Anime & Manga > Il mistero della pietra azzurra
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Autore: Lou Cipher    01/05/2011    3 recensioni
I due volti del capitano Nemo prima e dopo la distruzione di Tartesso, visti attraverso gli scritti sui suoi diari. Da uomo normale in cerca di pace ed armonia, a quello di vendicatore freddo, distaccato e implacabile disposto a tutto per la sua causa.
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tartesso

Quattordicesima rotazione, 13esimo giorno, anno 12050 nel calendario atlantideo.
25 Maggio 1875 del calendario terrestre.
 
Ultimamente noto in Nemesis un aura diversa da quella che lo ha sempre avvolto e contraddistinto in questi ultimi 30 anni. Il suo volto, dai lineamenti duri ma sempre pacato e amichevole che in questi anni ho imparato ad apprezzare e cercare nei momenti di difficoltà, quasi non lo riconosco più. Un velo oscuro di tensione ed insofferenza aleggia su di esso, e non sono più riuscito a strappargli un sorriso sincero da non so quanto. E questo fa crescere ulteriormente in me un turbamento che mi ristagna nel cuore, opprimendomi in maniera quasi soffocante in certi momenti.
 
Anche oggi abbiamo avuto una furiosa litigata davanti l’intero Senato in seduta plenaria riguardante l’adozione di nuove politiche diplomatiche nei confronti dei popoli esterni al regno di Tartesso. Sembra che Nemesis non possa tollerare ne prendere in considerazione una apertura nei confronti degli umani, che si ostina ancora a chiamare “schiavi” o “esseri inferiori”.  Anzi vorrebbe per loro una sottomissione totale ed incondizionata, ed una maggiore fermezza da parte mia nel ristabilire “l’ordine naturale delle cose” per riportare gli antichi discendenti di Atlantide a dominare come dovrebbe essere di loro diritto, anche usando la nostra tecnologia avanzata per arrivare allo scopo finale. Egli sostiene che se non governeremo l’uomo con pugno di ferro, se non saremo la loro guida, il mondo affogherà nel sangue e nella distruzione. Per lui l’uomo è un essere non sufficientemente dotato di intelligenza e si autodistruggerà in pochissimo tempo di questo passo.

Io non posso e non voglio assecondarlo in questa sua follia di distruzione. La terra ormai è un dominio che non ci appartiene più, l’uomo col tempo si è evoluto da solo senza che la nostra mano intervenisse in nessun modo ad accompagnarlo in questo difficile percorso. Certo, anche io penso che l’umanità debba ancora apprendere molto. Tuttavia voglio darle fiducia. Non c’è solo male in questo mondo. Gli uomini sbagliano ancora e continueranno a farlo, ma impareranno dai loro errori ed allora dimostreranno le migliori doti di cui sono in possesso. Come possiamo noi giudicare un essere vivente perfetto o imperfetto? Non siamo stati anche noi, all’alba dei tempi quando arrivammo su questo pianeta, ad ucciderci in una guerra fratricida che portò alla decimazione e al declino della nostra stirpe? Siamo imperfetti anche noi allora come loro? Direi di si. Ed è questo quello che accomuna me e la mia stirpe a quella umana. I nostri errori sono stati trasmessi a loro rendendoli qualcosa di unico nel suo genere, vicino a noi più di quanto pensino tutti e allo stesso profondamente diversi. L’umanità ha appreso emozioni quali l’amore, la fratellanza, la compassione e tutto ciò che di buono potevano assimilare portandolo ad un livello diverso, a volte estremizzandolo e a privarlo di pensiero razionale, peculiarità che li rende profondamente diversi da noi, devoti ad una meditazione più profonda e mai priva di razionalismo. Che meraviglia!

Ma allo stesso modo, loro hanno ereditato anche le nostre cose peggiori. Sentimenti come la rabbia, l’odio, l’indifferenza... tutte cose che li porta nell’oscurità e li allontana da una pace interiore causando dolore e disgrazie nel mondo. Ed è su questo che Nemesis fa leva sul Senato e sul popolo per raccogliere consensi. Difatti ora ha raccolto il favore di una larga parte del senato e del popolo, per non parlare degli ufficiali dell’esercito che cominciano a pensarla come lui. E questo comincia non andare bene.

Dov’è finito il Nemesis che conoscevo?

Fin dai tempi dell’addestramento militare in accademia sapevo della sua “avversione” nei confronti della razza umana, ma i nostri dibattiti si concludevano sempre con una grande risata e una presa in giro reciproca… Ora tutto sembra essere così lontano e offuscato, come se un manto di oscurità si dilatasse sulla mia memoria per lasciarmi nella realtà di questi mesi concitati e frustranti.

Tuttavia io sono il re. A me spetta l’ultima decisione su tutto. E finchè avrò un alito di vita nel corpo non permetterò mai che Nemesis possa anche solo pensare di attuare la sua politica, sono disposto ad arrivare alle estreme conseguenze.

Ora come ora, l’unica cosa che mi permette di rimanere sereno ed allontanare tutti i turbamenti dal cuore, alleggerendomi cosi dal fardello dei miei doveri, sono loro. La mia vita… la mia ragione di vita. Mia moglie Helene,mio figlio Vinusis e… la piccola che tra qualche giorno arriverà a riempire con gioia rinnovata le nostre vite: Nadia!

Helene, amore mio… ricordo ancora quel giorno di 9 mesi fa, in cui mi portasti a passeggiare insieme a nostro figlio, nelle pianure ad ovest nel tardo pomeriggio con la scusa di guardare almeno il tramonto insieme, dopo l’ennesima giornata passata lontani a causa dei miei doveri… Riesco ancora a sentire il profumo dei fiori e il rumore delle fronde degli alberi lungo il sentiero selciato che stavamo percorrendo lungo la pianura costellata di campi lavorati dai bracciati. Arrivammo in un piccolo spiazzo al termine del sentiero e ci fermammo. Helene era splendida. Ammiravo la bellezza del suo viso,delle sue forme, baciate dai raggi del sole morente che colpiva la sua pelle color ambra conferendole lo status supremo di grazia e bellezza paragonabile solo a quello di una divinità…

Tirava una leggera brezza che smuoveva leggermente le sue vesti bianche ed aggraziate, e delicatamente i suoi lunghi capelli corvini dai riflessi dorati che le ricadevano sulle spalle con eleganza suprema, fu proprio in quel momento di beatitudine dei sensi che con la sua naturalezza e semplicità, della quale mia aveva fatto dono facendomi suo per sempre, mi disse sorridendo mentre mi guardava negli occhi «Elusys, tu mi ami ancora? »rimasi folgorato e spiazzato da quella domanda, quasi lei volesse fugare un dubbio che la attanagliava, ma senza indugio o dubbio nel cuore risposi «Helene, amore mio, non c’è giorno che io non ringrazi il destino che ci ha portato ad incontrarci. Senza di te sarei nulla!Il mio amore per te, è incondizionato. »Sapeva che non mentivo, ed io mi accorsi che non era un dubbio che la turbava, il suo sguardo mostrava la sicurezza di chi sapeva già la risposta che avrei dato. Ma se non era un dubbio, mi chiedevo cosa fosse. Subito incalzai «Helene, perché questa domanda? Cosa ti turba? », spostò il suo sguardo da me verso l’orizzonte per guardare il sole che implacabile continuava a tramontare. Si sentivano gli echi di gioia di Vinusis che giocava, e con l’innocenza dei suoi 7 anni tentava di catturare una farfalla che passava di li in quel momento.

Dopo un breve silenzio rispose «Elusys, tesoro mio, non ho mai dubitato di te o del tuo amore. Ma sei sempre così indaffarato con i tuoi impegni, che a volte mi capita di sentirti lontano. Vinusis ogni tanto sente la tua mancanza. Ed anche io…»in quel momento mi sentii gelare, era vero. Spesso i miei impegni mi portavano a stare lontano anche per giorni. Magari per raggiungere l’Antartide nella base al centro del continente,  per i rifornimenti di materie prime, e a far visita così anche al mio amico Ilion, o per altre questioni di mera burocrazia. Provai a dirle «Helene, io capisco il tuo stato, e me ne rammarico… Ti chiedo di perdonarmi. Sono stato distratto e non mi sono accorto che vi stavo trascurando! Mi stai aprendo gli occhi, e da oggi voglio rimediare!Cercherò di essere più presente nelle vostre vite!Voi siete tutto. »Si voltò di nuovo verso di me senza mai smettere di sorridere. Il vento le smosse un ciuffo di capelli che delicatamente le ondeggiava sul suo viso etereo, e prontamente con un gesto delicato ed elegante lo spostò dietro l’orecchio. Mi guardò ancora un attimo e finalmente mi disse «Amore mio, non devi scusarti di nulla. Tu sei un re. E questo comporta grandi responsabilità e doveri, ed io il giorno in cui scoprii di amarti accettai anche di starti accanto in qualsiasi momento. »mi guardava intensamente con i suoi immensi occhi verdi pieni di amore, e proseguì «Sono lieta nel sentire le tue parole,  e sò che sei un uomo di parola, e che nulla faresti per farci soffrire. Io non ho pretese se non quella del tuo amore, e mi sta bene così, se tu sei con me, non chiedo altro. Ma forse qualcun altro potrebbe chiedere di più…»

Mi voltai sorpreso e dissi «Hai ragione, il piccolo Vinusis in futuro potrebbe risentire di questo mio modo di fare, cercherò di essere un padre per lui, degno di questo nome. »Sentivo il carico delle mio colpe affliggermi, e per questo non volevo turbarla. Anche se tentavo di celare i miei sentimenti lei mi conosceva troppo bene, non potevo nasconderle nulla. Ero come un libro aperto per lei, e mi punzecchiò divertita «Non affliggerti per delle colpe che non hai caro… Avrai modo di rimediare tenendo fede al tuo patto, prendendoti cura di noi tre…», non capii subito e frastornato chiesi «Noi…tre?...cosa intedi…?». Chiamò Vinusis a se e lui corse felice verso di noi stringendosi alla gamba di Helene chiedendo «Che c’è mamma? Sono impegnato a catturare farfalle! »lei lo guardò allegramente e disse «Rimani qui, perché devo dire una cosa al papà e voglio che ci sia anche tu. »continuavo a non capire. Il sole tramontò del tutto, lasciandoci illuminati dalla luce che rimaneva prima del crepuscolo. Mi guardo fiera e fiduciosa e finalmente conobbi la verità «Sai Elusys, da oggi in poi saremo in quattro…Io, te, Vinusis e…un nuovo arrivato che sarà presto tra noi! »e concluse «Sarai di nuovo papà! ».

Era radiosa, di una bellezza che non ammetteva descrizioni tanta era la sua forza. Un brivido scosse il mio cuore fino ad arrivare nel profondo dell’anima. I miei occhi erano colmi di felicità, l’unica cosa che riuscii a dire fu «Helene…io…»prima di avvicinarmi accarezzandola in viso, per poi abbracciarla più forte che potevo. Il momento fu interrotto poi dal piccolo Vinusis che non appena realizzò che avrebbe avuto un fratellino o una sorellina disse quasi scocciato «Ehy, mamma!Papà! quindi avrò un fratellino!? Io non dividerò i miei giochi con lui! ».
 Alle sue parole ci girammo verso di lui e scoppiammo a ridere ed Helene rispose « Vinusis, non sei contento di avere un fratellino o una sorellina? » il piccolo rispose sardonico «Si! Ma i giochi restano comunque miei!» Helene sorrise e continuò «Presto sarai il fratello maggiore! E’ una grande responsabilità. Sarà a te che farà riferimento per essere protetto ed aiutato il tuo futuro fratellino, o la tua sorellina. Dovrai essere la sua guida. Nei momenti belli e in quelli brutti. Ormai sei un ometto, pensi di essere in grado di farti carico di questo compito? » Vinusis all’udire queste parole, e fiero di essere stato scelto per questo compito molto importante, rispose sereno con spalancando i suoi occhioni azzurri che brillavano di emozione e riconoscenza per il compito datogli«Va bene mamma! Ci penserò io!Non ti preoccupare, sarò in grado svolgere il mio compito!Ormai sono abbastanza grande da cavarmela dasolo! Tu pensa alle tue faccende, io sarò più che sufficiente! » riuscì a calmare così il senso di competizione che si stava insinuando in Vinusis. Sorridemmo, e lo presi in braccio mettendolo sulle mie spalle, mentre Helene ci guardava divertita. Prima di rientrare le presi una mano e le dissi «Helene, tu mi rendi migliore. Voi mi rendete migliore. Sarò sempre al vostro fianco. E’ una promessa. La mia promessa! ». Lei mi guardò sempre negli occhi, ed annuì in segno di intesa…«Torniamo a casa adesso… e diamo la felice notizia a tutti! »e ci incamminammo lungo il sentiero che si snodava lungo la pianura verso il palazzo.


Ora manca poco, è questione di giorni. Quale emozione! E’ così calma ed armoniosa come un mare quieto, ed io cerco di nasconderle i miei affanni per non turbare la sua serenità. Non posso addossarle anche i miei pensieri!

La sera quando mi sdraio al suo fianco, osservo la sua pancia attraverso le delicate vesti sottili da notte e l’accarezzo delicatamente per non svegliarla, pensando a quale futuro misterioso e allo stesso tempo bellissimo ci attende.
Il solo pensiero di questa gioia mi tranquillizza, e il turbamento che agita il mio cuore si placa… almeno per stanotte.
  
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