal giovane, era la mano rivolta con il palmo verso l'alto e protesa verso di lui.

-Lo cerco un attimo. Dovrebbe essere qui-borbottò il ragazzo iniziando a cercarlo prima nella tasca dei pantaloni,poi all'interno della valigetta che aveva con sé.

-Non ho tempo da perdere. Ce l'ha o no?-chiese ancora il controllore.

Ludo guardò con la coda dell'occhio la ragazza che gli sedeva di fronte e che aveva promesso di aiutarlo.

-E' questo. Ti è caduto prima- disse la ragazza sorridendogli e porgendo il biglietto direttamente al controllore.

Quest'ultimo lo esaminò attentamente.-E' timbrato-disse strofinando ripetutamente i polpastrelli sul cartoncino.-Ma non c'è impressa nessuna data e neppure l'orario-osservò,rivolgendosi a Ludo.

-Tipico- continuò la ragazza.-I responsabili della stazione non si preoccupano se c'è oppure no l'inchiostro sui dispositivi che timbrano e poi sono i pendolari a pagarne le conseguenze. Ma sono stufa marcia di questa storia. E' già la seconda volta che prendo la multa a causa della vostra negligenza-continuò,indicando con disprezzo l'omone che le stava di fronte.

-Ma questa volta basta. Un bella denuncia all'associazione dei consumatori non ve la toglie nessuno-concluse, incrociando le braccia al petto e guardando di sbieco il controllore.

Quest'ultimo sospirò.-L'hai davvero timbrato oggi?-chiese,rivolto a Ludo.

-Sì,certo-si affrettò a dire quest'ultimo.

-Mi fido-disse l'omone afferrando una penna e aggiungendo a mano la data e l'orario.

-E lei signorina,ha il biglietto?-le chiese.

-Ho di meglio. Per ovviare ad ogni problema mi sono fatta l'abbonamento-replicò la ragazza,porgendoglielo.

Il controllore lo esaminò e poi glielo restituì soddisfatto, prima di proseguire.

Ludovico aspettò che si allontanasse prima di parlare.

-Grazie- disse Ludo alla ragazza.-Grazie davvero-.

La ragazza sollevò le spalle e gli fece di nuovo l'occhiolino.

-Ho visto fare la stessa cosa pochi giorni fa da un ragazzo. I controllori sanno cha la manutenzione nelle stazioni è carente, e spesso chiudono un occhio. Allo stesso tempo ci sono molti ragazzi che approfittano di questa situazione, riutilizzando più volte lo stesso biglietto, sul quale non è comparsa nessuna data-gli spiegò.

-Comunque sia,grazie. Avrei dovuto pagare la multa,altrimenti-.

La ragazza continuò a sorridergli. Aveva un sorriso dolce,genuino.

Era bella. Aveva due grandi occhi marroni,caldi e penetranti e i capelli quasi dello stesso colore,solo un po' più chiari che le arrivavano alle spalle.

-Io sono Ludovico - si presentò il ragazzo,allungando la mano verso di lei.

-E io sono Annalisa,ma tutti mi chiamano Nali- gli rispose lei,sorridendogli.- Ludovico,nome particolare-osservò ancora la ragazza,con piglio curioso.

-E' il nome di mio nonno-le spiegò il ragazzo.-Comunque puoi chiamarmi Ludo,tutti mi chiamano così-le spiegò.

-Ludo...-sospirò la ragazza.-E dimmi dove vai così elegante? Non credo all'università-gli chiese.

-No,l'ho finita da un po'. Ho un colloquio di lavoro-.

-Capisco. E scommetto che non hai comprato il biglietto perché eri in ritardo-provò ad indovinare Annalisa.

-Esatto. E' proprio per quello- disse Ludo,contento di poter conversare con una ragazza tanto carina e simpatica.

Ludovico diede un'occhiata al di fuori del finestrino. Se i riferimenti paesaggistici non lo traevano in inganno,la prossima sarebbe stata la sua fermata.

-Alla prossima scendo- la informò il ragazzo.-Vorrei offrirti un caffè o qualcos'altro,per ringraziarti,ma purtroppo sono di corsa. Se mi lasci il tuo numero di telefono,magari ti chiamo-le disse,cercando di rubarle un appuntamento,con la scusa del ringraziamento.

-Mmm..meglio di no. Di solito non do il mio numero agli sconosciuti. Se il destino vorrà ci rincontreremo-disse Nali. E lo seguì per scendere alla sua stessa fermata.

 

Ludo si riscosse dall'incontro avvenuto in treno e si focalizzò sul suo obiettivo:il suo appuntamento di lavoro e l'importanza assoluta di non arrivare in ritardo.

Camminava con un andatura sostenuta, per essere certo di arrivare in tempo.

Sapeva bene dov'era il luogo dell'incontro e il giorno prima aveva controllato la via su Google Maps per esserne ancora più sicuro.

Arrivò al  grande grattacielo,con dieci minuti di anticipo.

"Bene",pensò. Ce l'aveva fatta.

Entrò e si avvicinò al bancone della receptionist.

-Salve,ho un appuntamento con l'architetto Bramante. Mi sa dire a che piano è il suo ufficio?-chiese,con gentilezza e sorridendo alla signorina che le stava di fronte.

-E' all'ultimo piano. Le conviene prendere l'ascensore. Non si può sbagliare. E' l'unico ufficio su quel piano-gli spiegò.

Ludovico ringraziò e si diresse verso l'ascensore. C'era circa una decina di persone che stava aspettando il suo  arrivo e tra queste si stupì di ritrovare Annalisa.

Si mise accanto a lei.

-Credo che il destino abbia deciso che devo avere il tuo numero-le disse Ludo.

Annalisa alzò lo sguardo verso di lui e sorrise.

Non gli rispose,perché in quell'istante le porte dell'ascensore si aprirono ed entrarono,assieme alle altre persone.

Annalisa si sistemò vicino alla parete. Il sorriso era scomparso dal suo volto e sembrava pallida.

-Stai male?-le chiese subito Ludo,rendendosi conto che c'era qualcosa in lei che non andava.

Nali scosse la testa.-Tranquillo,ora passa. Diciamo che ho un po' di problemi con gli ascensori-gli spiegò.

-Fobia?-si informò Ludo.

-Soffro di attacchi di panico causati da claustrofobia,sì. E l'ascensore non è uno dei luoghi migliori per me. Ma, a volte, come in questo caso,sono costretta a prenderlo dal momento che gli ultimi cinque piani non sono raggiungibili mediante le scale,fatta eccezione per quelle anti incendio-gli spiegò la ragazza che respirò a fondo e sembrò sollevata quando l'ascensore si fermò per far scendere un po' di persone che affollavano quel luogo,troppo piccolo per lei.

-Però puoi aiutarmi-gli disse.-Per ricambiare il favore che ti ho fatto poco prima- continuò.-In treno-precisò.

-Certo,qualsiasi cosa-la rassicurò Ludo,chinandosi verso di lei.

-Parlami. Raccontami qualcosa che mi distragga-lo pregò.

L'agitazione di Nali aumentava man mano che l'ascensore saliva.

-Mmm...vediamo-. Ludo era in difficoltà,non sapeva cosa dire.

Sembrava una richiesta semplice ma non lo era.

-Gioco a hockey sul ghiaccio. E' uno sport poco praticato in Italia, ma molto appassionante. E' stato mio padre a portarmi alla prima lezione all'età di cinque anni-.

Ludo si fermò a pensare.

-E sono allergico alla cioccolata,parecchio allergico. Mi riempio di puntini rossi che mi fanno un prurito spaventoso. E porto il quarantacinque di scarpe-.

Ludo improvvisava,dicendole qualsiasi cosa gli venisse in mente.

La guardò, per avere un cenno, o qualsiasi altra cosa, che gli facesse sapere se stava andando bene o no.

Nali annuì.-Continua-gli disse,mentre l'ascensore continuava a fermarsi per lasciare scendere persone,che non si curavano per niente di quello che stava avvenendo tra loro due.

-Ho una sorella,di nome Ada,nome di mia nonna. E come animale domestico un piccolo topolino,di nome Mignolo. E' un lemming a dire la verità-continuò a raccontare Ludo,mentre Nali diventava sempre più pallida e respirava a fatica.

Ludo alzò lo sguardo e si accorse che erano rimasti solo loro due.

-A che piano devi andare?-le chiese, con dolcezza.

-Non lo so-disse la ragazza.-Respirò a fondo.-Uno degli ultimi- gli disse, in preda all'agitazione.

-Ma ti capita sempre così?-si informò Ludo.

-N...o...o...o- balbettò Nali.- Dipende dai giorni-gli spiegò.

Ludo la prese per mano.-Non ti preoccupare,ormai ci siamo-le disse,preoccupato per lei.

Ma ad un tratto la luce si spense e l'ascensore si bloccò.

-Oh,merda-imprecò lui. Non era più preoccupato per il suo colloquio,ma per la ragazza che era con lui, e che sarebbe collassata da un momento all'altro.

-Che succede?-strillò Annalisa aggrappandosi in modo spasmodico alla mano di Ludo.

Respirava con fatica. Ansimava.

-Non lo so-ammise il ragazzo.

Un istante dopo,una luce blu,la luce di emergenza, illuminò quel luogo chiuso.

-Si è bloccato?-chiese Nali,con un filo di voce.

Ludo annui.-Sì,credo. Però non ti preoccupare. Siediti per terra-disse,aiutandola a scivolare lungo la parete dell'ascensore fino ad arrivare a toccare il fondo.-Tieni la testa tra le gambe e respira con calma-le disse, improvvisando, mentre lui cercava di pensare a cosa fare.

Provò a ripremere i bottoni sul pannello per verificare se l'ascensore riuscisse a  ripartire ma non accade niente. Quindi premette il pulsante riservato alle emergenze.

Non sapeva in quanto tempo i vigili del fuoco,o gli addetti a riparazioni di ascensori guasti,sarebbero arrivati, quindi pensò che forse sarebbe stato meglio chiamare qualcuno con il cellulare,ma si accorse che non c'era campo.

"Maledizione"imprecò di nuovo. L'unica via d'uscita sembrava essere l'attesa.

Diede un'occhiata ad Annalisa seduta per terra e che respirava nel modo in cui le aveva detto di fare.

Si inginocchiò vicino a lei.-Nali-la chiamò dolcemente.

La ragazza alzò lo sguardo rigato di lacrime verso di lui.

Ludo si sentiva impotente,non sapeva come fare per aiutarla.

-Credo dovremmo aspettare l'arrivo di qualcuno-le spiegò.-Dimmi Nali cosa posso fare per aiutarti?Cosa?-le chiese, quasi in preda al panico quanto lei.

-Come...- iniziò a dire la ragazza a singhiozzi e faticando a respirare.-...prima- continuò.

-Parlami- concluse infine la ragazza.

Ludo annuì.

Si sedette vicino a lei e le prese di nuovo la mano.

-Mi piace molto ascoltare musica-iniziò a raccontarle.-Di tutti i tipi,non ho delle preferenze marcate. E quando ero adolescente ho fondato un gruppo che faceva cover dei Green Day. Ci facevamo chiamare con il loro nome tradotto in italiano:Il giorno verde. Non sapevamo suonare,era chiaro, ma ci siamo divertiti un sacco-le dissi.

- Anch'io-iniziò a dire Nali,un po' meno affannosamente di prima.- Anch'io ho un topolino-gli disse, riferendosi a quello che le aveva detto poco prima Ludo.

-E come si chiama?-le chiese lui.

-Ne...ro...ne...-le disse con fatica lei.

-Mi piacerebbe vederlo. Me lo immagino grosso e nero- ribatté lui.

Nali alzò il pollice per fargli sapere che aveva azzeccato la descrizione.

-C'è qualcos'altro che posso fare per te Nali?-le chiese ancora Ludo,notando che aveva smesso di piangere ma che il suo respiro continuava ad essere affannato.

-Strin...ger...mi...-disse lei.-Prova a...-.Un altro respiro profondo per trovare la forza di concludere la frase.-Abbrac...ciarmi- riuscì a finire lei.

Ludo annuì. La alzò e la fece sedere fra le sue gambe. Poi la abbracciò,cingendole i fianchi con le braccia e appoggiando il mento sulla sua spalla.

-Non ti lascio,sai. Sono qui con te. Respira con calma. Respira con me-le disse Ludo.

Si accorse che aveva il cuore che batteva a mille e che era completamente sudata.

-Ascolta il mio cuore-le sussurrò Ludo all'orecchio.-Segui lui. Batte con calma, concentrati sul mio battito-.

Nali annui.

-Inspira- continuò a dirle Ludo,tenendola stretta contro di sé.

-E espira-le disse.

-Ancora. Inspira- e inspirò assieme a lei.-E espira-.

Continuò finché non sentì il cuore di Nali diminuire il suo ritmo e il respiro farsi più regolare.

-Brava Nali,così. Così va bene-le disse accarezzandole i capelli e spostandoglieli dalla fronte imperlata di sudore.

-Credo che tu ti sia guadagnato il mio numero di cellulare-disse Nali,questa volta tutto d'un fiato.

-Dici?-ribatté lui.

-Nessuno ha mai fatto tanto per me. Men che meno uno sconosciuto-continuò lei.

-Non hai valutato il fatto che noi due siamo sconosciuti baciati dal destino. E' stato lui ad organizzare il nostro incontro-le disse Ludo.

-Certo che questo destino ha una delle agenzie di incontri più funzionanti del mondo-scherzò la ragazza.

Ludo era contento di sentirla ridere e sciolse l'abbraccio,non perché volesse allontanarsi da lei, ma perché credeva di darle fastidio e sapeva che non era più necessario,per la sua salute,abbracciarla.

-No- si oppose la ragazza,riprendendo le sue braccia e riavvolgendole attorno a sé. -Rimani- gli disse.-Se ti va-precisò lei,colpita dallo stesso dubbio di lui.

Ludo la strinse.-Mi va-disse e sentì la ragazza sciogliersi e abbandonarsi su di lui.

Ludovico fece lo stesso e continuò a stringerla con un braccio e ad accarezzarle i capelli con l'altra mano.

-Quando verranno a liberarci?-gli chiese.

-Non ne ho idea. E' la prima volta che rimango chiuso in ascensore. Non so dirti quali siano i tempi tecnici-le rispose lui.

Nali gli diede una leggera pacchetta sulla gamba.-Sono contenta di essere con te, Ludo- gli disse.

- Anch'io sono contento di essere con te, Nali- le disse lui.

-Pensa,siamo stati molto fortunati. A quest'ora avresti potuto essere in compagnia di qualche signore di mezza età, che magari avrebbe allungato più del dovuto le mani per aiutarti-scherzò il ragazzo.

Nali rise.-Per fortuna che c'era un giovane bello e prestante come te. Credo che sarei morta soffocata, piuttosto che farmi toccare da qualcuno che non mi piacesse- continuò a scherzare la ragazza.

Ludo rimase in silenzio un attimo e calibrò le parole che aveva appena sentito.

-Quindi ti piaccio?-le chiese lui.

Nali ridacchiò.-Per cosa credi che ti abbia aiutato in treno?-chiese lei.

-Sì,però quando ti ho chiesto il numero non me l'hai dato-ribatté lui.

La risata furba della ragazza risuonò nell'ascensore.

-E ti sbagli. Il mio numero ce l'hai. L'ho scritto nel retro del biglietto del treno-gli confessò.

Ludo la guardò stranito,senza allentare la presa su di lei.

Allungò una mano sulla tasca dei pantaloni e ne estrasse il biglietto.

C'era davvero il nome della ragazza e il numero di cellulare scritti in stampatello sul retro del biglietto.

-Ma...non ti ho vista scriverlo?-obiettò Ludo esterrefatto,continuando a rigirare il biglietto tra le mani.

-Eri troppo impegnato a guardare dietro di te per vedere se il controllore arrivava o meno. Avevo capito subito che eri senza biglietto e l'ho scritto poco dopo la tua salita in treno-gli spiegò la ragazza,soddisfatta di sé.

-Diabolica -bisbigliò Ludo.

-D'accordo che il destino è il più bravo organizzatore di incontri del mondo,ma bisogna pur aiutarlo in qualche modo,giusto?-replicò ancora la ragazza, guardandolo con occhi luccicanti.

-Giusto- bisbigliò Ludo,immergendosi nei suoi occhi e accarezzandole con dolcezza il viso.

-E se ti baciassi?-le chiese all'improvviso lui,desideroso di farlo,avvicinandosi,oltre la soglia minima di sicurezza,alla sua bocca.

-Credo che mi ricominceranno le palpitazioni e comincerò a respirare a fatica e questa volta il tuo abbracciò peggiorerà la situazione invece di migliorarla-gli rispose lei.

Ludovico le sorrise.-E io non potrò aiutarti questa volta,perché la mia condizione sarà sicuramente peggiore della tua- le rispose a sua volta lui,poco prima di appoggiare le labbra su quelle della ragazza.

No,di certo Ludovico non avrebbe pensato che la giornata prendesse quella piega particolare.

Di certo non avrebbe pensato che la cosa più importante,quel giorno,sarebbe stato aiutare quella ragazza prima a ritrovare il respiro,poi a perderlo di nuovo a causa sua.

Sicuramente Ludovico non si sarebbe immaginato un bacio così dolce,scambiato con una ragazza incontrata prima in treno e poi in ascensore.

E ovviamente non si sarebbe mai aspettato che stringere a sé quella ragazza in difficoltà, gli avrebbe provocato l'emozione più grande della sua vita.

-Ludo- gli sussurrò Nali,staccando le labbra da lui.

-Non voglio smettere,continua a baciarmi-la pregò.

Nali ridacchiò.-Ci sono venuti a recuperare e ci stanno guardando tutti-.

Quando Ludo riaprì gli occhi capì che i tecnici aprivano gli ascensore nei momenti meno opportuni.

Ludo,imbarazzato,aiutò Nali a risollevarsi,cosa che fece lui stesso,e senza staccare la mano da quella di lei,uscì dall'ascensore.

-Grazie- mormorò Nali,rivolgendosi ai tecnici.

-State bene?-chiese uno di loro.

Nali annuì,ma Ludo la fermò.-Sicura?Non vuoi andare in ospedale?Sei stata parecchio male prima?-.

Ma prima di avere una risposta da lei,Nali si staccò da lui e corse tra le braccia di un uomo,appena arrivato.

Questa volta fu il respiro di Ludovico a bloccarsi. Continuava ad osservare la scena senza riuscire né ad andarsene né ad avvicinarsi.

L'unica cosa che riusciva a pensare era che tutto quello che era successo tra loro,forse,era rimasto chiuso in quell'ascensore. Dopotutto,cosa ne sapeva di lei?Magari aveva un ragazzo,magari aveva un figlio,forse era sposata...

Ludovico,affranto e con il capo chino, si voltò per andarsene.

-Ludo?!-lo chiamò Nali.

Il ragazzo si immobilizzò e quando sentì la mano della ragazza intrecciarsi di nuovo alla sua si voltò.

-Ludovico -disse, chiamandolo con il suo nome per intero.-Questo è mio padre,Livio Bramante-.

Il ragazzo allungò la mano per stringere quella del signore che aveva di fronte.

Livio Bramante...Ludo non poteva crederci. Quella era una coincidenza bella e buona.

Il padre di Annalisa era lo stesso Bramante con cui lui aveva un appuntamento quella mattina?

Il signore di fronte a lui ebbe la stessa intuizione.-Ludovico Nardi?-chiese.

Ludo annuì.-Avevamo un appuntamento io e lei stamattina,giusto?Lei è l'architetto che ambiva al posto di mio collaboratore?-.

-Pare di sì -rispose il ragazzo,dando un'occhiata ad Annalisa che sembrava confusa.

-Mia figlia mi ha detto che se non fosse stato per il suo aiuto sarebbe morta di panico dentro quell'ascensore-gli disse il signor Livio.

-Sua figlia ha un po' esagerato. Ho solo cercato di mantenerla calma- ribatté Ludo,cercando di smorzare i toni entusiastici che aveva usato Nali per raccontare al padre di lui.

-Aspettate qui. Prendo le mie cose e andiamo a pranzo tutti e tre per parlare di quel posto di lavoro-disse ancora il signor Bramante,lasciando di nuovo Nali e Ludo soli,assieme.

-Potevi dirmi che era con mio padre che avevi l'appuntamento stamattina-gli disse Nali,sorridendogli.

-Come potevo saperlo?-ribatté lui,stringendola a sé.

Nali alzò le spalle.

-Ma se una di queste sere ti rinchiudo in camera mia, e non ti faccio più uscire fino al mattino dopo,credi che starai male?-le chiese Ludo,prima di appoggiare di nuovo le labbra su di lei.

-Prova-gli rispose laconica lei.

Quello che era certo era che Ludo le avrebbe tolto il fiato e le avrebbe fatto venire le palpitazioni anche se fossero stati in un campo aperto.

 

 

   
 
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