All by myself
Halle Lidner non mancava mai
alle promesse.
- Near.-
La voce della donna risuonò
nella stanza ingombra di giocattoli.
- Si, Lidner?-
- Perché possedevi ancora una
copia della foto di Mello?-
La considerava una domanda
indiscreta, ma doveva saperlo. Non sapeva esattamente perché, ma sentiva di
averne bisogno.
- Mi sono impossessato di
quella fotografia per proteggere la sua identità. Consegnandogliela l’ho reso
immune all’attacco di Kira al 100%.-
La voce apatica risuonava
innaturale perfino per lui.
- Sarebbe stato più sensato
distruggerla in quel caso.-
La mano che reggeva la carta
da aggiungere al grattacielo si blocca.
Messo in fallo.
- Non si sarebbe fidato se
gli avessi semplicemente comunicato di averla distrutta.-
Scusa credibile, ma adesso
non reggeva.
Il silenzio di quei pochi
secondi pesò come un macigno.
- So che non è così. E credo
lo sappia anche tu.-
La mano che reggeva la carta
tremò leggermente.
- Non capirebbe.-
- Ne sei davvero così
sicuro?-
Non sapeva perché avesse risposto
in quel modo. Ma funzionò.
Ma forse avrebbe preferito
che non funzionasse.
- Lo amo.-
Silenzio.
Per lunghi, lunghissimi
attimi.
- Come?-
- Ho tenuto quella foto
perché lo amo.- il suo tono neutro vacillò per pochi istanti.- L’ho aiutato
perché non voglio che muoia. E non voglio che muoia perché lo amo.-
Quella dichiarazione così
seria e innaturale, come se quasi non lo riguardasse.
Intanto il castello di carte
crollò.
- ....Perchè?-
Domanda stupida, posta
solamente per rompere il silenzio.
- Questo non glielo so dire.
Saprebbe davvero spiegare perché ci si innamora?-
E risposta altrettanto
evasiva.
- Credo che andrò dagli
altri.- disse infine la donna.
- Certamente.-
Le mani recuperarono
velocemente le carte.
- Ah, Linder...-
- Si?-
- Sappi che se glielo
riferirà, o se glielo farà intendere in qualche modo, non riuscirò mai più a
fidarmi di lei.-
- Penso sia naturale.-
rispose abbandonando la stanza.
- Quindi non c’è altra
scelta. Lo dovrò fare io.-
Stava parlando al telefono
con Mello, ovviamente.
Gli aveva appena riferito le
intenzioni di Near.
E aveva taciuto sulla sua
confessione.
Ma quella frase...
- “Dovrai farlo tu” cosa?-
Stupida, lo aveva capito
benissimo.
- Se dimostrerò che quel
Death Note è falso prima di Near, lui non rischierà la sua vita.-
- Ma così ti farai uccidere!-
- Ma sarò primo.-
Inutile ideale.
- In questo modo lo potrò
aspettare al traguardo.-
Non poteva farlo.
Se lo avesse fatto allora gli
sforzi di Near sarebbero stati vani.
- Ma Near ti...-
No, zitta.
Non devi dire nulla.
- Non mi importa se Near mi
sta cercando, né di quello che ha intenzione di fare. In questo modo arriverò
alla soluzione prima di lui.-
- Ma...-
Un bisbiglio lieve interruppe
la sua nuova protesta.
- E cosa più importante, lui
non morirà.-
- Come?-
Stupore, nuovamente stupore
nell’arco di poche ore.
- L’ho detto davvero?-
Stupore da parte di entrambi.
- Ma si, l’ho detto davvero.-
una risata irruppe dalla cornetta.- Chissà perché te l’ho detto Halle, chissà
cosa penserai ora.-
- Veramente io...-
- “Chissà perché Mello vuole
evitare che Near muoia a costo di lasciarci le penne? Forse pensa che in questo
modo sarà il migliore anche se perderà la vita, lasciando Near con l’idea fissa
di essere arrivato alla vittoria solo perché aiutato dall’eterno numero 2.” Bhè,
non è così.-
Cosa stava succedendo?
- La cosa bella dell’odio è
che nessuno pensa che nasconda qualcos’altro.-
Dove voleva arrivare?
- Se Near morisse e io
rimanessi in vita, decisamente preferirei essere morto anch’io.-
Cosa...
- So che non ricambierà mai i
miei sentimenti. Lui è sempre stato irraggiungibile. Vorrei che rimanesse
convinto fino alla fine che io sia il suo perfetto nemico, colui che deve
battere.- un sospiro interruppe la frase.- Non voglio che sappia che sono
innamorato di lui.-
- Sei innamorato...di lui?-
- Non dirglielo per nessun
motivo.- si affrettò a dire il biondo.- Ti ho già detto che non voglio che
sappia la verità.-
Diglielo.
Se saprà la verità non andrà
ad ammazzarsi.
Digli. La. Verità.
Ma lo hai promesso.
Non lo puoi dire.
- Va bene.-
- Mi dispiace.-
È tutto quello che puoi dire in questo momento.
Mentre Near osserva alla
televisione l’incendio che divorava la chiesa.
- Non sono riuscita ad
arrivare in tempo.-
- Lo capisco.-
Ti da le spalle mentre le
fiamme si riflettono sulla sua pelle nivea.
Non vuole farti vedere la sua
espressione.
Ma non riesce più a reggere
il suo tono. La voce risulta incrinata.
- Non gliene s-sto dando la
colpa Lidner.-
Eccolo.
Un tremolio.
- Sulla scena ho trovato
questo.-
Gli porgi un crocifisso annerito.
L’unica cosa che è rimasta.
- Bene. Grazie mille.-
Grazie un corno. Ti senti
malissimo in questo momento.
È stata colpa tua.
TUA.
- Near, so che in questo
momento sei...-
- Non sono un bel niente
capito?!-
Si volta di scatto fissandoti
con odio.
Per la prima volta esprime
un’emozione a qualcuno.
Ma è quella sbagliata.
- Cosa può saperne lei?!-
grida- Lei non sa cosa provo, non sa come mi sento!! Ora sarò di nuovo solo!-
- Ma non sei solo, noi del
SPK non ce ne andremo di ce...-
Ti risponde prima ancora che
tu finisca la frase.- Vedo che non capisce! Mello era l’unica cosa che mi
collegava al mio passato, al mio mondo, lui era tutto!! E ora non c’è più...
Non voglio essere solo... non di nuovo...- si prende la testa fra le mani, si
afferra i capelli con forza.- Mello era...era...-
Non riesce ad andare avanti,
rimanendo fermo a fissare il rosario che tiene ancora stretto tra le dita,
mischiando le perle con fili candidi.
Ti senti male.
- ...Mello è morto pensando
che così mi avrebbe battuto, vero?-
Resti in silenzio.
- Mi risponda!!-
- ....No.-
- Allora perché?-
Devi andartene.
- Io non lo so.-
Ti guarda negli occhi. Quegli
occhi che più volte hai scrutato in cerca di un’emozione, di una luce che
abbattesse quella coltre di nebbia, ora sono lucidi, esprimono una disperazione
che non avresti mai creduto possibile.
- N-non
lo sa?- la voce trema di nuovo.- Ma certo, perché dovrebbe averglielo detto...
Ovviamente lo ha fatto per lasciarmi nei sensi di colpa. Avrà pensato “Se io
muoio, Near vincerà sapendo di esserci riuscito solo perché l’ho aiutato io”. E
ha ragione. Mi sento in colpa. Ma....ma...- la voce si spezza.
Devi andartene.
Se non lo fai subito dirai
tutto.
TUTTO QUANTO.
- Spero solo che sia felice
ora... Mi ha battuto...- china il capo, e un’ultima frase fuoriesce dalle sue
labbra come un fragile sussurro.- ...Lo rimpiangerò per sempre, ma se ne è
andato felice.-
Questo è troppo.
Non ce la fai più.
Introduci una mano nella tua
tasca e afferri l’oggetto che tenevi nascosto. Un registratore.
Lo usavi da tempo, da quando
Mello ti aveva contattata.
Lo hai portato con te
perché...
Già, perché?
Sollevi la mano, attirando
l’attenzione del ragazzo, e premi il pulsante play.
Subito la voce di Mello si
diffonde nella stanza vuota.
- “Chissà perché Mello vuole evitare che Near muoia a costo di lasciarci
le penne? Forse pensa che in questo modo sarà il migliore anche se perderà la
vita, lasciando Near con l’idea fissa di essere arrivato alla vittoria solo
perché aiutato dall’eterno numero 2.” Bhè, non è così. La cosa bella dell’odio è che nessuno pensa che nasconda qualcos’altro.
Se Near morisse e io rimanessi in vita, decisamente preferirei essere morto
anch’io.-
Near ascolta sorpreso, gli
occhi sgranati e la bocca socchiusa.
- So che non ricambierà mai i miei sentimenti. Lui è sempre stato
irraggiungibile. Vorrei che rimanesse convinto fino alla fine che io sia il suo
perfetto nemico, colui che deve battere.-
Il silenzio cala nella
stanza. Le mani di Near tremano mentre la consapevolezza mista a lacrime gli
offusca la vista.
- Non voglio che sappia che sono innamorato di lui.-
Fermi il registratore.
È tutto quello che doveva
sentire.
Avevi promesso a Mello di non
dirgli nulla.
Ma non di non fargli sentire
la sua confessione.
Non hai più nulla da
aggiungere, così ti volti e ti dirigi verso la porta.
Nel momento in cui chiudi la
porta dietro di te senti Near cadere in ginocchio, mentre inizia a singhiozzare
disperatamente stringendo a sé il rosario annerito dal fuoco.
Si, Halle Lidner non mancava
mai alle promesse. E questo a volte la faceva stare male.
Le faceva odiare se stessa per aver
distrutto delle vite.