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Autore: Shanimalrules    01/05/2011    2 recensioni
Se davvero lui poteva darmi la felicità che io avevo cercato tutti questi anni? Soprattutto però la decisione spettava a me. Io tenevo così tanto a Bill da chiedergli di passare il resto della sua vita con me? Volevo davvero andare a dormire e svegliarmi con lui? Volevo che lui mi sposasse e desse dei gigli? Volevo passare la vecchiaia con lui, magari seduti in veranda e circondati da nipotini?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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1.
 
Driiin!
 
 Ecco che inizia un altro fottuto giorno della mia fottuta vita. Ma che cosa vivevo a fare? Anche oggi mi alzavo dal letto con una voglia immensa di vivere.
 
Ogni mattina era sempre la stessa storia: mi svegliavo sempre con domande improponibili in mente, una più pessimista dell’altra. ; oggi era il turno della domanda più difficile, quella alla quale ancora nessuno era riuscito a dare una risposta.
 
 
D’altra parte non dovevo più meravigliarmi, ero quella che ero. No, non era un gioco di parole; piuttosto era la descrizione perfetta, non c’erano aggettivi per descrivermi. Ero unica. E qui non stiamo parlando di egocentrismo, assolutamente; semmai tutto il contrario.
 
 
Pessimismo, acidità, freddezza, scontrosità e apatia: tutti sintomi di una persona infelice e insopportabile.
 
Probabilmente la gente aveva ragione, vivevo per rendere un inferno la vita degli altri. Ma se non potevo essere felice io perchè mai avrebbero potuto esserlo gli altri? Avevano qualcosa di speciale che io non avevo? Forse sì, ma io non riuscivo a capire cosa.
Non era cattiveria, anche se non sapevo bene come definire questo mio modo di essere.
 
Forse ero pazza. Una ragazza al mio posto sarebbe stata la ragazza più felice del mondo e invece io no. Direi che ero la ragazza più frustrata del mondo.
 
 
Motivo? Non lo so. Tutta la mia vita era un enorme punto interrogativo per me.
 
 
 
“Buongiorno Chris!” esclamò Claudia.
 
Ah già, poi c’era lei, tutto il contrario di me.
Claudia, la mia coinquilina, 21 anni. Alta, snella, ricci rossi, occhi azzurri e carnagione marmorea: in poche parole una bambola di porcellana. Un sorriso ipnotizzante. Lavorava in un’agenzia di moda come fotomodella, lavoro perfetto per lei considerando che avesse un fisico mozzafiato.
 
 
“Ciao.” Risposi senza entusiasmo, ma ormai lei c’era abituata.
 
 
Non sapevo proprio come riuscissi a relazionarmi bene con lei, come dicevo prima, era il mio opposto: la persona più socievole e simpatica che conoscessi. E per usare io l’aggettivo ‘simpatica’ per una persona voleva dire che lo era davvero.
 
Secondo il mio modestissimo parere, la maggior parte della gente che conoscevo poteva sparire dalla terra in questo preciso istante.
 
 
Questo fatto mi rincuorava in un certo punto di vista: ciò dimostrava che almeno con qualcuno riuscivo ad essere abbastanza garbata e gentile da non provocare uno spudorato odio nei miei confronti da parte di tutti gli individui del pianeta che conoscevo e che avrei conosciuto.
 
 
“Programmi per oggi?” mi chiese Claudia, mentre facevamo colazione in silenzio e guardavamo il telegiornale senza troppa attenzione.
“Lavoro, lavoro, casa. Interessante no?” accennai con un filo del mio sarcasmo che ormai era il mio pane quotidiano, mentre addentavo la mia brioche al cioccolato.
 
 
Squillò il telefono di casa. Andai a rispondere io.
“Pronto?”
“Christine sono Amanda. È da ieri che ti cerco, hai sempre il cellulare staccato!”. Amanda Schulz, l’organizzatrice del programma.
“Si, avevo il cellulare scarico e non avevo voglia di parlare con nessuno. Dimmi.”
“Oggi abbiamo aggiunto degli ospiti molto importanti al programma, non era in previsione, ma è andata così. Quindi per favore, cerca di essere gentile e simpatica. Se è necessario, te lo chiedo anche in ginocchio.” Mi pregò Amanda.
“No, non è necessario. A proposito non c’è bisogno che mi chiami ogni mattina per ricordarmi come comportarmi con gli ospiti, non sono smemorata eh! Ci vediamo dopo.” E riattaccai senza che Amanda potesse ribattere.
 
 
“Che succede?” mi chiese Claudia.
 
“Senti Clà te lo spiego un’altra volta, oggi non è proprio giornata!”
 
“E quando mai!” ridacchiò lei, sapendo di aver pienamente ragione. “Un giorno me lo spiegherai cosa ti frulla in quella testa!”
 
Non le risposi; nemmeno io lo sapevo. Sapevo solo che dovevo sbrigarmi perchè era tardi e avevo meno tempo possibile per prepararmi alla mia farsa.
 
 
Di lavoro facevo la presentatrice televisiva, non per mio volere ovviamente. Ero costretta ad essere gentile, simpatica, disponibile: in poche parole, tutto ciò che io non ero.
 
Ogni mattina era così, con ogni persona anche minimamente conosciuta al livello locale; e il colpo di grazia era che nel programma per cui lavoravo erano ospiti sempre artisti nazionali e, ancora più spesso, artisti internazionali. Doppia importanza, doppia falsità.
 
Dovevi annunciare anche in un certo modo, no? “E’ un piacere immenso avere qui con noi...”. “Ecco il grande...” “Ecco la grandissima...”  Ma grande che? Ha per caso rivoluzionato il mondo? Ha fatto qualcosa di utile per l’umanità? No!
Eppure in questo mondo è la gente che non faceva altro che intascare soldi a palate senza fare niente che è considerata un eroe.
 
 
Ah si, un’altra cosa che odiavo erano le regole. E questo mondo è fatto di regole.
Ma non per me.
   
 
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