Ricordo tutto come se fosse ieri. Ma continuo a chiedermi ancora se è stato un sogno o realtà.

Eravamo arrivati solo da qualche giorno e ancora Kreacher non era tornato con le informazioni sul medaglione.
Harry, dopo aver sistemato la stanza di Sirius, aveva deciso di dormirci la notte ed io e Ron per i primi giorni stavamo con lui per fargli capire che anche se non parlava con noi di quello che provava, gli saremmo stati vicini in qualsiasi momento.
E così la prima notte ci siamo ritrovati in tre a dormire in un letto matrimoniale.
Harry, Ron e io.
Sapevo di non avere niente di cui preoccuparmi, conoscevo e conosco i miei migliori amici come le mie tasche e per questo andai a dormire tranquilla.

Ma ad un certo punto nel cuore della notte mi svegliai.
La stanza era totalmente al buio, non si vedeva niente ad un palmo dal naso.
Non si vedeva il baldacchino del letto sopra di noi, né il comodino su cui avevamo trovato il libro di Batilda.
Sentivo solo il rumore di quella specie di carillon con i Therstral che Harry si divertiva sempre ad avviare, senza però riuscire a vederli muovere.
E sentivo il respiro dei due ragazzi che dormivano accanto a me, rannicchiata di lato nella mia posizione preferita.

D’un tratto una strana sensazione si impadronì di me.
Sentii d’improvviso il bisogno di essere abbracciata da Ron, di sentire il suo corpo che si sfiorava con il mio, di percepire le sue braccia che circondavano il mio corpo e i nostri piedi intrecciarsi.
Era già da tempo che avevo cominciato a vederlo sotto una luce diversa, ma questo improvviso bisogno mi aveva sorpreso.
Ero in dormiveglia, tanta era la stanchezza di quei giorni, quando però sentii, o almeno così mi parve, Ron girarsi verso di me e avvicinarsi.
Sentivo il suo respiro tra i capelli, sentivo il calore del suo corpo vicino al mio.
E come seguendo i miei desideri forse dettati dal sonno, un suo braccio mi avvolse la vita e i suoi piedi si intrecciarono a me.
Poi disse qualche parola, non ricordo bene quale, ma parlava di me e io ricordo di aver sorriso mentre mi stavo per riaddormentare.

La mattina dopo appena sveglia ricordo di avere ripensato a quello che era successo, e sentivo di avere veramente provato il desiderio di sentirmi abbracciata a lui, ma non riuscivo a definire i contorni della scena.
Non sapevo se era stato un sogno o se era veramente accaduto.
Se veramente lui mi aveva abbracciato o se il mio desiderio era stato talmente forte da avermi fatto confondere la realtà con la mia fantasia, il sogno con la vita reale.
Non riuscivo a parlarne, non ero sicura ancora di quello che provava e non riuscivo a rivelare al ragazzo di cui ormai ero innamorata quelle emozioni talmente belle, talmente forti ma che di cui mi vergognavo.
Non riuscivo a farne parola con nessuno, neanche con Luna o Ginny, mi bloccava il fatto di dimostrarmi debole in una situazione che non era serena come ora.

Avevo paura, avevo paura di cosa avrebbero detto, avevo paura di scoprire che quello che era successo era stato solo un sogno, solo il frutto della mia immaginazione, solo qualcosa che era nato dal mio amore per Ron che senza accorgermene era cresciuto tanto da imprimere quelle sensazioni e quelle immagini nella mia mente e non farmele più scordare, riproponendomele sempre quando chiudevo gli occhi, quando andavo a dormire e facendomi sperare in qualche suo comportamento che mi avrebbe dimostrato che ciò che era accaduto non era stato solo un sogno.