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Autore: Jane41258    02/05/2011    3 recensioni
Assolutamente SAI/INO
Dal terzo capitolo: In questo capitolo Ino si vendica con fin troppo successo per l'offesa ricevuta da Sai, mentre il giovane artista si ritroverà ad affrontare sensazioni e sentimenti nuovi e sconcertanti.
TRAMA:
Sai è incapace di amare. Ino colleziona avventure con ragazzi belli e somiglianti al divino Sasuke. Ma entrambi cadranno nella stessa trappola, una trappola tessuta con i loro stessi sentimenti che li costringerà a cambiare, e quando se ne accorgeranno non ne vorranno più uscire. Perchè tornare indietro non è possibile.
PS L'introduzione è involontariamente drammatica XD, ma la fic è una commedia.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sai, Sakura Haruno, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Sai guardò il cielo. Era di un azzurro quasi omogeneo che sbiadiva man mano che ci si avvicinava al sole e presso l’orizzonte in un blu chiarissimo denominato “Carta da Zucchero”. Per un artista era fondamentale distinguere i colori, anche se poi dipingeva in bianco e nero. Quando lavorava nella radice a pieno regime, non gli era permesso di girare per il villaggio se non era utile per il conseguimento di alcuna missione ma, ora che aveva tempo libero, usciva spesso per passeggiare. Amava camminare per le vie di Konoha, osservando nei dettagli persone e cose, valutando l’armonia delle forme e il contrasto dei colori, cercando un oggetto degno dell’immortalità dell’arte. Purtroppo era raro che trovasse qualcosa e qualcuno che rispettasse i basilari canoni di bellezza, che fosse perfetto e allo stesso tempo unico, così si accontentava di soggetti imperfetti, che inevitabilmente davano vita a dipinti imperfetti, per quanto impeccabile potesse essere la tecnica. Dopo una prima analisi artistica, Sai iniziava a osservare i comportamenti delle persone, cercando di intuire i legami che li univano.  Provava a indovinare che tipo di legame ci fosse tra le persone che vedeva interagire, a individuare gli intenti, le emozioni e i sentimenti che animavano i loro visi.
L’osservazione “sul campo” era essenziale per ricostruire la sua dimensione emotiva, che aveva imparato a sopprimere troppo bene. Solo dopo aver visto la forza dei sentimenti di Naruto e Sakura per quell’ingrato di Sasuke, si era reso conto di quanto avesse perso e aveva deciso di recuperarlo. Aveva imparato a memoria manuali di psicologia, ma sapeva di aver fatto ben pochi progressi.
Un profumo intenso e inaspettato lo investì. Era talmente concentrato a valutare estetica e psicologia dei passanti che non s’era accorto di dove stava andando.
Si fermò, facendosi sorpassare da un gruppo di ragazzini.
Profumo di fiori.
Aveva già sentito quell’odore quando aveva conosciuto il team Asuma. Ne era impregnata la ragazza bionda, Ino.
Rammentò che i genitori di lei erano fiorai.
Osservò i fiori esposti. Erano molto belli, privi di imperfezioni e al contempo unici, eccellenti soggetti per un’opera d’arte.
Li fissò per un istante, meditando di dipingerli.
Sentì la sua stessa voce ammonirlo con le parole del Libro.
Spesso utilizzare i beni altrui senza permesso è fonte di disaccordi e litigi”.
“D’accordo” pensò “Entrerò e pagherò Ino per dipingere i suoi fiori”.
Varcò lentamente la soglia del negozio.
“Buongiorno bellezza” salutò dandosi un tono tranquillo e confidenziale.
“Buong- oh Sai!” esclamò la bionda entusiasta “Sono così felice di rivederti! Posso aiutarti?”
“Io... ehm... io”
Ino non era bella, rifletté il ragazzo. Poteva sembrare attraente a un disperato come Naruto o MrMonociglio, ma a un osservatore come lui non sfuggivano i suoi imperdonabili difetti. Troppo magra, zigomi da uomo, occhi orrendi, collo troppo lungo, troppo spazio tra la gola e le tette, fianchi troppo larghi in relazione al sedere, sedere sceso e gambe ossute. In una visione d’insieme i difetti erano meno evidenti, ma spiccava una volgare banalità.
La natura non era stata gentile con lei, decisamente.
E con il grembiule aveva perso anche quel poco di fascino dovuto all’originale abbigliamento in tinta viola.
Ma Sai aveva imparato, a spese della sua mandibola, che non era bene far notare i difetti alle ragazze, così esibì un sorriso fasullo e disse:
“Sei... sei molto carina con il grembiule, in mezzo a tutti questi fiori”
“Ah grazie, veramente io... ” balbettò la bionda presa in contropiede “Anche tu... “.
Tacque e gli sorrise.
Sai rimase sorpreso. Lei gli stava sorridendo sinceramente e negli occhi non c’era traccia del disgusto, della perplessità o della compassione ancora presenti negli occhi di Naruto e Sakura.
All’improvviso concluse che Ino poteva essere anche un orribile soggetto artistico, ma sicuramente era perfetta per fare amicizia.
Bisogna mostrarsi aperti nei primi incontri. L’iniziativa è un fattore importante. Fai la prima mossa. Sarà più facile fare amicizia, se prenderai l'iniziativa nel contatto sociale.
Il ragazzo decise di lasciar stare i fiori e di agire.
“Io... ”
Perché era così difficile invitarla a fare un giro? Dopotutto lui aveva torturato e ucciso, non era certo il coraggio che gli mancava.
“Io... mi piacerebbe che tu... vuoi fare una passeggiata? Voglio dire, se hai tempo... ”
Ce l’aveva fatta. Sentì lo stesso compiacimento che provava a termine di una missione.
“Ok, certo!” rispose Ino allegramente “Maaaaa’ io vado a fare un giro con un amico, torno tra un’oretta!”
“Un’oretta?!” urlò il ragazzo dentro di sé “E che diavolo avrebbero fatto in un’oretta?”
Una bella signora bionda emerse dal retrobottega.
“Ciao, piacere di conoscerti, amico di Ino” esclamò cordialmente.
“Sono Sai” rispose meccanicamente lui “Posso fare una passeggiata con sua figlia?”
“Sì, ma certo, caro ragazzo!” rispose la donna incoraggiante, poi sussurrò alla figlia “Questo è molto più carino di quel nullafacente, anche se è un po’ sciupato, poveretto, ma io...”
“Ehm... ok” tagliò corto la ragazza “Andiamo Sai”
Il ragazzo la seguì, leggermente imbarazzato.
“Allora Sai” iniziò subito lei “Dimmi un po’ di te, com’è essere uno della Radice?”
“Devi allenarti e compiere la missione. Non c’è spazio per altro” rispose freddamente lui. Non gli andava parlare della Radice.
“Ok” assentì la bionda e decise impulsivamente di gettarsi su un altro argomento “Qual è il tuo clan? I tuoi genitori sono di qui?”
“Non li mai conosciuti, credo siano morti”
“Ma ce l’hai un cognome?”
“No”
“E’ impossibile, tutti hanno un cognome!”
“Io no”
Dopo un quarto d’ora divenne chiaro che il loro rapporto non era partito con la marcia giusta.  Avevano passeggiato a lungo e ora se ne stavano in silenzio davanti a un negozio di scarpe. Sai aveva letto che bisognava essere attivi nelle conversazioni ma non sapeva cosa rispondere alle domande di lei e non riusciva a chiederle nulla. Ogni volta che si voltava verso di lei per parlarle, la gola gli si chiudeva e ogni idea spariva dalla sua mente.
Ino non si era rassegnata e continuava a bombardarlo di domande e a parlare a raffica di se stessa e dei suoi successi.
“... e come tutti sanno, io ho una grandissima forza di volontà, e a forza di studiare e allenarmi, sono quasi riuscita a diventare un medico; ma mi stai ascoltando?”
Lui annuì, distratto. Aveva ripreso a osservare le cose.
“Quindi io e Sakura abbiamo fatto sesso con il terzo Hokage”
“Ok, bene” assentì lo shinobi.
Ino gli afferrò il braccio.
“Non mi piace essere ignorata”
Lo sguardo che le riservò Sai fu terribile. Una condanna senza appello. In quel momento assomigliava a Sasuke più che mai. Anche lui odiava essere toccato.
La ragazza ritirò la mano come se si fosse scottata.
“Scusa, io...”
Rifiutare bruscamente il contatto fisico, può essere segno che si sta rifiutando la persona che ci ha toccato.
Nel tentativo di rimediare Sai afferrò la mano che si stava allontanando.
“Io... puoi toccarmi”
La bionda arrossì violentemente e sgranò gli occhi.
“Cosa succede?” chiese il ragazzo confuso.
“Niente” rispose lei liberando la mano con la massima dolcezza. Gli sfiorò il braccio e gli sorrise poi per allentare la tensione si gettò subito in un nuovo argomento.
“So che sei un artista. Ti piace dipingere?”
“Si” rispose lui compiaciuto di saper cosa dire “E’ essenzialmente un arma, ma lo faccio anche nel tempo libero. Mi piace rendere immortale la bellezza dei soggetti. Anche se l’originale decade e muore, il dipinto rimane bello per sempre”
“La bellezza, eh?” rispose Ino assumendo all’improvviso un tono suadente e compiaciuto “Perché allora non dipingi me?”
“Perché la tela si strapperebbe dalla vergogna” avrebbe voluto risponderle, ma non voleva avere problemi con lei, che decise di mentire. Non che fosse un sacrificio per lui mentire.
“Adesso? Sei un soggetto magnifico e complesso, ho bisogno di tempo e di uno spazio adatto”
“Accidenti, come sei gentile!” squittì la bionda “Oggi pomeriggio sono libera, potremmo usare la mia soffitta, lì la luce è bellissima”
“Per cosa?”
“Per fare il mio ritratto, ovvio!”
“Ma devo farlo per forza?”
“No” rispose Ino appena intristita “No, se non vuoi”
L’espressione di lei fu un campanello d’allarme.
E’ essenziale essere gentili e, per quanto possibile, disponibili con amici e conoscenti.
“No, no, scherzavo, altroché se voglio. Sarà un piacere dipingere una bellezza come te!”
“Allora ti aspetto per le quattro!”
Ino lo salutò allegramente con la mano, indietreggiò di qualche passo, poi si voltò e si allontanò.
Sai sorrise stupidamente per qualche secondo seguendo ipnotizzato la bionda che saltellava via, poi la verità di ciò che stava facendo lo travolse come un’onda anomala: aveva accettato un appuntamento con una ragazza che nemmeno gli piaceva, un appuntamento che avrebbe dovuto dare inizio a qualcosa di cui non sapeva nulla e da cui voleva mantenersi ancora ben lontano.

 
 
   
 
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