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Autore: LucreziaPo    01/05/2011    4 recensioni
Ciao a tutti!
Ho scritto questa one-shot di getto, ispirata da una conversazione con le mie amiche sull'ipotetico finale di stagione di Supernatural, quindi ci sono spoiler (uno di sicuro, il resto sono solo mie supposizioni che spero non s'avverino, altrimenti picchierò gli sceneggiatori!)!
La voglio dedicare a queste mie amiche (i cui nickname su efp non ricordo esattamente per via dell'orario e della mia strana memoria!) e che spero capiscano che la storia è dedicata a loro!
Dean è prigioniero dei demoni che vogliono...
Ci sono sfumature Destielliose, ovunque, come al mio solito (sono ispirata dalla 6x19 che non poteva essere più slash, a partire da quel "Cas, get out of my ass! Ne vogliamo parlare? XD)
Spero vi piaccia, fatemi sapere!
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Sesta stagione
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LAST SACRIFICE

Quando lo vide lì fu come se il cuore gli si fosse spezzato.

Non voleva questo.

Non voleva ferire chi amava.

Si voltò come una furia verso il responsabile di tutto ed urlò, furioso:

“Non erano questi gli accordi, maledetto!”

Gli occhi scuri del demone sembravano sogghignare dinanzi alle sue urla.

Cas l’ignorò e corse verso il giovane.

Dean era legato ed imbavagliato ad una sedia.

Era ricoperto di sangue, le braccia legate strette dietro la schiena, le caviglie alla sedia ed era pieno di lividi.

Il bavaglio era conficcato così in fondo in bocca che Cas temette per un attimo che non potesse respirare.

S’avvicinò a lui e gli tolse il bavaglio di stoffa, dolcemente, accostandosi per sentirlo respirare.

Cas sospirò di sollievo quando sentì il suo respiro, lieve, sul proprio collo.

Era ancora vivo, grazie a Dio.

Si voltò verso Crowley.

“Lui non c’entrava! Perché diavolo l’hai aggredito?”gridò, in preda al panico.

Dean sanguinava copiosamente da tagli e dalla bocca.

La stanza era piena di demoni.

Probabilmente loro s’erano divertiti a picchiare Dean prima del suo arrivo.

Imprecò, tra sé e sé.

Sembrava una strana riunione, in una cella angusta, di uomini in giacca e cravatta, ma con gli occhi rigorosamente neri, come un abisso spalancato sull’oscurità.

Dean tremava forte, mentre Cas tentava di slegarlo, ma era inutile.

I suoi poteri lì non funzionavano e le funi erano strette da qualche incantesimo potente che neanche lui poteva contrastare.

La guerra l’aveva indebolito e di parecchio.

Crowley aveva messo un qualche blocco e nulla poteva fare Cas per liberare Dean e portarlo fuori di lì, da quella cella, da quella storia…

“Liberalo subito!”urlò.

Crowley lo guardò.

“Ci serve lui. L’ultima anima sarà la sua.”

Cas sgranò gli occhi azzurri.

No…assolutamente no.

Non avrebbe permesso a nessuno di far del male a Dean!

“Scordatelo! Mai! Avevamo un accordo, Crowley…”

“Basato sulle anime, mio caro angioletto. Tu potrai vincere la tua guerra in Paradiso e mandare a calci in culo Raphael via dal suo trono e metterti tu ed io sarò Re dell’Inferno. Poi tutto tornerà come prima. Voi angioletti ve ne starete lassù e la guerriglia tra noi ed i cacciatori continuerà. Purtroppo non abbiamo fatto un accordo per eliminare loro, ma…”

“Non faremo una cosa del genere. Ci servono anime di persone che muoiono per caso, per incidenti, non per omicidi e…”

“Ci serve l’anima di un uomo retto. Tranquillo, Cassie, non ti avrei chiesto di farlo. Lo farò io. Così la morte sarà un omicidio e l’anima sarà pura, come quella che ti serve.”

Fece per avvicinarsi a Dean, ma Cas si frappose tra loro.

Dean era incosciente, la testa china in avanti, ma riprese i sensi, lentamente.

Non ricordava nulla di ciò che era successo, solo che l’avevano sequestrato e picchiato.

Poi il buio.

Ed ora…la voce di Castiel.

Alzò a malapena la testa per rendersi conto di essere legato strettissimo ad una sedia.

Il dolore lo invadeva violentissimo.

Aveva sicuramente qualche ossa rotta ed in bocca il sapore del sangue.

Imprecò sottovoce e questo attirò l’attenzione dell’uomo che gli dava le spalle, che si voltò verso di lui.

Trench beige, cravatta allentata blu…

Castiel.

Lo stesso Castiel che stava collaborando con Crowley pur di vincere la sua guerra in Paradiso e lo stesso Crowley che lo stava guardando, assetato di sangue, circondato da almeno una mezza dozzina di demoni.

Ma lo sguardo di Dean era concentrato su Cas.

Castiel s’inginocchiò di fronte a lui e lo guardò, lo sguardo colmo di paura e dolore.

Dean provò a non incrociare il suo.

Sapeva perché era lì, lo sospettava almeno.

Solo non credeva che l’avrebbe fatto davvero.

Non riusciva a credere di essere prigioniero, picchiato, chissà dove, senza l’aiuto di Sam e Bobby (Dov’erano? Erano vivi? Era successo loro qualcosa?).

L’anima di un uomo retto per vincere la guerra.

La sua anima.

Era quello il suo destino.

Essere sacrificato.

Era tutto per un bene più grande, no?

A quello aveva sempre pensato Castiel, vero?

Solo che credeva di far parte anche lui di bel bene e non di esserne la vittima sacrificale.

“Ti porterò via da qui, te lo prometto.”mormorò Cas a mezza voce, cogliendolo di sorpresa.

I suoi occhi blu erano umidi, come quando Dean aveva scoperto che collaborava con Crowley.

S’era abbassato a quello per i suoi scopi.

Ma loro Winchester non potevano certo accusarlo, dopo ciò che loro avevano fatto…

Ruby, Crowley stesso…demoni con cui avevano legato per i loro intenti.

Ed ora…

Cas voleva liberarlo?

No, non poteva.

Non gli serviva vivo, gli serviva la sua anima, la pura energia, come un reattore nucleare pronto ad esplodere ed insieme alle altre anime raccolte uccidere Raphael e seguaci e riportare l’ordine nel Paradiso.

Era quello il suo obiettivo, quello per cui stava combattendo da tempo.

Cas guardò Dean.

Lesse nei suoi occhi verde chiaro paura, dolore, accusa e consapevolezza.

Chissà cosa vedeva Dean nei suoi.

Rimorso? Terrore di perderlo? Senso di colpa? Angoscia?

“Manca poco tempo, Cassie. Tic tac, tic tac. Entro mezzanotte ti serve un’anima e…to’ sono le 11 meno dieci. Fatti da parte. Mi dispiace, Dean, ma a quanto pare la tua anima s’è rivelata più speciale delle altre.

L’uomo retto.”

Sembrava provava piacere nel dirlo.

Uomo retto.

Dean non si sentiva affatto così.

Piuttosto un topo in trappola.

E di fronte a lui c’era la persona di cui s’era più fidato che ora stava per farlo uccidere.

“No, non farglielo fare. Non permetterglielo. Portami via di qui!”pensò, terrorizzato per la prima volta in vita sua.

Non era un bel modo di morire, legato e bloccato ad una sedia, in trappola, come una vittima.

Mancava solo l’altare sacrificale e sarebbe stato degno di un film horror.

La cella lurida e cupa, i demoni, il cattivo di turno e l’amico traviato.

Perché non lo portava via di lì?

Giusto, perché lui, Dean, era destinato a morire.

Il cuore di Cas era a mille.

Doveva trovare un’altra soluzione.

“Non ti permetterò di ucciderlo! Mai… Slegalo. Non m’importa della guerra. Troverò un altro modo, ma non così. Non voglio versare sangue innocente e soprattutto non il suo. Ho già commesso molti errori in questa battaglia e non ne farò altri.

Slegalo, ti prego. Mi serve un sacrificio. Lo avrò. Ma lascia andare Dean…”

Crowley lo guardò senza capire, ma lo sguardo di Cas servì ad intimorirlo e mormorò qualche parola in una strana lingua.

Le funi che tenevano Dean legato si sciolsero e Cas sentì il potere circolare di nuovo nel proprio sangue.

Dean cadde bocconi tra le sue braccia.

Bastò un tocco del suo angelo a riportare vita e calore in tutto il suo corpo.

Le ferite scomparvero, il sangue sparì e Dean si ritrovò abbracciato a Castiel.

Il calore non proveniva solo dal fatto d’essere guarito, ma anche da quello strano abbraccio.

Solo allora vide un luccichio.

Era la sua spada.

Arretrò istintivamente, ma Cas lo rassicurò con lo sguardo e per la prima volta s’avvicinò vicinissimo a lui.

Dean sentì le sue labbra premere sulla propria fronte e sussurrare piano un:

“Mi dispiace tanto.”

Poi si conficcò la lama nel ventre.

 

“NO! CAS, NO!”

Dean tentò di fermarlo, ma Cas lo spinse indietro.

L’angelo era seduto bocconi sul pavimento, il sangue che sgorgava dalla ferita copiosamente, inzuppandogli la camicia bianca.

Un sacrificio.

Un uomo retto, anche se non nel senso più stretto della parola “uomo”, l’ultima anima che serviva per vincere.

Non di Dean, non l’avrebbe mai permesso, ma la sua…

L’anima di un immortale che conteneva così tanta forza ed energia che illuminò la stanza, come se fosse giorno, costringendo Dean a serrare gli occhi e che polverizzò ogni demone lì intorno.

Dean sentì un tonfo e riaprì gli occhi.

Cas s’era accasciato sul pavimento, rantolando, il respiro mozzo.

Il dolore l’invadeva e lo sentiva per la prima volta.

Era già morto altre volte, ucciso da Raphael, da Lucifero…ma ora…ora era diverso.

Era puro dolore quello che sentiva, ma non era la cosa più importante.

La cosa fondamentale era che Dean era salvo.

Non gli occorreva altro.

Dean imprecò, correndo verso di lui.

Solo Cas era importante, in quel momento.

“Cas! Cas, no….ma cosa hai combinato? No!”

Provò ad estrarre la spada, ma appena la toccò sentì Cas tremare più forte di quanto non stesse già facendo.

Perché l’aveva fatto?

Perché…

“Eri me che dovevi uccidere, era…doveva…volevi…”

Dean non capiva, o meglio, ancora doveva razionalizzare ciò che era successo.

Sentì gli occhi bruciargli per le lacrime e le trattenne, mentre cercava di pensare ad un piano logico.

“Pensa, pensa, pensa…”

Osservò l’orologio.

Mancava poco meno di due minuti a mezzanotte ed allora l’anima di Cas, la più potente di quelle che aveva raccolto, sarebbe risalita in cielo ed avrebbe sconfitto Raphael.

Afferrò piano Cas per le spalle e lo strinse a sé, facendolo appoggiare al suo petto, mentre Cas, con dolore e gemendo, s’estraeva la spada dal ventre, lasciandola ricadere con un sonoro tintinnio sul pavimento sporco.

“Cas…”

Dean premette sulla ferita, ma le mani di Cas lo bloccarono.

Fu allora che i loro occhi s’incrociarono.

Gli occhi dell’angelo erano velati di dolore e di consapevolezza.

Volevano dirgli: “So quello che ho fatto ed era giusto che lo facessi. Devi lasciarmi andare, ora…”

“Io credevo…credevo che…”iniziò Dean.

Cosa, credeva?

Che Cas avrebbe permesso davvero di farlo uccidere?

Che l’avrebbe davvero sacrificato per i suoi scopi?

“Mi dispiace…”

Lo strinse più forte al petto e sentì Cas gemere forte per la presa, ma non mollò.

Voleva averlo accanto nel momento in cui…nel momento in cui se ne sarebbe andato.

“Mi dispiace di non averti creduto, di non aver capito, di…essere stato così cieco.”diceva lo sguardo di Dean.

In quel momento non occorrevano le parole, sarebbero state solo d’intralcio.

Dean poteva quasi vedere il filo che li univa rafforzarsi come non mai, per essere poi spezzato per sempre.

Il peso di Cas si fece improvvisamente più leggero e Dean capì.

Era mezzanotte.

Era finita la guerra per tutti loro.

Avevano vinto loro, Raphael era stato sconfitto dalla pura energia delle anime che Cas aveva radunato, compresa la sua e….

Cas era morto.

Dean abbracciò Cas, ignorando il sangue che inzuppava entrambi, lasciando libero sfogo alle sue lacrime e sussurrò al suo orecchio:

“Ehi, ti riporterò indietro, ok? È una promessa. Ti troverò e ti porterò qui. Ti riporterò da me.”mormorò, mentre sentiva il cuore cadere in pezzi e le lacrime calde bagnare lui e Castiel…

Poi urlò contro la notte, il cuore lacerato.


  
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