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Autore: Puffragola    30/04/2011    2 recensioni
Nonostante il titolo, questa storia non ha alcun contenuto piccante o vagamente sessuale. I personaggi, Naruto e Sasuke, sono due ragazzi che si incontrano, e si affezionano, facendo nascere un'amicizia piuttosto romantica tra le frasi di un libro, mentre sorseggiano caffe`.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Felice di essere addomesticato Wow, e` passato un bel po' dalla mia ultima pubblicazione. E da cio` che ho visto era proprio stato un fiasco. E` lampante il fatto che sono incapace a incapace a scrivere nonostante io sia una logorroica patentata. Voglio comunque riprovarci, postando questa one-shot in piena notte. Spero venga criticata se serve, in fondo mi fareste un favore. Ora vi lascio al mio lavoro che non ha molte pretese, se non quella di poter essere piacevole un giorno.


Felice di essere addomesticato.


Nonostante il titolo, questa storia non ha alcun contenuto piccante o vagamente sessuale. I personaggi, Naruto e Sasuke, sono due ragazzi che si incontrano, e si affezionano, facendo nascere un'amicizia piuttosto romantica tra le frasi di un libro, mentre sorseggiano caffe`.

Sasuke stava davvero iniziando a spazientirsi seduto al bancone di quel  bar. Quell’idiota di Naruto non si era ancora fatto vedere, ed era gia` in ritardo di due ore rispetto all’orario in cui erano soliti trovarsi. Non che Sasuke ci desse piu` di tanto peso a quel pelandrone, ma quel giorno aveva portato la sua copia, edizione originale in lingua madre, de“Il piccolo principe”, di cui spesso si era vantato con Naruto, e ci teneva a sbattergliela in faccia. Ma ora che era in ritardo, e l’avava fatto aspettare per cosi` tanto tempo, si sentiva una scemo completo. Ormai aveva bevuto due caffe` e riletto i passi che amava di piu` del libro per ben cinque volte. Gli conosceva gia` a memoria ma adorava  comunque rileggerli  tra le fragili pagine di quel preziosissimo libro.

"C'est le temps que tu as perdu pour ta rose qui fait ta rose si importante" era sicuramente il passo che amava ripetere di piu`. Quello di quando il piccolo principe si era incontrato per la prima volta con la volpe ed ella gli aveva spiegato cosa volesse dire la parola “addomesticato”. Quel passo era legato, inoltre,  al momento in cui aveva conosciuto Naruto, per la prima volta, in quel bar. Gli veniva da ridere al solo ripensarci.

Sasuke, a quei tempi, era solito andarvi  prima di un esame, la mattina presto, per fare colazione. Era l’unico posto in cui servivano un buon caffe`, in un ambiente confortevole e piuttosto familiare, quasi ci si trovasse a casa propria. Sasuke si sedeva sempre al bancone e, mentre la gente le passava affianco indisturbata, egli  posava le dita sul bordo del tavolo per poi iniziare a muoverle delicatamente, chiudendo gli occhi, come se si trovasse alla tastiera di un pianoforte. Frequentava il conservatorio di Padova, e per prepararsi ad un esame ripeteva mentalmente le note un’ ora prima di ciasuna prova. Le mani si muovevavo involontariamente, era un gesto naturale per il suo corpo.

Quella mattina, dopo aver ripetuto l’ultima strofa, apri` gli occhi e vise che le sue dita erano tutte sollevate dal bancone, eccetto il mignolo che stava ancora mimando un Do. Per un qualche strano motivo le venne in mante una frase di un libro che aveva letto da piccolo, ma che gli era rimasta impressa nella mente: "NON SI CONOSCONO CHE LE COSE CHE SI ADDOMESTICANO”.

Un ragazzo, di cui aveva a malapena notato la presenza,  alzo` la testa dal proprio caffe` e rivolse un sorriso a Sasuke. 

-Il piccolo principe- disse lui. 

-Cosa?- rispose l’altro confuso.

-Ho detto che quella che hai appena pronunciato e` una frase de”il piccolo principe”.- disse di nuovo lui mostrandogli un altro sorriso.

-Ah... Non me n’ero accorto. Quello e` un libro che leggevo quando ero piccolo, non credevo nemmeno di ricordarmi certe frasi-rispose sovra pensiero.

-Che fortuna averlo potuto leggere da piccolo. Deve averti senz’altro aperto la mente e trasportato in mondi fantastici con l’immaginazione.- 

-Beh... Non proprio, a quei tempi lo trovato un po’ insipido e infantile.- disse Sasuke, fissando lo sguardo in un punto imprecisato del bancone.

-Forse perche` lo avevi letto con scarso interesse, ma ti assicuro che leggerlo anche alla veneranda eta` di ventitre anni e` comunque strabiliante- e detto cio` il giovane si alzo`, pago` la sua ordinazione, e se ne ando`. Sasuke, il quale era rimasoa un po’ spaesato dalle parole impertinenti di quel ragazzo, lo segui` andare via con lo sguardo. Quando lo vide uscire dal locale dette un occhiata al posto vuoto che aveva lasciato accanto a lui, e noto`, oltre ad una tazza con un cerchio di caffe` attorno, un libretto tutto consumato che aveva come titolo proprio “Il piccolo principe”.

Sasuke guardo` il libretto per un interminabile lasso di tempo, indecioa su cosa fare. Avrebbe potuto prenderlo con se e poi ridarlo al ragazzo l’indomani mattina, se l’avesse trovato, cosi` da potergli rispondere per le rime; oppure poteva lasciarlo li` ed andarsene, in fondo lui non era tipo da dare attenzioni agli altri. Si, lui non voleva avere nulla a che fare con le altre persone, gli unici di cui si curava veramente erano solo  i suoi famigliari. Non gli importava avere contatti con il mondo esterno che potessero distrarlo dal suo futuro. Aveva scelto la strada dell’ artista, una strada che puo` portare ad un incredibile successo, ma anche ad un completo fallimento se non vi si dedica anima e corpo.

Quel libro avrebbe trovato da solo il suo proprietario. Mentre pensava a cio` Sasuke aveva preso tra le mani l’oggetto in questione, per osservare quanto questo fosse stato consumato. Quel ragazzo doveva amare proprio Il piccolo principe, peccato che ormai ne avrebbe dovuto fare a meno, penso`.

Getto` una rapida occhiata all’ orologio e cio` che vide lo pietrifico`, era in ritardo per il suo esame. Prese le sue cose alla bell’e meglio insieme al libretto e, dopo aver lasciato una moneta da un euro sul bancone, corse fuori.

Grazie a Dio il ritardo non intacco` la sua prova, egli la supero` brillantemente, permettendogli cosi` di fare un altro passo verso il suo futuro. Ora quello che doveva fare era tornare alla sua abitazione e mettersi davanti al piano per esercitarsi ancora.

Questa era la sua vita: musica e soltanto musica.

Passo` tutta la giornata a suonare, senza tregua, fino a che le dita non gli iniziarono a far  male allora, e solo allora, si allontano` dal piano. Ando` a farsi una doccia, mando` giu un boccone e poi ingeri` le sue pastiglie per l’ansia. Ormai quella era la sua routine.

Gli ansiolitici, gli servivano ad addormentarsi, senza era assalito da un’ansia patologica, che lo rendeva insonne.

Il giorno dopo  Sasuke si sveglio` piu` stanco che mai. Purtoppo quelle pillole benche`  facessero dormire, non miglioravano la qualita` del sonno. Era isterico e ne era consapevole. Guardo` il libretto che si era portata a casa, e che aveva lasciato distrattamente sul comodino, gli dava sui nervi. Perche` diamine se l’era portato a casa poi?

Dato che ormai ce l’aveva con se, non poteva fare altro che restituirlo al suo legittimo proprietario. Quel ragazzo doveva ringraziare il cielo che quel giorno non avesse lezioni o quel libretto avrebbe fatto una brutta fine. Decise allora di recarsi al bar e di aspettare per qualche ora. Se il proprietario non si fosse fatto vedere, allora sarebbe stato il barista a vedersela con quel libricino.

Quella mattina pero` l’isteria rendeva Sasuke piuttosto suscettibile a tutto. I dieci minuti che aveva aspettato gli erano sembrati un’ora. Fu cosi` che per far passare un po’ il tempo si mise a leggere il primo capitolo del libretto. Ma poi i capitoli divennero due, tre, e cosi` via. Sasuke era rimasto letteralmente ipnotizzato dalla storia. Certo la trovava ancora infantile, ma insipida non piu`. Era magica e molto dolce. Quando ebbe finito di leggere il libro si accorse che accanto a lui stava seduto il possessore del libro.

-Allora ho fatto bene a lasciarti questo libro- disse lui con un sorriso. 

-Beh... Diciamo che hai rischiato grosso- rispose Sasuke sfidandolo con lo sguardo.

-No, io non credo. Sapevo che avresti preso questo libro. Tu assomigli molto al protagonista- 

-Che vorresti dire?- chiese Sasuke.

-Tu sei in cerca di amici- rispose semplicemente l’altro.

-No, io non credo-

-Allora devo aver capito male, comunque io sono Naruto e tu?- chiese dolcemente il ragazzo. 

-Non hai sentito, io non cerco amici.- Disse acido Sasuke.

-Ma io non voglio esserti amico, io voglio farmi addomesticare- disse Naruto con tutta calma.

-Cosa sei una volpe?- chiese lui sarcastico.

-Forse. Allora come ti chiami?- 

-Io, il mio nome, non lo do a chiunque, te lo devi guadagnare.- rispose con tono di sfida.

-Allora vuol dire che me lo guadagnero` domani sera...-

-Non credo che vorro` venire- taglio` corto Sasuke.

-E perche` no? Sara` un’ora soltanto la sera, qui davanti a tutti. Due chiacchere su di un libro non ti faranno male.” Tu, fino ad ora, per me, sei un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi,
noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro' per te unica al mondo”.-

E dopo aver sentito cio` Sasuke si alzo` dalla sua sedia, e se ne ando`. Forse non sarebbe stata una cattiva idea addomesticarlo. Da quella sera gli incontri si susseguirono fino a diventare abitudinali. Se all’inizio si punzecchiavano soltanto, ora avevano iniziato a parlare di tutto cio` che passava loro per la mente, cose insignificanti, ma in grado di rinfrescare il loro spirito.

Ora Sasuke aveva una nuova routine la sera. Mangiava un boccone, si faceva una doccia e andava in quel bar a bere un caffe` e a fare due chiacchere con la sua volpe. E` ancora lontano il tempo in cui avra` bisogno di un amico, ma intanto lui gli risparmia i soldi per gli ansiolitici. Torno` dunque sul suo prezioso libro, qund’ecco il rumore della porta del bar che si apre ed un lieve rumore di passi. ’Finalmente Naruto e` arrivato’ penso` Sasuke, e alzo` la testa per incontrare lo sgurdo di lui.

“CONOSCERO' UN RUMORE DI PASSI CHE SARA' DIVERSO DA TUTTI GLI ALTRI.
Gli altri passi mi fanno nascondere sotto la terra. Il tuo, mi fara' uscire dalla tana, come una musica.”

Caspiterina! Chiedo scusa, fortuna che Kikachan me l'ha fatto notare in tempo! ho messo per abitudine le aperte virgolette per introdurre i discorsi, non ricordandomi che con Nvu non vengono poi visualizzate. Chiedo di nuovo scusa, era un macello infatti. Spero di aver posto rimedio cosi` [grazie kikachan]

  
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