Era tutto chiaro, fin dall’inizio. Ci odiavamo e non sapevamo nemmeno il perché. Era scritto nei nostri geni. Nessuna altra spiegazione era valida. Subito il primo giorno di scuola avevamo iniziato a gridarci contro. Era tutto un fatto di geni, ne di testa ne di cuore. Solo due cognomi, due ragazzi e un passato che non ci riguardava. Ma che ci costringeva ad essere così: odiosi uno verso l’altro. “Ti vedo pensierosa Rose.” “Non è nulla Al veramente.” l’ennesima bugia, tutto per colpa di un biondino che sei anni fa era entrato a Hogwarts e che aveva segnato la fine della mia tranquillità. Io ero Rose Weasley, la perfetta, quella con i voti altissimi, un ragazzo troppo bello e con una famiglia numerosa. Lui era un Malfoy. Ci dovevamo odiare per forza. Questo era quello che ci avevano insegnato da piccoli. Evitare il prossimo, soprattutto se questo di cognome fa Malfoy. Penso che il padre abbia fissato anche a lui quel pensiero, soprattutto la prima volta che mi ha visto. Erano frasi impresse nella mia mente. “Quella ragazza è una poco di buono. Evitala e schiacciala più che puoi.” e lui stava applicando alla perfezione quelle parole. Mi stava schiacciando.