“Chi arriva ultimo paga pegno!”
Tutti e cinque saltiamo in piedi e cominciamo a correre all’impazzata su per il crinale della collina. La meta è nota a tutti. La quercia troneggia imponente sopra di noi. La prima, al solito, è Kate. Corre così veloce che cercare di starle dietro è da pazzi. Secondo Jim. Io terzo, ma per poco. Poi Remus, dopo un attimo.
“Chi manca?” chiede Kate, che in realtà sa benissimo che l’unico non piegato in due sotto la quercia è Pete. Gli toccherà fare penitenza anche oggi.
“Ehi, ragazzi! Mentre lui se la prende comoda noi decidiamo cosa fargli fare. Solo che ormai non mi viene in mente niente. In questo mese gli abbiamo rifilato due penitenze al giorno! Sir, qualche idea?”
“Nessuna, Jim” rispondo io. Ho ancora il fiato mozzo per la corsa, e per l’ennesima volta mi sto chiedendo come fa Kate a correre così forte.
Kate…che tipo! È cugina di Jim, e di fisico le assomiglia abbastanza. È mingherlina a ha gli stessi capelli neri. È due anni avanti a noi, inizia il quinto. È bellissima, gioca a quiddich, è un mezzo genio… a Hogwarts non mi sarebbe mai venuto in mente che potesse essere così spiritosa, allegra, simpatica…e invece abbiamo vissuto un mese come fratelli, ospiti dei nonni di Jim.
Finalmente Pete si fa vivo. Quando ha visto che era ultimo si è lasciato andare, e ora ci si avvicina come chi aspetta di essere sbranato dai leoni. Non è colpa nostra se una tartaruga millenaria è più veloce di lui!
Ora però abbiamo un problema. In un mese abbiamo imposto a Pete tutte le penitenze possibili, e le idee scarseggiano.
“Allora, che gli facciamo fare?” incalza Jim. “Che so, magari…rotolare giù dalla collina sulla pancia?”
Pete impallidisce.
“Già fatto!” interviene Remus. “Non potremmo abbuonargliela per una volta?”
“Oh, sì, vi prego!”
“Non se ne parla nemmeno!” Urla Jim. “Chi arriva ultimo paga pegno, sono le regole!”
“Temo che Jim abbia ragione, Rem!” dico io.
Tutti ci voltiamo verso Kate. A quanto pare la questione è nelle sue mani.
“Dai, è il vostro amico! Lasciatelo un po’ in pace. Non è colpa sua se non sa correre!”
Kate e Jim si scambiano un’occhiata complice. Non capisco a cosa mirino. Lo scopro subito.
“Va bene, per oggi passi. Anche perché non so proprio cosa inventare. Però tu ringrazia Kate! È tutto merito suo!”
“Vero! Già! Ehm…grazie Kate!” squittisce Pete.
“eh, no! Amico, mica basta! Penso che dovresti darle un bacio! Dopotutto ti ha salvato. Sai, mi è appena venuta in mente una penitenza fantastica, e mi chiedevo se Kate non potesse tornare sui suoi passi…”
“No! No, non ce n’è bisogno, io…subito…”
accosta le labbra alle guance di Kate, e se ne stacca a una tale velocità che sembra che scottino.
Ridiamo tutti come matti. Alla fin fine Pete ha fatto la sua penitenza!
“A TAVOLAAAAAA!”
L’urlo arriva dalla casa ai piedi della collina. È ora di pranzo.